venerdì 2 maggio 2025

02.05 SANT' ATANASIO VESCOVO E DOTTORE DELLA CHIESA


295 - 2 maggio 373

Vescovo di Alessandria d'Egitto, fu l'indomito assertore della fede nella divinità di Cristo, negata dagli Ariani e proclamata dal Concilio di Nicea (325). Per questo soffrì persecuzioni ed esili. Narrò la vita di Sant'Antonio abate e divulgò anche in Occidente l'ideale monastico.

"Dio si è fatto uomo perché noi uomini diventassimo dei, cioè partecipi della vita divina". 

02.05.2025 - At 5,34-42 - Gv 6,1-15 Gesù distribuì i pani a quelli che erano seduti, quanto ne volevano.

Dagli Atti degli Apostoli - At 5,34-42

In quei giorni, si alzò nel sinedrio un fariseo, di nome Gamalièle, dottore della Legge, stimato da tutto il popolo. Diede ordine di far uscire [gli apostoli] per un momento e disse: «Uomini di Israele, badate bene a ciò che state per fare a questi uomini. Tempo fa sorse Tèuda, infatti, che pretendeva di essere qualcuno, e a lui si aggregarono circa quattrocento uomini. Ma fu ucciso, e quelli che si erano lasciati persuadére da lui furono dissolti e finirono nel nulla. Dopo di lui sorse Giuda il Galileo, al tempo del censimento, e indusse gente a seguirlo, ma anche lui finì male, e quelli che si erano lasciati persuadére da lui si dispersero. Ora perciò io vi dico: non occupatevi di questi uomini e lasciateli andare. Se infatti questo piano o quest’opera fosse di origine umana, verrebbe distrutta; ma, se viene da Dio, non riuscirete a distruggerli. Non vi accada di trovarvi addirittura a combattere contro Dio!».
Seguirono il suo parere e, richiamati gli apostoli, li fecero flagellare e ordinarono loro di non parlare nel nome di Gesù. Quindi li rimisero in libertà. Essi allora se ne andarono via dal sinedrio, lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù.
E ogni giorno, nel tempio e nelle case, non cessavano di insegnare e di annunciare che Gesù è il Cristo.
1. Gamalièle suggerisce di lasciar perdere un caso del genere. Più ci si intestardisce contro questi uomini e più danno fate! SE QUESTA IDEA VIENE DAGLI UOMINI FINISCE NEL NULLA, SE VIENE DA DIO NON VI ACCADA DI TROVARVI A COMBATTERE CONTRO DIO…

2. Gli apostoli subiscono delle bastonate ma sono LIETI DI ESSERE STATI OLTRAGGIATI PER AMORE DEL NOME DI GESÙ. 

3. LA COMUNITÀ CRISTIANA ASSUME LE CARATTERISTICHE DELLE BEATITUDINI. Gli apostoli sono poveri, miti, perseguitati, STANNO VIVENDO VERAMENTE L'ESPERIENZA DI GESÙ CRISTO. Non cessano di insegnare e portare il lieto annunzio che Gesù è il Cristo…

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+ Dal Vangelo secondo Giovanni - Gv 6,1-15

In quel tempo, Gesù passò all'altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.
Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».
Gli disse allora uno dei discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci; ma che cos'è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C'era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.
Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d'orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.

 

I discepoli ragionano in termini di “mercato”, ma Gesù alla logica del comprare sostituisce  la logica del dare. Ordina ai discepoli di far sedere la gente, poi prese quei pani e quei pesci, rese grazie al Padre e li distribuì. Questi gesti anticipano quelli dell’Ultima Cena.
Il Signore può fare molto con il poco che gli mettiamo a disposizione. Sarebbe bello chiederci ogni giorno: “Oggi che cosa porto a Gesù?” Lui può fare molto con una nostra preghiera, con un nostro gesto di carità per gli altri, persino con una nostra miseria consegnata alla sua misericordia.
Se noi fossimo una delle 5000 e più persone, che cosa ci verrebbe da pensare? Quest'uomo teniamocelo, ci serve, facciamolo re. Gesù si sottrae. Vedremo dove ci vorrà condurre nel percorso delle domeniche fino alla sorprendente conclusione.

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La gente vede il segno e lo vogliono incoronare, ma Gesù si ritira sul monte, da solo. Andiamo dietro ai miracoli, non siamo liberi dalla tentazione del potere. Qual è il nostro monte dove salvarci? 

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SALVATA!

SALVATA!

Martedì 1° aprile, Samuel Da Silva, un esperto netturbino di Rio de Janeiro, ha trovato una neonata di pochi giorni in mezzo ai rifiuti che stava per buttare via. Un salvataggio dell'ultimo minuto particolarmente toccante.

