mercoledì 15 ottobre 2025

15.10.2025 - Rm 2,1-11 - Lc 11,42-46 - Guai a voi, farisei; guai a voi dottori della legge.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani - Rm 2,1-11

Chiunque tu sia, o uomo che giudichi, non hai alcun motivo di scusa perché, mentre giudichi l’altro, condanni te stesso; tu che giudichi, infatti, fai le medesime cose. Eppure noi sappiamo che il giudizio di Dio contro quelli che commettono tali cose è secondo verità.
Tu che giudichi quelli che commettono tali azioni e intanto le fai tu stesso, pensi forse di sfuggire al giudizio di Dio? O disprezzi la ricchezza della sua bontà, della sua clemenza e della sua magnanimità, senza riconoscere che la bontà di Dio ti spinge alla conversione?
Tu, però, con il tuo cuore duro e ostinato, accumuli collera su di te per il giorno dell’ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio, che renderà a ciascuno secondo le sue opere: la vita eterna a coloro che, perseverando nelle opere di bene, cercano gloria, onore, incorruttibilità; ira e sdegno contro coloro che, per ribellione, disobbediscono alla verità e obbediscono all’ingiustizia.
Tribolazione e angoscia su ogni uomo che opera il male, sul Giudeo, prima, come sul Greco; gloria invece, onore e pace per chi opera il bene, per il Giudeo, prima, come per il Greco: Dio infatti non fa preferenza di persone.
1. Paolo chiama in causa più direttamente gli ebrei e le loro scelte di vita. Le accuse generalizzate di immoralità e degrado sociale rivolte ai pagani trovavano facile accoglienza tra gli ebrei, perché giustificavano la loro certezza di essere migliori degli altri. Era difficile per Paolo CONVINCERLI CHE ANCHE LORO ERANO PECCATORI COME TUTTI. Paolo vuole smantellare l’idea che basta essere credenti nel vero Dio per essere apposto. NON BASTA CREDERE, BISOGNA ANCHE VIVERE! Il giudizio di Dio sarà sull’amore, non sulla fede.

2. Paolo mette sotto ACCUSA L’ATTEGGIAMENTO DI SENTIRSI APPOSTO CON DIO, DI RITENERSI AUTORIZZATI A GIUDICARE GLI ALTRI. Solo Dio è giudice delle persone e tutti siamo sottoposti al suo giudizio, nessuno escluso. CHI SI SENTE APPOSTO È COSÌ DURO NEI GIUDIZI VERSO CHI SBAGLIA da arrivare ad accusare Dio di essere troppo buono e indulgente.

3. La sicurezza di essere nel giusto, l’arroganza di sentirsi detentori e difensori della verità e della morale, può portare fino al punto di giudicare e disprezzare anche Dio, oltre che il fratello. CHI GIUDICA NON CERCA IL CAMBIAMENTO DEL FRATELLO, ma la conferma della sua bontà e la punizione di chi sbaglia. DIO INVECE NON CERCA IL MALE DELL’UOMO, MA CHE SI CONVERTA E VIVA…

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+ Dal vangelo secondo Luca - Lc 11,42-46
In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio. Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle. Guai a voi, farisei, che amate i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo».
Intervenne uno dei dottori della Legge e gli disse: «Maestro, dicendo questo, tu offendi anche noi». Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!». 

 

In questo passaggio, Gesù critica i farisei ei dottori della Legge per la loro ipocrisia e superficialità. I farisei sono accusati di concentrarsi su dettagli minori, come pagare la decima sulle erbe, mentre trascurano la giustizia e l'amore di Dio. Amano i posti d'onore e i saluti pubblici, ma sono paragonati a sepolcri nascosti, ingannando chi li segue. I dottori della Legge sono condannati per imporre pesi insopportabili agli altri senza aiutarli. Gesù denuncia così una religiosità formale e priva di sostanza, esortando a vivere la vera giustizia e l'amore divino. Il mondo ha bisogno di uomini e donne non chiusi, ma ricolmi di Spirito Santo. La chiusura allo Spirito Santo è non soltanto mancanza di libertà, ma anche peccato”.

 

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15.10 SANTA TERESA DI GESÙ


Nulla ti turbi, nulla ti spaventi. Tutto passa, solo Dio non cambia. 
 Memoria di santa Teresa di Gesù, vergine e dottore della Chiesa: entrata ad Ávila in Spagna nell’Ordine Carmelitano e divenuta madre e maestra di una assai stretta osservanza, dispose nel suo cuore un percorso di perfezionamento spirituale sotto l’aspetto di una ascesa per gradi dell’anima a Dio; per la riforma del suo Ordine sostenne molte tribolazioni, che superò sempre con invitto animo; scrisse anche libri pervasi di alta dottrina e carichi della sua profonda esperienza.



martedì 14 ottobre 2025

14.10.2025 - Rm 1,16-25 - Lc 11,37-41 - Date in elemosina, ed ecco, per voi tutto sarà puro.

