lunedì 30 giugno 2025

30.06.2025 - Gen 18,16-33 - Mt 8,18-22 - Seguimi

 

Dal libro della Gènesi - Gen 18,16-33

Quegli uomini [ospiti di Abramo] si alzarono e andarono a contemplare Sòdoma dall’alto, mentre Abramo li accompagnava per congedarli.
Il Signore diceva: «Devo io tenere nascosto ad Abramo quello che sto per fare, mentre Abramo dovrà diventare una nazione grande e potente e in lui si diranno benedette tutte le nazioni della terra? Infatti io l’ho scelto, perché egli obblighi i suoi figli e la sua famiglia dopo di lui a osservare la via del Signore e ad agire con giustizia e diritto, perché il Signore compia per Abramo quanto gli ha promesso».
Disse allora il Signore: «Il grido di Sòdoma e Gomorra è troppo grande e il loro peccato è molto grave. Voglio scendere a vedere se proprio hanno fatto tutto il male di cui è giunto il grido fino a me; lo voglio sapere!».
Quegli uomini partirono di là e andarono verso Sòdoma, mentre Abramo stava ancora alla presenza del Signore.
Abramo gli si avvicinò e gli disse: «Davvero sterminerai il giusto con l’empio? Forse vi sono cinquanta giusti nella città: davvero li vuoi sopprimere? E non perdonerai a quel luogo per riguardo ai cinquanta giusti che vi si trovano? Lontano da te il far morire il giusto con l’empio, così che il giusto sia trattato come l’empio; lontano da te! Forse il giudice di tutta la terra non praticherà la giustizia?». Rispose il Signore: «Se a Sòdoma troverò cinquanta giusti nell’ambito della città, per riguardo a loro perdonerò a tutto quel luogo».
Abramo riprese e disse: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere: forse ai cinquanta giusti ne mancheranno cinque; per questi cinque distruggerai tutta la città?». Rispose: «Non la distruggerò, se ve ne troverò quarantacinque».
Abramo riprese ancora a parlargli e disse: «Forse là se ne troveranno quaranta». Rispose: «Non lo farò, per riguardo a quei quaranta».
Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora: forse là se ne troveranno trenta». Rispose: «Non lo farò, se ve ne troverò trenta».
Riprese: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore! Forse là se ne troveranno venti». Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei venti».
Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora una volta sola: forse là se ne troveranno dieci». Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei dieci».
Come ebbe finito di parlare con Abramo, il Signore se ne andò e Abramo ritornò alla sua abitazione.
1. Abramo NON SI LIMITA a domandare la salvezza per gli innocenti. Abramo CHIEDE IL PERDONO PER TUTTA LA CITTÀ e lo fa appellandosi alla giustizia di Dio.

2. Così facendo, mette in gioco una NUOVA IDEA DI GIUSTIZIA. Con la sua preghiera, Abramo non invoca una giustizia meramente retributiva, ma un intervento di salvezza che, TENENDO CONTO DEGLI INNOCENTI, LIBERI DALLA COLPA ANCHE GLI EMPI, perdonandoli. 

3. Il pensiero di Abramo: non si possono trattare gli innocenti come i colpevoli, questo sarebbe ingiusto, bisogna INVECE TRATTARE I COLPEVOLI COME GLI INNOCENTI, mettendo in atto una GIUSTIZIA "SUPERIORE", OFFRENDO LORO UNA POSSIBILITÀ DI SALVEZZA, perché se i malfattori ACCETTANO il perdono di Dio e CONFESSANO la colpa lasciandosi salvare, non continueranno più a fare il male, diventeranno anch’essi giusti, senza più necessità di essere puniti. Bravo ABRAMO…

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+ Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 8,18-22
In quel tempo, vedendo la folla attorno a sé, Gesù ordinò di passare all’altra riva.
Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: «Maestro, ti seguirò dovunque tu vada». Gli rispose Gesù: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
E un altro dei suoi discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Ma Gesù gli rispose: «Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti».

 

“MAESTRO, IO TI SEGUIRÒ DOVUNQUE ANDRAI”. E Gesù: “Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare capo”. Cosa vuol dire Gesù? Tu sei scriba e hai casa, onori, prestigio, influenza, ambizione, posizione: IO NO.
SEI DISPOSTO A PERDERE TUTTO QUESTO PER ME, PER VIVERE IL MIO MESSAGGIO? La tua risposta dovrà essere semplice: Si o No… 

 

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30.06 - SANTI PROTOMARTIRI

sec. I, dall'anno 64

domenica 29 giugno 2025

29.06.2025 - At 12,1-11 - 2Tm 4,6-8.17-18 - Mt 16,13-19 - Tu sei Pietro, a te darò le chiavi del regno dei cieli.

