venerdì 23 maggio 2025

23.05.2025 - At 15,22-31 - Gv 15,12-17 - Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.

Dagli Atti degli Apostoli - At 15,22-31

In quei giorni, agli apostoli e agli anziani, con tutta la Chiesa, parve bene di scegliere alcuni di loro e di inviarli ad Antiòchia insieme a Paolo e Bàrnaba: Giuda, chiamato Barsabba, e Sila, uomini di grande autorità tra i fratelli.
E inviarono tramite loro questo scritto: «Gli apostoli e gli anziani, vostri fratelli, ai fratelli di Antiòchia, di Siria e di Cilìcia, che provengono dai pagani, salute! Abbiamo saputo che alcuni di noi, ai quali non avevamo dato nessun incarico, sono venuti a turbarvi con discorsi che hanno sconvolto i vostri animi. Ci è parso bene perciò, tutti d’accordo, di scegliere alcune persone e inviarle a voi insieme ai nostri carissimi Bàrnaba e Paolo, uomini che hanno rischiato la loro vita per il nome del nostro Signore Gesù Cristo. Abbiamo dunque mandato Giuda e Sila, che vi riferiranno anch’essi, a voce, queste stesse cose. È parso bene, infatti, allo Spirito Santo e a noi, di non imporvi altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie: astenersi dalle carni offerte agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e dalle unioni illegittime. Farete cosa buona a stare lontani da queste cose. State bene!».
Quelli allora si congedarono e scesero ad Antiòchia; riunita l’assemblea, consegnarono la lettera. Quando l’ebbero letta, si rallegrarono per l’incoraggiamento che infondeva.

1. Al concilio fa seguito una lettera indirizzata alla comunità dove la questione era sorta. L'INSEGNAMENTO DELLA CHIESA È SEMPRE STATO GARANTITO DALL’AUTORITÀ COSTITUITA DAI TESTIMONI OCULARI…

2. “ABBIAMO DECISO LO SPIRITO SANTO E NOI” è una chiara autocomprensione di una DECISIONE PRESA NELLA LUCE DI DIO PER ISPIRAZIONE DIVINA. La comunità ha vagliato seriamente i pro e i contro della situazione e alla fine CONCORDEMENTE HA SCELTO UNA LINEA perché tutto era a favore a quella linea: l'esperienza storica, le prove scritturistiche, l'opinione delle autorità e dei testimoni.

3. Terminata l'assise conciliare, scritta la lettera, si salutano e tutti insieme tornano ad Antiochia. LÀ RIUNISCONO E CONSEGNANO LA LETTERA ALLA COMUNITÀ e GIOISCONO per l'incoraggiamento che diffondeva...

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+ Dal Vangelo secondo Giovanni - Gv 15,12-17
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amati voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici.
Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».

 

Gesù ha dato la vita per i suoi amici. Amici che non lo avevano capito, che nel momento cruciale lo hanno abbandonato, tradito e rinnegato. Questo ci dice che Egli ci ama pur non essendo noi meritevoli del suo amore: così ci ama Gesù! In questo modo, Gesù ci mostra la strada per seguirlo, la strada dell’amore.
Amare come Gesù significa donarsi senza riserve, perdonare, accogliere, servire gli altri con umiltà. È un cammino esigente, ma reso possibile dalla grazia di Dio. Se rimaniamo nel suo amore, porteremo frutti che durano. Chiediamo allora al Padre, nel nome di Gesù, la forza di amarci gli uni gli altri, come Lui ci ha amati.

 

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23.05 SAN GIOVANNI BATTISTA DE' ROSSI SACERDOTE


Voltaggio, Genova, 22 febbraio 1698 - 23 maggio 1764

A Roma, san Giovanni Battista de Rossi, sacerdote, che accolse i poveri e i più emarginati, insegnando loro la sacra dottrina. 

Un servo del Signore non deve essere litigioso, ma mite con tutti, atto a insegnare, paziente nelle offese subite, dolce nel riprendere gli oppositori.

giovedì 22 maggio 2025

22.05.2025 - At 15,7-21 - Gv 15,9-11 - Rimanete nel mio amore, perché la vostra gioia sia piena.