 

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani - Rm 1,16-25

Fratelli, io non mi vergogno del Vangelo, perché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, del Giudeo, prima, come del Greco. In esso infatti si rivela la giustizia di Dio, da fede a fede, come sta scritto: «Il giusto per fede vivrà».
Infatti l’ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ogni ingiustizia di uomini che soffocano la verità nell’ingiustizia, poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha manifestato a loro. Infatti le sue perfezioni invisibili, ossia la sua eterna potenza e divinità, vengono contemplate e comprese dalla creazione del mondo attraverso le opere da lui compiute.
Essi dunque non hanno alcun motivo di scusa perché, pur avendo conosciuto Dio, non lo hanno glorificato né ringraziato come Dio, ma si sono perduti nei loro vani ragionamenti e la loro mente ottusa si è ottenebrata. Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti e hanno scambiato la gloria del Dio incorruttibile con un’immagine e una figura di uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili.
Perciò Dio li ha abbandonati all’impurità secondo i desideri del loro cuore, tanto da disonorare fra loro i propri corpi, perché hanno scambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno adorato e servito le creature anziché il Creatore, che è benedetto nei secoli. Amen.
1. Paolo anticipa il tema che svilupperà nella Lettera: IL VANGELO PROCLAMA CHE TUTTI GLI UOMINI SONO SALVATI GRATUITAMENTE DA DIO ATTRAVERSO LA FEDE IN GESÙ CRISTO. Paolo procede in forma dualistica assoluta: l’uomo è incapace di salvarsi – Dio solo salva; senza fede c’è perdizione – nella fede c’è salvezza; senza Cristo c’è solo male – in Cristo c’è solo bene. Noi siamo più sfumati, mentre PAOLO DRAMMATIZZA PER DARE PIÙ FORZA ALLA SUA TESI.

2. Paolo parla di ira di Dio che si manifesta, si abbatte sull’umanità, ATTRIBUENDO A DIO CIÒ CHE IN REALTÀ È EFFETTO DELL’UOMO E DELLE SUE SCELTE. Qui ira è sinonimo di giudizio negativo di Dio sulle SCELTE SBAGLIATE DELL’UOMO CHE AUMENTANO IL MALE nel mondo. Il giudizio negativo di Dio tende però NON A PUNIRE L’UOMO, MA A FARGLI CAPIRE IL SUO ERRORE e a fargli cambiare atteggiamento.

3. Il motivo del giudizio negativo di Dio è racchiuso in una frase lapidaria, ma molto significativa: HANNO SOFFOCATO LA VERITÀ CON L’INGIUSTIZIA, cioè hanno sacrificato la verità (Dio) al potere e all’interesse. PER QUESTO DIO LI HA ABBANDONATI AI LORO DESIDERI… Rifiutando Dio e la verità si perde il senso del bene e del male e l’uomo DIVENTA SCHIAVO DEI SUOI ISTINTI, DEL MALE CHE SI PORTA DENTRO.

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+ Dal vangelo secondo Luca - Lc 11,37-41
In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo.
Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro».   

 

La purezza esteriore, raggiunta con i lavaggi del corpo, non serve per essere puri interiormente. È la fregatura di chi si igienizza ritualmente e continuamente, ma poi è pieno di peccati eppure si sente puro anche interiormente e in grado di giudicare gli altri. Anche noi rischiamo di cadere nella stessa tentazione di sentirti a posto con Dio per qualche pratica esteriore o per essere andato a Messa.
In questa mentalità non c’è lo Spirito di Dio, perché lo Spirito di Dio è libertà. Sei convinto che  “Per essere giustificato, tu devi fare questo, questo, questo…”. Ma la giustificazione è gratuita. La morte e la risurrezione di Cristo è gratuita. Non si paga, non si compra: è un dono! Dio ci ha reso giusti gratuitamente. E la nostra è una risposta al dono di Dio. Ma questi farisei volevano essere giusti con le loro opere.

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Gesù, se lo inviti, viene a cena da te. Non si preoccupa della propria “rispettabilità”; non è uno snob, non fa una “selezione all’ingresso”, non cataloga le persone, ma si mette al loro servizio. E noi?

