INDULGENZA, IL DONO DI GRAZIA PER IL CUORE PENITENTE.
Le indulgenze, un concetto spesso legato ai Giubilei, sono state oggetto di molti fraintendimenti e scandali nel corso della storia, ma oggi la Chiesa cattolica le propone come un gesto di misericordia e di purificazione spirituale. Il termine “indulgenza” deriva dalla benevolenza e clemenza di un giudizio, e nella sua definizione teologica, come stabilito dalla Costituzione Apostolica "Indulgentiarum Doctrina" (1967) di san Paolo VI, si riferisce alla remissione davanti a Dio della pena temporale dovuta per i peccati già perdonati quanto alla colpa, una pena che resta da scontare pur dopo l’assoluzione sacramentale. In sostanza, la confessione absolve la colpa, ma non elimina automaticamente il residuo di pena, che può essere scontato tramite l’indulgenza.
Per ottenere un’indulgenza, il fedele deve essere debitamente disposto e adempiere a specifiche condizioni: deve confessarsi sacramentalmente, ricevere la Comunione eucaristica e pregare secondo le intenzioni del Papa. Inoltre, deve escludere qualsiasi attaccamento al peccato, anche a quello veniale. Se queste condizioni non sono soddisfatte, l’indulgenza che si riceve è solo parziale. Un'“indulgenza plenaria”, che libera completamente dalla pena temporale, è concessa in occasioni speciali, come nei Giubilei, per chi compie un'opera devota, come la visita di un luogo sacro, o per la preghiera per i defunti, durante particolari ricorrenze.
Le indulgenze sono strettamente legate alla misericordia divina, che supera ogni male compiuto dall’uomo. Esse ci ricordano che la salvezza non è solo una questione di perdono della colpa, ma di rinnovamento spirituale attraverso l’eliminazione delle pene temporali, anche nel Purgatorio. La Chiesa, come ministro della redenzione, applica il "tesoro" dei meriti di Cristo e dei santi per aiutare i fedeli a liberarsi dalle loro pene, riconoscendo che anche le buone azioni dei santi contribuiscono a questa liberazione.
Un tempo, in occasione di eventi giubilari, l'indulgenza era concessa per opere come il pellegrinaggio a luoghi sacri. Tuttavia, durante il Medioevo, l’indulgenza fu abusata e trasformata in un mercimonio, con offerte in denaro per ottenere la remissione delle pene. Questo fenomeno portò al Concilio di Trento (1545-1563), che proibì il commercio di indulgenze e chiarì che esse non potevano sostituire la confessione sacramentale né la necessità di un sincero pentimento.
Oggi, la concessione delle indulgenze è regolata dalla Chiesa in modo che non esista alcun automatismo: esse non sono una "compravendita" di salvezza, ma un mezzo per ottenere il perdono delle pene residue, accompagnato da un rinnovamento interiore. La vera indulgenza è legata a una conversione autentica, a una vita cambiata e a una crescita spirituale continua. Il Papa Giovanni Paolo II ha sottolineato che "Il perdono concesso gratuitamente da Dio implica come conseguenza un reale cambiamento di vita".
In sintesi, le indulgenze sono un richiamo alla misericordia infinita di Dio, che, attraverso la Chiesa, offre ai credenti un cammino di purificazione e di salvezza. Sono un invito a trasformare la propria vita in modo sincero, distaccandosi dal peccato e vivendo nella grazia di Dio, con la speranza di giungere un giorno alla liberazione totale dalle pene temporali.
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