mercoledì 31 luglio 2024

31.07.2024 - Ger 15,10.16-21 - Mt 13,44-46 - Vende tutti i suoi averi e compra quel campo.

Dal libro del profeta Geremìa - Ger 15,10.16-21

Me infelice, madre mia! Mi hai partorito
uomo di litigio e di contesa per tutto il paese!
Non ho ricevuto prestiti, non ne ho fatti a nessuno,
eppure tutti mi maledicono.
Quando le tue parole mi vennero incontro,
le divorai con avidità;
la tua parola fu la gioia e la letizia del mio cuore,
perché il tuo nome è invocato su di me,
Signore, Dio degli eserciti.
Non mi sono seduto per divertirmi
nelle compagnie di gente scherzosa,
ma spinto dalla tua mano sedevo solitario,
poiché mi avevi riempito di sdegno.
Perché il mio dolore eè senza fine
e la mia piaga incurabile non vuole guarire?
Tu sei diventato per me un torrente ìnfido,
dalle acque incostanti.
Allora il Signore mi rispose:
«Se ritornerai, io ti farò ritornare
e starai alla mia presenza;
se saprai distinguere ciò che è prezioso
da ciò che è vile,
sarai come la mia bocca.
Essi devono tornare a te,
non tu a loro,
e di fronte a questo popolo io ti renderò
come un muro durissimo di bronzo;
combatteranno contro di te,
ma non potranno prevalere,
perché io sarò con te
per salvarti e per liberarti.
Oracolo del Signore.
Ti libererò dalla mano dei malvagi
e ti salverò dal pugno dei violenti».
1. Geremia sente il peso della sua missione. Geremia vede che tutti gli sono ostili ed è nella sofferenza. Eppure “quando le tue parole mi vennero incontro, le divorai con avidità”. MANGIARE LA PAROLA È DIVENIRE UNA COSA SOLA CON ESSA. Ma QUAL È IL FRUTTO DI QUESTA ACCOGLIENZA GIOIOSA della Parola del Signore? Il rifiuto degli uomini, il loro insulto, le loro trame, il loro odio.
2. Il Signore risponde a Geremia. VEDE LA SUA AFFLIZIONE, IL TORMENTO. NON LO LIBERA PERÒ DALLA MISSIONE. Quando Geremia comprenderà la preziosità della sua missione, SOLO ALLORA POTRÀ ESSERE LA BOCCA DI DIO in mezzo a suoi fratelli. ESSI DEVONO TORNARE A TE, NON TU A LORO.
3. Il Signore rinnova la sua protezione e custodia. Geremia deve vivere la sua missione con una sola verità nel cuore: I SUOI NEMICI NON PREVARRANNO SU DI LUI. Accanto a lui vi sarà SEMPRE il Signore. CHI POTRÀ VINCERE IL SIGNORE?

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+ Dal vangelo secondo Matteo - Mt 13,44-46
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra».  

 

La vita è realmente una ‘caccia al tesoro’. Quale è il tesoro? Si potrebbe dire: la gioia di stare al mondo, la gioia di vivere. Quell’esigenza che muove dal profondo il cuore di ogni uomo. Coincide con la realizzazione di sé, e la si cerca nel volto e nel cuore di un’altra persona: qualcuno che ci corrisponda e che ci ami: un figlio, una donna, un amico. Il Vangelo dà un nome a questo tesoro: Gesù.
Chi conosce Gesù, chi lo incontra personalmente, rimane affascinato, attratto da tanta bontà, tanta verità, tanta bellezza, e tutto in una grande umiltà e semplicità. Cercare Gesù, incontrare Gesù: questo è il grande tesoro.
Puoi cambiare effettivamente tipo di vita, oppure continuare a fare quello che facevi prima ma tu sei un altro, sei rinato: hai trovato ciò che dà senso, sapore, luce a tutto, anche alle fatiche, anche alle sofferenze, anche alla morte.