 Giornata strana per Samuel Da Silva dos Santos. Questo netturbino di Rio de Janeiro è rimasto sorpreso nello scoprire, in mezzo ai rifiuti che stava raccogliendo, la presenza di un neonato abbandonato. Uno scherzo casuale per il pesce d'aprile? Non proprio. Martedì 1° aprile, mentre stava terminando il suo solito giro di raccolta alle due del mattino, l'uomo addetto alla nettezza urbana notò un cassone abbandonato accanto a un cassonetto. All'interno, una forma umana, molto piccola... che a prima vista gli fa pensare a una semplice bambola. Ma quando si avvicinò, Samuel notò con sgomento che si trattava di una bambina. Rimase inerte finché Samuel non la prese tra le braccia.

 "Quando il mio amico Samuel l'ha abbracciata, credo che si sia sentita più protetta, un po' più al caldo", ha detto il suo collega Anderson Mendes Nunes. "Fu allora che cominciò ad aprire gli occhi", ha aggiunto. Nel video che circola sui social media, la bambina sembra essere poco più grande delle grandi mani di Samuel, che la tengono stretta. Samuel sottolineò la natura provvidenziale di questa scoperta. Gli operatori ecologici lavoravano velocemente e, come spesso accade, avevano avuto una giornata estenuante. Il bambino è stato quasi gettato nel cassonetto... "Di solito lavoriamo in fretta, (raccogliendo la spazzatura) con una pala e buttandola via. Poteva andare peggio", ha osservato. Samuel lo sa fin troppo bene: 18 anni fa trovò un altro neonato tra i rifiuti, ma questo non sopravvisse.

 Affidata ai servizi sanitari affinché le vengano fornite le cure necessarie, la bambina sembra essere fuori pericolo e le sue condizioni sono stabili. La polizia brasiliana sta ora indagando per scoprire la sua identità e quella dei suoi genitori. Ma la bambina potrebbe aver trovato una nuova casa. Profondamente commosso dalle telecamere dei media che erano venute per intervistarlo, Samuel ha dichiarato di voler adottare la bambina e dargli una nuova vita. "È molto toccante, perché è una guerriera, non è vero? È rinata (...) Chiederò di adottarla. Ha bisogno di qualcuno che le dia amore e affetto", ha detto l'uomo, che è già padre di tre figli.

 Questo miracolo di salvataggio ci ricorda profondamente il valore della vita e il dono sacro che ogni bambino rappresenta. La bambina abbandonata, miracolosamente salvata da Samuel Da Silva, è testimone della provvidenza divina che non abbandona mai nessuno, anche nei momenti più oscuri. La sua storia ci invita a riflettere sulla necessità di vedere ogni vita come un segno dell'amore di Dio, che ci chiama a proteggere, nutrire e dare speranza a chi è più vulnerabile.

La decisione di Samuel di prendersi cura di lei, e la sua volontà di adottarla, incarnano l'amore cristiano, che ci chiede di abbracciare il prossimo con compassione e generosità. In un mondo che spesso sembra dimenticare i più deboli, il gesto di Samuel ci ricorda che ogni persona ha una dignità intrinseca che va difesa e valorizzata.

Che questa neonata possa crescere circondata dall'amore di chi crede nel valore sacro della vita e che la sua storia possa ispirare tutti noi a essere più sensibili verso chi è emarginato o in difficoltà. Cristo ci insegna che ogni atto di misericordia, per quanto piccolo, è un riflesso del Suo amore verso di noi.

 

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giovedì 1 maggio 2025

01.05.2025 - At 5,27-33 - Mt 13,54-58 - Non è costui il figlio del falegname?

Dagli Atti degli Apostoli - At 5,27-33

In quei giorni, [il comandante e gli inservienti] condussero gli apostoli e li presentarono nel sinedrio; il sommo sacerdote li interrogò dicendo: «Non vi avevamo espressamente proibito di insegnare in questo nome? Ed ecco, avete riempito Gerusalemme del vostro insegnamento e volete far ricadere su di noi il sangue di quest’uomo».
Rispose allora Pietro insieme agli apostoli: «Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini. Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi avete ucciso appendendolo a una croce. Dio lo ha innalzato alla sua destra come capo e salvatore, per dare a Israele conversione e perdono dei peccati. E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo, che Dio ha dato a quelli che gli obbediscono».
All’udire queste cose essi si infuriarono e volevano metterli a morte.
1. «BISOGNA OBBEDIRE A DIO INVECE CHE AGLI UOMINI». Pietro proclama coraggiosamente, a nome anche degli altri gli Apostoli, il PRINCIPIO FONDAMENTALE della libertà della fede e della coerenza di vita dei cristiani.

