giovedì 4 luglio 2024

04.07.2024 - Am 7,10-17 - Mt 9,1-8 - Resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.

Dal libro del profeta Amos - Am 7,10-17

In quei giorni, Amasìa, sacerdote di Betel, mandò a dire a Geroboàmo re d’Israele: «Amos congiura contro di te, in mezzo alla casa d’Israele; il paese non può sopportare le sue parole, poiché così dice Amos: “Di spada morirà Geroboàmo e Israele sarà condotto in esilio lontano dalla sua terra”». Amasìa disse ad Amos: «Vattene, veggente, ritìrati nella terra di Giuda; là mangerai il tuo pane e là potrai profetizzare, ma a Betel non profetizzare più, perché questo è il santuario del re ed è il tempio del regno».
Amos rispose ad Amasìa e disse:
«Non ero profeta né figlio di profeta;
ero un mandriano e coltivavo piante di sicomòro.
Il Signore mi prese,
mi chiamò mentre seguivo il gregge.
Il Signore mi disse:
Va’, profetizza al mio popolo Israele.
Ora ascolta la parola del Signore: Tu dici: “Non profetizzare contro Israele, non parlare contro la casa d’Isacco”. Ebbene, dice il Signore: “Tua moglie diventerà una prostituta nella città, i tuoi figli e le tue figlie cadranno di spada, la tua terra sarà divisa con la corda in più proprietà; tu morirai in terra impura e Israele sarà deportato in esilio lontano dalla sua terra”».
1. Le parole di Amos, sgradevoli alle orecchie del re Geroboàmo e di tutto Israele, denunciano senza mezzi termini la corruzione presente nella società del regno di Israele. AMOS DICE SEMPLICEMENTE LA VERITÀ, MA SI TRATTA DI UNA VERITÀ SCOMODA. Israele pensa di potersela cavare e sottovaluta gli avvertimenti del profeta, di Dio. Illusi!

2. Il mondo non resiste alla parola di Dio, e IL PROFETA che la proclama (ieri come oggi) VIENE PERSEGUITATO. Amos viene cacciato via dalla città, si cerca di zittirlo, ed è la stessa autorità religiosa a farlo, in combutta con il potere politico, MA AMOS È INVIATO DA DIO, agisce per conto di Dio.

3. Il potere religioso che si è staccato da Dio e si è legato ai poteri della terra, HA TRADITO LA SUA CHIAMATA PER RIFUGIARSI IN SÉ STESSO, sarà trascinato nel dolore (nei figli morti di spada), nella vergogna («tua moglie diventerà una prostituta»), nella povertà (la terra divisa in più parti). LA SUA FINE SARÀ LONTANA DA DIO (terra impura) e il popolo sarà disperso a causa dei peccati e dei tradimenti a Colui che ti aveva eletto!  Che sia una lezione anche per noi oggi!

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Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 9,1-8
In quel tempo, salito su una barca, Gesù passò all’altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati».
Allora alcuni scribi dissero fra sé: «Costui bestemmia». Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa infatti è più facile: dire “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ma, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati: Àlzati – disse allora al paralitico –, prendi il tuo letto e va’ a casa tua». Ed egli si alzò e andò a casa sua.
Le folle, vedendo questo, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.

 

La salute fisica è un dono che noi dobbiamo custodire. Ma il Signore ci insegna che anche la salute del cuore, la salute spirituale dobbiamo custodirla. (…)
La guarigione non è stata chiesta dal paralitico stesso, ma è stata operata da Gesù per dimostrare ai presenti che è il Figlio di Dio. In questo miracolo vediamo l’autorità massima di Gesù. Il perdono dei peccati è la rivelazione piena del suo amore. Questo dono inaspettato permette all’uomo malato/peccatore di “alzarsi e andare a casa sua”. Permette e dona di vivere davvero!
È fondamentale anche per noi fare esperienza del perdono gratuito di Dio. Prendiamoci del tempo per consegnargli tutto di noi. E Gesù, a ognuno di noi, dirà: “Io voglio perdonarti i peccati“.