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14.10 SAN CALLISTO I, PAPA E MARTIRE

Noi veneriamo degnamente i Martiri in quanto discepoli e imitatori
del Signore e per la loro suprema fedeltà verso il proprio Re e Maestro,
e sia dato a noi pure di divenire loro compagni e discepoli!
 San Callisto I, papa, martire: da diacono, dopo un lungo esilio in Sardegna, si prese cura del cimitero sulla via Appia noto sotto il suo nome, dove raccolse le vestigia dei martiri a futura venerazione dei posteri; eletto poi papa promosse la retta dottrina e riconciliò con benevolenza i lapsi, coronando infine il suo operoso episcopato con un luminoso martirio. In questo giorno si commemaora la deposizione del suo corpo nel cimitero di Calepodio a Roma sulla via Aurelia.



PENSA, NON DELEGARE: L’INTELLIGENZA PIÙ POTENTE SEI TU.

PENSA, NON DELEGARE: L’INTELLIGENZA PIÙ POTENTE SEI TU.

Negli ultimi anni, l'intelligenza artificiale ha fatto irruzione nel mondo dell'istruzione, portando con sé opportunità straordinarie ma anche nuove responsabilità. Jean Pouly, esperto di mediazione digitale, descrive l’arrivo di strumenti come ChatGPT come uno tsunami educativo, capace di trasformare radicalmente il rapporto tra studenti, insegnanti e conoscenza. La facilità con cui oggi gli studenti possono ottenere risposte a qualsiasi domanda ha certamente un valore immediato, ma solleva questioni profonde sullo sviluppo delle capacità cognitive e sul modo in cui pensiamo e apprendiamo.

 L'uso sistematico dell'intelligenza artificiale rischia di modificare il modo in cui il cervello elabora le informazioni. Quando ogni dubbio trova immediata soluzione tramite ChatGPT, la naturale fatica del ragionamento e della ricerca personale può venir meno. Pouly sottolinea che i bambini che delegano costantemente il pensiero a una macchina possono sviluppare una sorta di “protesi digitale”, dove la tecnologia sostituisce funzioni cognitive invece di potenziarle. L’analogia con una calcolatrice è illuminante: per un esperto matematico è uno strumento che amplifica le capacità, per chi non conosce i concetti di base diventa un sostituto del pensiero. Allo stesso modo, l’Intelligenza Artificiale può essere un ortesi cognitiva se integrata correttamente, ma rischia di diventare un freno allo sviluppo se usata come scorciatoia costante.

 Di fronte a questa rivoluzione, gli insegnanti non perdono il loro ruolo: cambiano semplicemente le modalità e le responsabilità. Il monopolio della conoscenza non esiste più; ciò che conta è la capacità di guidare, stimolare, motivare e supportare gli studenti nel costruire competenze che l’Intelligenza Artificiale non può sostituire, come il pensiero critico, la riflessione personale, la gestione delle emozioni e la creatività. Inoltre, conoscere e utilizzare correttamente l’Intelligenza Artificiale richiede abilità nuove, come scrivere prompt efficaci, selezionare fonti affidabili, integrare le informazioni con il pensiero umano: competenze preziose, ma da coltivare con equilibrio.

 Questo scenario apre anche un interrogativo più ampio: che tipo di persone stiamo formando? L’apprendimento rapido e personalizzato tramite Intelligenza Artificiale può produrre risultati concreti, ma può anche generare un’abitudine alla superficialità, alla delega e alla ricerca di scorciatoie. La sfida educativa non è solo insegnare contenuti, ma educare alla saggezza digitale, imparando a discernere quando uno strumento è utile e quando rischia di sostituire il pensiero critico. È un invito a ricordare che la conoscenza ha valore solo se è interiorizzata, analizzata e collegata ad altre idee.

 In questo contesto, genitori e insegnanti hanno un ruolo cruciale. Non si tratta di vietare la tecnologia, ma di guidarne l’uso. Leggere libri, discutere, riflettere insieme e incoraggiare la curiosità critica sono antidoti potenti contro l’atrofia cognitiva. Pouly ci ricorda che delegare costantemente al digitale significa rischiare di perdere parti essenziali del nostro pensiero: la capacità di sintetizzare, dedurre, memorizzare e orientarsi nel mondo.

In definitiva, l’avvento di ChatGPT e dell’intelligenza artificiale non è solo una questione tecnologica: è una sfida antropologica e educativa. Ci invita a riflettere su chi vogliamo diventare e su quali strumenti scegliamo di usare per crescere. L’Intelligenza Artificiale può essere un potente alleato se impariamo a usarla con consapevolezza, ma la nostra mente e il nostro pensiero rimangono, e devono rimanere, la vera fonte della nostra intelligenza. Il futuro non è solo nelle macchine: è nella capacità di mantenere vivo e attivo ciò che ci rende umani.