2. Nel brano troviamo un TITOLO CRISTOLOGICO NUOVO: “CAPO” che indica il capo comitiva, quello che guida il gruppo, quello che fa la strada, quello che apre sentiero. È la presentazione di GESÙ COME COLUI CHE GUIDA LA CAROVANA DEI PELLEGRINI.

3. All'udire le parole di Pietro, i sommi Sacerdoti si irritano e decidono di metterli a morte. UBBIDIRE A DIO VUOL DIRE FARE SCELTE CORAGGIOSE CHE COSTANO.

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+ Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 13,54-58
In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.

 

Nella sinagoga di paese, Gesù sorprende la gente, rivelando una sapienza che ha un'altra origine. A quelli che conoscevano Gesù sembrava strano che fosse un profeta, anche perché lo avevano visto crescere. Lo stupore che provarono non diventò occasione di accoglienza, ma di scandalo e di rifiuto. Perché? Perché bisogna aprire il cuore e la mente alla novità di Dio. Senza apertura alla novità, senza stupore, la fede diventa una litania stanca che lentamente si spegne e diventa un’abitudine, un’abitudine sociale. 
I miracoli non sono la causa della fede ma l’effetto. L’onnipotenza di Gesù arretra di fronte alla nostra incredulità: è il vero scandalo, l’inciampo. Siamo aperti al nuovo o pensiamo di sapere già tutto?

 

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01.05 SAN GIUSEPPE LAVORATORE



Sposo della beata Vergine Maria: uomo giusto, nato dalla stirpe di Davide, fece da padre al Figlio di Dio Gesù Cristo, che volle essere chiamato figlio di Giuseppe ed essergli sottomesso come un figlio al padre. La Chiesa con speciale onore lo venera come patrono, posto dal Signore a custodia della sua famiglia.

Gesù non ha disdegnato di essere chiamato il figlio del falegname: con la sua opera ha elevato a nuova dignità il lavoro dell'uomo.

PATRONO: PADRI, CARPENTIERI, LAVORATORI, MORIBONDI, ECONOMI, PROCURATORI LEGALI

NELLO STESSO GIORNO:
SAN RICCARDO PAMPURI Religioso fatebenefratelli - MILANO
Trivolzio, Pavia, 2 agosto 1897 - Milano, 1 maggio 1930
A Milano, san Riccardo (Erminio Filippo) Pampuri esercitò con generosità la professione di medico e, nel 1927 entrò a Brescia nel noviziato dei Fatebenefratelli dove emise la professione religiosa il 24 ottobre 1928. Gli venne affidato il gabinetto dentistico. Purtroppo nella primavera del 1929 la sua salute peggiorò per la tubercolosi. Il 18 aprile 1930 fu trasferito nell'Ospedale del Fatebenefratelli di Milano dove morì il primo maggio.

 

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mercoledì 30 aprile 2025

30.04.2025 - At 5,17-26 - Gv 3,16-21 - Dio ha mandato il Figlio nel mondo, perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.

Dagli Atti degli Apostoli - At 5,17-26

In quei giorni, si levò il sommo sacerdote con tutti quelli della sua parte, cioè la setta dei sadducèi, pieni di gelosia, e, presi gli apostoli, li gettarono nella prigione pubblica.
Ma, durante la notte, un angelo del Signore aprì le porte del carcere, li condusse fuori e disse: «Andate e proclamate al popolo, nel tempio, tutte queste parole di vita». Udito questo, entrarono nel tempio sul far del giorno e si misero a insegnare.
Quando arrivò il sommo sacerdote con quelli della sua parte, convocarono il sinedrio, cioè tutto il senato dei figli d’Israele; mandarono quindi a prelevare gli apostoli nella prigione. Ma gli inservienti, giunti sul posto, non li trovarono nel carcere e tornarono a riferire: «Abbiamo trovato la prigione scrupolosamente sbarrata e le guardie che stavano davanti alle porte, ma, quando abbiamo aperto, non vi abbiamo trovato nessuno».
Udite queste parole, il comandante delle guardie del tempio e i capi dei sacerdoti si domandavano perplessi a loro riguardo che cosa fosse successo. In quel momento arrivò un tale a riferire loro: «Ecco, gli uomini che avete messo in carcere si trovano nel tempio a insegnare al popolo».
Allora il comandante uscì con gli inservienti e li condusse via, ma senza violenza, per timore di essere lapidati dal popolo.
1. Gli apostoli vengono arrestati di nuovo, ma un angelo aprì le porte della prigione. IL CRISTO LIBERATORE LIBERA I SUOI AMICI, loro sono veramente liberi, non riescono a essere trattenuti da queste catene.

