Ma cos’è la fede? Oggi sappiamo cosa avviene nel nostro cervello. Oggi sappiamo cose che solo vent’anni anni fa ci sarebbero sembrate incredibili. La fisica quantistica ci dice: “Quando tu pensi, emetti dei pacchetti di onde elementari (si parla di tachioni= particelle senza massa) che alla velocità di 857 milioni di km al secondo (!) raggiungerebbero tutto ciò che risuona nell’universo alla stessa frequenza.
Pensa alla radio: se tu ti sintonizzi su Radio Rds ti metti su una certa frequenza d’onda. Se, invece, sei sintonizzato su di un’altra, senti e sei collegato con Radio 105.
Per cui quando tu pensi “io non ce la faccio”, il tuo cervello emette onde che vanno a sintonizzarsi con tutti quelli che pensano così e tu avrai la certezza di non farcela.
Quando tu pensi “impossibile”, il tuo cervello cerca soluzioni e frequenze “impossibile”.
Se tu hai paura di essere derubato, con quale frequenza ti stai sintonizzando? Rubami!
Se tu hai paura che tuo figlio faccia un incidente stradale, ti stai sintonizzando con quella frequenza “incidente stradale”. È molto pericoloso questo.
Ma se tu pensi e vivi: “Sono nelle mani di Dio, Lui mi ama e i suoi angeli mi proteggono”, allora ti sintonizzi sulla frequenza “al sicuro; sono protetto”, e ti attiri nient’altro che ciò. Sembra magia ma è solo fisica quantistica. Sembra un giochetto per creduloni ma in realtà questa è la fede: credere a ciò che non è ancora.
Questo è ciò che dice il vangelo: “Se hai un po’ di fede, vedi questo gelso impossibile da spostare? Tu lo farai”.
Nel medioevo è realmente successo questo fatto. Una città, rinchiusa dentro le mura, era da mesi assediata dai nemici. La gente era ridotta alla fame e senza più provviste. L’alternativa era morire o arrendersi. In chiesa, il frate disse: “Cari paesani, noi non abbiamo fede. Se avessimo fede, Dio ci libererebbe dall’assedio”. Alcuni si misero a ridere, altri gli urlarono dietro, altri inveirono contro di lui. Ma lui disse: “Proviamo per un giorno ad avere fede, a credere che l’impossibile sarà possibile. Vi chiedo un giorno solo”. Tanto valeva la pena, ormai. Così per un giorno tutti credettero. Il sacrestano disse al frate: “Ma come farà Dio a liberarci da questa situazione?”. “Non lo so, se lo sapessimo, non avremmo fede. Noi sappiamo che avverrà, come non lo sappiamo”. Ad un certo punto entra in chiesa di corsa un uomo: “Ho trovato come fare! Ho trovato come fare!”. “Padre, faremo così: c’è rimasto in città un solo maiale, noi lo libereremo e i nemici diranno: “Se lasciano uscire un maiale vuol dire che hanno così tanto cibo, difese e armi che è inutile stare qui”. Che ne pensa?”. Il frate: “È una buona idea”. Il re accettò e tutti ebbero fede. I nemici videro il maiale fatto uscire dalle mura e scoraggiati: “Meglio andarsene”. E in quella notte se ne andarono.
La fede è così: fa uscire, fa nascere, qualcosa di imprevisto, di “oltre”, di “incredibile” per le nostre menti ristrette, per cui l’impossibile diventa possibile, realtà.