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O ti viene incontro o lo trovi ricercandolo, ogni uomo “s’imbatte” nel regno dei cieli, che è “vicino”. Ciò che conta è la grande gioia che riempie la vita, e la svuota di tutto il resto, superfluo. Siamo all’altezza di questa libertà? 

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31.07 - SANT' IGNAZIO DI LOYOLA

Azpeitia, Spagna, c. 1491 - Roma, 31 luglio 1556
   Memoria di sant’Ignazio di Loyola, sacerdote, che, nato nella Guascogna in Spagna, visse alla corte del re e nell’esercito, finché, gravemente ferito, si convertì a Dio; compiuti gli studi teologici a Parigi, unì a sé i primi compagni, che poi costituì nella Compagnia di Gesù a Roma, dove svolse un fruttuoso ministero, dedicandosi alla stesura di opere e alla formazione dei discepoli, a maggior gloria di Dio.  

IL PERDONO DELLA PORZIUNCOLA - 1 e 2 agosto

COS'È L'INDULGENZA - Storia e significato del Perdono di Assisi

https://www.porziuncola.org/cos-e-l-indulgenza.html

martedì 30 luglio 2024

30.07.2024 - Ger 14,7b-22 - Mt 13,36-43 - Come si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo.

Dal libro del profeta Geremìa - Ger 14,7b-22

Il Signore ha detto:
«I miei occhi grondano lacrime
notte e giorno, senza cessare,
perché da grande calamità
è stata colpita la vergine,
figlia del mio popolo,
da una ferita mortale.
Se esco in aperta campagna,
ecco le vittime della spada;
se entro nella città,
ecco chi muore di fame.
Anche il profeta e il sacerdote
si aggirano per la regione senza comprendere».
Hai forse rigettato completamente Giuda,
oppure ti sei disgustato di Sion?
Perché ci hai colpiti, senza più rimedio per noi?
Aspettavamo la pace, ma non c’è alcun bene,
il tempo della guarigione, ed ecco il terrore!
Riconosciamo, Signore, la nostra infedeltà,
la colpa dei nostri padri:
abbiamo peccato contro di te.
Ma per il tuo nome non respingerci,
non disonorare il trono della tua gloria.
Ricòrdati! Non rompere la tua alleanza con noi.
Fra gli idoli vani delle nazioni c’è qualcuno che può far piovere?
Forse che i cieli da sé mandano rovesci?
Non sei piuttosto tu, Signore, nostro Dio?
In te noi speriamo,
perché tu hai fatto tutto questo.
1. LA SITUAZIONE DEL POPOLO DI DIO È TRAGICA: si sono allontanati da Dio e hanno gettato un intero popolo nella disgrazia e nel disorientamento. Il Signore per mezzo del profeta Geremia, annunzia la grande calamità che sta per abbattersi su Guida e su Gerusalemme. DIO PIANGE NOTTE E GIORNO PER IL SUO POPOLO, PIANGE PERCHÉ LA MORTE È IMMINENTE.  
2. ECCO COSA VEDE IL SIGNORE: VITTIME DELLA SPADA E VITTIME DELLA FAME. Anche il popolo vede la sciagura nella quale è precipitato e si rivolge al Signore per chiedere soccorso. Hai forse rigettato completamente Giuda? Perché ci hai colpiti? GIUDA RICONOSCE IL SUO PECCATO DI INFEDELTÀ, MA NON HA NESSUNA PAROLA NÉ DI PENTIMENTO NÉ DI CONVERSIONE.
3. Eppure, Dio ha ancora pietà del Suo popolo. Sue lacrime ne sono il segno evidente e commovente. NON È DIO CHE RESPINGE GIUDA. È IL POPOLO CHE NON SI LASCIA AIUTARE. LA SALVEZZA VIENE SOLO DALLA PAROLA DI DIO CHE DIVIENE PAROLA DELL’UOMO.