Dagli Atti degli Apostoli - At 12,1-11

In quel tempo il re Erode cominciò a perseguitare alcuni membri della Chiesa. Fece uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni. Vedendo che ciò era gradito ai Giudei, fece arrestare anche Pietro. Erano quelli i giorni degli Àzzimi. Lo fece catturare e lo gettò in carcere, consegnandolo in custodia a quattro picchetti di quattro soldati ciascuno, col proposito di farlo comparire davanti al popolo dopo la Pasqua.
Mentre Pietro dunque era tenuto in carcere, dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio una preghiera per lui. In quella notte, quando Erode stava per farlo comparire davanti al popolo, Pietro, piantonato da due soldati e legato con due catene, stava dormendo, mentre davanti alle porte le sentinelle custodivano il carcere.
Ed ecco, gli si presentò un angelo del Signore e una luce sfolgorò nella cella. Egli toccò il fianco di Pietro, lo destò e disse: «Àlzati, in fretta!». E le catene gli caddero dalle mani. L’angelo gli disse: «Mettiti la cintura e légati i sandali». E così fece. L’angelo disse: «Metti il mantello e seguimi!». Pietro uscì e prese a seguirlo, ma non si rendeva conto che era realtà ciò che stava succedendo per opera dell’angelo: credeva invece di avere una visione.
Essi oltrepassarono il primo posto di guardia e il secondo e arrivarono alla porta di ferro che conduce in città; la porta si aprì da sé davanti a loro. Uscirono, percorsero una strada e a un tratto l’angelo si allontanò da lui.
Pietro allora, rientrato in sé, disse: «Ora so veramente che il Signore ha mandato il suo angelo e mi ha strappato dalla mano di Erode e da tutto ciò che il popolo dei Giudei si attendeva».
1. ERODE FECE MORIRE GIACOMO, e volendo accontentare i Giudei, FECE ARRESTARE ANCHE PIETRO, VOLENDO FAR MORIRE ANCHE LUI. Per non crearsi problemi, decise di aspettare dopo la Pasqua. Pietro si trovava in una situazione SENZA SPERANZA. Dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio una preghiera per lui… UNITI…

2. Ma NON ERA IL PIANO DI DIO CHE PIETRO MORISSE A QUESTO PUNTO. Perciò, Dio mandò un angelo a liberare Pietro miracolosamente. QUELLO CHE ERA ASSOLUTAMENTE IMPOSSIBILE, DIO LO FECE SENZA PROBLEMI. Dio non è mai limitato dalle circostanze.

3. Pietro riconosce e accetta che Dio aveva compiuto un miracolo, liberandolo dalla prigione, e dalla morte e HA RESO VANA L'ATTESA DEI GIUDEI, DI VEDERE PIETRO UCCISO. Dio è capace di rendere vano qualsiasi piano degli uomini egli voglia. DIO È DIO. ED È SOVRANO SU TUTTO E SU TUTTI. Quando ci affidiamo a Dio, siamo sicuri…

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Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo - 2Tm 4,6-8.17-18

Figlio mio, io sto già per essere versato in offerta ed è giunto il momento che io lasci questa vita. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede.
Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà in quel giorno; non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione.
Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché io potessi portare a compimento l’annuncio del Vangelo e tutte le genti lo ascoltassero: e così fui liberato dalla bocca del leone.
Il Signore mi libererà da ogni male e mi porterà in salvo nei cieli, nel suo regno; a lui la gloria nei secoli dei secoli. Amen.
1. Paolo racconta di essere alla fine del suo percorso terreno, consapevole di aver “terminato la sua corsa”, fa un bilancio ed È SODDISFATTO, NONOSTANTE LE DIFFICOLTÀ E LA FATICA INCONTRATE PER COMPIERE LA SUA MISSIONE. Dice di aver mantenuto la fede e ora è felice perché l’aspetta la “corona di giustizia” che Dio gli consegnerà. PAOLO CREDE FERMAMENTE NELLA GIUSTIZIA DI DIO E NELLA VITA ETERNA. E TU?

2. Paolo, dicendo questo, non vuole esaltarsi, ma sa che presto si presenterà di fronte al Signore per ricevere il premio per la sua vita, INSIEME A TUTTI COLORO CHE COME LUI HANNO CREDUTO. Sa con certezza che IL SIGNORE LO HA AIUTATO SEMPRE, GLI È SEMPRE STATO VICINO; PER QUESTO HA POTUTO MANTENERE LA FEDE IN DIO PADRE.

3. "IL SIGNORE MI LIBERERÀ DA OGNI MALE E MI PORTERÀ IN SALVO NEI CIELI, nel suo regno; a lui la gloria nei secoli dei secoli. Amen". Paolo è al termine della sua corsa apostolica, poiché SI TROVA A ROMA, MA SA CHE DOVRÀ SOSTENERE ALTRE PROVE, che, nella fede, È CERTO CHE SUPERERÀ RIMANENDO FERMO IN CRISTO, sua speranza e sua forza.

