venerdì 22 novembre 2024

LA CAPPELLA VOTIVA - Santuario della Pace - Albisola Superiore (SV)

LA CAPPELLA VOTIVA

Il segno della riconoscenza


In ringraziamento della pace ottenuta, il 24 ottobre dello stesso anno 1482 i Comuni decisero la costruzione della Cappella dedicata a Maria (l'odierna Cripta). Sulla parete centrale interna venne realizzato l'affresco della Vergine Madre con il Bimbo Gesù denominata Nostra Signora della Pace. A causa dell'umidità, nel 1845 esso fu trasferito nel Santuario costruito nel 1578 a ridosso della Cappella.


La facciata


É posta sul lato sinistro del Santuario. Ha un'arcata centrale ripartita in tre settori da quattro lesene. Al centro risalta un grande affresco della Madonna. La Vergine è in atteggiamento raccolto e con le mani incrociate sul petto, in veste rossa con manto celeste, circondata da nuvole e putti, uno dei quali tiene in mano un ramoscello d'ulivo. L'opera è attribuita a Gian Bernardo Gatteri, operante tra il 1685 e il 1725.

Nella parte superiore dei tre settori, sono affrescati altrettanti tondi. Al centro la colomba, segno dello Spirito Santo, ai lati due simboli con espressioni che fanno riferimento alla Madonna.

Due porte laterali, contornate da finti elementi architettonici e timpano aperto con al centro vasi di frutta e foglie e due medaglioni, inoltrano nella sottostante Cappella. Una finestra lucernario centrale in basso dà una tenue luce all'interno.

Artistica statua di marmo


Nella nicchia frontale della Cappella, ornata in alto da un decoro a conchiglia in rilievo, è custodita e venerata l'artistica statua, in marmo di Carrara, della Madonna con in braccio il Bambino Gesù, che in precedenza si trovava sull'altare maggiore del Santuario. È attribuita al genovese Filippo Parodi, discepolo del Bernini (1630 - 1702). La Vergine tiene in mano il ramoscello d'ulivo, per ricordare il valore della pace. Dolcissima l'espressione del viso della Vergine e del Bambino, a lei rivolto con lo sguardo, mentre poggia fiducioso il braccio sul collo materno. Il capo è ricoperto da un velo, il corpo da un sontuoso panneggio che si stende fino ai piedi.

La gloria di Maria


Il soffitto, a una sola navata, è dipinto per tutto il campo da un pregevole affresco raffigurante la Vergine Assunta in cielo e la Gloria della SS. Trinità. La Vergine è assisa sulle nuvole tra uno stuolo di angeli che l'attorniano, mentre nel campo superiore la Santissima Trinità è in atto di accoglierla. L'affresco è opera del pittore genovese Giovanni Battista Bicchio (1632).


Dovizia di decorazioni

Anche le pareti risultano decorate con brevi lesene e capitelli affrescati, eseguiti da Nicolò Spirito di Albisola Superiore. Negli interspazi si susseguono colombe col ramoscello d'ulivo e la parola "pace" emergente dai sottostanti cartigli. Nei riquadri adiacenti agli spigoli appaiono i simboli dei quattro evangelisti con motti tratti dai loro vangeli.


22.11.2024 - Ap 10,8-11 - Lc 19,45-48 - Avete fatto della casa di Dio un covo di ladri.

Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo - Ap 10,8-11

Io, Giovanni, udii una voce dal cielo che diceva: «Va’, prendi il libro aperto dalla mano dell’angelo che sta in piedi sul mare e sulla terra».
Allora mi avvicinai all’angelo e lo pregai di darmi il piccolo libro. Ed egli mi disse: «Prendilo e divoralo; ti riempirà di amarezza le viscere, ma in bocca ti sarà dolce come il miele».
Presi quel piccolo libro dalla mano dell’angelo e lo divorai; in bocca lo sentii dolce come il miele, ma come l’ebbi inghiottito ne sentii nelle viscere tutta l’amarezza. Allora mi fu detto: «Devi profetizzare ancora su molti popoli, nazioni, lingue e re».
    1. L’angelo dice a Giovanni di prendere il libricino aperto dalle mani dell’Angelo e di INGHIOTTIRLO. Inghiottire il libro significa comprendere a fondo il significato di ciò che è scritto. IL CRISTIANO DEVE NUTRIRSI DI PAROLA DI DIO…
    2. Giovanni lo inghiotte: È DOLCE COME MIELE ALLA BOCCA, MA SARÀ AMARO NELLE VISCERE. È dolce perché contiene parole di vita e speranza di salvezza per coloro che le ascoltano. Amaro perché profetizza le sofferenze e le persecuzioni che subiscono coloro che diffondono la parola di Dio e la vivono. UN LIBRO DOLCE-AMARO…
    3. Infine Giovanni è invitato ad una nuova missione profetica, ad evangelizzare popoli e nazioni. UNA VOLTA INTERIORIZZATO il misterioso libro, Giovanni potrà profetizzare questa parola dolce-amara CHE PER CHI LA ACCOGLIE È MEDICINA DI SALVEZZA.

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    + Dal vangelo secondo Luca - Lc 19, 45-48
    In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà casa di preghiera”. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».
    Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo.

     

    Il tempio era il luogo di incontro con Dio. Quando Gesù arriva a Gerusalemme e sale al tempio, lo vede invaso dal mercato, dove la preghiera è resa impossibile. Continua ad accadere nella nostra vita, la nostra preghiera è disturbata da tante preoccupazioni. Il gesto deciso di Gesù che libera il tempio dai venditori, ci induce a liberare per la preghiera spazi e tempi della nostra vita.
    Il risultato dell'azione di Gesù? "I capi dei sacerdoti e gli scribi cercano di farlo morire", ma non sapevano come fare perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo. La forza di Gesù è la sua parola, la sua testimonianza, il suo amore. E dove c’è Gesù, non c’è posto per la mondanità, non c’è posto per il mercato.

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    «Il popolo pendeva dalle sue labbra». Visto il risultato finale del Venerdì Santo, questo non è un segnale positivo, non conviene essere così “appesi”, passivi... Che tipi di ascoltatori vuole Gesù?

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    22.11 SANTA CECILIA

    Santa Cecilia è venerata come martire e onorata come patrona dei musicisti. Di Lei è difficile reperire i dati storici completi, ma a sostenerne l'importanza è la certezza storica dell'antichità del suo culto. Due i fatti accertati: il «titolo» basilicale di Cecilia è antichissimo, sicuramente anteriore all'anno 313, cioè all'età di Costantino; la festa della santa veniva già celebrata, nella sua basilica di Trastevere, nell'anno 545. Sembra inoltre che Cecilia venne sepolta nelle Catacombe di San Callisto, in un posto d'onore, accanto alla cosiddetta «Cripta dei Papi», trasferita poi da Pasquale I nella cripta della basilica trasteverina. La famosa «Passio», un testo più letterario che storico, attribuisce a Cecilia una serie di drammatiche avventure, terminate con le più crudeli torture e conclusesi con il taglio della testa.

    giovedì 21 novembre 2024

    21.11.2024 - Ap 5,1-10 - Lc 19,41-44 - Se avessi compreso quello che porta alla pace!

    Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo - Ap 5,1-10

    Io, Giovanni, vidi nella mano destra di Colui che sedeva sul trono, un libro scritto sul lato interno e su quello esterno, sigillato con sette sigilli.
    Vidi un angelo forte che proclamava a gran voce: «Chi è degno di aprire il libro e scioglierne i sigilli?». Ma nessuno né in cielo, né in terra, né sotto terra, era in grado di aprire il libro e di guardarlo. Io piangevo molto, perché non fu trovato nessuno degno di aprire il libro e di guardarlo. Uno degli anziani mi disse: «Non piangere; ha vinto il leone della tribù di Giuda, il Germoglio di Davide, e aprirà il libro e i suoi sette sigilli».
    Poi vidi, in mezzo al trono, circondato dai quattro esseri viventi e dagli anziani, un Agnello, in piedi, come immolato; aveva sette corna e sette occhi, i quali sono i sette spiriti di Dio mandati su tutta la terra.
    Giunse e prese il libro dalla destra di Colui che sedeva sul trono. E quando l’ebbe preso, i quattro esseri viventi e i ventiquattro anziani si prostrarono davanti all’Agnello, avendo ciascuno una cetra e coppe d’oro colme di profumi, che sono le preghiere dei santi, e cantavano un canto nuovo:
    «Tu sei degno di prendere il libro
    e di aprirne i sigilli,
    perché sei stato immolato
    e hai riscattato per Dio, con il tuo sangue,
    uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione,
    e hai fatto di loro, per il nostro Dio,
    un regno e sacerdoti,
    e regneranno sopra la terra».
      1. Nella mano destra di Colui che siede sul trono, Giovanni vede UN LIBRO SCRITTO DENTRO E FUORI SIGILLATO CON SETTE SIGILLI, il libro dei destini del mondo o “Piano di Dio” chiuso con i sette sigilli i quali possono essere aperti solo dal Leone della tribù di Giuda e germoglio di Davide = GESÙ RISORTO.  
      2. L’AGNELLO IMMOLATO, PRENDE IL LIBRO DALLA MANO DESTRA DI DIO, i quattro Viventi e i ventiquattro Seniori, si prostrano davanti all’Agnello tenendo in mano ciascuno un’arpa e coppe d’oro, piene di profumi a simboleggiare le preghiere dei santi, intonando un CANTO NUOVO in segno di ringraziamento per i favori elargiti al suo popolo. SONO NELLA GIOIA, NELL'ARMONIA DEL SUONO DELLE ARPE, NELL'IMPLORAZIONE PER COLORO CHE SONO SULLA TERRA…
      3. Una moltitudine di angeli, i Seniori e tutti insieme lodano Dio e l’Agnello, perché IL TRONO DI DIO È ANCHE DELL’AGNELLO e unica è l’adorazione di tutti rivolta a entrambi: è il canto che celebra l’amore di Gesù-Agnello che si è immolato sulla croce per la redenzione degli uomini. IL RINGRAZIAMENTO CHE SALE A DIO DAL SUO POPOLO...

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      + Dal Vangelo secondo Luca - Lc 19,41-44
      In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa, dicendo: “Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace. Ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi.
      Giorni verranno per te in cui i tuoi nemici ti cingeranno di trincee, ti circonderanno e ti stringeranno da ogni parte; abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata”.

       

      Gesù predice la caduta di Gerusalemme e la distruzione del tempio, cosa che avverrà regolarmente nel 70 d.C. Il motivo va ricercato, dice Gesù, nella mancata accoglienza del Messia profetizzato nelle scritture. Gesù non è né contento né arrabbiato di questa punizione ma, come dice il Vangelo, piange per questa mancata accoglienza. Anche per noi si pone questo drammatico bivio: accogliere o rifiutare Gesù nella nostra vita concreta di ogni giorno.
      Gesù piange davanti a Gerusalemme. Piange e si commuove davanti alla folla affamata. Piange sulle fragilità e sulla poca fede dell’uomo, e offre continuamente il suo cuore, che vuole visitare il nostro dolore, il nostro errore, e redimerci e salvarci, purché lo riconosciamo.

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      Gesù viene a visitarci ma non lo riconosciamo. Non siamo vigilanti. E Gesù ci rimane male, fino a piangere. Il mancato riconoscimento fa piangere Gesù... e noi? Per cosa piangiamo?

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      21.11 PRESENTAZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA

      Memoria della Presentazione della beata Vergine Maria. Il giorno dopo la dedicazione della basilica di Santa Maria Nuova costruita presso il muro del tempio di Gerusalemme, si celebra la dedicazione che fece di se stessa a Dio fin dall'infanzia colei che, sotto l’azione dello Spirito Santo, della cui grazia era stata riempita già nella sua immacolata concezione, sarebbe poi divenuta la Madre di Dio.

      LA LIBERTÀ INIZIA CON UN SEMPLICE GESTO DI VERITÀ!