2. LE AUTORITÀ NON RIESCONO A TAPPARE LA BOCCA AI DISCEPOLI, A QUESTA FORZA DIVINA. Voi li avete messi in galera e al mattino presto quelli sono di nuovo nel Tempio, e CONTINUANO A INSEGNARE quello che voi già più volte avete detto di non insegnare

3. GLI APOSTOLI ORA GODONO LE SIMPATIE DEL POPOLO e anche quelli che non diventano cristiani apprezzano e stimano il gruppo Cristiano.

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+ Dal Vangelo secondo Giovanni - Gv 3,16-21

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

 

“Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui». Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, mandato come luce agli uomini. La luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Che dramma! 
Quando scegliamo di vivere nel peccato, siamo in questo stato: non tolleriamo la luce. È più comodo per noi vivere nelle tenebre; la luce ci schiaffeggia, ci fa vedere quello che noi non vogliamo vedere. Ma il peggio è che gli occhi, gli occhi dell’anima dal tanto vivere nelle tenebre si abituano a tal punto che finiscono per ignorare cosa sia la luce. Gesù svela a Nicodemo la via semplice che conduce alla salvezza: la fede nel Figlio di Dio, Gesù presente.

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Dio ama il mondo e lo ama fino alla fine, dando la vita del Figlio per esso. L'alternativa è non amare e condannare il mondo. Come mai ci siamo convinti che il cristiano viva per condannare il mondo?

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30.04 SAN GIUSEPPE BENEDETTO COTTOLENGO

Bra, Cuneo, 3 maggio 1786 – Chieri, Torino, 30 aprile 1842


NELLO STESSO GIORNO:
SAN PIO V (ANTONIO GHISLIERI) PAPA
Bosco Marengo, Alessandria, 27 gennaio 1504 - Roma, 1 maggio 1572
San Pio V, papa dal 17/01/1566 al 01/05/1572, che, elevato dall’Ordine dei Predicatori alla cattedra di Pietro, rinnovò, secondo i decreti del Concilio di Trento, con grande pietà e apostolico vigore il culto divino, la dottrina cristiana e la disciplina ecclesistica e promosse la propagazione della fede. Il primo di maggio a Roma si addormentò nel Signore.

 

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martedì 29 aprile 2025

29.04.2025 - 1Gv 1,5-2,2 - Mt 11,25-30 - Hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli.

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo - 1Gv 1,5-2,2

Figlioli miei, questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che noi vi annunciamo: Dio è luce e in lui non c’è tenebra alcuna. Se diciamo di essere in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, siamo bugiardi e non mettiamo in pratica la verità. Ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, il Figlio suo, ci purifica da ogni peccato.
Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto tanto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. Se diciamo di non avere peccato, facciamo di lui un bugiardo e la sua parola non è in noi.
Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un Paràclito presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. È lui la vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.
1. “DIO È LUCE E IN LUI NON CI SONO TENEBRE”. Dio è amore, Dio è grazia, è luce. In lui non ci sono tenebre, in lui non c’è peccato. FARE COMUNIONE CON DIO È VIVERE IN GRAZIA, vivere nella luce. IL VERO NEMICO DELLA COMUNIONE È IL PECCATO. Con la grazia di Dio sei in comunione con Dio e con i fratelli.

2. SE DICIAMO DI ESSERE SENZA PECCATO, INGANNIAMO NOI STESSI. Attraverso il sacramento della Penitenza GESÙ CI TOGLIE IL PECCATO, ci ridona la grazia e con la grazia ritorniamo in comunione con Dio Padre, Figlio e Spirito Santo e con i fratelli...

3. Se ci ritroviamo ancora mancanti, perché limitati nella nostra condizione umana, non dobbiamo avere paura. ABBIAMO UN PARACLITO. Gesù è il solo giusto davanti a Dio e Lui solo CI DIFENDE E CI PERMETTE DI ESSERE LIBERI DAL NOSTRO PECCATO. Gesù è l'Agnello che è stato immolato una volta per tutte PER SALVARE NON SOLO IL SUO POPOLO, MA TUTTO IL MONDO, prigioniero del male e della morte. A Lui la lode in eterno....