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+ Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 16,13-19
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell'uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
1. La domanda di Gesù non esige solo la formula imparata al catechismo, ma LA RISPOSTA DELLA VITA. Chi è amico di Gesù, suo discepolo e familiare, lo riconosce in una esperienza, condivisa con altre persone e sperimentata nei fatti. CHI È GESÙ PER TE? QUANTA CONTA GESÙ NELLA TUA VITA?
2. Gesù è ‘il Cristo’, Egli è Colui che la storia attende, e lo si può incontrare come Salvatore di ciascuno e di tutti. Questo Cristo’, Figlio dell’uomo e Figlio di Dio, VIENE CONOSCIUTO PER IL DONO CHE IL PADRE FA A QUANTI LO SEGUONO COME DISCEPOLI, non è frutto di ragionamenti umani. È UN GRANDE DONO LA SEQUELA! CORAGGIO…
3. Gesù cambia il nome di Simone in Pietro. Lui e i suoi successori sono CHIAMATI AD APRIRE, LEGARE E SCIOGLIERE, A COMBATTERE LA BATTAGLIA SPIRITUALE CON LA FEDE. Questa battaglia potrà essere vinta solo mantenendosi FERMI NELLA VERITÀ rivelata da Gesù nella Scrittura e nella Tradizione apostolica. VALE ANCHE PER TE, PUOI VINCERE LA BATTAGLIA…
BUONA DOMENICA...

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GRATITUDINE
Oggi dobbiamo dire grazie agli Apostoli: senza di loro, Gesù ci sarebbe sconosciuto. Attraverso la loro voce, la Chiesa respira ancora, vive, ama. Sono loro che ci hanno mostrato il volto di Cristo, non un'idea astratta. E se oggi lo amiamo, è perché loro per primi hanno avuto il coraggio di annunciarlo.
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LECTIO DIVINA - SANTI PIETRO E PAOLO APOSTOLI

OMELIA - SANTI PIETRO E PAOLO APOSTOLI 



Mt 1,20-24 - RITO AMBROSIANO - III DOMENICA DOPO PENTECOSTE

RITO AMBROSIANO
III DOMENICA DOPO PENTECOSTE
Domenica 29 Giugno 2025
Lettura del Vangelo secondo Mt 1,20-24

+ Lettura del Vangelo secondo Matteo - Mt 1,20b-24b

In quel tempo. Apparve in sogno a Giuseppe un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: / «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: / a lui sarà dato il nome di Emmanuele, / che significa Dio con noi». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore.
1. La generazione umana di Gesù è opera di Dio. L’OPERA DI DIO NON ABOLISCE LA PARTECIPAZIONE UMANA; anzi la richiede, attraverso la VOLONTÀ di Maria e la DECISIONE OBBEDIENTE di Giuseppe. DIO E L’UOMO INSIEME PER LA SALVEZZA DI TUTTI! Il nostro desiderio…

2. La storia di Giuseppe è la storia della sua chiamata. DIO INTERVIENE NELLA SUA VITA IN MODO INASPETTATO: Giuseppe ASCOLTA l'angelo e ACCOGLIE L'IMPREVISTO, si FIDA di Dio attraverso le parole dell’angelo. ANCHE NOI DECIDIAMOCI DI GIOCARE LA NOSTRA VITA SULLA SUA PAROLA.

3. La storia dell'umanità può progredire SOLO quanto le persone aderiscono alla volontà di Dio, anche in situazioni di difficoltà: L'"EMMANUELE", "IL DIO CON NOI" È SEMPRE PRESENTE E NON CI ABBANDONA. Nel suo amore per l'umanità egli attua sempre i suoi progetti di salvezza. ECCOMI...

BUONA DOMENICA

 

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29.06 - SANTI PIETRO E PAOLO

m. 67 d.C.

sabato 28 giugno 2025

28.06.2025 - Is 61,9-11 - Lc 2,41-51 - Tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo.

Dal libro del profeta Isaìa - Is 61,9-11

Sarà famosa tra le genti la loro stirpe,
la loro discendenza in mezzo ai popoli.
Coloro che li vedranno riconosceranno
che essi sono la stirpe benedetta dal Signore.
Io gioisco pienamente nel Signore,
la mia anima esulta nel mio Dio,
perché mi ha rivestito delle vesti della salvezza,
mi ha avvolto con il mantello della giustizia,
come uno sposo si mette il diadema
e come una sposa si adorna di gioielli.
Poiché, come la terra produce i suoi germogli
e come un giardino fa germogliare i suoi semi,
così il Signore Dio farà germogliare la giustizia
e la lode davanti a tutte le genti.
1. Il profeta descrive il popolo eletto da Dio. ESSO È DISTINTO DA TUTTI ed è riconosciuto per ciò che ha avuto in dono: La GRAZIA SOVRABBONDANTE DI DIO. Il suo vivere è fatto di GIUSTIZIA perché in esso è DIMOSTRATO ED È MANIFESTATO CHI È COLUI che l’ha eletto.