 

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lunedì 13 ottobre 2025

13.10.2025 - Rm 1,1-7 - Lc 11,29-32 - Non sarà dato alcun segno a questa generazione, se non il segno di Giona.

 

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani - Rm 1,1-7

Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per chiamata, scelto per annunciare il vangelo di Dio – che egli aveva promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sacre Scritture e che riguarda il Figlio suo, nato dal seme di Davide secondo la carne, costituito Figlio di Dio con potenza, secondo lo Spirito di santità, in virtù della risurrezione dei morti, Gesù Cristo nostro Signore; per mezzo di lui abbiamo ricevuto la grazia di essere apostoli, per suscitare l’obbedienza della fede in tutte le genti, a gloria del suo nome, e tra queste siete anche voi, chiamati da Gesù Cristo –, a tutti quelli che sono a Roma, amati da Dio e santi per chiamata, grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo!
1. Paolo si presenta ai cristiani di Roma in modo preciso e approfondito. Si definisce SERVO DI GESÙ CRISTO… APOSTOLO PERCHÉ PORTI IL SUO MESSAGGIO DI SALVEZZA. Servo e apostolo del Vangelo per chiamata ed elezione di Dio, non per una sua scelta personale.

2. Paolo presenta con essenzialità il CONTENUTO CENTRALE DEL VANGELO. Le due dimensioni di Cristo: PIENAMENTE UOMO: ebreo, discendente di Davide, fragile e mortale; - FIGLIO DI DIO: costituito Signore con la risurrezione dai morti, potente e immortale. Gesù Cristo vero Dio e vero uomo.

3. Dalla fede in Cristo uomo-Dio NASCE LA MISSIONE, l’impegno di Paolo ad essere apostolo dei pagani, per annunciare loro che SOLO IN GESÙ CRISTO C’È SALVEZZA e che TUTTI SONO CHIAMATI A VIVERE COME LUI HA INSEGNATO.

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+ Dal vangelo secondo Luca - Lc 11,29-32

In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire:
«Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione.
Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone.
Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».

 

Siamo sempre lì ad attendere un nuovo segno, una cosa diversa, che pretendiamo da Dio: gli domandiamo di farsi vedere attraverso quello che pensiamo noi. Nel frattempo, “quella generazione” di cui parla il Vangelo, il segno ce l’aveva davanti agli occhi: era Gesù stesso. Anche noi cerchiamo altro senza accorgerci che “il segno” ci è già stato donato: è Gesù. Basta guardare e fidarsi.  
Il segno di Giona, il vero, è quello che ci dà la fiducia di essere salvati per il sangue di Cristo. Quanti cristiani, quanti ce ne sono, pensano che saranno salvati soltanto per quello che loro fanno, per le loro opere. Le opere sono necessarie, ma sono una conseguenza, una risposta a quell’amore misericordioso che ci salva. Ma le opere sole, senza questo amore misericordioso non servono. Invece, la ‘sindrome di Giona’ ha fiducia soltanto nella sua giustizia personale, nelle sue opere.

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La risposta furiosa di Gesù rivela in controluce una speranza: Giona convertì i niniviti e qui c’è «uno più grande di Giona». Il segno però è quello dei tre giorni, del sepolcro, lo sappiamo decifrare?

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13.10 BEATA ALESSANDRINA MARIA DA COSTA

In te abita sempre la Santissima Trinità, credi nella Mia Presenza Sacramentale in te, perché mai, mai ti abbandono.
 Nel villaggio di Balasar vicino a Braga in Portogallo, beata Alessandrina Maria da Costa: rimasta paralizzata in tutto il corpo per sfuggire alle cattive intenzioni di un tale contro di lei, offrì tutti i suoi dolori al Signore per amore di Dio e dei fratelli bisognosi nella contemplazione dell’Eucaristia.
NELLO STESSO GIORNO:
SANTA MARGHERITA MARIA ALACOQUE VERGINE
Verosvres, Autun, Francia, 1647 - Paray-le-Monial, 17 ottobre 1690
Santa Margherita Maria Alacoque, vergine, che, entrata tra le monache dell’Ordine della Visitazione della beata Maria, corse in modo mirabile lungo la via della perfezione; dotata di mistici doni e particolarmente devota al Sacratissimo Cuore di Gesù, fece molto per promuoverne il culto nella Chiesa. A Paray-le-Monial nei pressi di Autun in Francia, il 17 ottobre, si addormentò nel Signore. Nel Rito Ambrosiano la memoria si celebra il 13 ottobre.

domenica 12 ottobre 2025

2Re 5,14-17 - 2Tm 2,8-13 - Lc 17,11-19 - XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