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+ Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 11,25-30
In quel tempo Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

 

Come il Padre comunica tutto il suo mistero e la sua vita al Figlio, così il Cristo rivela e dona la vita divina ai suoi discepoli chiamati appunto “piccoli”.
I piccoli sono invitati da Gesù a prendere il suo giogo “dolce e leggero” perché egli è “mite e umile di cuore”.  Il giogo serve a un paio di buoi per tirare l'aratro o il carro: è fatto per due. Portare il giogo di Cristo vuol dire che oltre a te, hai accanto Gesù. Ecco spiegato perché il suo giogo è leggero, perché Gesù ci aiuta a portarlo.
E poi, una volta ricevuto il ristoro e il conforto di Cristo, siamo chiamati a nostra volta a diventare ristoro e conforto per i fratelli, con atteggiamento mite e umile, ad imitazione del Maestro. Ci stai?

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Dio gioca a nascondino e predilige i piccoli. L’invito a giocare richiede la nostra capacità di metterci in gioco, ma sul serio. Senza però prendersi troppo sul serio. Impareremo a riconoscerci piccoli?

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29.04 SANTA CATERINA DA SIENA - PATRONA D'ITALIA E D'EUROPA

Siena, 25 marzo 1347 - Roma, 29 aprile 1380


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VIVERE (E MORIRE) PARTENDO DALLA RESURREZIONE

VIVERE (E MORIRE) PARTENDO DALLA RESURREZIONE

80 anni fa veniva giustiziato Dietrich Bonhoeffer, teologo protestante, pastore e patriota tedesco, con l'accusa di avere cospirato contro Hitler.

Il 9 aprile è l’ottantesimo anniversario della morte di Dietrich Bonhoeffer (1906-1945), giustiziato all’età di 39 anni nel lager di Flossenbürg, dopo due anni di dura prigionia per “complicità in alto tradimento della patria” e “demoralizzazione delle truppe e renitenza al servizio militare”. Rinchiuso dapprima nel carcere militare di Tegel (Berlino-Brandeburgo), dopo la scoperta della sua partecipazione al fallito attentato a Hitler del 20 luglio 1944 verrà condotto nel carcere della Gestapo in Prinz-Albrecht-Strasse. Da lì sarà trasferito nel febbraio 1945 nel lager di Buchenwald, poi a Regensburg, a Schönberg in Baviera, e infine a Flossenbürg, dove due settimane prima della liberazione del campo da parte alleata verrà impiccato insieme ad Hans Oster e all’ammiraglio Wilhelm Canaris.

 Quest’ultimo, a capo dell’Abwehr, il servizio segreto militare del Reich, insieme al colonnello Claus von Stauffenberg, cattolico, e ad Hans von Dohnányi aveva organizzato l’Operazione Valchiria, nella quale furono cooptati Dietrich Bonhoeffer e suo fratello Klaus, cognati di Dohnányi. Da quel momento, Bonhoeffer si impegna in un complesso esercizio di doppi giochi e di menzogne “per la verità”.

 L’Operazione Valchiria prevedeva un colpo di Stato a seguito dell’uccisione di Hitler con una bomba piazzata nella Wolfsschanze, la Tana del lupo, quartier generale del Führer a Rastenburg. Tuttavia la valigetta con l’ordigno, collocata sotto al tavolo da von Stauffenberg prima di allontanarsi con una scusa, restò lontana da Hitler e il tavolo gli fece da schermo nell’esplosione.

 In seguito al fallimento del 20 luglio, le speranze di liberazione dalla prigionia vennero meno. Già ben prima del suo arresto, Bonhoeffer aveva messo in conto la possibilità dell’estremo sacrificio, come aveva presentito nel 1942: “Finché non è giunta la sua ora, Cristo si è sottratto alla sofferenza; a quel punto però è andato liberamente incontro ad essa, l’ha affrontata e vinta. […] Noi non siamo Cristo, ma se vogliamo essere cristiani, dobbiamo condividere la sua grandezza di cuore nell’azione responsabile, che accetta liberamente l’ora e si espone al pericolo”.

 Ma che cosa aveva portato un pastore luterano e raffinato teologo a farsi protagonista della resistenza al regime nazista? Bonhoeffer fondò nel 1934 con Karl Barth una Chiesa confessante in aperta polemica con la subalternità al nazismo della Chiesa evangelica ufficiale. Nel 1939 decise di tornare in Germania, declinando un sicuro asilo a New York.

 Nel 1942, mentre la Gestapo era già sulle sue tracce, Bonhoeffer donò ad alcuni amici fidati un breve scritto a futura memoria, Dieci anni dopo, in cui riaffermava la responsabilità personale del cristiano dinanzi al mondo. Se si sfugge al confronto pubblico in nome di una “virtù privata”, si dovrà allora chiudere occhi e bocca davanti all’ingiustizia. Solo chi accetta la responsabilità dell’azione, nella fede e nel vincolo esclusivo a Dio, può “colpire in profondità e vincere il male”.