2. Il motivo di TANTA GIOIA è un'avvenenza nuova che il Signore ci conferisce, espressa attraverso l'immagine di vesti nuove, di un mantello, di gioielli e di un diadema, TUTTI SIMBOLI DELLA VERA BELLEZZA CHE IL SIGNORE CI DONA, VALE A DIRE LA GRAZIA. La grazia ci rende “graziosi”.

3. Altra immagine, indicata dal profeta, pone l’attenzione sul germogliare. La metafora è invito a scorgere che IL TEMPO NUOVO È SOLO L’INIZIO; È ANNUNCIATO IN ‘GERME’, MA ESSO È DESTINATO A CRESCERE e a portare il frutto della benedizione e della lode a tutti i popoli. QUANTO IL SIGNORE HA FATTO PER ISRAELE DIVENTA SEGNO DI BENEDIZIONE E PROMESSA DI SALVEZZA PER TUTTI I POPOLI. 

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+ Dal Vangelo secondo Luca - Lc 2,41-51

I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.
Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.
Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.
Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore.

I genitori trovano Gesù nel tempio tra i saggi, dialoga con loro e MOSTRA UNA SAGGEZZA STUPEFACENTE. I bambini, se li ascoltiamo, hanno intuizioni che ci lasciano sbalorditi. 
Gesù afferma che deve "ESSERE" NELLE COSE DEL PADRE SUO. L'essere diviene autentico SOLO IN RELAZIONE CON DIO. Siamo veramente noi stessi quando coltiviamo la relazione con il Signore. E LA VITA DIVENTA MENO ANGOSCIANTE...
In più la RELAZIONE CON DIO PERMETTE A GESÙ DI TORNARE A NAZARET restando sottomesso ai genitori, riconoscendone la loro autorità. Non ha alcun bisogno di fare il ribelle! SE SO CHI SONO IO IN DIO, POSSO ACCOGLIERE CHI SEI TU...

 

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28.06 - SANT' IRENEO DI LIONE

Smirne, 135-140 - Lione, 202-203

venerdì 27 giugno 2025

Ez 34,11-16 - Rm 5,5-11 - Lc 15,3-7 - SACRATISSIMO CUORE DI GESU' (ANNO C)

SACRATISSIMO CUORE DI GESU' (ANNO C)

Venerdì 27 Giugno 2025
Dal libro del profeta Ezechièle - Ez 34,11-16

Così dice il Signore Dio:
«Ecco, io stesso cercherò le mie pecore e le passerò in rassegna. Come un pastore passa in rassegna il suo gregge quando si trova in mezzo alle sue pecore che erano state disperse, così io passerò in rassegna le mie pecore e le radunerò da tutti i luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di caligine.
Le farò uscire dai popoli e le radunerò da tutte le regioni. Le ricondurrò nella loro terra e le farò pascolare sui monti d’Israele, nelle valli e in tutti i luoghi abitati della regione.
Le condurrò in ottime pasture e il loro pascolo sarà sui monti alti d’Israele; là si adageranno su fertili pascoli e pasceranno in abbondanza sui monti d’Israele. Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare. Oracolo del Signore Dio.
Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all’ovile quella smarrita, fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia».

1. IL SIGNORE HA CURA PER TUTTE LE ESIGENZE DELLE SUE PECORE. Colpisce l’attenzione rivolta ad ognuna di esse, ascoltando le sue esigenze. LUI, IL SIGNORE, LE PASCE CON GIUSTIZIA. È un pastore di cuore...

2. Per il Signore essere giusti significa DARE A CIASCUNO CIÒ DI CUI HA BISOGNO PER VIVERE IN PIENEZZA E NELLA PACE. Così si comporta il Signore con noi. Per questo fa delle differenze: perché siamo tutti diversi, ma tutti oggetto della sua cura e del suo amore.

3. Nella festa del sacro Cuore di Gesù, guardiamo a questo cuore che non solo batte per noi, ma che si dona e si prodiga affinché ognuno di noi possa avere ciò di cui ha bisogno. NEL CUORE DI GESÙ, POSSIAMO CONTEMPLARE IL COMPIMENTO DI QUESTA GIUSTIZIA DI DIO ANNUNCIATA DA EZECHIELE.

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Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani - Rm 5,5-11

Fratelli, l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.
Infatti, quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi. Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.
A maggior ragione ora, giustificati nel suo sangue, saremo salvati dall’ira per mezzo di lui. Se infatti, quand’eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto più, ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita. Non solo, ma ci gloriamo pure in Dio, per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, grazie al quale ora abbiamo ricevuto la riconciliazione.