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+ Dal vangelo secondo Matteo - Mt 13,36-43
In quel tempo, Gesù congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo».
Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti». 

 

Dio si fida di noi, del bene che possiamo fare e portare agli altri. La zizzania a Lui non interessa, non la guarda. Il Signore sa che più inondiamo la nostra vita di bene, meno terreno la zizzania avrà disposizione per crescere. Noi non siamo stati creati per essere erbaccia e la nostra vita non è stata seminata di zizzania, ma di seme buono.
E’ proprio buffo: spesso sprechiamo tutto il nostro tempo a cercare di togliere i fili di zizzania nella nostra vita e non ci accorgiamo che così facendo le spighe rischiano di restare vuote, senza frutto al loro interno.
Vinci il male presente nella tua vita facendo del bene! 
Sappi che saranno i giusti a splendere come il sole! Nessuno dovrà pentirsi di aver scelto di compiere dei sacrifici e ogni sforzo in più nella testimonianza o nell’aiutare il prossimo sarà un tassello verso la beatitudine. Questo non va mai dimenticato. La pena nel caso contrario è senza appello ed è la dannazione eterna.

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La parabola della zizzania non è un testo incomprensibile ma molto esigente. Chiede pazienza e fede in Dio, giusto giudice. Ci pone la domanda più tremenda: Unde malo? Da dove (e perché) il male?

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30.07 - SAN PIETRO CRISOLOGO

Imola, ca. 380 - 450
   San Pietro, detto Crisologo, vescovo di Ravenna e dottore della Chiesa, che, munito del nome del beato Apostolo, ne svolse lo stesso ministero con tale maestria, da attirare alla fede le folle con la rete della sua celeste dottrina, saziandole con la dolcezza del suo divino eloquio. Il suo transito avvenne il 31 luglio a Imola in Romagna.

DOV'È LA VERITÀ?

DOV'È LA VERITÀ?

Nel dicembre 1942, nel pieno della Seconda guerra mondiale, il regime nazista, per ribattere alle accuse di atrocità contro gli ebrei mosse dai giornali inglesi e americani, lanciò una massiccia campagna di propaganda orchestrata da Joseph Goebbels, ministro del Reich per l'istruzione del popolo e la propaganda. Goebbels ordinò ai giornalisti di enfatizzare i crimini perpetrati dagli Alleati in Medio Oriente, India e Africa, spesso inventando notizie quando non ne trovavano di reali. Hannah Arendt, nel suo libro "Le origini del totalitarismo" (1951), osservò che il suddito ideale del nazismo non era il devoto fanatico, ma colui che non distingueva più tra realtà e finzione, vero e falso. Questo era esattamente l'obiettivo di Goebbels: creare una realtà parallela attraverso la propaganda.

Nonostante l'impegno profuso, la campagna di propaganda non ha avuto il successo sperato. Due mesi dopo, il 18 febbraio 1943, Goebbels tenne un discorso al Palazzo dello sport di Berlino, un esempio della potente retorica nazista. Il discorso, della durata di circa due ore, fu trasmesso alla radio per una diffusione più ampia.

All'evento parteciparono diecimila persone, tra cui politici, attori, soldati feriti, operai, insegnanti, architetti, medici e funzionari, una rappresentanza del popolo tedesco sia della patria sia del fronte. Ogni dettaglio dell'evento è stato curato attentamente: dietro al palco una grande bandiera con una svastica e uno striscione con la scritta "Guerra totale — guerra più breve". Il contesto era difficile: Stalingrado era in caduta, il fronte africano era quasi perso. Goebbels ammonì ripetutamente che "l'Occidente è in pericolo" e che solo i tedeschi potevano invertire la rotta, mobilitando l'intero popolo per la vittoria.

Il discorso si concluse con dieci domande retoriche come "Credi tu?" e "Siete pronti?", con il pubblico che rispose con entusiasmo, invocando Hitler, protestando contro gli inglesi e inveendo contro ebrei, fannulloni e ricchi. Goebbels utilizzò anche il passato a fini ideologici, ricordando la resilienza di Federico II di Prussia durante la guerra dei Sette anni, per incoraggiare il popolo tedesco.

