sabato 29 luglio 2023

NON PREOCCUPARTI DON CAMILLO

NON PREOCCUPARTI DON CAMILLO

Dalle finestre del tinello don Camillo aveva un meraviglioso panorama sulle cime, ma quella mattina all'orizzonte mancava qualcosa. Non aveva ancora finito di raccapezzarsi sulla faccenda paesaggistica che arrivò come un fulmine lo Sparalesto, in compagnia del presidente della Pro Loco.
In nome dell'ambiente, il gruppo "Spirito libero in libera natura" aveva ottenuto dal comune il permesso di abbattere la Croce di vetta che era lì da duecento anni.
Don Camillo fece irruzione nell'ufficio della nota assessora alla cultura e, mani sui fianchi, la guardò come si guarda un abusivo che scaccia di casa il padrone. Ma l'assessora era un osso duro.
«Si calmi e non ne faccia una questione integralista», disse, «noi pensiamo che i frequentatori della nostra vetta più alta debbano avere la possibilità di attribuire liberamente alle loro esperienze in montagna i valori che sentono più affini. Senza alcun inquinamento prevaricatore. Lo diciamo anche per una questione di libera lode alla natura, senza preconfezionamenti».
Il povero parroco, di fronte a un tale sfoggio di cultura, rimase per un momento al tappeto. E pensò che l'assessora colpiva molto più duro del vecchio Peppone.
Uscito dal palazzo comunale don Camillo ebbe un'altra notizia da essere tramortito, i talebani dell'ambiente libero non si erano limitati a togliere la vecchia Croce di vetta, ma al suo posto avevano posizionato un monumento al libero pensatore che, pensoso, avrebbe atteso lo scalatore per dargli un vago senso di conquista della cima. Il vaso era colmo e al nostro parroco di crinale non rimase che andare dal Crocifisso dell'altar maggiore.
«Signore, qui la vogliono sfrattare da casa sua».
«Non preoccuparti don Camillo, ci sono abituato, sono salito sulla Croce per questo. Tu continua a salire la tua strada e non perdere di vista la meta».
E fu sera, e fu mattina. Il giorno dopo verso mezzogiorno in piazza non si parlava d'altro, tutti a guardare la vetta. 
Nottetempo qualcuno, di fianco al libero pensatore, aveva piantato tre metri di Croce con su scritto “In hoc signo vinces” - «in questo segno vincerai». 
Qualcuno gridava al miracolo. Quelli dello "spirito libero" erano già pronti a salire in vetta con l'assessora che voleva vedere con i suoi occhi. Don Camillo si rese subito disponibile per accompagnarli.
Durante la salita raggiunsero il vecchio Paolino, che ogni anno in quaresima saliva alla Croce di vetta per lasciare un fiore. Era solo da anni, aveva perso in un colpo la moglie e il giovane figliolo, assassinati all'epoca della linea gotica.
«Buongiorno reverendo, venite anche voi alla Croce?», domandò Paolino.
«Andiamo a vedere chi ha rimesso la Croce in vetta, visto che questi signori l'avevano tolta per far posto ai pensatori».
«Ma la Croce è sempre rimasta al suo posto», rispose Paolino, «da casa mia non ho mai smesso di vederla».
Tutti conoscevano il vecchio Paolino e a qualcuno la storia del miracolo cominciava a far sudare freddo. A togliere tutti dall'impaccio pensò don Camillo: «Cari liberi pensatori, spesso solo un cammino molto accidentato può condurre a Dio, un cammino che solo nella Croce trova significato. Allora si sale per la strada giusta. Chi nel proprio cammino non vede più la Croce, allora è segno che è fuori strada. Ma si può sempre tornare sulla retta via e vedere così riapparire all'orizzonte il Segno della vera libertà».
La comitiva girò i tacchi e scese a valle. Dal tinello di don Camillo il panorama era tornato a posto.

 

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venerdì 28 luglio 2023

28.07.2023 - Es 20,1-17 - Mt 13,18-23 - Colui che ascolta la Parola e la comprende, questi dà frutto.