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Qui Gesù supera se stesso: non dice più “la tua fede ti ha salvato”, ma fa il miracolo «vedendo la loro fede». La fede degli altri, non del paralitico. Così facciamo anche noi, riconosciamolo, non è forse vero che la nostra fede (che è già il miracolo) scaturisce dalla fede degli altri?

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04.07 - BEATO PIERGIORGIO FRASSATI

Torino, 6 aprile 1901 - 4 luglio 1925
   A Torino, beato Piergiorgio Frassati, che, giovane militante in associazioni del laicato cattolico, si impegnò con tutto se stesso in iniziative di sviluppo sociale e di carità verso i poveri e i malati, finché morì colpito da paralisi fulminante. 
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NELLO STESSO GIORNO:

SANT' ELISABETTA DI PORTOGALLO Regina

Saragozza, Spagna, 1271 - Estremoz, Portogallo, 4 luglio 1336

Santa Elisabetta, che, regina del Portogallo, fu esemplare nell’opera di pacificazione tra i re e nella carità verso i poveri; rimasta vedova del re Dionigi, abbracciò la regola tra le monache del Terz’Ordine di Santa Chiara nel cenobio di Estremoz in Portogallo da lei stessa fondato, nel quale, mentre era intenta a far riconciliare suo figlio con il genero, fece poi ritorno al Signore.

SANT' ALBERTO QUADRELLI da Rivolta Vescovo

Nacque a Rivolta, della cui chiesa divenne successivamente preposto. Il giovedì santo 29 marzo 1168 fu scelto dal clero e dal popolo di Lodi come proprio vescovo quando Galdino, arcivescovo di Milano e legato pontificio in Lombardia, ordinò loro di staccarsi dal vescovo Alberico Merlin, che era stato eletto a quella sede dall'antipapa Pasquale III, di cui era stato fautore. Fu pastore attivo e zelante, strenuo difensore del papa Alessandro III, e prese parte al III Concilio Lateranense. La sua rettitudine fu riconosciuta anche dai suoi nemici tra cui Acerbis Murena, partigiano di Pasquale III.


IL BUIO DELLA MALATTIA…

IL BUIO DELLA MALATTIA…

Ormai sono diversi anni, scrive una signora di Milano, che mi fanno compagnia diverse malattie, croniche e degenerative, che mi comportano tempi di immobilità, tanti interventi, dolore fisico e disagi. Ho chiesto al mio Parroco: Come posso avere un po’ di luce nel buio della malattia? 

E lui mi ha risposto così: La sofferenza fisica è un male che ferisce l'integrità della persona, nel corpo e nelle sue relazioni sociali. Siamo tenuti a cercare di eliminarla, doverosamente per il bene della nostra umanità. Sappiamo bene, tuttavia, che questo non è sempre possibile. A volte la vita sembra accanirsi contro di noi, mettendo in questione il senso della nostra esistenza. Eppure, siamo chiamati a continuare a vivere con dignità e coraggio, nonostante le domande che attraversano la mente senza trovare risposte che possano acquietare il cuore o illuminare la strada. Anche l'uomo biblico si trova immerso in questa realtà. Scorrendo le pagine della Scrittura, troviamo domande e tentativi di risposta: sempre più acute le prime, sempre più inadeguate le seconde. Fino a quando, con Giobbe, non possiamo fare altro che metterci la mano sulla bocca, ammettendo di conoscere Dio solo per sentito dire (Gb 40,4; 42,5).

Credo inoltre che accanto alla sofferenza fisica personale non possiamo omettere di considerare la sofferenza spirituale, che spesso nasce dall'amore che nutriamo verso le persone care. Amare, nella realtà storica di questo mondo, implica sempre aprire una finestra alla sofferenza. La vita dell'altra persona ci coinvolge nell'intimo e la sua sofferenza, qualunque essa sia, diventa per noi un appello ad agire, a prendercene cura, e in ogni caso a condividere. Per questo, quando la vita conduce a un vicolo cieco e il cuore grida verso Dio domande senza risposte sensate, possiamo immaginare una sola parola attraverso Gesù crocifisso: "anch'io". Nulla di più e nulla di meno. Anch'io sono nelle condizioni del Crocifisso, anch'io sono chiamato a vivere le mie ferite, ad accoglierle per amore, a farle diventare capaci di comunicare amore nella forza dello Spirito.