Domenica 12 Ottobre 2025

Dal secondo libro dei Re - 2Re 5,14-17

In quei giorni, Naamàn [, il comandante dell’esercito del re di Aram,] scese e si immerse nel Giordano sette volte, secondo la parola di Elisèo, uomo di Dio, e il suo corpo ridivenne come il corpo di un ragazzo; egli era purificato [dalla sua lebbra].
Tornò con tutto il seguito da [Elisèo,] l’uomo di Dio; entrò e stette davanti a lui dicendo: «Ecco, ora so che non c’è Dio su tutta la terra se non in Israele. Adesso accetta un dono dal tuo servo». Quello disse: «Per la vita del Signore, alla cui presenza io sto, non lo prenderò». L’altro insisteva perché accettasse, ma egli rifiutò.
Allora Naamàn disse: «Se è no, sia permesso almeno al tuo servo di caricare qui tanta terra quanta ne porta una coppia di muli, perché il tuo servo non intende compiere più un olocausto o un sacrificio ad altri dèi, ma solo al Signore». 
 

1. Naaman, comandante dell’esercito del re di Aram è un lebbroso privilegiato. ACCETTA CON FATICA DI SCENDERE NEL GIORDANO, si bagna sette volte e la sua carne ritorna sana, la sua pelle sembra quella di un giovinetto. LA PAROLA DEL SIGNORE, PROFERITA DAL SUO PROFETA SI COMPIE, AVVIENE, SI REALIZZA. Tu fidati e vedrai…

2. L’esperienza della guarigione porta Naaman alla PROFESSIONE DELLA FEDE IN DIO. Torna indietro CON GRANDE RICONOSCENZA e si inginocchia davanti al profeta, vuole fargli grandi regali. ELISEO NON ACCETTA NULLA. IL DONO DI DIO NON PUÒ ESSERE RICOMPENSATO se non attraverso una vita di vera fede, vera obbedienza al Signore.

3. Naamàn non insiste. RISPETTA LA VOLONTÀ di Eliseo. Naaman chiede allora la possibilità di PORTARSI VIA UN PO' DI TERRA D’ISRAELE per farsi una specie di terra santa nel tuo giardino, in modo tale da adorare il Dio d’Israele su quella terra particolare. NAAMAN ATTESTA AD ELISEO LA SUA VERA CONVERSIONE e il desiderio di RIMANERE IN COMUNIONE con il vero Dio.

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Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo - 2Tm 2,8-13

Figlio mio,
ricòrdati di Gesù Cristo,
risorto dai morti,
discendente di Davide,
come io annuncio nel mio vangelo,
per il quale soffro
fino a portare le catene come un malfattore.
Ma la parola di Dio non è incatenata! Perciò io sopporto ogni cosa per quelli che Dio ha scelto, perché anch’essi raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna.
Questa parola è degna di fede:
Se moriamo con lui, con lui anche vivremo;
se perseveriamo, con lui anche regneremo;
se lo rinneghiamo, lui pure ci rinnegherà;
se siamo infedeli, lui rimane fedele,
perché non può rinnegare se stesso. 

1. Scrivendo al discepolo Timoteo, l’Apostolo Paolo lo invita a RICORDARSI di Gesù Cristo morto e risorto, di FISSARLO IN CUORE, di METTERLO AL CENTRO di ogni suo pensiero. 

2. L’Apostolo è in catene, ma la parola di Dio non è incatenata e va annunciata. PAOLO SOPPORTA OGNI COSA PER QUELLI CHE DIO HA SCELTO perché anch'essi raggiungano la salvezza. INVITA TIMOTEO A FARE LO STESSO a collaborare per la salvezza di tutti. Invita Te!

3. PERCIÒ È NECESSARIO RIMANERE FEDELI NONOSTANTE TUTTO: se moriamo con lui, con lui anche vivremo, se resistiamo otterremo la ricompensa. SE SIAMO INFEDELI, LUI RIMANE FEDELE MA NOI PERDIAMO TUTTO. Dunque, RICORDATI di Gesù Cristo, ricordati di tutto quello che ti ha fatto e sii riconoscente, sii grato a colui che ha offerto la salvezza E CON SAPIENZA ACCOGLILA E SEGUILA DOCILMENTE.

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+ Dal Vangelo secondo Luca - Lc 17,11-19

Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea.
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati.
Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.
Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».

 

1. La FIDUCIA è la prima tappa per un cammino di guarigione "ANDATE A PRESENTARVI AI SACERDOTI". impariamo a fidarci e a metterci in cammino...

