venerdì 4 ottobre 2024

04.10.2023 - Gal 6,14-18 - Mt 11,25-30 - Hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli.

 

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati - Gal 6,14-18

Fratelli, quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo.
Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l’essere nuova creatura. E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto l’Israele di Dio.
D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: io porto le stigmate di Gesù sul mio corpo.
La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito, fratelli. Amen.

1. Paolo viene a sapere che i Gàlati (dietro suggerimento di anonimi predicatori) vogliono FARSI CIRCONCIDERE E ADERIRE ALLE USANZE DELLA LEGGE MOSAICA. Questo significa non solo fare un passo indietro, ma TRADIRE IL VANGELO, la sua forza di Legge nuova, LEGGE CHE COINVOLGE LA LIBERTÀ E L'INTELLIGENZA DELL'UOMO.
2. IL VANTO DI PAOLO È LA CROCE DEL SIGNORE e non certo le glorie del mondo. Davanti al mistero della croce e risurrezione di Cristo, la circoncisione perde di importanza. Il VANGELO OFFRE A TUTTI LA POSSIBILITÀ DI UNA VITA NUOVA. È una nuova creazione.  
3. Lui stesso HA GIÀ LA SUA PARTE DI SOFFERENZE DA PORTARE PER AMORE DI CRISTO. II segno fisico che porta sono le stigmate, cioè LA PARTECIPAZIONE ALLE SOFFERENZE DI CRISTO. È un "SEGNO DISTINTIVO" di ogni cristiano…

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+ Dal vangelo secondo Matteo - Mt 11,25-30
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Solo chi ha un cuore semplice, può accogliere Gesù. Solo chi cerca trova Colui che gli si mette accanto e cammina con lui. Per essere piccoli, cioè poveri in spirito, e docili alla volontà di Dio occorre essere consapevoli dei propri limiti di creature. Non superbi!
Gesù promette di dare ristoro a tutti, ma ci fa un invito: «Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore». Il “giogo” del Signore consiste nel caricarsi del peso degli altri con amore fraterno. Una volta ricevuto il ristoro e il conforto di Cristo, siamo chiamati a nostra volta a diventare ristoro e conforto per i fratelli, con atteggiamento mite e umile, ad imitazione del Maestro.
La mitezza e l’umiltà del cuore ci aiutano non solo a farci carico del peso degli altri, ma anche a non pesare su di loro con le nostre vedute personali, i nostri giudizi, le nostre critiche o la nostra indifferenza“.

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Gesù lo sa che noi siamo tutti stanchi e oppressi e cerchiamo ristoro. Ma noi lo sappiamo? O ci reputiamo sapienti e dotti? Forse dovremmo fare come i bambini che piangono quando sono stanchi.

 

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