Dal libro dell’Èsodo - Es 20,1-17
 
In quei giorni, Dio pronunciò tutte queste parole: «Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile:
Non avrai altri dèi di fronte a me.
Non ti farai idolo né immagine alcuna di quanto è lassù nel cielo, né di quanto è quaggiù sulla terra, né di quanto è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, tuo Dio, sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, ma che dimostra la sua bontà fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti.
Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascia impunito chi pronuncia il suo nome invano.
Ricòrdati del giorno del sabato per santificarlo. Sei giorni lavorerai e farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: non farai alcun lavoro, né tu né tuo figlio né tua figlia, né il tuo schiavo né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te. Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il settimo giorno. Perciò il Signore ha benedetto il giorno del sabato e lo ha consacrato.
Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà.
Non ucciderai.
Non commetterai adulterio.
Non ruberai.
Non pronuncerai falsa testimonianza contro il tuo prossimo.
Non desidererai la casa del tuo prossimo. Non desidererai la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo né la sua schiava, né il suo bue né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo».

1. Partiamo dal prologo: il Signore si presenta: IO SONO IL SIGNORE, IO SONO IL TUO DIO. “TUO” non un Dio qualsiasi. TU mi hai conosciuto perché io ti ho fatto uscire dalla schiavitù, IO HO GIÀ FATTO QUALCOSA PER TE. Ti chiedo come conseguenza di non avere altri Dei rispetto a me e seguono le altre clausole del patto.
 
2. Al centro del decalogo ci sono gli unici due precetti positivi. OSSERVARE IL GIORNO DI SABATO e onorare i genitori. RICORDATI CHE VIENI DA UNA STORIA DI SALVEZZA. È un precetto dato al padre: fa riposare tuo figlio, tua figlia, tutti quelli che dipendono da te, RICORDATI CHE ERI SCHIAVO E SEI STATO LIBERATO DI CONSEGUENZA DIVENTA UN LIBERATORE e libera quelli che dipendono da te.

3. Onora tuo padre e tua madre è un precetto dato ai figli: RICORDATI CHE HAI UNA STORIA ALLE SPALLE, “DA PESO” questo significa il verbo ebraico onorare, a tuo padre a tua madre, alla storia che ti ha preceduto. Le 10 parole dell’Alleanza di Dio sono PAROLE DI LIBERTÀ, sono i SENTIERI CHE DIO OFFRE PER CAMMINARE BENE nella vita umana.

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+ Dal vangelo secondo Matteo - Mt 13,18-23
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».

 

Ed ecco che Gesù stesso spiega in dettaglio la parabola del seme. Cosa ostacola il buon esito dell’ascolto della Parola?
In primis il maligno che è forte e ladro, ruba il seme seminato; la seconda causa è dovuta all'instabilità dell'uomo, l’uomo è instabile, fa presto a passare dall'entusiasmo al lasciare perdere tutto alla prima difficoltà (non ha radici); infine la mondanità e la ricchezza che hanno una grande forza di seduzione...
Ma questo non toglie il compiersi del disegno di Dio. Di fatto, c’è un “terreno buono/bello” che permette di portare “frutto”. In altre parole, ci sono dei discepoli, ci sono coloro che “ascoltano e accolgono il seme/parola”.
Quando questo avviene, il disegno di Dio si realizza in modo prodigioso, anche se in misure diverse (secondo tempi e momenti: cento, sessanta, trenta per uno).
Nel cuore dell’uomo ci sono tanti ostacoli quanto all’accoglienza della parola/seme. Ma se uno è umile e piccolo, se si apre fiducioso alla parola di Gesù e l’accoglie, ne viene un grandissimo “frutto”, cioè la sua salvezza. E il seminatore non ha seminato … invano!
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giovedì 27 luglio 2023