Goebbels si dichiarò soddisfatto del suo discorso, annotando nel suo diario che l'assemblea era stata portata a uno stato di mobilitazione intellettuale e frenesia. Hitler definì il discorso un capolavoro psicologico e propagandistico. Tuttavia, i giornali inglesi e americani smascherarono la falsità di Goebbels, e tra la popolazione tedesca vi furono paure e critiche, soprattutto dall'alta società, verso i toni propagandistici e la retorica di lotta di classe di Goebbels.

Gli oppositori del regime riconobbero lo stratagemma di Goebbels di creare paura contro i nemici e si interrogarono su come il popolo avesse potuto tollerare tale propaganda. 

Oggi le folle non si radunano più fisicamente, ma sono disperse sul web, impegnate nei social network, dove le discussioni sono spesso grossolane e banali. La politica odierna utilizza avanzati dispositivi tecnologici per ampliare la propria base. La retorica dei nuovi manipolatori di folle punta sull'enunciazione di opinioni radicali, spesso insensate e contrarie alla verità, per ottenere rapidi consensi espressi nel "mi piace" e reazioni sui social. Marc Bloch, nelle sue "Riflessioni di uno storico sulle false notizie della guerra" (1921), aveva osservato che nei tempi di guerra, quando prevalgono le emozioni, il dubbio e il senso critico diminuiscono, permettendo alle false notizie di proliferare. Ciò rimane vero anche oggi, evidenziando la necessità di un impegno continuo per discernere la verità nella sfera pubblica digitale.

lunedì 29 luglio 2024

29.07.2024 - Ger 13,1-11 - Gv 11,19-27 - Io credo che sei il Cristo, il Figlio di Dio.

Dal libro del profeta Geremìa - Ger 13,1-11

Il Signore mi disse così: «Va’ a comprarti una cintura di lino e mettitela ai fianchi senza immergerla nell’acqua». Io comprai la cintura, secondo il comando del Signore, e me la misi ai fianchi.
Poi la parola del Signore mi fu rivolta una seconda volta: «Prendi la cintura che hai comprato e che porti ai fianchi e va’ subito all’Eufrate e nascondila nella fessura di una pietra». Io andai e la nascosi presso l’Eufrate, come mi aveva comandato il Signore.
Dopo molto tempo il Signore mi disse: «Àlzati, va’ all’Eufrate e prendi di là la cintura che ti avevo comandato di nascondervi». Io andai all’Eufrate, cercai e presi la cintura dal luogo in cui l’avevo nascosta; ed ecco, la cintura era marcita, non era più buona a nulla.
Allora mi fu rivolta questa parola del Signore: «Dice il Signore: In questo modo ridurrò in marciume l’orgoglio di Giuda e il grande orgoglio di Gerusalemme. Questo popolo malvagio, che rifiuta di ascoltare le mie parole, che si comporta secondo la caparbietà del suo cuore e segue altri dèi per servirli e per adorarli, diventerà come questa cintura, che non è più buona a nulla. Poiché, come questa cintura aderisce ai fianchi di un uomo, così io volli che aderisse a me tutta la casa d’Israele e tutta la casa di Giuda – oracolo del Signore –, perché fossero mio popolo, mia fama, mia lode e mia gloria, ma non mi ascoltarono».