1. Come possiamo sperare che la storia di ogni uomo si concluda bene? A questo interrogativo risponde Paolo: “LA SPERANZA NON DELUDE” e la ragione è semplice: DIO HA RIVERSATO NEI NOSTRI CUORI IL SUO SPIRITO E SA COME COINVOLGERCI NEL SUO AMORE; non si perde d’animo di fronte a nessun ostacolo e non si abbatte quando noi siamo infedeli.

2. NULLA DUNQUE DEVE PIÙ INTACCARE LA NOSTRA GIOIA; la speranza non sarà delusa perché non è fondata sulla nostra fedeltà, sulle nostre opere buone, ma sulla fedeltà di Dio. E DIO È FEDELE!

3. L’AMORE DI DIO NON HA CONFINI, NON CONOSCE NEMICI, MA SOLO FIGLI. Mentre gli uomini erano lontani da lui, egli ha donato loro il suo tesoro più prezioso, il Figlio. Se Dio ci ha amati quando eravamo nemici, quanto più ci amerà ora che abbiamo ricevuto il suo Spirito e siamo stati resi giusti. NON È POSSIBILE CHE I NOSTRI PECCATI POSSANO RIVELARSI PIÙ FORTI DEL SUO AMORE.

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+ Dal Vangelo secondo Luca - Lc 15,3-7

In quel tempo, Gesù disse ai farisei e agli scribi questa parabola:
«Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova?
Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”.
Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione».
1. Le pecore si perdono facilmente ed essendo prive del senso dell’orientamento, sono INCAPACI di tornare da sole all'ovile. IL SIGNORE NON PUÒ RASSEGNARSI al fatto che anche UNA SOLA PERSONA possa perdersi. ANCHE NOI NON RASSEGNAMOCI...

2. L’agire di Dio è guidato DALL'AMORE E DALLA PREOCCUPAZIONE che la sua pecora è in pericolo. DIO È GUIDATO DAL CUORE, non più dalla ragione (lascia le 99). DIO HA UN CUORE ATTENTO E SENSIBILE verso le sue pecore. IN GESÙ LO ABBIAMO VISTO… SIAMO FORTUNATI!

3. Contento per averla trovata, la carica sulle spalle, corre di casa in casa, chiama amici e vicini e ORGANIZZA UNA FESTA. NON la rimprovera, NON la punisce. DIO NON AGGIUNGE ALTRO MALE a quello che, allontanandosi da lui, l’uomo si è già fatto. L’IMMAGINE DELLA GIOIA INFINITA È QUELLO CHE PROVA IL CUORE DI DIO quando riesce a ricuperare un suo figlio. ENTRIAMO NELLA GIOIA DI DIO...

BUONA SOLENNITÀ DEL SACRATISSIMO CUORE DI GESÙ'...

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IL MIO CUORE È PRONTO
Il mio cuore è pronto ad ascoltarti e chiamarti Padre, nella solitudine e con tutti.
Il mio cuore è pronto a rifiutare proposte che separano da Te.
Il mio cuore è pronto a condividere la vita e i beni, con i discepoli e con tutti.
Il mio cuore è pronto per annunciare in ogni tempio e luogo che sei vita e misericordia.

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ACCOGLIENZA

C’è un cuore che continua a battere per noi, anche quando il nostro sembra smarrito: è il Sacro Cuore di Gesù. In quel cuore ferito ma sempre aperto troviamo rifugio, verità, amore senza condizioni. Anche quando ci sentiamo indegni o lontani, quel cuore ci attende, ci accoglie, ci perdona. È lì che impariamo a guardare anche noi con misericordia la nostra vita. Il Sacro Cuore ci invita a ritrovarci proprio partendo da ciò che siamo, con le nostre ferite e bellezze. Perché in quell’amore infinito, ogni storia trova senso. E ogni ritorno è una festa.

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LECTIO DIVINA - SACRATISSIMO CUORE DI GESU' (ANNO C)

OMELIA -  SACRATISSIMO CUORE DI GESU' (ANNO C)

 

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27.06 - SAN CIRILLO D'ALESSANDRIA

370-444

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NELLO STESSO GIORNO:

SANT' ARIALDO di Milano Diacono e martire

Cucciago (Como), inizio XI secolo – Castello di Angera (Lago Maggiore), 1066

A Milano, sant’Arialdo, diacono e martire, che combatté con forza gli insani costumi del clero simoniaco e depravato e per la premura verso la casa di Dio fu ucciso da due chierici tra atroci sofferenze.

giovedì 26 giugno 2025

26.06.2025 - Gen 16,1-12.15-16 - Mt 7,21-29 - La casa costruita sulla roccia e la casa costruita sulla sabbia.