Mc 2,1-12 - RITO AMBROSIANO - DOMENICA IX DOPO PENTECOSTE

RITO AMBROSIANO
DOMENICA IX DOPO PENTECOSTE
Domenica 30 Luglio 2023
Lettura del Vangelo secondo Marco - Mc 2,1-12
1. Il paralitico non riesce ad arrivare da solo davanti al Signore; egli viene accompagnato da ‘quattro persone’. È LA GRAZIA DELL’AMICIZIA: essere accompagnati fino a Gesù non solo per il miracolo, ma anche per la misericordia che ricostruisce l’anima. COLTIVIAMO SANE AMICIZIE…
2. Gesù ammira la loro fede E PER QUESTA perdona i peccati del malato e lo guarisce. GESÙ OPERA LA LIBERAZIONE TOTALE DI QUELL'UOMO, COMINCIANDO DAL CUORE. Non dimentichiamoci MAI di essere intercessori verso Gesù per i bisogni degli altri...
3. Gesù guarito il paralitico, gli ordina di prendere la sua barella. Perché gli chiede questo? GESÙ VUOLE CHE NON DIMENTICHIAMO CHI SIAMO, cioè dei peccatori, E LA NOSTRA CONDIZIONE prima dell'intervento di Dio nella nostra vita. CIASCUNO DI NOI QUINDI HA LA SUA BARELLA. Siamo consapevoli che senza di Lui non possiamo fare nulla…
BUONA DOMENICA…

+ Lettura del Vangelo secondo Marco 2,1-12

In quel tempo, Gesù entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola. Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati». Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua». Quello si alzò e subito prese la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».

 

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CHI È IL TUO EROE PREFERITO?

CHI È IL TUO EROE PREFERITO?

Dimmi chi è il tuo eroe che può salvarti, quando sei in mezzo ai guai può liberarti, quando lo chiami è lì ad ascoltarti. sempre vicino a te per aiutarti.
Dimmi chi è il tuo eroe che puoi imitare, quello perfetto che non può sbagliare, l'unico giusto di cui ti puoi fidare.
Ecco cosa rispose Kai Madison Bradford, un bambino americano di 7 anni. Un po' intimorito, il ragazzino si lancia, davanti ai suoi attentissimi compagni. Il mio eroe è Gesù: “Io sono Gesù Cristo. Sono nato a Betlemme 2000 anni fa. Io sono il Figlio di Dio”. E Kai continua, guardando di tanto in tanto il suo affresco per non dimenticare nulla: “Io sono la via, io sono la verità e io sono la vita”. «Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me», recita ancora, citando i Vangeli. 
Sebbene la sua presentazione sia relativamente breve, il bambino non dimentica nessuna delle verità della fede. E perché Gesù Cristo è, per lui, il più grande degli eroi? Spiega: “Sono un eroe perché sono venuto al mondo da bambino: ho vissuto una vita perfetta, senza peccato. Sono morto su una croce per i tuoi peccati e sono risorto tre giorni dopo affinché tu potessi avere la vita eterna con me in paradiso”. La presentazione termina quando Kai, alzando leggermente le braccia, dichiara con orgoglio: “Questa è la buona notizia! 
Ha proprio ragione questo ragazzo: Gesù è l'eroe, l'eroe della nostra vita. Lui da solo ha vinto il mondo. Sulla croce Lui ha vinto la partita distruggendo la malvagità.
È più coraggioso di Batman! Più veloce di Flash... È più forte di Superman! Gesù Cristo è il Re dei re.
Commentando la mamma disse: Sono orgogliosa di mio figlio non avrebbe potuto scegliere un eroe più grande…

 

mercoledì 26 luglio 2023

26.07.2023 - Es 16,1-5.9-15 - Io sto per far piovere pane dal cielo per voi.