Ma perché dovremmo offrire a Dio la nostra sofferenza, ripetuta e inevitabile? Il Padre del Signore nostro Gesù Cristo è il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, il Dio dei viventi. Suo Figlio Gesù è venuto con una promessa di vita in abbondanza (Gv 10,10). Eppure, anche lui, il Figlio, si è lasciato coinvolgere in una sofferenza dalla quale, con forti grida e lacrime, ha chiesto di essere liberato (Eb 5,7), abbandonandosi con atteggiamento filiale alla vita che gli veniva incontro. Non ha offerto la sua sofferenza, ma ha consegnato sé stesso, là dove lo conduceva l’amore senza limiti verso i fratelli.

Con questa prospettiva, queste mie ultime parole, non so quanta luce o consolazione possano darle, ma spero solo che non feriscano Lei che sta vivendo la sofferenza. Nella sofferenza siamo chiamati a continuare ad affrontare la vita con fortezza, ricordando quella parola che, di fronte a tante domande, ci giunge dall’alto della croce, dove nella carne del Figlio Gesù il Dio della vita sperimenta nell’amore una sofferenza sino alla fine. Da quella croce ci viene consegnata la possibilità di condividere la sua stessa obbedienza alla vita, rivestendoci dell’umanità di Cristo, per usare le parole di Paolo (Gal 3,27). La nostra vita in comunione con Cristo, vissuta in obbedienza di fede, è ciò che siamo chiamati a mettere davanti a Dio come offerta a lui gradita.

mercoledì 3 luglio 2024

03.07.2024 - Ef 2,19-22 - Gv 20,24-29 - Mio Signore e mio Dio!

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni - Ef 2,19-22

Fratelli, voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d’angolo lo stesso Cristo Gesù.
In lui tutta la costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi venite edificati insieme per diventare abitazione di Dio per mezzo dello Spirito.

 

1. SULLA CROCE GESÙ CI HA RICONCILIATI CON DIO E TRA DI NOI, ha portato la pace, ai lontani e ai vicini, e così ci ha resi tutti concittadini e familiari, un'unica famiglia, come un unico tempio santo, abitazione di Dio in mezzo ai popoli della terra. Fratelli tutti…
2. Ogni muro divisorio dell'ostilità, quindi, è stato abbattuto, non ci sono più né stranieri né ospiti. Né extracomunitari, naufraghi, profughi..., muraglie di cemento armato… EPPURE CI SONO ANCORI TANTI MURI E NON SOLO DI CEMENTO…
3. Noi, resi vicini a Dio, rappacificati ed edificati sulle solide fondamenta, siamo CHIAMATI A CONTINUARE QUELLA COSTRUZIONE ben ordinata del tempio del Signore in cui ogni persona possa trovare pace e calore di famiglia. Buon lavoro…. 

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Dal Vangelo secondo Giovanni - Gv 20,24-29
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

 

Tommaso era un testardo. Ma, il Signore ha voluto proprio un testardo per farci capire una cosa più grande. Tommaso ha visto il Signore, è stato invitato a mettere il suo dito nella piaga dei chiodi; mettere la mano sul fianco e non ha detto: ‘E’ vero: il Signore è risorto!’. No! E’ andato più oltre. Ha detto: ‘Dio!’. Il primo dei discepoli che fa la confessione della divinità di Cristo, dopo la Resurrezione. E l'ha adorato“.
E Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Non vedere e credere significa aver fiducia in ciò che ci è stato tramandato, significa vivere nella fiducia che solo l'Amore può suscitare.

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Dobbiamo a Tommaso l’ultima beatitudine di Gesù, paradossale come le altre: «beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Eppure Tommaso è il nostro Didimo, fratello gemello. Siamo tutti come lui: se non vediamo non crediamo.
E come faremo allora ad essere beati, felici?

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03.07 - SAN TOMMASO APOSTOLO

Palestina - India meridionale (?), primo secolo dell’èra cristiana
   Festa di san Tommaso, Apostolo, il quale non credette agli altri discepoli che gli annunciavano la resurrezione di Gesù, ma, quando lui stesso gli mostrò il costato trafitto, esclamò: «Mio Signore e mio Dio». E con questa stessa fede si ritiene abbia portato la parola del Vangelo tra i popoli dell’India. 