Dagli Atti degli Apostoli - At 15,7-21

In quei giorni, poiché era sorta una grande discussione, Pietro si alzò e disse loro: «Fratelli, voi sapete che, già da molto tempo, Dio in mezzo a voi ha scelto che per bocca mia le nazioni ascoltino la parola del Vangelo e vengano alla fede. E Dio, che conosce i cuori, ha dato testimonianza in loro favore, concedendo anche a loro lo Spirito Santo, come a noi; e non ha fatto alcuna discriminazione tra noi e loro, purificando i loro cuori con la fede. Ora dunque, perché tentate Dio, imponendo sul collo dei discepoli un giogo che né i nostri padri né noi siamo stati in grado di portare? Noi invece crediamo che per la grazia del Signore Gesù siamo salvati, così come loro».
Tutta l’assemblea tacque e stettero ad ascoltare Bàrnaba e Paolo che riferivano quali grandi segni e prodigi Dio aveva compiuto tra le nazioni per mezzo loro.
Quando essi ebbero finito di parlare, Giacomo prese la parola e disse: «Fratelli, ascoltatemi. Simone ha riferito come fin da principio Dio ha voluto scegliere dalle genti un popolo per il suo nome. Con questo si accordano le parole dei profeti, come sta scritto: “Dopo queste cose ritornerò e riedificherò la tenda di Davide, che era caduta; ne riedificherò le rovine e la rialzerò, perché cerchino il Signore anche gli altri uomini e tutte le genti sulle quali è stato invocato il mio nome, dice il Signore, che fa queste cose, note da sempre”. Per questo io ritengo che non si debbano importunare quelli che dalle nazioni si convertono a Dio, ma solo che si ordini loro di astenersi dalla contaminazione con gli idoli, dalle unioni illegittime, dagli animali soffocati e dal sangue. Fin dai tempi antichi, infatti, Mosè ha chi lo predica in ogni città, poiché viene letto ogni sabato nelle sinagoghe».

1. IN VIRTÙ DI CHE COSA SIAMO SALVATI? Pietro lo domanda all'assemblea. Se in virtù della legge, allora perché abbiamo ascoltato e creduto nel Cristo? NOI ABBIAMO SCOPERTO LA SALVEZZA CON IL CRISTO. QUESTA GRAZIA L'HANNO RICEVUTA ANCHE I PAGANI e quindi è questa che salva non l'osservanza delle regole…

2. L'autorità più conservatrice, più legata alla tradizione giudaica era Giacomo. Lui aveva grosse difficoltà ad accettare l'apertura ai non Giudei. IL PIÙ CONSERVATORE DEL GRUPPO DI GERUSALEMME È DISPONIBILE ALL'APERTURA anche se pone una condizione. E LO FA CITANDO LE SCRITTURE, IL LIBRO DI AMOS…

3. LA RISPOSTA AI PROBLEMI VIENE CERCATA NELLE SCRITTURE CON UNO SFORZO INTERPRETATIVO, cercando di coglierne il senso delle antiche parole. SOLO IN QUESTO TESTO, GLI APOSTOLI RITENGONO DI POTER TROVARE LA RISPOSTA AI LORO PROBLEMI CONTINGENTI E ATTUALI. E si arriva alla conclusione ponendo una condizione fondata sul rispetto… Si ritrova L’UNITÀ…

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+ Dal Vangelo secondo Giovanni - Gv 15, 9-11
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore.
Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore.
Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena».

 

Oggi siamo chiamati a rimanere nell’amore di Gesù, osservando i suoi comandamenti. Siamo chiamati ad abitare nella corrente dell’amore di Dio, prendendo stabile dimora: questa è la condizione per far sì che il nostro amore non perda per strada il suo ardore e la sua audacia. Anche noi, come Gesù e in Lui, dobbiamo accogliere con gratitudine l’amore che viene dal Padre e rimanere in questo amore, cercando di non separarcene con l’egoismo e con il peccato. Il mondo, lo sappiamo, ci propone altri amori: l’amore al denaro, l’amore alla vanità, l’amore all’orgoglio, l’amore al potere, ecc. ecc. Questi sono altri amori, questi non sono di Gesù e non sono del Padre, e non ci donano la gioia!

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Perché Gesù è sceso “in mezzo a noi”? Oggi lo spiega per bene: «Perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena». Una gioia, la sua, totale, piena; niente di meno. Allora perché siamo tristi?

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22.05 SANTA RITA DA CASCIA VEDOVA E RELIGIOSA - BEATO LUIGI MARIA PALAZZOLO

Roccaporena, presso Cascia, Perugia, c. 1381 - Cascia, Perugia, 22 maggio 1457

Santa Rita, religiosa, che, sposata con un uomo violento, sopportò con pazienza i suoi maltrattamenti, riconciliandolo infine con Dio; in seguito, rimasta priva del marito e dei figli, entrò nel monastero dell’Ordine di Sant’Agostino a Cascia in Umbria, offrendo a tutti un sublime esempio di pazienza e di compunzione.

“Ogni stagione del mondo, attraversa una notte, e l’uomo sempre si sente, smarrito e bambino, sente bisogno di stelle, segni d’amore nel cielo, e il Signore le accende, nel cielo lassù”. 
(Inno a Santa Rita)

PATRONO: DONNE MARITATE INFELICEMENTE, CASI DISPERATI

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Bergamo, 10 dicembre 1827 – 15 giugno 1886

A Bergamo, beato Luigi Maria Palazzolo, sacerdote, che fondò le Congregazioni delle Suore Poverelle e dei Fratelli della Santa Famiglia.