Dal libro della Gènesi - Gen 16,1-12.15-16

Sarài, moglie di Abram, non gli aveva dato figli. Avendo però una schiava egiziana chiamata Agar, Sarài disse ad Abram: «Ecco, il Signore mi ha impedito di aver prole; unisciti alla mia schiava: forse da lei potrò avere figli».
Abram ascoltò l’invito di Sarài. Così, al termine di dieci anni da quando Abram abitava nella terra di Canaan, Sarài, moglie di Abram, prese Agar l’Egiziana, sua schiava, e la diede in moglie ad Abram, suo marito. Egli si unì ad Agar, che restò incinta. Ma, quando essa si accorse di essere incinta, la sua padrona non contò più nulla per lei.
Allora Sarài disse ad Abram: «L’offesa a me fatta ricada su di te! Io ti ho messo in grembo la mia schiava, ma da quando si è accorta d’essere incinta, io non conto più niente per lei. Il Signore sia giudice tra me e te!». Abram disse a Sarài: «Ecco, la tua schiava è in mano tua: trattala come ti piace». Sarài allora la maltrattò, tanto che quella fuggì dalla sua presenza.
La trovò l’angelo del Signore presso una sorgente d’acqua nel deserto, la sorgente sulla strada di Sur, e le disse: «Agar, schiava di Sarài, da dove vieni e dove vai?». Rispose: «Fuggo dalla presenza della mia padrona Sarài». Le disse l’angelo del Signore: «Ritorna dalla tua padrona e restale sottomessa». Le disse ancora l’angelo del Signore: «Moltiplicherò la tua discendenza e non si potrà contarla, tanto sarà numerosa».
Soggiunse poi l’angelo del Signore:
«Ecco, sei incinta:
partorirai un figlio
e lo chiamerai Ismaele,
perché il Signore ha udito il tuo lamento.
Egli sarà come un asino selvatico;
la sua mano sarà contro tutti
e la mano di tutti contro di lui,
e abiterà di fronte a tutti i suoi fratelli».
Agar partorì ad Abram un figlio e Abram chiamò Ismaele il figlio che Agar gli aveva partorito. Abram aveva ottantasei anni quando Agar gli partorì Ismaele.

1. Sarài, pur consapevole della promessa di Dio, cerca di “forzare” i tempi offrendo la sua schiava ad Abram. Questo gesto, nato dalla frustrazione e dalla sfiducia, genera tensioni, gelosie e sofferenza — segno che I PROGETTI UMANI, QUANDO NON SONO IN SINTONIA CON QUELLI DI DIO, PORTANO DISORDINE.

2. Agar, schiava e straniera, viene maltrattata e fugge nel deserto, ma è lì che Dio la incontra e le parla. Questo mostra LA TENEREZZA DI DIO VERSO CHI È UMILIATO: anche chi sembra invisibile agli occhi del mondo è prezioso agli occhi del Signore.

3. Sebbene nato fuori dal progetto originale, Ismaele riceve comunque una benedizione. La sua discendenza sarà grande. Questo ci ricorda che LA MISERICORDIA DI DIO SUPERA I NOSTRI ERRORI e abbraccia anche ciò che noi considereremmo “fuori strada”.

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+ Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 7,21-29
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”.
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».
Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi.

L’impressione che il brano del Vangelo suscita oggi è che il Signore voglia gente con i piedi per terra. Se la Parola è la roccia, sembra ci sia bisogno poi di pensieri, azioni, scelte, comportamenti quotidiani che si fondano e si sviluppano da lì e lì vogliono tornare.
Vedo da una parte la stabilità della roccia sicura a cui aggrapparsi e a cui poter dedicare l’esistenza e dall’altra la responsabilità di una certa coerenza con il Dono ricevuto. Ma confidiamo sempre sul fatto che sia soprattutto il Signore a costruire la casa. «Se il Signore non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori» (salmo 127).

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A volte ci rendiamo conto dei falsi profeti, come quella gente che ascolta Gesù e lo segue perchè capisce che è «uno che ha autorità, e non come i loro scribi». Come fare? Seguendo il proprio cuore?

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26.06 - SAN JOSEMARIA ESCRIVÁ

Barbastro, Spagna, 9 gennaio 1902 - Roma, 26 giugno 1975

IL CUORE DI GESÙ E MARIA SFIDA LA NOSTRA INDIFFERENZA

IL CUORE DI GESÙ E MARIA SFIDA LA NOSTRA INDIFFERENZA

La solennità del Sacro Cuore di Gesù si celebra il venerdì dopo il Corpus Domini, mentre il sabato successivo è dedicato al Cuore Immacolato di Maria. Questa festa ha una data mobile e nasce dalla devozione promossa dalla mistica francese santa Margherita Maria Alacoque, messaggera del culto che, nel 1856, papa Pio IX estese a tutta la Chiesa cattolica.

Il significato di questa festa risiede nell’onorare il Cuore di Gesù Cristo, simbolo della sua umanità e del suo amore infinito per l’umanità.