 

1. Dio ordina a Geremia di comprare una cintura di lino e di indossarla senza lavarla. Successivamente, gli chiede di nasconderla presso il fiume Eufrate, dove LA CINTURA MARCISCE. Questo simboleggia la vicinanza iniziale di Israele a Dio e il successivo allontanamento e corruzione.
2. La cintura marcia rappresenta L'ORGOGLIO E LA DISOBBEDIENZA del popolo di Giuda e di Gerusalemme. Dio sottolinea come IL LORO COMPORTAMENTO OSTINATO E L'ADORAZIONE DI ALTRI DÈI LI ABBIA RESI INUTILI COME LA CINTURA MARCIA.
3. Dio aveva voluto che il popolo di Israele fosse strettamente legato a Lui, come una cintura aderisce ai fianchi di un uomo, per essere un popolo di lode e gloria. Tuttavia, LA LORO DISOBBEDIENZA HA INFRANTO QUESTA RELAZIONE SPECIALE. Che dramma!

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+ Dal vangelo secondo Giovanni - Gv 11,19-27
In quel tempo, molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa.
Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà».
Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno».
Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».

 

Marta ha fiducia in Gesù, ma come sperare che il fratello ritorni in vita? E’ ben vero che Gesù le dice: “Tuo fratello risorgerà”. E aggiunge: “Io sono la risurrezione e la vita…”. Marta ha un balzo. Non sa fin dove possa giungere la potenza di Gesù, ma dice con determinazione la sua fede in Lui, con parole che sono diventate anche nostre: “Io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio…”. Anche quando non sappiamo se accadrà il miracolo, e quando il miracolo non accade, sappiamo di poterci fidare di Gesù, salvatore del mondo, vincitore della morte.
Infatti "Chi crede in me, anche se muore vivrà”. Qui per credere non si tratta di sapere semplicemente che Gesù è risorto. Questo lo sanno anche i demoni.
Si tratta invece di essere unito a Lui mediante una fede viva, e cioè con una fede accompagnata dalla carità, dalla grazia.

 

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29.07 - SANTA MARTA DI BETANIA

sec. I
   Memoria di santa Marta, che a Betania vicino a Gerusalemme accolse nella sua casa il Signore Gesù e, alla morte del fratello, professò: «Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».

domenica 28 luglio 2024

2Re 4,42-44 - Ef 4,1-6 - Gv 6,1-15 - XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

Domenica 28 Luglio 2024
Dal secondo libro dei Re - 2Re 4,42-44
 
In quei giorni, da Baal Salisà venne un uomo, che portò pane di primizie all’uomo di Dio: venti pani d’orzo e grano novello che aveva nella bisaccia.
Eliseo disse: «Dallo da mangiare alla gente». Ma il suo servitore disse: «Come posso mettere questo davanti a cento persone?». Egli replicò: «Dallo da mangiare alla gente. Poiché così dice il Signore: “Ne mangeranno e ne faranno avanzare”».
Lo pose davanti a quelli, che mangiarono e ne fecero avanzare, secondo la parola del Signore.

1. Un devoto aveva fatto un omaggio al profeta Eliseo.  Il profeta dice: “NON DARLO SOLO A ME DALLO A TUTTI”, e quei 20 panini bastarono per una grande folla di 100 persone. Venti panini bastano per cento persone. Un GESTO IMPORTANTE, PICCOLO NEI CONFRONTI DI GESÙ DEL VANGELO DI OGGI.

2. In forza della ragione, ma anche della matematica, il servitore avanza dei dubbi: “come posso mettere questo davanti a cento persone?” LA RAGIONE NON È IL TUTTO! E il profeta: “Ne mangeranno e ne faranno avanzare”. ABBI FEDE!

3. “Mangiarono e ne fecero avanzare”. L’elemento importante e decisivo arriva alla fine: “SECONDO LA PAROLA DEL SIGNORE”. ERA NECESSARIO CHE QUALCUNO CI CREDESSE, CHE LO DICESSE E CONVINCESSE A FARE GLI ALTRI. Questa è la vocazione del profeta. Ascoltiamo i Profeti oggi!

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Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni - Ef 4,1-6
 
Fratelli, io, prigioniero a motivo del Signore, vi esorto: comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell’amore, avendo a cuore di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace.
Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti.