La Diocesi di Bergamo e le Suore delle Poverelle la sua memoria liturgica è stata stabilita per il 22 maggio, giorno anniversario della fondazione dell’Istituto.

L’Amore più forte della morte”. 


NELLO STESSO GIORNO:
SANTA GIULIA Martire in Corsica - BRESCIA
Nascita: 420 dopo Cristo, Cartagine, Tunisia
Poco si sa di Giulia e le poche informazioni attendibili provengono da una Passio del VII secolo scritta secoli dopo la sua morte e intrecciata di miti e leggende. Giulia apparteneva ad una nobile e aristocratica famiglia romana, la gens Iulia.
SANTI LUSSURIO (LUSSORIO O ROSSORE), CISELLO E CAMERINO Martiri in Sardegna - PAVIA
+ Forolongianus, Sardegna, 21 agosto 304
A Pavia troviamo altre relique dei Santi Lussorio, Ceselo e Camarino.
Il culto del martire sardo a Pavia, risale alla prima metà del secolo VIII, all'epoca del re longobardo Liutprando, quando, secondo una tradizione pavese, vennero traslate le reliquie di San Lussorio con quelle di Cesello e Camerino, compagni di Martirio.

 

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CHE PADRE SEI?

CHE PADRE SEI?

In un post di Instagram pubblicato il 29 aprile, Tony Parker ha dichiarato il suo amore paterno per il figlio Josh in occasione del suo undicesimo compleanno.

 Il 29 aprile è stato un giorno molto speciale per Tony Parker. Il suo figlio maggiore Josh ha festeggiato il suo undicesimo compleanno. L'opportunità per il giocatore di basket di fama mondiale di condividere adorabili foto con suo figlio. In un post pubblicato sul suo account Instagram, accompagnato da alcune immagini che lo ritraggono insieme al figlio, Tony Parker ha rivolto a Josh una bellissima dichiarazione piena di tenerezza. "La vita è preziosa, grazie per farmi sorridere ogni giorno!" scrisse, dopo averle augurato buon compleanno.

 Un messaggio che mostra ancora una volta il lato paterno del cestista e il suo desiderio di condividere momenti preziosi con i suoi figli. Infatti, pur concentrandosi sulla sua carriera professionale, Tony Parker attribuisce grande importanza soprattutto allo sviluppo personale dei suoi figli, Josh e Liam, di 9 anni. "I miei sogni riguardano soprattutto i miei figli, che siano felici e sani", confidò a Le Figaro nel 2024 .

 

COMMENTO:

 

Il post pubblicato da Tony Parker il 29 aprile, in occasione dell’undicesimo compleanno del figlio Josh, ci ricorda che, anche dietro alle più grandi carriere, ci sono cuori che battono per cose semplici, profonde, essenziali. “La vita è preziosa, grazie per farmi sorridere ogni giorno!”: poche parole, ma cariche di autenticità e di quella tenerezza che solo un padre sa esprimere, quando guarda crescere la vita che ha contribuito a generare.

 In un mondo dove spesso la visibilità si misura in trofei, successi e riconoscimenti pubblici, Tony Parker mostra che il vero trionfo è quello silenzioso dell’intimità familiare, del tempo speso con i figli, degli abbracci che non finiscono in prima pagina, ma che restano incisi nell’anima. Le foto condivise con Josh sono lo specchio di un rapporto costruito con amore e dedizione, nonostante i mille impegni e le pressioni di una vita pubblica.

 Colpisce, nella dichiarazione del campione, la priorità data non alla carriera ma alla felicità e alla salute dei figli. “I miei sogni riguardano soprattutto i miei figli”: in queste parole si riflette la maturità di un uomo che ha saputo spostare il baricentro della propria esistenza, mettendo al centro ciò che conta davvero. È una testimonianza preziosa in tempi in cui si è spesso tentati di correre senza fermarsi, di dimostrare senza ascoltare.

 Josh e Liam non cresceranno solo con l’immagine di un padre vincente sul parquet, ma con quella di un uomo presente, coinvolto, innamorato del loro sorriso. Un padre che sa riconoscere che ogni giorno passato insieme è un dono, un’occasione per costruire legami che nessuna medaglia potrà mai eguagliare.

 In fondo, la grandezza non è solo nei numeri o nei record, ma nella capacità di amare senza riserve. E Tony Parker, con la semplicità di un post, ci ricorda che il vero campione è colui che riesce a vincere ogni giorno… nel cuore di chi ama.

 

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mercoledì 21 maggio 2025

21.05.2025 - At 15,1-6 - Gv 15,1-8 - Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto.