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martedì 2 luglio 2024

02.07.2024 - Am 3,1-8;4,11-12 - Mt 8,23-27 - Si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia.

Dal libro del profeta Amos - Am 3,1-8;4,11-12

Ascoltate questa parola,
che il Signore ha detto riguardo a voi,
figli d’Israele,
e riguardo a tutta la stirpe
che ho fatto salire dall’Egitto:
«Soltanto voi ho conosciuto
tra tutte le stirpi della terra;
perciò io vi farò scontare
tutte le vostre colpe.
Camminano forse due uomini insieme,
senza essersi messi d’accordo?
Ruggisce forse il leone nella foresta,
se non ha qualche preda?
Il leoncello manda un grido dalla sua tana,
se non ha preso nulla?
Si precipita forse un uccello a terra in una trappola,
senza che vi sia un’esca?
Scatta forse la trappola dal suolo,
se non ha preso qualche cosa?
Risuona forse il corno nella città,
senza che il popolo si metta in allarme?
Avviene forse nella città una sventura,
che non sia causata dal Signore?
In verità, il Signore non fa cosa alcuna
senza aver rivelato il suo piano
ai suoi servitori, i profeti.
Ruggisce il leone:
chi non tremerà?
Il Signore Dio ha parlato:
chi non profeterà?
Vi ho travolti
come Dio aveva travolto Sòdoma e Gomorra,
eravate come un tizzone
strappato da un incendio;
ma non siete ritornati a me».
Oracolo del Signore.
Perciò ti tratterò così, Israele!
Poiché questo devo fare di te:
prepàrati all’incontro con il tuo Dio, o Israele!
1. «Ascoltate questa parola che il Signore pronuncia contro di voi, o figli d'Israele», voi popolo prediletto AVETE AVUTO DEI PRIVILEGI, MA ANCHE DEI DOVERI, che non avete adempiuto portando inevitabilmente al castigo.

2. Il Signore che allerta sempre il suo popolo rivelando i suoi piani attraverso i suoi servitori, i profeti, AFFINCHÉ LA PUNIZIONE SIA EDUCATIVA e non semplicemente repressiva. 

3. Perciò attraverso il profeta Amos, ISRAELE DEVE PREPARARSI ALL’INCONTRO CON IL SUO SIGNORE. Dio dovrà rinnovare la purificazione del popolo attraverso i patimenti. Il profeta avverte che È POSSIBILE INCONTRARE DIO SOLO SE C’È UNA VITA CONVERTITA.

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+ Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 8,23-27
In quel tempo, salito Gesù sulla barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco, avvenne nel mare un grande sconvolgimento, tanto che la barca era coperta dalle onde; ma egli dormiva.
Allora si accostarono a lui e lo svegliarono, dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!». Ed egli disse loro: «Perché avete paura, gente di poca fede?». Poi si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia.
Tutti, pieni di stupore, dicevano: «Chi è mai costui, che perfino i venti e il mare gli obbediscono?».
“È la paura. Quando viene nel mare un grande sconvolgimento, la barca era coperta dalle onde. ‘Salvaci, Signore, siamo perduti!’ Dicono loro. La paura ti assale! E Gesù rispose: "Perché avete paura, gente di poca fede?" Di fronte alle tempeste della vita, il cristiano può avere l’atteggiamento di chi si aspetta un intervento continuo, costante e invasivo di Dio. Oppure può avere un atteggiamento di fede. Impariamo ad affidare noi e la Chiesa all'unico salvatore Gesù Cristo. Colui che ti chiama a seguirlo è più forte di ogni avversità. A te sembra che dorma (di fatto dorme!) e che tu debba fare da solo, ma egli c’è ed è potente con la sua parola. Infatti: “si alzò, minacciò (con la sua parola) i venti e il mare e ci fu grande bonaccia”. Allora non avere paura, ma abbi fede/fiducia in Lui che ti guida con la sua parola.

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A volte sembra che Gesù stia dormendo. È quando nella nostra vita “avviene un grande sconvolgimento”, cioè quasi ogni giorno. E allora gridiamo per la paura, per farci notare dal Signore addormentato. Abbiamo mai gridato a Gesù per la gioia?