Dal libro dell’Èsodo - Es 16,1-5.9-15

Gli Israeliti levarono le tende da Elìm e tutta la comunità degli Israeliti arrivò al deserto di Sin, che si trova tra Elìm e il Sinai, il quindici del secondo mese dopo la loro uscita dalla terra d’Egitto.
Nel deserto tutta la comunità degli Israeliti mormorò contro Mosè e contro Aronne. Gli Israeliti dissero loro: «Fossimo morti per mano del Signore nella terra d’Egitto, quando eravamo seduti presso la pentola della carne, mangiando pane a sazietà! Invece ci avete fatto uscire in questo deserto per far morire di fame tutta questa moltitudine».
Allora il Signore disse a Mosè: «Ecco, io sto per far piovere pane dal cielo per voi: il popolo uscirà a raccoglierne ogni giorno la razione di un giorno, perché io lo metta alla prova, per vedere se cammina o no secondo la mia legge. Ma il sesto giorno, quando prepareranno quello che dovranno portare a casa, sarà il doppio di ciò che avranno raccolto ogni altro giorno».
Mosè disse ad Aronne: «Da’ questo comando a tutta la comunità degli Israeliti: “Avvicinatevi alla presenza del Signore, perché egli ha inteso le vostre mormorazioni!”». Ora, mentre Aronne parlava a tutta la comunità degli Israeliti, essi si voltarono verso il deserto: ed ecco, la gloria del Signore si manifestò attraverso la nube.
Il Signore disse a Mosè: «Ho inteso la mormorazione degli Israeliti. Parla loro così: “Al tramonto mangerete carne e alla mattina vi sazierete di pane; saprete che io sono il Signore, vostro Dio”».
La sera le quaglie salirono e coprirono l’accampamento; al mattino c’era uno strato di rugiada intorno all’accampamento. Quando lo strato di rugiada svanì, ecco, sulla superficie del deserto c’era una cosa fine e granulosa, minuta come è la brina sulla terra.
Gli Israeliti la videro e si dissero l’un l’altro: «Che cos’è?», perché non sapevano che cosa fosse. Mosè disse loro: «È il pane che il Signore vi ha dato in cibo».
1. LA MORMORAZIONE È LA MESSA IN DISCUSSIONE DI UN RAPPORTO DI FIDUCIA. Non è solo il problema della fame, ma si fa IL PROCESSO ALLE INTENZIONI A COLORO CHE SONO STATI I FAUTORI DELL’USCITA DALL’EGITTO: Mosè e Dio: “ci avete fatto uscire in questo deserto per far morire di fame tutta questa moltitudine “
2. La mormorazione crea una memoria distorta (non si ricordano più le vessazioni dell’Egitto, ma solo il pane e la pentola della carne) A TUTTO CIÒ DIO RISPONDE CON UN PERCORSO DI FIDUCIA: DARÀ DA MANGIARE LA MANNA, ma con razioni quotidiane che INSEGNINO AGLI ISRAELITI A FIDARSI E AD AFFIDARSI.
3. IL PANE E LA CARNE del cielo che verranno sull’accampamento SARANNO DATI A SAZIETÀ, ma secondo il bisogno quotidiano. Padre nostro che sei nei cieli, DACCI OGGI IL PANE NECESSARIO PER OGGI, il pane quotidiano.

 

martedì 25 luglio 2023

DOMENICA TORNANDO A CASA DA SELVINO PENSAVO…

DOMENICA TORNANDO A CASA DA SELVINO PENSAVO…

Di solito si dice che «la cosa più importante della vita è essere in salute». Sono sicuro che molte persone sono d’accordo con questa frase. Entrando in contatto con la famiglia di Marika ho capito che «la salute non è la cosa più importante!».
 
Marika vive una vita segnata dalla grave malattia del marito. Tuttavia, mi ha dimostrato che loro due in coppia stanno facendo cose meravigliose insieme. Hanno potuto darsi e si donano vicendevolmente tanto, nelle piccole cose quotidiane, e hanno costruito una famiglia felice.

Eppure anche Marika sa che la salute è un bene alto e prezioso. Ma quando è diventata chiara che la malattia del marito non poteva essere curata, è riuscita a organizzare la loro vita in modo tale che, nonostante tutti i limiti e con tutti i vincoli, sono state possibili molte esperienze positive e significative. 

Certamente questo è diverso in ogni singola storia. Ma dove è possibile, è un dono prezioso, un vero miracolo. Essere accompagnati e accettati anche nella malattia e vivere con e nella malattia è forse la cosa più importante della vita...

 

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domenica 23 luglio 2023

Mt 13,24-43 - Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura. - COMMENTO AUDIO.

XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

Domenica 23 Luglio 2023
Mt 13,24-43 - Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura.
+ Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 13,24-43
In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponètelo nel mio granaio”».
Espose loro un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami».
Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».
Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta:
«Aprirò la mia bocca con parabole,
proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo».
Poi congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!».
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Per il commento alle letture di oggi clicca il seguente link...

PRIMA LETTURA

https://renzozambotti.blogspot.com/2023/07/sap-121316-19-xvi-domenica-del-tempo.html

SECONDA LETTURA

https://renzozambotti.blogspot.com/2023/07/rm-826-27-xvi-domenica-del-tempo.html

VANGELO

https://renzozambotti.blogspot.com/2020/07/mt-1324-43-xv-domenica-del-tempo.html

sabato 22 luglio 2023

IL POTERE DI SCEGLIERE.

IL POTERE DI SCEGLIERE.

A Milano nel 1630 s’era diffusa, come in altre parti d’Europa, la peste ma le autorità spagnole in un primo momento sottovalutano, poi quando il numero dei contagiati e dei morti si moltiplica enormemente, avvalorano ipotesi assurde: che ci fossero delle persone malvagie responsabili di diffondere il veneficio. Tra la gente s’era diffusa questa convinzione e si dà inizio ad una caccia agli “untori”, coloro che, appunto, sarebbero responsabili dell’immane tragedia.
Un’ipotesi stregonesca che viene cavalcata anche dalle classi dominanti e, quel che è peggio, dai giudici che accolgono la denuncia di una donna, Caterina Rosa, la quale afferma d’aver visto dalla finestra un uomo che rasentando i muri di via della Vetra, spargeva un unguento. L’uomo viene arrestato e, pur dichiarandosi innocente, subisce pressioni e torture indicibili perché i giudici non gli credono. Da qui si dipana una vicenda di violenza giudiziaria che Manzoni ripercorre studiando tutti i documenti relativi agli interrogatori e al processo.
Solo Dio, scrive Manzoni, può dire quali sentimenti abbiano agito nel cuore di quei giudici e accenna a tante ipotesi: l’impotenza contro il pericolo della peste, l’impazienza di trovare un colpevole, la paura di deludere una aspettativa da parte della moltitudine del popolo. Solo Dio ha potuto vedere perché quei giudici «trovarono dei colpevoli di un delitto che non c’era ma che si voleva», dei capri espiatori.
Questo insegnamento possiamo dedurre da questa vicenda: se il nostro libero arbitrio non è illuminato da Dio prevalgono i nostri interessi, ma le nostre azioni saranno giudicate sulla base del nostro libero arbitrio. La libertà è la capacità di compiere il bene.
Invece, quei giudici si sono ridotti ad essere burocrati del Male sapendo di esserlo e di farlo… Peccato…

 

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giovedì 20 luglio 2023

Mt 4,18-22 - RITO AMBROSIANO - DOMENICA VIII DOPO PENTECOSTE

RITO AMBROSIANO
DOMENICA VIII DOPO PENTECOSTE
Domenica 23 luglio 2023
Lettura del Vangelo secondo Matteo - Mt 4,18-22
1. L’inizio del cristianesimo è UN INCONTRO E UNA CHIAMATA: UN AVVENIMENTO che accade a delle persone, non in modo casuale, ma per iniziativa di Dio stesso. Andrea e gli altri tre hanno ‘SUBITO’ risposto… IMITIAMOLI…
2. Per seguire Gesù hanno lasciato tutto ciò che avevano: il lavoro, la casa, la famiglia e tutti i loro progetti. LA PROPOSTA È AFFASCINANTE E MISTERIOSA: da pescatori di pesci sarebbero diventati pescatori di uomini. TESTIMONI…
3. Il nostro stupore è per Dio che NON È VENUTO A TOGLIERCI QUALCOSA, MA A DONARCI TUTTO, fino al dono totale di Sé stesso. Come si può dire di no ad una simile sovrabbondante richiesta? LASCIATI ATTRARRE…
BUONA DOMENICA…

+ Lettura del Vangelo secondo Matteo 4,18-22

In quel tempo. Mentre camminava lungo il mare di Galilea, il Signore Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.