Dagli Atti degli Apostoli - At 15,1-6

In quei giorni, alcuni, venuti [ad Antiòchia] dalla Giudea, insegnavano ai fratelli: «Se non vi fate circoncidere secondo l’usanza di Mosè, non potete essere salvati».
Poiché Paolo e Bàrnaba dissentivano e discutevano animatamente contro costoro, fu stabilito che Paolo e Bàrnaba e alcuni altri di loro salissero a Gerusalemme dagli apostoli e dagli anziani per tale questione. Essi dunque, provveduti del necessario dalla Chiesa, attraversarono la Fenìcia e la Samarìa, raccontando la conversione dei pagani e suscitando grande gioia in tutti i fratelli.
Giunti poi a Gerusalemme, furono ricevuti dalla Chiesa, dagli apostoli e dagli anziani, e riferirono quali grandi cose Dio aveva compiuto per mezzo loro. Ma si alzarono alcuni della setta dei farisei, che erano diventati credenti, affermando: «È necessario circonciderli e ordinare loro di osservare la legge di Mosè».
Allora si riunirono gli apostoli e gli anziani per esaminare questo problema.

1. AD ANTIOCHIA ABBIAMO UNA PRIMA DIVISIONE NELLA COMUNITÀ sul problema della necessità dell'osservanza delle regole mosaiche per poter essere salvi. Paolo e Barnaba si oppongono. La comunità delega Paolo e Barnaba a CONSULTARE LE AUTORITÀ A GERUSALEMME, gli apostoli e gli anziani… INSIEME…

2. Paolo e Barbara riferirono tutto ciò che Dio ha compiuto per mezzo loro. CIÒ CHE È STATO FATTO È OPERA DI DIO PERCHÉ GLI APOSTOLI SONO MEDIATORI. Dio ha operato per mezzo degli Apostoli. DI FRONTE AL RACCONTO DEI FATTI SI OTTIENE DI NUOVO UNA OPPOSIZIONE…

3. Anche a Gerusalemme L'ASSEMBLEA SI DIVIDE. Bisogna arrivare a una soluzione. GLI APOSTOLI E GLI ANZIANI SI RIUNISCONO per esaminare questo problema...

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+ Dal Vangelo secondo Giovanni - Gv 15,1-8
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Io sono la vite vera e il Padre mio è l'agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete fare nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».

 

La parola di Gesù è chiara: se non resto in Lui, la mia esistenza inaridisce e fallisce, come un tralcio staccato dalla vite è destinato alla sterilità e alla distruzione. Cosa significa per me "stare in Lui" oggi? Significa vivere una relazione intima, di amicizia con Lui attraverso la preghiera, i sacramenti, la meditazione delle Scritture e  seguendo i suoi insegnamenti nella vita quotidiana.
Questo "stile cristiano" rende gloria al Padre. Il Padre affida a noi il compito di esprimere la sua cura paterna per gli uomini e ci dona la gioia e la pace di stare con Gesù Cristo sempre. La cura al prossimo richiede gesti concreti di amore, di solidarietà, di ascolto, promuovendo la giustizia e la pace nella comunità. Ci stai?

 

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21.05 SANTI MARTIRI MESSICANI (CRISTOFORO MAGALLANES JARA E 24 COMPAGNI)

Totatiche, Messico, 30 luglio 1869 - Catatlán, Messico, 25 maggio 1927

Santi Cristoforo Magallanes, sacerdote, e compagni, martiri, che in varie regioni del Messico, perseguitati in odio alla fede cristiana e alla Chiesa cattolica, per aver professato Cristo Re ottennero la corona del martirio.

"I martiri messicani non sono solo gloria della Chiesa messicana, ma soprattutto della Chiesa universale, perché hanno seguito le orme di Gesù morto in croce.".


NELLO STESSO GIORNO:
SANT' ARCANGELO TADINI Sacerdote e fondatore - BRESCIA
Verolanuova, Brescia, 12 ottobre 1846 - Botticino Sera, Brescia, 20 maggio 1912
Nel villaggio di Botticino Sera vicino a Brescia, beato Arcangelo Tadini, sacerdote, che si adoperò per i diritti e la dignità dei lavoratori e fondò la Congregazione delle Suore Operaie della Santa Casa di Nazareth, dedita in particolar modo alla giustizia sociale.

 

martedì 20 maggio 2025

20.05.2025 - At 14,19-28 - Gv 14,27-31 - Vi do la mia pace.