2. La guarigione diventa piena solo se trasformiamo la vita in una celebrazione di lode, come IL DECIMO LEBBROSO CHE TORNA A RINGRAZIARE. Colui che ringrazia si apre a un dono più grande, si apre alla FEDE, che realizza il compimento della salvezza. MOLTO DI PIÙ DEL MIRACOLO…

3. Nove guariti, uno salvato, uno solo che è veramente guarito. LA FIDUCIA E LA GRATITUDINE SONO I DUE ATTEGGIAMENTI DI CHI VUOLE SMETTERE DI FARE IL MALATO A VITA. Vale anche per Te…

BUONA DOMENICA...

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LA SALVEZZA: NON sempre la grazia genera gratitudine. Il modo più bello di avvicinarsi a Dio è quello di dirgli grazie. Quello straniero lo fa, e insieme alla guarigione ottiene anche la salvezza: «la tua fede ti ha salvato». L'atteggiamento riconoscente è frutto di un cuore aperto, che sa vedere l'opera di Dio, la salvezza che egli porta nella storia dell'umanità, la fedeltà con cui regge le sorti del mondo. Dio porta vita, salute, amore, gioia, ecc. Il rendere grazie è la vera preghiera necessaria e consolante!

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LECTIO DIVINA - XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

OMELIA - XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

Mt 13,44-52 - RITO AMBROSIANO - VII DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI IL PRECURSORE

RITO AMBROSIANO
VII Domenica dopo il martirio di san Giovanni il Precursore
DOMENICA 12 Ottobre 2025
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo - Mt 13,44-52
In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra. Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».
1. “IL REGNO DEI CIELI È SIMILE…”. Che cos'è il Regno dei cieli? È GESÙ STESSO, CRISTO È IL RE, CRISTO È IL REGNO. Il Regno dei cieli si risolve dunque nel RAPPORTO PERSONALE CON CRISTO. Va cercato, va protetto, va vissuto... OGNI GIORNO…

2. GESÙ È IL TESORO E LA PERLA PREZIOSA per cui VALE LA PENA VENDERE TUTTO E ACQUISTARLI. Fai la tua SCELTA: vendi tutto! e SARAI LIBERO, DIVENTERAI PREZIOSO COME IL TESORO E BELLO COME LA PERLA…

3. Sarai tu il DISCEPOLO del regno dei cieli. DALLA PAROLA DI DIO OGNI GIORNO POTRAI ESTRARRE “COSE NUOVE E COSE ANTICHE”. Sono le meraviglie della Parola di Dio che fa nuove e divine le nostre piccole e povere vite!  Siamo INFINITO…

BUONA DOMENICA...

 

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12.10 SAN SERAFINO DA MONTEGRANARO

Non sono importanti luci e lampade, né luna e sole. Ciò che è necessario
è avere occhi puri e aperti, capaci di vedere la gloria di Dio.
 Serafino nacque nel 1540 a Montegranaro nelle Marche. Era povero: per un periodo fece il custode di gregge. A 18 anni entrò in convento a Tolentino. Fu accolto come religioso fratello nell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini e fece noviziato a Jesi. Peregrinò per tutti i conventi delle Marche, perché, nonostante la buona volontà e la massima diligenza che poneva nel fare le cose, non riusciva ad accontentare né superiori, né confratelli, che non gli risparmiarono rimproveri. Ma egli dimostrò sempre tanta bontà, povertà, umiltà, purezza e mortificazione. Nel 1590 Serafino si stabiliva definitivamente ad Ascoli Piceno. Due i «libri» fondamentali per lui: il crocefisso e la corona del rosario con cui si faceva messaggero di pace e di bene. Aveva 64 anni e la fama della sua santità si diffondeva per Ascoli, quando egli stesso chiese con insistenza il viatico. La morte lo colse il 12 ottobre 1604.
NELLO STESSO GIORNO:
SANT' EDVIGE RELIGIOSA E DUCHESSA DI SLESIA E DI POLONIA
Andescj, Baviera, 1174 - Trzebnica, Polonia, 15 ottobre 1243
Santa Edvige, religiosa, che, di origine bavarese e duchessa di Polonia, si dedicò assiduamente nell’assistenza ai poveri, fondando per loro degli ospizi, e, dopo la morte del marito, il duca Enrico, trascorse operosamente i restanti anni della sua vita nel monastero delle monache Cistercensi da lei stessa fondato e di cui era badessa sua figlia Gertrude. Morì a Trebnitz in Polonia il 15 ottobre. Nel Rito Ambrosiano la memoria si celebra il 12 ottobre.