 

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IL GENITORE INTERIORE

IL GENITORE INTERIORE

Quando chi amo diventa “un ostacolo” al cammino verso il mio Sé, verso la mia strada, verso la mia realizzazione, quando chi amo disapprova il mio seguire il Signore, allora ci si trova di fronte ad un bivio: seguo i miei cari e così non perdo il loro amore e la loro approvazione? Ma così faccio di loro il mio Dio. O seguo il Signore e perdo il loro amore e la loro approvazione? E lascio che solo Dio sia il mio Dio?

Tutti noi dobbiamo staccarci dal genitore interiore, chiunque esso sia (moglie, marito, figli, padre, madre, capo, Chiesa, colleghi, amici, Super-Io, ecc). Il genitore interiore comanda la nostra vita e dice: “Questo non si fa (e tu non lo fai; se lo fai ti senti in colpa o ti vergogni o ti punisci); vergognati (e tu ti senti uno schifo); ti ho detto di no (e tu per paura delle ritorsioni non lo fai); ma sai quanto mi fai star male (per paura di far soffrire qualcuno che ci usa per sé noi ci tratteniamo); e la gente cosa dirà (per il timore di essere sottoposti a giudizio ci tratteniamo), ecc”.

Finché il genitore interiore comanda le nostre vite noi non siamo liberi. Il vangelo dice questa cosa dicendo: “Se uno mi vuol seguire deve odiare, cioè non seguire questi genitori interni”.
Questa è la prima regola per seguire Gesù: Gesù è più della famiglia (dove per famiglia si intende: la propria famiglia, genitori, gruppo, clan, società, cultura, interessi della categoria). Il punto è che spesso tutto questo è inconscio o poco consapevole.

Allora tutti questi “legami”, questi genitori interiorizzati, questo Super-Io dentro di noi, queste autorità che ci sono dentro di noi, come dei giudici, come dei tiranni, ci costringono a fare e a vivere delle cose che non vogliamo e che non sono per noi.

Una famiglia da varie generazioni ha un’osteria che adesso è un rinomato ristorante, che il padre porta avanti con grande successo e soddisfazione. Il figlio unico è l’incaricato a portare avanti l’attività: ma lui è un’artista, è un compositore di musica. Il padre non gli ha mai detto niente (e credo, visto che un po’ lo conosco, che ci starebbe male ma che capirebbe) ma il figlio si sente in dovere di continuare l’attività dei genitori. Sa che se non lo fa, li deluderebbe (è così!). Sa che lì avrebbe un posto e un lavoro sicuro e già fatto, ma non è il suo posto e non si è creato lui quel lavoro!

Deve proprio odiare il “genitore interiore” per essere libero altrimenti per tutta la vita farà quello che gli altri si aspettano da lui e ciò che è peggio perderà se stesso. Se non taglia, se non “odia”, vivrà non la sua vita ma quella di altri.

 

martedì 18 luglio 2023

“IO-TU; FINO A QUI-NON OLTRE; IO SONO IO, TU SEI TU; IO NON SONO TE; IO NON FACCIO COME TE”

“IO-TU; FINO A QUI-NON OLTRE; IO SONO IO, TU SEI TU; IO NON SONO TE; IO NON FACCIO COME TE”

A tutti noi piace il gruppo: nel gruppo ci possiamo nascondere, omologare, dissolvere. C’è un’identità di gruppo e anche se io non ho la mia, non è importante. Infatti, chi è senza identità ama moltissimo i gruppi (anche due persone sono un gruppo!) perché sono una compensazione alla propria mancanza di identità. Nel gruppo ti senti sicuro, ma tu non sei tu: tu sei fuso. L’abbraccio della mamma è meraviglioso ma se il bambino non si differenzia rimane fuso e confuso con la propria madre: perde sé stesso.

Più un uomo è evoluto, individuato, e più è differenziato: come lui, cioè, non c’è nessuno. Una volta mi dicevano: “Ma tu sei proprio diverso da tutti!” e io ci stavo male (e in effetti era una critica). Ma oggi, invece, dico: “Per fortuna!”. Se non fosse così, sarei come gli altri e io non sarei io.