Dagli Atti degli Apostoli - At 14,19-28

In quei giorni, giunsero [a Listra] da Antiòchia e da Icònio alcuni Giudei, i quali persuasero la folla. Essi lapidarono Paolo e lo trascinarono fuori della città, credendolo morto. Allora gli si fecero attorno i discepoli ed egli si alzò ed entrò in città. Il giorno dopo partì con Bàrnaba alla volta di Derbe.
Dopo aver annunciato il Vangelo a quella città e aver fatto un numero considerevole di discepoli, ritornarono a Listra, Icònio e Antiòchia, confermando i discepoli ed esortandoli a restare saldi nella fede «perché – dicevano – dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni». Designarono quindi per loro in ogni Chiesa alcuni anziani e, dopo avere pregato e digiunato, li affidarono al Signore, nel quale avevano creduto.
Attraversata poi la Pisìdia, raggiunsero la Panfìlia e, dopo avere proclamato la Parola a Perge, scesero ad Attàlia; di qui fecero vela per Antiòchia, là dove erano stati affidati alla grazia di Dio per l’opera che avevano compiuto.
Appena arrivati, riunirono la Chiesa e riferirono tutto quello che Dio aveva fatto per mezzo loro e come avesse aperto ai pagani la porta della fede. E si fermarono per non poco tempo insieme ai discepoli.
1. PAOLO SUBISCE UN TENTATIVO DI LAPIDAZIONE. Anche se non è morto, DEVE AVER PRESO PARECCHIE PIETRATE, visto che se ne sono andati lasciandolo come morto. Deve aver ricevuto parecchi lividi, E QUESTO È SOLO UN ESEMPIO DELLE GRAVI DIFFICOLTÀ CHE PAOLA HA SUPERATO… NON si ferma…

2. Paolo invita le comunità a RESTARE SALDE NELLA FEDE: è inevitabile che l'ingresso nel regno di Dio comporti questa fatica! non perdetevi d'animo! COSTITUIRONO PER LORO IN OGNI COMUNITÀ ALCUNI ANZIANI, PRETI. Paolo e Barnaba fondano le comunità, e quando le lasciano vi costituiscono DEGLI ANZIANI, DEI RESPONSABILI, DEI CAPOFAMIGLIA, DEI CAPO COMUNITÀ, e li affidarono al Signore nel quale avevano creduto…

3. Arrivati ad Antiochia, dopo tre anni, riunita la comunità, riferirono tutto quello che Dio aveva compiuto per mezzo di loro: DIO AVEVA APERTO AI PAGANI LA PORTA DELLA FEDE. È proprio vero, quello che è successo ad Antiochia succede dappertutto: DOVE IL VANGELO E ANNUNZIATO TROVA SEMPRE QUALCUNO CHE LO ACCOGLIE…

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+ Dal Vangelo secondo Giovanni - Gv 14,27-31a
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.
Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: "Vado e tornerò da voi". Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l'ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate.
Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il prìncipe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco».

 

"Vi lascio la pace, vi do la mia pace". Il mondo ci insegna la strada della pace con l’anestesia, col compromesso; anestetizza la realtà per non vedere la vera realtà della vita: la croce. La pace è frutto dell'amore totale di Gesù. Dunque la pace che Gesù ci dona è un regalo: è un dono dello Spirito Santo. E lo Spirito Santo è Dio. Lo Spirito Santo poi agisce in mezzo alle tribolazioni e ci conduce a donare la nostra vita, diffondendo la sua pace.
"Il principe del mondo, lo sappiamo, contro Gesù non può nulla". E allora affidiamoci a Lui! Satana vuole toglierci la pace che Gesù ci dona . La fede è uno scudo invincibile contro Satana, perché è partecipazione alla vittoria di Cristo. Impariamo dunque a conservare la pace di Cristo, quella vera, quella eterna.

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Il “principe del mondo” non può nulla contro Gesù, che è il principe della pace. Una pace diversa da quella del mondo. Che ci fa passare dal turbamento alla gioia. Non è forse il nostro vero desiderio?

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20.05 SAN BERNARDINO DA SIENA - SACERDOTE

Massa Marittima, Grosseto, 8 settembre 1380 - L'Aquila, 20 maggio 1444

San Bernardino da Siena, sacerdote dell’Ordine dei Minori, che per i paesi e le città d’Italia evangelizzò le folle con la parola e con l’esempio e diffuse la devozione al santissimo nome di Gesù, esercitando instancabilmente il ministero della predicazione con grande frutto per le anime fino alla morte avvenuta all’Aquila in Abruzzo. 

"Tutte le azioni che noi facciamo sònno davanti a Dio. L'uomo si può nascondere quando vuole, che Iddio vede ogni cosa che egli fa. E perciò se tu fai peccati, guàrdati, che il giudicio di Dio è vicino!"

PATRONO: PUBBLICITARI, PREGHIERE


NELLO STESSO GIORNO:
SAN TEODORO DI PAVIA Vescovo e confessore - PAVIA
m. 769 circa
S. Teodoro fin dall’infanzia fece parte del clero pavese: prima arciprete, poi arcidiacono e infine vescovo di Pavia nel 740. I primi anni del suo episcopato furono turbati dalla guerra tra i Franchi e i Longobardi, culminata con l’assedio di Pavia del 754, che durò dieci mesi. Per motivi non ancora chiari fu esiliato, ma ritornò alla propria sede dopo la vittoria definitiva di Carlomagno. Morì attorno al 769. 


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DIVENTA SCARAFAGGIO E VEDRAI DIO

DIVENTA SCARAFAGGIO E VEDRAI DIO

Chi non teme di farsi piccolo come uno scarafaggio, abbandonandosi nelle mani di Dio, può cogliere, grazie al potere dell’attenzione, la grandezza nascosta del mondo.

