giovedì 24 aprile 2025

STORIE DI RISURREZIONE: RI-SORGERE

STORIE DI RISURREZIONE: RI-SORGERE

La lotta contro il tumore, il pentimento dopo la violenza contro la moglie, la grande fuga verso Lima. Tutte vicende con lo sguardo rivolto a Gesù. Sono storie di risurrezione che si specchiano negli insegnamenti del Vangelo. In Ri-sorgere don Roberto Seregni racconta con passione alcune vicende che gli sono capitate da quando è missionario in Perù.

Cosa hanno in comune queste vicende? La speranza che attraverso l’incontro con Gesù possano volgere verso un esito positivo.

 

REBECA E LUIS

 «Ripenso agli occhi luminosi di Rebeca – spiega don Roberto – che contro tutto e tutti ha deciso di ricevere il battesimo cattolico. La sua serena determinazione è un piccolo miracolo, fiorito nel deserto dell’indifferenza».

«Ripenso a Luis – prosegue il sacerdote – che ogni sabato sera si ubriacava e picchiava sua moglie, dopo aver rinchiuso i figli nello sgabuzzino. È arrivato piangendo alla parrocchia dopo essersi accorto che la moglie e i figli sono ritornati sulle Ande e lo hanno lasciato solo con i suoi debiti».

«Ripenso – sottolinea – ai tanti compagni di viaggio che hanno dato carne e fatto vibrare la presenza di Gesù nella mia vita. Più di una volta mi sono reso conto che il missionario non è solo uno che deve annunciare Gesù, ma soprattutto uno che deve imparare a riconoscerlo».

 

GLI OCCHI DI ROSA

 Rosa è una bella ragazza di ventinove anni, con due figli, che vive in una casetta di legno e cartone a mezz’ora di jeep da Carabayllo. L’anno scorso Rosa scoprì di avere un tumore all’utero. All’ospedale statale le fissarono un esame più approfondito. Tempo di attesa: tredici mesi. Rosa non aveva alternative: aspettare e sperare che il tumore non la divorasse prima della biopsia.

 

Don Roberto va a trovarla insieme a Milagros, l’assistente sociale della parrocchia. Rosa è disperata. Dopo un’ora di conversazione, accetta di sottoporsi a una nuova visita al policlinico parrocchiale. Forse il tumore è davvero maligno, forse dovrà iniziare la chemioterapia, forse dovrà operarsi. Ma negli occhi di Rosa brilla una piccola luce, un frammento di dignità ritrovata, una scintilla di speranza.

 

IL CORAGGIO DI FELICITA

 Felicita ha ottantadue anni e tre denti. Vive in una casa con il tetto basso e pareti di colori sgargianti. Diciassette anni fa trovò davanti alla porta una bimba di pochi giorni, Stefany, abbandonata dalla madre. Da quel giorno l’ha cresciuta con amore, nonostante la paralisi cerebrale della piccola.

 

L’USCITA DALLA NOTTE

 Don Roberto conclude con una riflessione sulla notte e sul Vangelo di Nicodemo: «Ogni volta che lo leggo mi sembra di scorgere qualcosa di nuovo, che mi costringe a puntare lo sguardo sempre più lontano». Nicodemo – e tutti noi – possiamo lasciarci mettere in discussione da Gesù per uscire dalla notte, rinascere e camminare nella luce.

 

 Le storie raccontate da don Roberto Seregni non sono solo episodi di vita vissuta in una realtà lontana, ma risuonano profondamente anche nel nostro presente. La violenza domestica, la malattia, l’abbandono e la solitudine non conoscono confini geografici, ma trovano spazio in ogni società, compresa la nostra.

 Ciò che accomuna le vicende di Rebeca, Luis, Rosa e Felicita è la speranza che nasce dall’incontro con Gesù, una speranza che trasforma il dolore in rinascita. È un invito a guardare la nostra realtà con occhi nuovi, riconoscendo nelle difficoltà un’opportunità di crescita e di cambiamento.

 Oggi, in un mondo spesso segnato dall’individualismo e dalla disperazione, queste storie ci ricordano che la fede e la solidarietà possono riaccendere la luce anche nelle notti più oscure. Riconoscere l’altro, tendere la mano, offrire ascolto e sostegno: sono piccoli gesti che possono fare la differenza nella vita di chi è nel bisogno.

 Come Nicodemo, anche noi siamo chiamati a lasciarci interpellare dalla Parola, a uscire dalla notte dell’indifferenza e a camminare verso la luce della speranza.

 

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