giovedì 9 gennaio 2025

09.01.2025 - 1Gv 4,11-18 - Mc 6,45-52 - Videro Gesù camminare sul mare.

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo - 1Gv 4,11-18

Carissimi, se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di lui è perfetto in noi.
In questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha donato il suo Spirito. E noi stessi abbiamo veduto e attestiamo che il Padre ha mandato il suo Figlio come salvatore del mondo. Chiunque confessa che Gesù è il Figlio di Dio, Dio rimane in lui ed egli in Dio. E noi abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi. Dio è amore; chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui.
In questo l’amore ha raggiunto tra noi la sua perfezione: che abbiamo fiducia nel giorno del giudizio, perché come è lui, così siamo anche noi, in questo mondo. Nell’amore non c’è timore, al contrario l’amore perfetto scaccia il timore, perché il timore suppone un castigo e chi teme non è perfetto nell’amore.
1. L’apostolo dopo averci chiarito che DIO È AMORE, ci illumina sulle conseguenze pratiche per la nostra vita di cristiani: L’AMORE VICENDEVOLE COME CONDIZIONE PERCHÉ IL SUO AMORE SIA PERFETTO IN NOI. Il comando di volerci bene l'un l'altro è la logica conseguenza dell'amore che Dio ha per noi.

2. Altra conseguenza è il POSSESSO DELLO SPIRITO come dono che ci guida nel nostro intimo; e infine LA FEDE IN GESÙ SALVATORE dell’umanità perché solo chi crede lo conosce e lo ama. 

3. L’AMORE VERSO DIO DEVE CRESCERE E SARÀ AUTENTICO SOLO QUANDO AVRÀ SOSTITUITO IL TIMORE E LA PAURA. La fiducia dei cristiani verso Gesù “nel giorno del giudizio” diventa così sicurezza. DI VITTORIA perché la fede ci pone sempre di fronte a Gesù, che ci accompagna in questa crescita di amore e ci ha resi figli di Dio.

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+ Dal Vangelo secondo Marco - Mc 6,45-52

[Dopo che i cinquemila uomini furono saziati], Gesù subito costrinse i suoi discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull'altra riva, a Betsàida, finché non avesse congedato la folla. Quando li ebbe congedati, andò sul monte a pregare.
Venuta la sera, la barca era in mezzo al mare ed egli, da solo, a terra. Vedendoli però affaticati nel remare, perché avevano il vento contrario, sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare, e voleva oltrepassarli.
Essi, vedendolo camminare sul mare, pensarono: «È un fantasma!», e si misero a gridare, perché tutti lo avevano visto e ne erano rimasti sconvolti. Ma egli subito parlò loro e disse: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». E salì sulla barca con loro e il vento cessò.
E dentro di sé erano fortemente meravigliati, perché non avevano compreso il fatto dei pani: il loro cuore era indurito.

“Questo episodio è un’immagine stupenda della realtà della Chiesa di tutti i tempi: una barca che, lungo l’attraversata, deve affrontare anche venti contrari e tempeste, che minacciano di travolgerla. Ciò che la salva non sono il coraggio e le qualità dei suoi uomini: la garanzia contro il naufragio è la fede in Cristo e nella sua parola. Questa è la garanzia: la fede in Gesù e nella sua parola. Solo la durezza del cuore impedisce di riconoscere la presenza di Dio anche nelle situazioni più impreviste. Su questa barca siamo al sicuro, nonostante le nostre miserie e debolezze”.

 

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