E l’amore è proprio questo: spesso gli innamorati tendono ad omologare l’altro (“pensa come me; abbiamo gli stessi gusti; ci piacciono le stesse cose, ecc”) ma, in realtà, l’amore è differenziarsi. Perché se non c’è differenza, in realtà non amo te, ma me. Solo se c’è differenza posso amarti, perché tu non sei come me.

Dunque è necessario stabilire dei confini, mettere dei confini: “Io-tu; fino a qui-non oltre; io sono io, tu sei tu; io non sono te; io non faccio come te”.

 

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domenica 16 luglio 2023

Mt 13,1-23 - Il seminatore uscì a seminare. - COMMENTO AUDIO.

XV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

Domenica 16 Luglio 2023
Mt 13,1-23 - Il seminatore uscì a seminare.
+ Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 13,1-23
Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».
Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono.
Così si compie per loro la profezia di Isaìa che dice:
“Udrete, sì, ma non comprenderete,
guarderete, sì, ma non vedrete.
Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile,
sono diventati duri di orecchi
e hanno chiuso gli occhi,
perché non vedano con gli occhi,
non ascoltino con gli orecchi
e non comprendano con il cuore
e non si convertano e io li guarisca!”.
Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!
Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».

 

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PRIMA LETTURA

https://renzozambotti.blogspot.com/2023/07/is-5510-11-xv-domenica-del-tempo.html

SECONDA LETTURA

https://renzozambotti.blogspot.com/2023/07/rm-818-23-xv-domenica-del-tempo.html

VANGELO

https://renzozambotti.blogspot.com/2020/07/mt-131-23-xv-domenica-del-tempo.html

sabato 15 luglio 2023

COM'È IL TUO AMORE?

COM'È IL TUO AMORE? 

Lo condizioni o è incondizionato? Ami tutti allo stesso modo o solo alcuni? 
Mentre Dio ama tutti allo stesso modo, gli esseri umani pongono delle condizioni al proprio amore. E i nemici, quelli che non ci piacciono, o che ci hanno fatto del male, sono esclusi.
Ti sei mai chiesto perché Gesù ci ha lasciato un comandamento chiedendoci di amarci gli uni gli altri come Lui ci ha amati?  La risposta è semplice, perché il suo amore è eterno e incondizionato, fino a dare la vita per i suoi amici.
Ti racconto una storia:
Un parroco di campagna nell’omelia della Messa, nel monastero delle suore, ammette di essersi innamorato della segretaria parrocchiale. Riferisce alle suore di aver deciso di lasciare il sacerdozio perché ha intenzione di sposarsi. Ma siccome non ha dove abitare e non ha dei beni materiali, vorrebbe chiedere rifugio nel monastero per almeno un mese o due, finché la situazione non migliori.
La madre superiora si alzò profondamente indignata e disse:
«Padre, mi scuso, ma Lei ci offende con questa richiesta. Sa che questo è impossibile, questo è un monastero per suore e non siamo d'accordo con la sua decisione. Non possiamo accettarlo qui in convento».
E il Parroco soggiunse: «Care sorelle ho detto una bugia, per vedere la vostra reazione. Dovete sapere che io non lascerò mai il mio sacerdozio. Ho trovato questo esercizio più interessante che fare un lungo discorso sull'amore di Dio. Ed è la migliore spiegazione per l'amore incondizionato e condizionato. 
Vedete, quando pensavate che io fossi un buon sacerdote, con una sana spiritualità mi avete amato subito, e non fu difficile amarmi, accogliermi, nutrirmi e ricevermi nel vostro monastero. Ma nel momento in cui avete pensato che io fossi un uomo peccatore, in quell'istante il vostro amore è passato da incondizionato a condizionato.
L'amore di Dio, al contrario, rimane lo stesso nonostante ciò che facciamo, pensiamo o diciamo. Questa era la lezione che volevo trasmetterti oggi".
E Tu conosci l'amore incondizionato di Dio? È tuo?

 

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venerdì 14 luglio 2023

14.07.2023 - Gen 46,1-7.28-30 - Posso anche morire, dopo aver visto la tua faccia.