L’uomo, invece, spesso sminuisce ciò che ha intorno, disprezza sé stesso e si rifugia nell’orgoglio, nei ruoli, nel controllo sugli altri, per non soccombere alla disperazione. Eppure, nel profondo, aspira ad essere autentico, a vivere con umiltà, anche se la paura e la mancanza di fiducia lo fanno inciampare. Come scrive Georges Bernanos, l’orgoglioso che ha assaggiato l’umiltà corrotta sperimenta un vuoto che nulla può colmare.

La nostra epoca fatica a comprendere l’umiltà, una virtù che, per i pagani antichi, era sinonimo di debolezza. Nietzsche stesso la considerava la maschera del risentimento. Ma l’umiltà, in realtà, è una forza interiore: non significa sentirsi inutili, ma essere radicati in qualcosa di più grande. È la virtù che nasce dalla sicurezza di essere amati e custoditi da Dio. Chi è umile non ha bisogno di affermarsi con violenza, perché sa già di avere un posto nel mondo, senza doverlo strappare.

 Molti vizi nascono da virtù impazzite. L’orgoglio può nascondersi dietro maschere di giustizia o purezza, come accadde con il Terrore della Rivoluzione francese. Anche le idee più elevate, se svuotate dell’umiltà, si trasformano in strumenti di dominio. Charles Péguy ammoniva contro l’orgoglio freddo delle dottrine che non sanno più farsi carne.

 Eppure, quando l’uomo riscopre l’amore, l’umiltà rinasce in lui naturalmente. Il cuore che ama davvero non ha bisogno di farsi notare: serve in silenzio, con gioia. Chesterton osservava che l’umiltà è un dono cristiano, una lente attraverso cui vedere la realtà in tutta la sua profondità. Anche chi non conosce il Vangelo può viverla, ma spesso solo come eccezione in un mondo che la disprezza.

 L’umiltà ci libera da noi stessi e ci apre al mistero dell’altro. Disprezzare lo scarabeo o il mendicante significa chiudersi al mondo che essi rappresentano. Chi vuole conoscere davvero — come l’entomologo che studia gli insetti — deve chinarsi, abbassarsi, rinunciare al proprio "gigantismo". Così ha fatto Cristo: si è fatto servo, si è abbassato fino alla nostra condizione per innalzarci con la sua umiltà.

 Chi è umile vede cose che agli altri sfuggono. I bambini, nella loro semplicità, lo sanno fare: trasformano una stanza in un castello, un insetto in un drago. Vedono con l’attenzione, non con la presunzione. E così, l’umiltà diventa una forma di conoscenza e di preghiera. Simone Weil scriveva che “l’attenzione assolutamente pura è preghiera” e che essa dissolve il male dentro di noi.

 L’orgoglio, invece, restringe il cuore. L’anima vanitosa si ritira nella povertà del proprio ego, mentre l’anima umile si arricchisce di ogni cosa. Chi vuole lasciare un segno nel mondo distruggendo gli altri, perde occasioni preziose. Intanto, lo scarabeo porta avanti con pazienza il suo compito, senza volere altro, né più, di ciò per cui è stato creato.

 Cristo risorto continua a lavarci i piedi, aspettando che impariamo da Lui la via della terra. L’umiltà è la via della verità, della gioia e della bellezza, a patto che sappiamo tornare piccoli, per riconoscere nell’ordinario lo straordinario che Dio ha nascosto per chi sa davvero vedere. 

 

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lunedì 19 maggio 2025

19.05.2025 - At 14,5-18 - Gv 14,21-26 - Lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome vi insegnerà ogni cosa.

Dagli Atti degli Apostoli - At 14,5-18

In quei giorni, a Icònio ci fu un tentativo dei pagani e dei Giudei con i loro capi di aggredire e lapidare Paolo e Bàrnaba; essi lo vennero a sapere e fuggirono nelle città della Licaònia, Listra e Derbe, e nei dintorni, e là andavano evangelizzando.
C’era a Listra un uomo paralizzato alle gambe, storpio sin dalla nascita, che non aveva mai camminato. Egli ascoltava Paolo mentre parlava e questi, fissandolo con lo sguardo e vedendo che aveva fede di essere salvato, disse a gran voce: «Àlzati, ritto in piedi!». Egli balzò in piedi e si mise a camminare. La gente allora, al vedere ciò che Paolo aveva fatto, si mise a gridare, dicendo, in dialetto licaònio: «Gli dèi sono scesi tra noi in figura umana!». E chiamavano Bàrnaba «Zeus» e Paolo «Hermes», perché era lui a parlare.
Intanto il sacerdote di Zeus, il cui tempio era all’ingresso della città, recando alle porte tori e corone, voleva offrire un sacrificio insieme alla folla. Sentendo ciò, gli apostoli Bàrnaba e Paolo si strapparono le vesti e si precipitarono tra la folla, gridando: «Uomini, perché fate questo? Anche noi siamo esseri umani, mortali come voi, e vi annunciamo che dovete convertirvi da queste vanità al Dio vivente, che ha fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che in essi si trovano. Egli, nelle generazioni passate, ha lasciato che tutte le genti seguissero la loro strada; ma non ha cessato di dar prova di sé beneficando, concedendovi dal cielo piogge per stagioni ricche di frutti e dandovi cibo in abbondanza per la letizia dei vostri cuori». E così dicendo, riuscirono a fatica a far desistere la folla dall’offrire loro un sacrificio.
1. Un grande fraintendimento nella missione di Paolo e Barnaba a Listra. La gente rimane stupita per il segno compiuto, ma NON AVENDO LE CATEGORIE PER COMPRENDERE BENE in nome di chi i missionari hanno compiuto il miracolo di guarigione, li ritengono dei. E Tu le possiedi?