      LA LIBERTÀ INIZIA CON UN SEMPLICE GESTO DI VERITÀ!

      Vaclav Havel, presidente della Repubblica Cecoslovacca tra il 1989 e il 1992 e successivamente della Repubblica Ceca dal 1993 al 2003, è noto non solo per il suo ruolo politico ma anche per la sua straordinaria storia come dissidente. Incarcerato per cinque anni sotto il regime comunista, Havel, drammaturgo di formazione, ha dedicato la sua vita a risvegliare le coscienze. Credeva fermamente che ogni individuo possieda una riserva interiore di risorse, capace di affrontare qualsiasi oppressione.

      Havel si poneva domande fondamentali su come i giovani, cresciuti in un sistema totalitario, hanno trovato in sé il desiderio di verità e libertà. La risposta, secondo lui, è che l'essere umano non è solo un prodotto del contesto esterno, ma porta in sé un anelito di pienezza e verità. Questo potenziale di cambiamento può manifestarsi in modo inatteso, proprio come una palla di neve che, rotolando, può provocare una valanga. Un semplice gesto di verità può scatenare una rivoluzione: basti pensare a un ortolano che rimuove uno slogan comunista dalla vetrina del suo negozio.

      Havel è stato testimone di questo processo, diventando uno dei principali sostenitori di Charta 77, un movimento che denuncia la violazione dei diritti umani in Cecoslovacchia. La sua ascesa a presidente, dopo aver vissuto come dissidente, evidenzia la potenza della verità e dell'autenticità. Secondo Havel, il vero cambiamento sociale non può derivare solo da una nuova ideologia politica, ma deve partire dalla riconciliazione dell'uomo con sé stesso e con gli altri.

      Nel suo Discorso sul passato comunista Ceco del 1° gennaio 1990, Havel descrisse un ambiente moralmente contaminato, evidenziando come la società si fosse adattata a mentire e ignorare il prossimo. Concetti fondamentali come amore e giustizia avevano perso significato, ridotti a mere espressioni psicologiche. L'individualismo, che regna nella tranquillità domestica, porta a un disinteresse per la sfera pubblica e per la politica. Havel sottolinea che una società in cui gli individui vivono isolati non può generare attivismo e responsabilità politica.

      In questa visione, non è solo il regime ad essere responsabile della situazione, ma ciascun individuo. Havel afferma che tutti noi, in misura diversa, siamo co-creatori del sistema totalitario e dobbiamo assumerci la responsabilità delle nostre azioni e omissioni. Egli invita a vedere l'eredità del totalitarismo come un peccato collettivo e a riflettere su come il sistema non sia un'entità esterna, ma una costruzione in cui tutti hanno partecipato.

      La libertà e la democrazia non possono essere gestite solo dai governanti; richiedono il coinvolgimento e la responsabilità di ogni cittadino. Havel esprime la sua volontà di essere un presidente che parla meno e agisce di più, facendo eco al pensiero del pedagogista Comenio, con la sua famosa frase: “Gente, il vostro governo vi è stato restituito”. Questo invito alla responsabilità collettiva è un potente richiamo a tutti noi, affinché la speranza possa tornare a risiedere nei nostri cuori, rinnovando il legame tra individuo e comunità.

      mercoledì 20 novembre 2024

      20.11.2024 - Ap 4,1-11 - Lc 19,11-28 - Perché non hai consegnato il mio denaro a una banca?

      Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo - Ap 4,1-11

      Io, Giovanni, vidi: ecco, una porta era aperta nel cielo. La voce, che prima avevo udito parlarmi come una tromba, diceva: «Sali quassù, ti mostrerò le cose che devono accadere in seguito». Subito fui preso dallo Spirito.
      Ed ecco, c’era un trono nel cielo, e sul trono Uno stava seduto. Colui che stava seduto era simile nell’aspetto a diaspro e cornalina. Un arcobaleno simile nell’aspetto a smeraldo avvolgeva il trono. Attorno al trono c’erano ventiquattro seggi e sui seggi stavano seduti ventiquattro anziani avvolti in candide vesti con corone d’oro sul capo. Dal trono uscivano lampi, voci e tuoni; ardevano davanti al trono sette fiaccole accese, che sono i sette spiriti di Dio. Davanti al trono vi era come un mare trasparente simile a cristallo. In mezzo al trono e attorno al trono vi erano quattro esseri viventi, pieni d’occhi davanti e dietro.
      Il primo vivente era simile a un leone; il secondo vivente era simile a un vitello; il terzo vivente aveva l’aspetto come di uomo; il quarto vivente era simile a un’aquila che vola. I quattro esseri viventi hanno ciascuno sei ali, intorno e dentro sono costellati di occhi; giorno e notte non cessano di ripetere:
      «Santo, santo, santo
      il Signore Dio, l’Onnipotente,
      Colui che era, che è e che viene!».
      E ogni volta che questi esseri viventi rendono gloria, onore e grazie a Colui che è seduto sul trono e che vive nei secoli dei secoli, i ventiquattro anziani si prostrano davanti a Colui che siede sul trono e adorano Colui che vive nei secoli dei secoli e gettano le loro corone davanti al trono, dicendo:
      «Tu sei degno, o Signore e Dio nostro,
      di ricevere la gloria, l’onore e la potenza,
      perché tu hai creato tutte le cose,
      per la tua volontà esistevano e furono create».
        1. Giovanni vede un trono e UNO sta seduto su di esso. «Un trono era posto nel cielo e sul trono un Sedente». Il mondo NON è abbandonato a sé stesso, c'è UNO che guida, che regna. DIO CREA E PROVVEDE. 
        2. Intorno al trono c'è la storia e la natura, TUTTO è retto da Lui. E tutta questa realtà RICONOSCE DIO DEGNO DI LODE E DI ONORE, perché da Lui vengono e per Lui sono sostenute. UNIAMOCI NELLA LODE….
        3. Davanti al trono bruciano sette lampade, UN MARE CRISTALLINO LO CIRCONDA… Il Signore Dio cristallizza il mare, ciò domina il male. IL MALE È SOTTO IL DOMINIO DI DIO e Lui lo usa per ricavare un bene. E’ IL SIGNORE…

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        + Dal vangelo secondo Luca - Lc 19,11-28
        In quel tempo, Gesù disse una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all’altro.
        Disse dunque: «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d’oro, dicendo: “Fatele fruttare fino al mio ritorno”. Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: “Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi”. Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato.
        Si presentò il primo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate dieci”. Gli disse: “Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città”.
        Poi si presentò il secondo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate cinque”. Anche a questo disse: “Tu pure sarai a capo di cinque città”.
        Venne poi anche un altro e disse: “Signore, ecco la tua moneta d’oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato”. Gli rispose: “Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi”. Disse poi ai presenti: “Toglietegli la moneta d’oro e datela a colui che ne ha dieci”. Gli risposero: “Signore, ne ha già dieci!”. “Io vi dico: A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me”».
        Dette queste cose, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme.  

        L'ozio è il padre dei vizi. Lo sa bene il cristiano che non deve mai vivere pigramente, ma impegnarsi nei suoi doveri, mettendo a frutto i doni di Dio.
        Dio non è un padrone cattivo, duro e severo che vuole punirci. Se abbiamo questa immagine sbagliata la nostra vita non potrà essere feconda, perché vivremo nella paura e questa non ci condurrà a nulla di costruttivo. La paura ci paralizza, ci autodistrugge e ci fa vivere male.
        Il Signore è buono e ci ama, dunque, possiamo rispondere ogni giorno al suo amore amando i fratelli. E alla fine della vita saremo giudicati da come abbiamo amato: «Nella sera sarai esaminato sull’amore».
        Ognuno di noi sarà esaminato su come avrà utilizzato la mina, i talenti, che il Signore ci aveva dato per fare della nostra vita una vita d’Amore. E Lui ci donerà la corona della vita.

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        Come le altre parabole anche questa dei talenti ha a che fare con il mistero di Dio che è mistero d’amore. E l’amore ci attira ma ci fa paura. Ma di che cosa abbiamo veramente paura?

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