SAN RODOBALDO II (CIPOLLA) DI PAVIA VESCOVO
† 12 ottobre 1254
A Pavia, san Rodobaldo, vescovo, uomo di esemplare spirito di penitenza, che si impegnò molto per il culto divino e nella ricerca di reliquie dei santi.

sabato 11 ottobre 2025

11.10.2025 - Gl 4,12-21 - Lc 11,27-28 - Beato il grembo che ti ha portato! Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio.

 

Dal libro del profeta Gioèle - Gl 4,12-21

Così dice il Signore:
Si affrettino e salgano le nazioni
alla valle di Giòsafat,
poiché lì sederò per giudicare
tutte le nazioni dei dintorni.
Date mano alla falce,
perché la messe è matura;
venite, pigiate,
perché il torchio è pieno
e i tini traboccano,
poiché grande è la loro malvagità!
Folle immense
nella valle della Decisione,
poiché il giorno del Signore è vicino
nella valle della Decisione.
Il sole e la luna si oscurano
e le stelle cessano di brillare.
Il Signore ruggirà da Sion,
e da Gerusalemme farà udire la sua voce;
tremeranno i cieli e la terra.
Ma il Signore è un rifugio per il suo popolo,
una fortezza per gli Israeliti.
Allora voi saprete che io sono il Signore, vostro Dio,
che abito in Sion, mio monte santo,
e luogo santo sarà Gerusalemme;
per essa non passeranno più gli stranieri.
In quel giorno
le montagne stilleranno vino nuovo
e latte scorrerà per le colline;
in tutti i ruscelli di Giuda
scorreranno le acque.
Una fonte zampillerà dalla casa del Signore
e irrigherà la valle di Sittìm.
L’Egitto diventerà una desolazione
ed Edom un arido deserto,
per la violenza contro i figli di Giuda,
per il sangue innocente sparso nel loro paese,
mentre Giuda sarà sempre abitata
e Gerusalemme di generazione in generazione.
Non lascerò impunito il loro sangue,
e il Signore dimorerà in Sion.
1. Gioele annuncia un Dio forte e terribile che verrà e giudicherà. Il Signore arriverà nel suo giorno proprio NELLA VALLE DELLA DECISIONE, nella mia valle della decisione, che non è un luogo geografico ma si identifica con la mia vita. È NELLA NOSTRA ESISTENZA CHE IL SIGNORE ARRIVA, È LÌ CHE SI REALIZZA IL GIUDIZIO UNIVERSALE.

2. IL GIUDIZIO È L'ALTRA FACCIA DELLA DECISIONE, CI DICE GIOELE, È IL FRUTTO DEL DISCERNIMENTO. Il Signore sta arrivando, è presente nelle tue decisioni. Ogni volta che scegliamo possiamo FARLO CON DIO O SENZA DI LUI. Possiamo farlo in sintonia con la sua volontà o contro di lui.

3. Al centro del brano c’è una rivelazione importante: “ALLORA SAPRETE CHE IO SONO IL SIGNORE “. Egli si manifesterà come un DIO GIUSTO E MISERICORDIOSO, CAPACE DI RETRIBUIRE LE AZIONI SECONDO GIUSTIZIA ed agire con grande benevolenza verso chi si trova dalla parte dell’oppresso e invoca il suo aiuto PERCHÉ RIPONE IN LUI LA SUA FIDUCIA.

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+ Dal vangelo secondo Luca - Lc 11,27-28
In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!».
Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».  

 

Un rimpallo di beatitudini: la donna proclama beata la Madre, e Gesù dichiara beati i discepoli che vivono da figli. Maria è stata beata in terra e ora lo è in cielo, accanto al Figlio Gesù. Coloro che ascoltano e seguono la parola di Dio, camminano per la stessa strada. 
Si tratta di “ascoltare” ma anche “obbedire”, di “custodire” come un dono la Parola di Dio così da irradiarla in tutta l’esistenza; considerarla come un bene prezioso che alimenta atti e discorsi, un respiro che sostiene l’anima.
Maria è “beata”: non solo perché ha avuto in grembo e allattato Gesù, ma perché ne ha ascoltato e custodito la Parola.

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Bello il coraggio della donna che alza la voce ed elogia Maria: dà l’occasione a Gesù per un’altra beatitudine. A noi capita di alzare la voce (non per lamentarci o criticare ma) per un elogio?

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11.10 SAN GIOVANNI XXIII, PAPA

Star allegri sempre con tutti, é già  un bell'apostolato su questo mondo così triste e disgraziato.
 A Roma, beato Giovanni XXIII, papa: uomo dotato di straordinaria umanità, con la sua vita, le sue opere e il suo sommo zelo pastorale cercò di effondere su tutti l’abbondanza della carità cristiana e di promuovere la fraterna unione tra i popoli; particolarmente attento all’efficacia della missione della Chiesa di Cristo in tutto il mondo, convocò il Concilio Ecumenico Vaticano II. 