1. Paolo passa ad una esortazione; il verbo è forte: “VI SCONGIURO”, e il suo stato di “prigioniero” rafforza la sua richiesta: COMPORTARSI IN MODO ARMONICO CON LA GRANDE CHIAMATA RICEVUTA.

2. Paolo ricorda ai cristiani che devono NUTRIRE LA VITA COMUNE CON ALCUNE VIRTÙ fondamentali: “con ogni UMILTÀ, DOLCEZZA E MAGNANIMITÀ”, che hanno il loro CULMINE NELL’AMORE FRATERNO (agape), che SI ESPRIME NEL PERDONO E NELLA SOLIDARIETÀ VERSO GLI ALTRI.

3. “SIETE STATI UNIFICATI IN UN SOLO CORPO, IN UN SOLO SPIRITO perché avete ricevuto un solo battesimo, una sola fede, siete una cosa sola, QUINDI FATE IN MODO DI CONSERVARE L'UNITÀ DELLO SPIRITO PER MEZZO DEL VINCOLO DELLA PACE”. Che significa: SIATE QUELLO CHE SIETE. Siete stati resi una cosa sola mantenete questa unità.

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+ Dal Vangelo secondo Giovanni - Gv 6,1-15

In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.
Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».
Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.
Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano.
E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.
1. NESSUNO CHIEDE al ragazzo il pane e i pesci, È LUI CHE METTE TUTTO A DISPOSIZIONE. Primo miracolo. DÀ TUTTO quello che ha, SENZA pensare se sia molto o se sia poco. È tutto! QUANDO IL MIO PANE DIVENTA IL NOSTRO PANE ACCADE IL MIRACOLO... È COSÌ…

2. LA FAME FINISCE non quando mangi a sazietà, ma QUANDO CONDIVIDI fosse pure il poco che hai. E mentre lo distribuivano il pane non veniva a mancare, e mentre passava di mano in mano restava in ogni mano. Secondo miracolo... NON CHIUDERE LA TUA MANO...

3. Tre verbi: Gesù «PRESE IL PANE, RESE GRAZIE E DISTRIBUÌ»: PRENDERE, RENDERE GRAZIE, DONARE sono il segreto della felicità, del mondo nuovo. NOI NON SIAMO I PADRONI DELLE COSE E NIENTE DEVE ANDARE PERDUTO. ENTRIAMO NELLA LOGICA DEL VANGELO...
BUONA DOMENICA…

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LA FAME

L’uomo ha sempre fame. Fame di pane, ma soprattutto fame di felicità, di amicizia, di compagnia, di pace, di amore. E Cristo ci dice che lui solo può saziare questa fame. E il nostro pane è l’Eucarestia! «Beati gli invitati alla mensa del Signore». Ma non dimentichiamo la Parola di Dio: «Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio». Nutriamo la nostra vita ...

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LECTIO DIVINA - XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

OMELIA - XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

 

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Mt 21,12-16 - RITO AMBROSIANO - X DOMENICA DOPO PENTECOSTE

RITO AMBROSIANO

X Domenica dopo Pentecoste
Domenica 28 luglio 2024
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo - Mt 21,12-16
In quel tempo. Il Signore Gesù entrò nel tempio e scacciò tutti quelli che nel tempio vendevano e compravano; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe e disse loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà chiamata casa di preghiera”. Voi invece ne fate un covo di ladri». Gli si avvicinarono nel tempio ciechi e storpi, ed egli li guarì. Ma i capi dei sacerdoti e gli scribi, vedendo le meraviglie che aveva fatto e i fanciulli che acclamavano nel tempio: «Osanna al figlio di Davide!», si sdegnarono, e gli dissero: «Non senti quello che dicono costoro?». Gesù rispose loro: «Sì! Non avete mai letto: “Dalla bocca di bambini e di lattanti hai tratto per te una lode”?».