 Bonhoeffer sapeva che la libertà cristiana non significa evitare il peccato, ma assumersi il rischio dell’azione responsabile. L’Operazione Valchiria, tuttavia, fallì. Gli Alleati non credettero all’esistenza di una resistenza interna e la Gestapo scoprì la rete cospirativa, arrestando Bonhoeffer e il cognato von Dohnányi il 5 aprile 1943. La sua prigionia a Tegel rafforzò in lui la convinzione che Dio fosse presente nella storia e nel mondo, non in un al di là distante.

 Le Lettere alla fidanzata e gli scambi epistolari con l’amico Eberhard Bethge, raccolti in Resistenza e resa, documentano la tensione morale e la fede di Bonhoeffer, che spinse la sua teologia verso una radicale cristologia dell’incarnazione e della croce, sempre sotto il segno della risurrezione. Egli rifiutava un cristianesimo alienante e spiritualista, affermando invece: “Se la terra è stata fatta degna di sostenere i passi di Gesù Cristo, se è vissuto un uomo come Gesù, allora e solo allora per noi uomini vivere ha un senso”.

 Per Bonhoeffer, la fedeltà alla terra e la speranza della risurrezione non erano in contraddizione. “Solo quando si amano la vita e la terra al punto tale che sembra che con esse tutto sia perduto e finito, si può credere alla risurrezione dei morti e a un mondo nuovo”. La sua scelta di partecipare alla congiura contro Hitler non era dunque un tradimento, ma un atto di amore supremo per la vita stessa, in fedeltà a Cristo e alla sua chiamata.

 Bonhoeffer non cercava la morte, ma era disposto ad accoglierla se necessario, perché la sua fede non era una fuga dalla realtà, bensì un radicamento profondo in essa. Nella sua ultima lettera a Bethge, il 27 marzo 1944, scrisse: “Non è nell’ars moriendi, ma è dalla risurrezione di Cristo che può spirare nel mondo presente un nuovo vento purificatore. Vivere partendo dalla risurrezione: questo significa Pasqua”.

 Questa visione teologica ed esistenziale si riassume nella domanda guida della sua vita: “Chi è Cristo per noi oggi?” La risposta di Bonhoeffer colloca Cristo al centro della vita, non ai margini dell’esistenza umana. Il cristianesimo non è evasione dal mondo, ma impegno concreto nella storia, perché “Cristo al centro della vita” è la testimonianza che lascia ai cristiani di ogni tempo.

 Nel tempo del nichilismo nazista, Bonhoeffer testimoniò una fede che non si rifugiava in un “altrove” lontano, ma che si radicava nella responsabilità e nella speranza. Ancora oggi, la sua eredità ci interroga: “Chi è Cristo per noi oggi?”

 

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lunedì 28 aprile 2025

28.04.2025 - At 4,23-31 - Gv 3,1-8 - Nessuno può vedere il regno di Dio se non rinascere dall'alto.

Dagli Atti degli Apostoli - At 4,23-31

In quei giorni, rimessi in libertà, Pietro e Giovanni andarono dai loro fratelli e riferirono quanto avevano detto loro i capi dei sacerdoti e gli anziani.
Quando udirono questo, tutti insieme innalzarono la loro voce a Dio dicendo: «Signore, tu che hai creato il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che in essi si trovano, tu che, per mezzo dello Spirito Santo, dicesti per bocca del nostro padre, il tuo servo Davide: “Perché le nazioni si agitarono e i popoli tramarono cose vane? Si sollevarono i re della terra e i prìncipi si allearono insieme contro il Signore e contro il suo Cristo”; davvero in questa città Erode e Ponzio Pilato, con le nazioni e i popoli d’Israele, si sono alleati contro il tuo santo servo Gesù, che tu hai consacrato, per compiere ciò che la tua mano e la tua volontà avevano deciso che avvenisse. E ora, Signore, volgi lo sguardo alle loro minacce e concedi ai tuoi servi di proclamare con tutta franchezza la tua parola, stendendo la tua mano affinché si compiano guarigioni, segni e prodigi nel nome del tuo santo servo Gesù».
Quand’ebbero terminato la preghiera, il luogo in cui erano radunati tremò e tutti furono colmati di Spirito Santo e proclamavano la parola di Dio con franchezza.
1. La prima cosa che fecero i discepoli quando furono rilasciati fu di andare dagli altri credenti, per riferire tutto quello che i capi religiosi avevano detto loro. È IMPORTANTE CONDIVIDERE LE PROVE GLI UNI CON GLI ALTRI, perché solo così possiamo pregare insieme, e incoraggiarci a vicenda…