NELLO STESSO GIORNO:

SANT' ALESSANDRO SAULI VESCOVO

Milano, 15 febbraio 1534 - Calosso d’Asti, 11 ottobre 1592

A Calosso d’Asti in Piemonte, transito di sant’Alessandro Sauli, vescovo dapprima di Aleria in Corsica e poi di Pavia, che, membro della Congregazione dei Chierici regolari di San Paolo, diede sollievo ai poveri con mirabile carità.

 



venerdì 10 ottobre 2025

10.10.2025 - Gl 1,13-15; 2,1-2 - Lc 11,15-26 - Se io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.

 

Dal libro del profeta Gioèle - Gl 1,13-15; 2,1-2

Cingete il cilicio e piangete, o sacerdoti,
urlate, ministri dell’altare,
venite, vegliate vestiti di sacco,
ministri del mio Dio,
perché priva d’offerta e libagione
è la casa del vostro Dio.
Proclamate un solenne digiuno,
convocate una riunione sacra,
radunate gli anziani
e tutti gli abitanti della regione
nella casa del Signore, vostro Dio,
e gridate al Signore:
«Ahimè, quel giorno!
È infatti vicino il giorno del Signore
e viene come una devastazione dall’Onnipotente».
Suonate il corno in Sion
e date l’allarme sul mio santo monte!
Tremino tutti gli abitanti della regione
perché viene il giorno del Signore,
perché è vicino,
giorno di tenebra e di oscurità,
giorno di nube e di caligine.
Come l’aurora,
un popolo grande e forte
si spande sui monti:
come questo non ce n’è stato mai
e non ce ne sarà dopo,
per gli anni futuri, di età in età.
1. Il Signore verrà, arriverà IL SUO GIORNO e quando arriverà cosa troverà? Gioele ci invita alla conversione e alla fedeltà del popolo di Dio, un invito, espresso in linguaggio apocalittico, a interpretare i segni dei tempi. GIOÈLE SI FA VOCE DELLA PERCEZIONE CHE UN ORDINE DI COSE SI VA CONCLUDENDO.

2. Sarà un GIORNO DI DEVASTAZIONE, di caligine e tenebra ma anche DI BENEDIZIONE, di nuova generazione, UN PASSAGGIO CHE PURIFICA, RAFFORZA E DEFINISCE il popolo di Dio. Gioèle è l’annuncio di una tragedia che colpisce l’umanità, una tragedia che segnerà un nuovo inizio.

3. Nelle parole di Gioele è implicita una VISIONE FUTURA DI UNIVERSALITÀ: i figli di Sion potranno gioire e rallegrarsi perché il Signore è con loro, in mezzo a loro. La storia della salvezza ci racconta di nuovi inizi, di NUOVE POSSIBILITÀ CHE DIO SI CONCEDE PER PORTARE A COMPIMENTO IL SUO DISEGNO DI SALVEZZA SUL MONDO.

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+ Dal vangelo secondo Luca - Lc 11,15-26
In quel tempo, [dopo che Gesù ebbe scacciato un demonio,] alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo.
Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche Satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.
Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino.
Chi non è con me, è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde.
Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo e, non trovandone, dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora. E l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima». 

 

Se Gesù agisce contro Satana non può esserne complice e se Egli non è complice di Satana coloro che avversano con pregiudizi Gesù si collocano, con la loro incredulità, automaticamente dalla parte del maligno. Solo la comunione di Fede e il riconoscimento costante che Gesù è il Signore e il Figlio di Dio fa sì che i demòni si sottomettano. Quando cessa tale comunione di Fede, il diavolo ritorna più forte di prima.
Ed è per questo che Gesù reagisce con parole forti e chiare, non tollera chi distorce la verità, perché quegli scribi, forse senza accorgersene, stanno cadendo nel peccato più grave: negare e bestemmiare l’Amore di Dio che è presente e opera in Gesù. E la bestemmia, il peccato contro lo Spirito Santo, è l’unico peccato imperdonabile – così dice Gesù –, perché parte da una chiusura del cuore alla misericordia di Dio che agisce in Gesù“. Eppure gli scribi dovrebbero aver visto che tutta la vita di Gesù è una operazione del “più forte per legare Satana”. Negare questo, dopo aver visto le opere di Gesù e divulgarlo con presunzione, è male.

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Nel Vangelo Gesù pone molte domande, per aiutarci. Le domande che invece fanno a Gesù sono per metterlo alla prova. Gli chiedono anche un segno dal cielo. Forse perché a noi interessa solo il potere?

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