2. Agli dèi vanno offerti sacrifici. Il sacerdote di Zeus si fa avanti con tori e corone. Al veder ciò Barnaba e Paolo SI STRAPPANO LE VESTI, si precipitano tra la folla e GRIDANO LA VERITÀ DI DIO. L’errore si combatte con la verità, le tenebre con la luce, la menzogna con la testimonianza, con la storia. ALTRE VIE NON ESISTONO.

3. La folla non deve offrire loro alcun sacrificio. Loro SONO ESSERI MORTALI, esseri umani in tutto come loro. ESISTE UN SOLO DIO, IL DIO VIVENTE, IL CREATORE DI TUTTE LE COSE. Se c‘è un solo Dio, tutti gli altri dèi sono inesistenti. LA FOLLA DOVRÀ IMPEGNARSI IN QUESTA CONVERSIONE. La verità annunciata libera la mente dalla falsità, dalla vanità e dall’idolatria.

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+ Dal Vangelo secondo - Gv 14,21-26

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».
Gli disse Giuda, non l’Iscariòta: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?».
Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».

 

Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono uniti nel dimorare con coloro che seguono Gesù Cristo. Dio Padre ci ha donato il Figlio, che ha dato la sua vita per noi, e continua a mostrarci il suo amore attraverso lo Spirito Santo, che ci guida nella verità.
Di fronte a questo grande amore non possiamo che inchinarci e contemplare. Gesù ci ama e viene ad abitare la nostra vita insieme al Padre e allo Spirito; a noi è richiesto di amarlo con tutto il cuore e con la vita. Nei santi si manifesta la presenza di Dio, che trasfigura il loro volto e le loro opere. O Spirito Santo, orienta la mia volontà verso la tua, perché possa conoscerla, amarla e compierla efficacemente. Amen.

 

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19.05 SAN CELESTINO V (PIETRO DI MORRONE) EREMITA E PAPA

Isernia, 1215 - Rovva di Fumone, Frosinone, 19 maggio 1296

(Papa dal 29/08/1294 al 13/12/1294)
A Fumone vicino ad Alatri nel Lazio, anniversario della morte di san Pietro Celestino, che, dopo aver praticato vita eremitica in Abruzzo, celebre per fama di santità e di miracoli, ottuagenario fu eletto Romano Pontefice, assumendo il nome di Celestino V, ma nello stesso anno abdicò dal suo incarico preferendo ritirarsi in solitudine. 

"L’uomo nuovo" è caratterizzato dalla volontà di regalare la vita partendo dal perdono, da chiedere e da dare. Prima di tutto a se stessi.

domenica 18 maggio 2025

At 14,21-27 - Ap 21,1-5 - Gv 13,31-35 - V DOMENICA DI PASQUA (ANNO C)

V DOMENICA DI PASQUA (ANNO C)

Domenica 18 Maggio 2025 
Dagli Atti degli Apostoli - At 14,21-27
In quei giorni, Paolo e Bàrnaba ritornarono a Listra, Icònio e Antiòchia, confermando i discepoli ed esortandoli a restare saldi nella fede «perché – dicevano – dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni».
Designarono quindi per loro in ogni Chiesa alcuni anziani e, dopo avere pregato e digiunato, li affidarono al Signore, nel quale avevano creduto. Attraversata poi la Pisìdia, raggiunsero la Panfìlia e, dopo avere proclamato la Parola a Perge, scesero ad Attàlia; di qui fecero vela per Antiòchia, là dove erano stati affidati alla grazia di Dio per l’opera che avevano compiuto.
Appena arrivati, riunirono la Chiesa e riferirono tutto quello che Dio aveva fatto per mezzo loro e come avesse aperto ai pagani la porta della fede.
1. Paolo e Barnaba nel loro primo viaggio missionario danno origine a varie comunità Cristiane, “PIANTANO LA CHIESA”. E delle piccole comunità Cristiane vengono ORGANIZZATE perché possano vivere nel tempo.