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02.07 - BEATA EUGENIA JOUBERT

Yssingeaux, Francia, 11 febbraio 1876 – Liegi, Belgio, 2 luglio 1904
   A Liegi in Belgio, beata Eugenia Joubert, vergine della Congregazione della Sacra Famiglia del Cuore di Gesù, che si adoperò per trasmettere ai bambini la dottrina cristiana e, ammalatasi di tisi, seguì con amore Cristo sofferente. 

IL BUSINESS DELLA GUERRA…

IL BUSINESS DELLA GUERRA…

La corsa agli armamenti è un fenomeno inarrestabile che distoglie risorse essenziali dai settori della sanità, della lotta alla fame e della tutela dell'ambiente, alimentando i conflitti globali. Il settore degli armamenti è attualmente l'economia più redditizia al mondo, con una crescita superiore a quella delle bigtech, dell'energia e dell'alta finanza. Secondo il SIPRI (Stockholm International Peace Research Institute), le spese militari globali hanno raggiunto i 2.240 miliardi di dollari nel 2022, di cui 380 miliardi spesi dai Paesi dell'Unione Europea.

Queste enormi spese contrastano con i finanziamenti necessari per risolvere crisi come la fame nel mondo e i cambiamenti climatici. L'industria bellica è spinta dalla domanda creata dai conflitti, che svuotano gli arsenali e richiedono una continua produzione di armamenti. Negli ultimi venti anni, i costi bellici nei Paesi NATO sono aumentati del 50%, spinti dall'insicurezza post 11 settembre, dal terrorismo islamico, dall'emergere di autocrazie e nazionalismi, e dalle crisi economiche.

L'Italia è un attore significativo in questo scenario, con un incremento del 26% nelle spese per gli armamenti negli ultimi dieci anni. È il terzo fornitore di armi a Israele, contribuendo alla dotazione di elicotteri e artiglieria navale, e ha anche esportato armi nello Yemen, in violazione della Costituzione italiana che vieta la risoluzione delle controversie internazionali attraverso i conflitti. Nonostante l'apparente beneficio economico per pochi mercanti d'armi, l'industria della guerra è considerata un cattivo affare per il paese nel suo complesso. Se i fondi destinati agli armamenti fossero investiti in sanità, istruzione e ambiente, l'incremento della produzione sarebbe più del doppio.

Le previsioni di bilancio del ministero della Difesa per il 2024 indicano una spesa di 29 miliardi di euro, con una crescita di quasi un miliardo e mezzo rispetto al 2023. Lo Stato italiano controlla i due principali colossi della produzione militare: Fincantieri e Leonardo, quest'ultimo con utili di 15,3 miliardi di euro nel 2023. Questa situazione evidenzia l'interesse dei governi a sostenere e incentivare le esportazioni militari. Tuttavia, la Rete italiana per la pace e il disarmo avverte che le scelte politiche sui bilanci della difesa determineranno la traiettoria delle crisi globali, aumentando il rischio di una guerra globale.

Papa Francesco ci ricorda che: “L’economia che uccide, che esclude, che inquina, che produce guerra, non è economia: altri la chiamano economia, ma è solo un vuoto, un’assenza, è una malattia, una perversione dell’economia stessa e della sua vocazione”. “Le armi prodotte e vendute per le guerre, i profitti fatti sulla pelle dei più vulnerabili e indifesi, come chi lascia la propria terra in cerca di un migliore avvenire, lo sfruttamento delle risorse e dei popoli che rubano terre e salute: tutto questo non è economia. È solo prepotenza, violenza, è solo un assetto predatorio da cui liberare l’umanità”.