2. La preghiera della comunità parte dal Salmo 2 dove si parla della coalizione contro il Messia. LA LORO PREGHIERA SCATURISCE DAL CONFRONTO DELLA LORO SITUAZIONE ATTUALE CON UN PENSIERO DELLA S. SCRITTURA, espresso dal salmista. I primi cristiani CHIEDEVANO A DIO IL DONO DI PREDICARE CON FRANCHEZZA…

3. Nel momento della preghiera, inseriti in una situazione di difficoltà e di persecuzione, LA COMUNITÀ SPERIMENTA IL DONO DELLO SPIRITO e proclamavano la parola di Dio con franchezza.

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+ Dal Vangelo secondo Giovanni - Gv 3,1-8

Vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodèmo, uno dei capi dei Giudei. Costui andò da Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei venuto da Dio come maestro; nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui». Gli rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall'alto, non può vedere il regno di Dio».
Gli disse Nicodèmo: «Come può nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». Rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito. Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall'alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».

 

Nicodemo rappresenta tutti coloro che sono in ricerca della verità ma temono il giudizio degli altri. Nel dialogo con Gesù, egli scopre che la fede non è solo conoscenza, ma rinascita nello Spirito. Gesù lo invita a compiere un salto radicale: nascere di nuovo dall'alto, accogliendo l'azione trasformante dello Spirito Santo. Anche oggi molti cercano Dio, ma esitano di fronte alla necessità di un cambiamento profondo. La croce di Cristo resta il segno supremo dell'amore di Dio, capace di illuminare le menti e convertire i cuori. Solo affidandosi totalmente a Lui si può entrare nel Regno di Dio.

 

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28.04 SAN LUIGI MARIA GRIGNION DA MONTFORT

Montfor, Rennes, Francia, 1673 - St. Laurent-sur-Sèvre, Francia, 28 aprile 1716


 

NELLO STESSO GIORNO:
SAN PIETRO CHANEL SACERDOTE E MARTIRE
Cuet, Francia, 12 luglio 1803 - Isole Figi, 28 aprile 1841
San Pietro Chanel, sacerdote della Società di Maria e martire, che nel suo ministero si adoperò nella cura della gente di campagna e nell’istruzione dei bambini; mandato poi insieme ad alcuni compagni ad annunciare il Vangelo nell’Oceania occidentale, approdò all’isola di Futúna, dove la comunità cristiana era ancora del tutto assente. Pur ostacolato da molte difficoltà, mantenendo un contegno di singolare mansuetudine riuscì a convertire alcuni alla fede, tra i quali il figlio del re, che furibondo ne ordinò l’uccisione, facendo di lui il primo martire dell’Oceania.
SANTA GIANNA BERETTA MOLLA
Magenta, Milano, 4 ottobre 1922 - 28 aprile 1962
A Magenta in Lombardia, santa Giovanna Beretta Molla, madre di famiglia, che, portando un figlio in grembo, morì anteponendo amorevolmente la libertà e la salute del nascituro alla propria stessa vita.

 

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domenica 27 aprile 2025

At 5,12-16 - Ap 1,9-11.12-13.17-19 - Gv 20,19-31 - II DOMENICA DI PASQUA o della Divina Misericordia (ANNO C)

II DOMENICA DI PASQUA o della Divina Misericordia (C)

Domenica 27 Aprile 2025
Dagli Atti degli Apostoli - At 5,12-16
Molti segni e prodigi avvenivano fra il popolo per opera degli apostoli. Tutti erano soliti stare insieme nel portico di Salomone; nessuno degli altri osava associarsi a loro, ma il popolo li esaltava.
Sempre più, però, venivano aggiunti credenti al Signore, una moltitudine di uomini e di donne, tanto che portavano gli ammalati persino nelle piazze, ponendoli su lettucci e barelle, perché, quando Pietro passava, almeno la sua ombra coprisse qualcuno di loro.
Anche la folla delle città vicine a Gerusalemme accorreva, portando malati e persone tormentate da spiriti impuri, e tutti venivano guariti.
1. Il racconto degli Atti degli Apostoli ci presenta IL CAMMINO DELLA PAROLA, i primi passi degli Apostoli testimoni del Risorto. GUIDATI DALLO SPIRITO ANNUNCIANO L'OPERA DI GESÙ E LA CONTINUANO. Noi siamo inseriti in questo cammino…