Il cuore è l’organo che più rappresenta l’unione intima tra la natura umana e divina di Gesù, ed è pertanto oggetto di adorazione e amore. Già presente nei primi secoli cristiani, il culto al Sacro Cuore si diffuse particolarmente nel XVII secolo grazie a san Giovanni Eudes e soprattutto a santa Margherita Maria Alacoque, che nel convento delle Visitandine a Paray-le-Monial ricevette numerose visioni mistiche.

 

Le rivelazioni di Margherita Maria iniziarono nel 1673 e proseguirono negli anni successivi. Nella prima visione, Gesù la invitò a prendere il posto di san Giovanni nell’Ultima Cena e le rivelò il suo cuore ardente di amore per gli uomini, bruciando per la salvezza dell’umanità. Successivamente le apparve il Cuore di Gesù su un trono di fiamme, coronato da spine a simboleggiare le sofferenze per i peccati del mondo, e la terza visione mostrò le piaghe di Cristo da cui uscivano fiamme d’amore dal suo petto aperto. Infine, la quarta visione del 1675 indicò l’istituzione della festa dedicata al Sacro Cuore, da celebrare il venerdì dopo l’ottava del Corpus Domini, e l’importanza di praticare la Comunione il primo venerdì di ogni mese, accompagnata dall’adorazione notturna.

 Santa Margherita Maria, proclamata santa da papa Benedetto XV nel 1920, divenne così la principale apostola di questa devozione, diffondendo il culto del Cuore di Gesù come fonte di amore e riparazione. Le prime celebrazioni ufficiali si tennero a Paray-le-Monial negli anni 1685-1686.

 Il culto, però, incontrò opposizioni, specialmente nel XVIII secolo, quando i giansenisti lo accusarono di idolatria. Papa Pio VI intervenne per chiarire che il cuore adorato è inseparabilmente unito alla persona divina di Cristo. Nel 1765 papa Clemente XIII concesse la festa del Sacro Cuore in Polonia e all’Arciconfraternita romana, consolidando così la diffusione del culto in Europa.

Nel XIX secolo, sotto il pontificato di papa Pio IX, la festa del Sacro Cuore venne estesa all’intera Chiesa cattolica, diventando una solennità universale. Da allora, numerosi santuari, basiliche e cappelle, come quella di Montmartre a Parigi, sono stati dedicati al Sacro Cuore, riflettendo il fervore popolare e istituzionale.

 Le pratiche devozionali più diffuse includono l’adorazione eucaristica del primo venerdì di ogni mese e le “Litanie del Sacro Cuore”. Il mese di giugno è dedicato alla sua celebrazione. Inoltre, per far penetrare il culto nella vita sociale e politica, papa Pio IX nel 1876 promosse atti di consacrazione al Cuore di Gesù, estesi a famiglie, nazioni e popoli, in un contesto di profondo rinnovamento spirituale. Numerose congregazioni religiose sorsero attorno a questa spiritualità, come i Dehoniani, i Comboniani, le Dame e le Ancelle del Sacro Cuore.

 

Il culto al Cuore Immacolato di Maria

 

La devozione al Cuore Immacolato di Maria nasce anch’essa nel XVII secolo per opera di san Giovanni Eudes, che nel 1643 cominciò a celebrare questa festa con i religiosi della sua congregazione. Tuttavia, l’approvazione ufficiale da parte della Chiesa arrivò molto più tardi: sebbene in Francia fosse accettata localmente, Roma la confermò solo gradualmente. La festa del Cuore Immacolato di Maria si diffuse più ampiamente dopo l’introduzione di quella del Sacro Cuore di Gesù.

 Fu papa Pio XII a estendere nel 1944 la celebrazione a tutta la Chiesa, in particolare come ricordo della consacrazione del mondo al Cuore Immacolato di Maria, effettuata da lui nel 1942. Il culto al Cuore Immacolato ricevette un forte impulso dalle apparizioni di Fatima nel 1917, dove la Madonna chiese espressamente la consacrazione della Russia al suo Cuore, richiesta ancora oggi in attesa di piena realizzazione.

 Questa devozione, simile a quella del Sacro Cuore, sottolinea l’amore materno di Maria, la sua purezza e la sua intercessione per il mondo. Il Cuore Immacolato è simbolo di dedizione totale a Dio e di un amore che vuole guidare i fedeli verso la pace e la conversione.

 Le feste dedicate al Sacro Cuore di Gesù e al Cuore Immacolato di Maria, celebrate con fede e devozione, invitano a riflettere sull’amore divino che si dona in pienezza, e sulla chiamata a rispondere con un cuore aperto e rinnovato, nella vita personale e comunitaria.

 

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mercoledì 25 giugno 2025

25.06.2025 - Gen 15,1-12.17-18 - Mt 7,15-20 - Dai loro frutti li riconoscerete.