In conclusione, la logica della guerra oggi prevale, ignorando l'avvertimento di Erasmo da Rotterdam che è sempre meglio una pace ingiusta che una guerra giusta.

lunedì 1 luglio 2024

01.07.2024 - Am 2,6-10.13-16 - Mt 8,18-22 - Seguimi

Dal libro del profeta Amos - Am 2,6-10.13-16

Così dice il Signore:
«Per tre misfatti d’Israele
e per quattro non revocherò il mio decreto di condanna,
perché hanno venduto il giusto per denaro
e il povero per un paio di sandali,
essi che calpestano come la polvere della terra
la testa dei poveri
e fanno deviare il cammino dei miseri,
e padre e figlio vanno dalla stessa ragazza,
profanando così il mio santo nome.
Su vesti prese come pegno si stendono
presso ogni altare
e bevono il vino confiscato come ammenda
nella casa del loro Dio.
Eppure io ho sterminato davanti a loro l’Amorreo,
la cui statura era come quella dei cedri
e la forza come quella della quercia;
ho strappato i suoi frutti in alto
e le sue radici di sotto.
Io vi ho fatto salire dalla terra d’Egitto
e vi ho condotto per quarant’anni nel deserto,
per darvi in possesso la terra dell’Amorreo.
Ecco, vi farò affondare nella terra,
come affonda un carro
quando è tutto carico di covoni.
Allora nemmeno l’uomo agile potrà più fuggire
né l’uomo forte usare la sua forza,
il prode non salverà la sua vita
né l’arciere resisterà,
non si salverà il corridore
né il cavaliere salverà la sua vita.
Il più coraggioso fra i prodi
fuggirà nudo in quel giorno!».
Oracolo del Signore.
1. IL PROFETA AMOS EVIDENZIA LE MANCANZE DEL POPOLO DI DIO: Dio mette Israele di fronte alle proprie colpe (ai propri tradimenti); Dio ricorda al popolo quanto ha fatto per loro e annuncia la punizione imminente. È NECESSARIA UNA PRESA DI COSCIENZA, E UN CUORE PRONTO AD ESSERE MODELLATO DA DIO PER PORTARE UN REALE CAMBIAMENTO.

2. Ma il TRADIMENTO DI ISRAELE, che si manifesta nel chiudere la bocca ai profeti che Dio aveva inviato, delinea la tenace volontà, liberamente espressa, di RIFIUTARE DIO, di rinnegare la sua azione salvatrice, di silenziarne la sua parola. Questo però porta DELLE CONSEGUENZE…

3. LE CONSEGUENZE dovranno essere sofferte da Israele sia come RISTABILIMENTO DELLA GIUSTIZIA, come compensazione per i propri peccati, e COME PURIFICAZIONE in vista di un nuovo cammino nella divina volontà.

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+ Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 8,18-22
In quel tempo, vedendo la folla attorno a sé, Gesù ordinò di passare all’altra riva.
Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: «Maestro, ti seguirò dovunque tu vada». Gli rispose Gesù: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
E un altro dei suoi discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Ma Gesù gli rispose: «Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti».

 

“MAESTRO, IO TI SEGUIRÒ DOVUNQUE ANDRAI”. E Gesù: “Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare capo”. Cosa vuol dire Gesù? Tu sei scriba e hai casa, onori, prestigio, influenza, ambizione, posizione: IO NO.
SEI DISPOSTO A PERDERE TUTTO QUESTO PER ME, PER VIVERE IL MIO MESSAGGIO? La tua risposta dovrà essere semplice: Si o No… 

 

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01.07 - BEATO ANTONIO ROSMINI

Rovereto, Trento, 24 marzo 1797 - Stresa, Verbano-Cusio-Ossola, 1 luglio 1855
   Di nobile famiglia, nacque a Rovereto (Trento) nel 1797. Scelse la vocazione ecclesiastica e studiò diritto e teologia all'Università di Padova. Ordinato sacerdote, ritornò a Rovereto dove trascorse alcuni anni dedito agli studi. Nel 1828 fondò a Domodossola l'Istituto della carità mentre a Milano conobbe e strinse amicizia con Alessandro Manzoni.

   Nel 1849 venne incaricato dal governo piemontese di una missione a Roma presso Pio IX . Il Papa lo accolse benevolmente con la promessa di una sua imminente nomina a cardinale. In Italia, però, si moltiplicavano gli attacchi contro di lui. I cattolici intransigenti gli rimproveravano le aperture del pensiero e la disponibilità al dialogo con i fautori dell'unità d'Italia; i laici gli rinfacciavano la sua ortodossia cattolica. Rosmini si ritirò allora a Stresa dove trascorse gli ultimi suoi anni e dove morì nel 1855.

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