VIVERE NELLA
GRAZIA
Thierry Baroche, 62 anni, è stato ordinato diacono permanente nella Basilica di San Pietro durante il Giubileo dei diaconi, insieme ad altri 22 candidati provenienti da Italia, Brasile, Colombia, Polonia, Spagna e Stati Uniti. Sebbene Papa Francesco non ha potuto presiedere la celebrazione a causa delle sue condizioni di salute, il futuro diacono della diocesi di Troyes (Francia) esprime la sua gioia per questa chiamata inattesa.
Preside di una scuola secondaria pubblica, Thierry vive questa esperienza con sua moglie Anne, assistente infermieristica. La coppia, inizialmente distante dalla Chiesa, si sposò nel 1989, già genitori del loro primo figlio. Successivamente ne seguirono altri quattro, tra cui un bambino adottato in Etiopia. La loro crescita nella fede iniziò con il coinvolgimento nelle Equipes Notre-Dame, un cammino durato 15 anni, seguito da un impegno nella scuola di preghiera e nei corsi Alpha.
La vocazione diaconale di Thierry venne suggerita già negli anni Novanta, ma la sua carriera nell'istruzione pubblica, soggetta a rigide regole di laicità, ne impedì la realizzazione. Solo dopo essere diventato preside, nel 2019, ha potuto intraprendere la formazione, conciliando studio e lavoro. Nel suo ruolo di educatore non pratica proselitismo, ma cerca di incarnare i valori cristiani nel quotidiano.
Dirigente di un istituto con 615 studenti, molti dei quali con difficoltà sociali e familiari, Thierry è particolarmente attento ai disagi dei giovani. Ritiene che i social network abbiano aggravato la loro fragilità, rendendo difficile distinguere il vero dal falso. “Il cellulare è una piaga,” afferma, sottolineando l'importanza di spazi di riflessione come quelli offerti dai movimenti cattolici.
Sensibile alle ingiustizie sociali, vorrebbe dedicarsi ai Catholic Relief Services e collaborare con una casa famiglia vicino alla nuova prigione di Troyes, pur attendendo indicazioni precise dalla sua lettera di missione. La sua attività pastorale dovrà comunque armonizzarsi con le norme di laicità della scuola pubblica. Il suo diaconato non è più un segreto: la direttrice accademica si è congratulata con lui, consapevole che la notizia si diffonderà rapidamente.
L'invito a Roma gli è stato rivolto dal vescovo di Troyes, mons. Alexandre Joly, che ha partecipato alla recente assemblea sinodale e ha concelebrato la messa di ordinazione. "Mi ha chiamato prima di Natale per dirmi che sarei stato ordinato e che il Papa voleva conferire il diaconato a Roma", racconta Thierry. Dopo lo shock iniziale, ha ricevuto il sostegno di sua moglie. Hanno comunicato la notizia ai figli la vigilia di Natale: "Parli come un diacono!", ha esclamato la figlia, interpretando l'evento come un segno divino.
Due dei loro figli sono andati a Roma, mentre gli altri hanno partecipato alla messa di ringraziamento a Troyes il 1° marzo. Anche se Papa Francesco non era presente, Thierry si è detto felice di ricevere l'ordinazione a Roma e condivide lo stile pastorale del Pontefice. "Mi riconosco nel suo rifiuto del decoro e ho apprezzato la sua visita in Corsica invece che a Parigi. Ciò che è stato fatto a Notre-Dame è magnifico, ma i grandi personaggi che hanno partecipato all'inaugurazione difficilmente torneranno la domenica successiva."
Thierry vede la sua ordinazione come un dono, pur riconoscendone l'eccezionalità. "Sono solo un diacono ordinario, non avrò alcun grado in più per il fatto di essere stato ordinato a Roma. È qualcosa di straordinario, magnifico, ma anche un po' spaventoso... Voglio viverlo come un'opportunità di grazia", conclude con gratitudine.
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