2. In ogni Chiesa Paolo e Barnaba DESIGNARONO PER I CRISTIANI ALCUNI ANZIANI (=presbiteri, preti). Dopo aver pregato e digiunato LI AFFIDARONO AL SIGNORE nel quale avevano creduto. Compiono il gesto dell’imposizione delle mani, e con una preghiera, LI ORDINANO preti. Istituiscono il ministero presbiterale in ogni città. Ogni prete CONTINUA L'OPERA degli apostoli e TIENE IN VITA COME RESPONSABILE quella comunità.
 
3. Terminato il primo viaggio, Paolo e Barnaba tornano alla Chiesa madre di Antiochia e li raccontano tutto quello che hanno vissuto. Raccontano come Dio aveva operato per mezzo di loro E COME AVEVA APERTO LA PORTA DELLA FEDE anche ai pagani… E QUANDO LA PORTA È APERTA È POSSIBILE ENTRARE E INCONTRARE IL SIGNORE.

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Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo - Ap 21,1-5

Io, Giovanni, vidi un cielo nuovo e una terra nuova: il cielo e la terra di prima infatti erano scomparsi e il mare non c’era più.
E vidi anche la città santa, la Gerusalemme nuova, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo.
Udii allora una voce potente, che veniva dal trono e diceva:
«Ecco la tenda di Dio con gli uomini!
Egli abiterà con loro
ed essi saranno suoi popoli
ed egli sarà il Dio con loro, il loro Dio.
E asciugherà ogni lacrima dai loro occhi
e non vi sarà più la morte
né lutto né lamento né affanno,
perché le cose di prima sono passate».
E Colui che sedeva sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose».
1. Giovanni presenta la Gerusalemme Celeste che SCENDE DAL CIELO SULLA TERRA. La realtà nuova di Dio scende sulla terra. È la DESCRIZIONE DI UN NUOVO MONDO: il cielo è sceso sulla terra, l’umanità è redenta.

2. Una voce potente, che veniva dal trono diceva: ECCO LA TENDA che Dio ha messo con gli uomini. La Gerusalemme Celeste è l'abitazione di Dio. Dio abiterà con loro ed essi saranno “suoi popoli”. Non suo popolo ma “suoi popoli” al plurale: restano i popoli che DIVENTANO PERÒ TUTTI LEGATI ALL’UNICO SIGNORE in un vincolo matrimoniale. Tutti i popoli FINALMENTE sono entrati in comunione con Dio.

3. E sarà l’amore grande di Dio, il suo Agape, che asciugherà ogni lacrima dai nostri occhi e supererà il lamento, l’affanno, PERCHÉ LE COSE DI PRIMA SONO PASSATE ECCO DICE IL SIGNORE “IO FACCIO NUOVE TUTTE LE COSE”. È la novità di Pasqua: se uno è in Cristo è una creazione nuova…

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+ Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 13,31-33a.34-35
Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.
Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».
1. Siamo nel cenacolo all'ultima cena. Giuda esce per consegnare il Maestro. Durante la cena Gesù fa un lungo discorso (ultime parole, testamento). Parla della "GLORIA". Gesù in croce avrebbe GLORIFICATO DIO MOSTRANDO IL SUO AMORE VERSO L’UMANITÀ, RIVELANDO IL VERO VOLTO DEL PADRE che è amore INCONDIZIONATO. LA GLORIA NON È LA FAMA MA IL PESO SPECIFICO, il peso rilevante del Signore nella mia vita… QUANTO PESA IN ME? QUANTA GLORIA?

2. Gesù ci lascia la sua eredità: il COMANDAMENTO "NUOVO": “Amatevi gli uni gli altri COME io ho amato voi”. Egli offre una MISURA CONCRETA, un modo sul quale specchiarsi, e insieme UN’ORIGINE E UNA FONTE. Non è solo un buon esempio, ma una GRAZIA DONATA. Chiediamo a Dio ogni giorno questa “GRAZIA” DI AMARE COME LUI….

3. Un amore così è il SEGNO CHE IDENTIFICA I DISCEPOLI e diventa quindi una TESTIMONIANZA CHE RIMANDA A LUI. Un amore così manifesta la ‘GLORIA DI DIO’. La vocazione di ogni Cristiano: è AMARE COME GESÙ HA AMATO… Impossibile? NO con la GRAZIA di DIO…

BUONA DOMENICA... 

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IL PESO

Diciamo di credere… ma quanto pesa davvero Dio nella nostra vita? Parliamo d’amore… ma amiamo come Gesù o come ci viene comodo? Ci chiamiamo discepoli… ma chi ci riconosce come tali? Forse non ci manca la fede… ci manca il coraggio di viverla fino in fondo. Non basta dirsi cristiani. Occorre portare il peso dell’amore di Cristo.

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LECTIO DIVINA -  V DOMENICA DI PASQUA (ANNO C)

OMELIA -  V DOMENICA DI PASQUA (ANNO C)