2. Gli Apostoli erano dei veri taumaturghi tra il popolo. Erano molti i segni e i prodigi che avvenivano per opera loro. Dio concedeva di fare miracoli, segni e prodigi PER ATTRARRE MOLTI ALLA FEDE IN CRISTO GESÙ, IL NAZARENO. Le guarigioni fisiche rimandavano alla guarigione di tutta la persona: SEGNO DELLA LIBERAZIONE DAL PECCATO. Dio ci attrae…

3. UNA MOLTITUDINE DI UOMINI E DI DONNE venivano aggiunti al Signore, cioè alla comunità del Signore, alla sua Chiesa. Venivano AGGIUNTI AL SIGNORE, cioè al suo Corpo, essendo la Chiesa il Corpo di Cristo. LE CONVERSIONI SONO IL FRUTTO DELLA GRAZIA DI DIO CHE OPERA PER MEZZO DEGLI APOSTOLI. Dio ci inserisce nel suo corpo, la Chiesa…

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Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo - Ap 1,9-11.12-13.17-19
Io, Giovanni, vostro fratello e compagno nella tribolazione, nel regno e nella perseveranza in Gesù, mi trovavo nell’isola chiamata Patmos a causa della parola di Dio e della testimonianza di Gesù.
Fui preso dallo Spirito nel giorno del Signore e udii dietro di me una voce potente, come di tromba, che diceva: «Quello che vedi, scrivilo in un libro e mandalo alle sette Chiese».
Mi voltai per vedere la voce che parlava con me, e appena voltato vidi sette candelabri d’oro e, in mezzo ai candelabri, uno simile a un Figlio d’uomo, con un abito lungo fino ai piedi e cinto al petto con una fascia d’oro.
Appena lo vidi, caddi ai suoi piedi come morto. Ma egli, posando su di me la sua destra, disse: «Non temere! Io sono il Primo e l’Ultimo, e il Vivente. Ero morto, ma ora vivo per sempre e ho le chiavi della morte e degli inferi. Scrivi dunque le cose che hai visto, quelle presenti e quelle che devono accadere in seguito».
1. Giovanni esiliato nell'isola di Patmos in un giorno di domenica, o del Signore, ha una visione, sente alle spalle una voce, si gira e VEDE IN FACCIA IL FIGLIO DELL'UOMO, IL SIGNORE RISORTO. È la Pasqua, Gesù è vivo!

2. Giovanni cadde a terra come morto, ma VIENE RISOLLEVATO: il Cristo Risorto, VIVO, gli pone una mano sulla spalla, lo incoraggia, e si presenta a Lui dicendogli: Non temere, Io sono il primo e l'ultimo, IO ERO MORTO MA ADESSO SONO IL VIVENTE. Gesù è vivo!

3. E prosegue: ho le chiavi del mondo dei morti e della morte, ADESSO COMANDO IO, di conseguenza TI DO L'INCARICO DI COMUNICARE alle comunità perseguitate e in crisi la rivelazione di Gesù Cristo. Cosa deve comunicare? Che Gesù è vivo, che il Signore REGGE LA STORIA e GARANTISCE LA SUA PRESENZA nonostante tutto.  È la buona notizia anche per noi che ne abbiamo bisogno!

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+ Dal Vangelo secondo Giovanni - Gv 20,19-31

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
1. “PACE A VOI” GESÙ RISORTO È LA NOSTRA PACE: PACE con Dio, PACE con gli uomini, PACE con il creato, PACE con se stessi. Infatti Gesù risorto ha vinto ciò che è causa della disarmonia di tutto: il male, il peccato. ACCOGLIAMO GESÙ NELLA NOSTRA VITA...
2. “SOFFIÒ E DISSE LORO: RICEVETE LO SPIRITO SANTO”. Gesù ripete lo stesso gesto del Creatore quando creò la persona. E’ LO SPIRITO SANTO IL LIEVITO NECESSARIO PERCHÉ L’UOMO SIA UNA NUOVA CREATURA e nello stesso tempo costruttore di vita. INVOCHIAMOLO OGNI GIORNO!!
3. "METTI QUI IL TUO DITO E GUARDA LE MIE MANI; TENDI LA TUA MANO E METTILA NEL MIO FIANCO". Gesù REALIZZA il desiderio di Tommaso e invita noi tutti a TENERE LO SGUARDO SULLE MANI E SUL COSTATO DI GESÙ. E' un invito che ogni domenica ci viene fatto: TENERE LO SGUARDO SULLE MANI E SUL COSTATO DI GESÙ... FACCIAMO ATTENZIONE...
BUONA DOMENICA DI PASQUA ...

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LECTIO DIVINA - II DOMENICA DI PASQUA o della Divina Misericordia (ANNO C)

OMELIA - II DOMENICA DI PASQUA o della Divina Misericordia (ANNO C)