Dal libro della Gènesi - Gen 15,1-12.17-18

In quei giorni, fu rivolta ad Abram, in visione, questa parola del Signore: «Non temere, Abram. Io sono il tuo scudo; la tua ricompensa sarà molto grande».
Rispose Abram: «Signore Dio, che cosa mi darai? Io me ne vado senza figli e l’erede della mia casa è Elièzer di Damasco». Soggiunse Abram: «Ecco, a me non hai dato discendenza e un mio domestico sarà mio erede».
Ed ecco, gli fu rivolta questa parola dal Signore: «Non sarà costui il tuo erede, ma uno nato da te sarà il tuo erede». Poi lo condusse fuori e gli disse: «Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle»; e soggiunse: «Tale sarà la tua discendenza». Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia.
E gli disse: «Io sono il Signore, che ti ho fatto uscire da Ur dei Caldei per darti in possesso questa terra». Rispose: «Signore Dio, come potrò sapere che ne avrò il possesso?». Gli disse: «Prendimi una giovenca di tre anni, una capra di tre anni, un ariete di tre anni, una tortora e un colombo».
Andò a prendere tutti questi animali, li divise in due e collocò ogni metà di fronte all’altra; non divise però gli uccelli. Gli uccelli rapaci calarono su quei cadaveri, ma Abram li scacciò.
Mentre il sole stava per tramontare, un torpore cadde su Abram, ed ecco terrore e grande oscurità lo assalirono. Quando, tramontato il sole, si era fatto buio fitto, ecco un braciere fumante e una fiaccola ardente passare in mezzo agli animali divisi.
In quel giorno il Signore concluse quest’alleanza con Abram:
«Alla tua discendenza
io do questa terra,
dal fiume d’Egitto
al grande fiume, il fiume Eufrate».
1. Dio nella 4° visione ribadisce che la RICOMPENSA PER ABRAMO SARÀ MOLTO GRANDE. Dio gli dice che avrebbe avuto un figlio proprio suo, nato dalle sue viscere e che la sua discendenza sarebbe stata numerosa come le stelle del cielo. EGLI CREDETTE: il verbo ebraico corrispondente è “aman”, da cui il nostro “Amen”, un VERBO CHE ESPRIME L’IDEA DI STABILITÀ, SICUREZZA, FIDUCIA. Abramo trova la propria stabilità in Dio…

2. E Dio glielo accreditò come giustizia, cioè RICONOSCE CHE LA SCELTA DI ABRAMO DI FIDARSI DI DIO CORRISPONDE ALLA GIUSTA POSIZIONE DELL’UOMO RISPETTO A DIO. Secondo la Bibbia, “giusto” è colui che è come Dio lo desidera, colui che “continuò a credere”.

3. Segue l’alleanza. Per stabilire un’alleanza si prendevano degli animali, si dividevano a metà. I DUE CONTRAENTI DEL PATTO PASSAVANO IN MEZZO AGLI ANIMALI impegnandosi a rispettare il patto per non fare la fine degli animali. La cosa eccezionale, è che SOLO IL SIGNORE, rappresentato simbolicamente dal fuoco, PASSA IN MEZZO AGLI ANIMALI DIVISI, cioè Lui solo “taglia l’alleanza”, LUI SOLO SI IMPEGNA IN MODO DEL TUTTO LIBERO E GRATUITO NEI CONFRONTI DI ABRAMO E DEL POPOLO EBRAICO. L’alleanza è propriamente un dono di Dio, UN DONO CHE DIO FA E GARANTISCE PER SEMPRE AL PATRIARCA E AI SUOI DISCENDENTI, ai quali non è chiesta nessuna contropartita, se non quella di CREDERE, cioè fidarsi di Dio e delle sue promesse, accogliendo il suo dono come fondamento della propria vita.

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+ Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 7,15-20
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete.
Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete».

 

Siamo circondati da falsi profeti, da illusionisti della politica, dell’economia, della scienza, del divertimento. Attirano e ammaliano come le sirene di Ulisse. Quale frutto generano le loro azioni? Lo riscontriamo nella nostra società fluida.
“Guardatevi dai falsi profeti”, dunque, è un comando, Gesù ci invita a curare l’interiorità anziché fermarci alle apparenze. Guardare il cuore!
Oggi più che mai abbiamo la possibilità di guardare come guarda Dio, a ciò che guarda Dio. Possiamo contemplare il suo sguardo sul nostro cuore e su quello degli altri! Se, infatti, quello stesso sguardo è rivolto al cuore di ognuno di noi, come potranno i nostri occhi giudicare dalle apparenze?

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Ci sono anche i falsi profeti, lupi travestiti da agnelli. E i cristiani sono proprio degli agnelli inviati a stare in mezzo ai lupi. Cerchiamo sempre chi ci somiglia, non capiamo il rischio che corriamo?

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