Dal libro della Gènesi - Gen 46,1-7.28-30

In quei giorni, Israele levò le tende con quanto possedeva e arrivò a Bersabea, dove offrì sacrifici al Dio di suo padre Isacco.
Dio disse a Israele in una visione nella notte: «Giacobbe, Giacobbe!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Io sono Dio, il Dio di tuo padre. Non temere di scendere in Egitto, perché laggiù io farò di te una grande nazione. Io scenderò con te in Egitto e io certo ti farò tornare. Giuseppe ti chiuderà gli occhi con le sue mani».
Giacobbe partì da Bersabea e i figli d’Israele fecero salire il loro padre Giacobbe, i loro bambini e le loro donne sui carri che il faraone aveva mandato per trasportarlo. Presero il loro bestiame e tutti i beni che avevano acquistato nella terra di Canaan e vennero in Egitto, Giacobbe e con lui tutti i suoi discendenti. Egli condusse con sé in Egitto i suoi figli e i nipoti, le sue figlie e le nipoti, tutti i suoi discendenti.
Egli aveva mandato Giuda davanti a sé da Giuseppe, perché questi desse istruzioni in Gosen prima del suo arrivo. Arrivarono quindi alla terra di Gosen. Allora Giuseppe fece attaccare il suo carro e salì incontro a Israele, suo padre, in Gosen. Appena se lo vide davanti, gli si gettò al collo e pianse a lungo, stretto al suo collo. Israele disse a Giuseppe: «Posso anche morire, questa volta, dopo aver visto la tua faccia, perché sei ancora vivo».
1. Giacobbe si mette in viaggio sorretto dalla visione notturna: “Io scenderò con TE”. Porta con sé tutti i suoi familiari, perché TUTTI SI RICONCILINO CON QUEL FIGLIO CHE ERA STATO VENDUTO AGLI EGIZIANI. L’incontro con lui è pieno di commozione e riconcilia anche Giacobbe con tutta la sua vita, tanto che esclama: «POSSO ANCHE MORIRE».
2. Scendere in Egitto significa VIVERE LA STORIA PRESENTE CON LA CERTEZZA CHE DIO ACCOMPAGNA IL POPOLO CHE SI È SCELTO, non per escluderlo dagli altri popoli, ma per costituirlo popolo consacrato, come SEGNO PER TUTTI I POPOLI della terra.
3. LASCIARE LA TERRA PROMESSA FU DIFFICILE PER GIACOBBE, ma questo fatto ci fa capire che la terra non è anzitutto un luogo geografico; è un luogo simbolico, IL LUOGO DELL’«IO SARÒ CON TE», il luogo, qualunque luogo, nel quale possiamo fare esperienza della presenza di Dio. 

 

giovedì 13 luglio 2023

Lc 13,22-30 - RITO AMBROSIANO - DOMENICA VII DOPO PENTECOSTE

RITO AMBROSIANO
DOMENICA VII DOPO PENTECOSTE
Domenica 16 luglio 2023
Lettura del Vangelo secondo Luca - Lc 13,22-30
1. SFORZATEVI DI ENTRARE PER LA PORTA STRETTA. Per la PORTA STRETTA entra «chi ha addosso l'odore delle pecore», l'operaio di Dio con le mani segnate dal lavoro, dal cuore buono. È LA PORTA DEL SERVIZIO…

2. MOLTI CERCHERANNO DI ENTRARE, MA NON CI RIUSCIRANNO. I MOLTI sono coloro che credono di avere addosso l'odore di Dio, presi tra incensi, riti e preghiere, e di questo si vantano. SONO DEGLI ILLUSI…

3. E quelli che bussano alla PORTA ORMAI CHIUSA sono coloro che hanno compiuto sì azioni per Dio, ma nessuna azione per i fratelli. NON BASTA MANGIARE GESÙ CHE È IL PANE, OCCORRE FARSI PANE. OGGI…

BUONA DOMENICA…
+ Lettura del Vangelo secondo Luca 13,22-30

In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme.
Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?».
Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno.
Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”.
Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori.
Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».

 

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