1. Il gesto di Gesù di allontanare «tutti quelli che vendevano e compravano» nel tempio mira a RESTITUIRE AL LUOGO – che è segno della presenza di Dio – LA SUA VERA NATURA: «La mia casa sarà chiamata casa di preghiera». IL TEMPIO È LA CASA DOVE INCONTRI IL PADRE, DOVE SI TROVANO I FRATELLI, questo è il vero tempio...

2. I CIECHI E GLI STORPI SONO ESCLUSI DAL TEMPIO, si avvicinano al nuovo tempio, a Gesù, ED EGLI LI GUARÌ. Ogni debolezza ogni fragilità dell’uomo non è più un’esclusione da Dio, ma è OGGETTO DI CURA DI DIO. GESÙ RIVELA IL VOLTO DEL PADRE, ma i capi dei sacerdoti e gli scribi SI SDEGNARONO. Quel volto non può essere conosciuto da chi si lascia guidare dal proprio egoismo e tornaconto personale. 

3. SOLO CHI POSSIEDE UN CUORE SEMPLICE, come quello dei bambini, può aprirsi alla fede, accogliendo Gesù e riconoscendo la sua identità di Figlio di Dio. “Dalla bocca di bambini e di lattanti hai tratto per te una lode”?». Donami Signore un cuore SEMPLICE!

BUONA DOMENICA...

28.07 - SAN PEDRO POVEDA CASTROVERDE

Linares, Spagna, 3 dicembre 1874 - Madrid, Spagna, 28 luglio 1936
   A Madrid in Spagna, san Pietro Poveda Castroverde, sacerdote e martire, che per la diffusione dei valori cristiani fondò l’Istituto Teresiano e, all’inizio della persecuzione contro la Chiesa, fu ucciso in odio alla fede, offrendo a Dio una luminosa testimonianza
NELLO STESSO GIORNO:

SANTI NAZARIO E CELSO Martiri

+ Milano 304

Nazario aveva predicato in Italia, a Treviri e in Gallia. Qui battezzò Celso che aveva nove anni. Furono martirizzati a Milano nel 304, durante la persecuzione di Diocleziano.

sabato 27 luglio 2024

27.07.2024 - Ger 7,1-11 - Mt 13,24-30 - Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura.

Dal libro del profeta Geremìa - Ger 7,1-11

Questa parola fu rivolta dal Signore a Geremìa:
«Férmati alla porta del tempio del Signore e là pronuncia questo discorso: Ascoltate la parola del Signore, voi tutti di Giuda che varcate queste porte per prostrarvi al Signore. Così dice il Signore degli eserciti, Dio d’Israele: Rendete buone la vostra condotta e le vostre azioni, e io vi farò abitare in questo luogo. Non confidate in parole menzognere ripetendo: “Questo è il tempio del Signore, il tempio del Signore, il tempio del Signore!”.
Se davvero renderete buone la vostra condotta e le vostre azioni, se praticherete la giustizia gli uni verso gli altri, se non opprimerete lo straniero, l’orfano e la vedova, se non spargerete sangue innocente in questo luogo e se non seguirete per vostra disgrazia dèi stranieri, io vi farò abitare in questo luogo, nella terra che diedi ai vostri padri da sempre e per sempre.
Ma voi confidate in parole false, che non giovano: rubare, uccidere, commettere adulterio, giurare il falso, bruciare incenso a Baal, seguire altri dèi che non conoscevate. Poi venite e vi presentate davanti a me in questo tempio, sul quale è invocato il mio nome, e dite: “Siamo salvi!”, e poi continuate a compiere tutti questi abomini. Forse per voi è un covo di ladri questo tempio sul quale è invocato il mio nome? Anch’io però vedo tutto questo! Oracolo del Signore».

 

1. Dio esorta il popolo di Giuda a migliorare la propria condotta e le proprie azioni, sottolineando che la vera devozione non si manifesta solo attraverso i riti religiosi, ma SOPRATTUTTO ATTRAVERSO LA GIUSTIZIA, L'ONESTÀ E IL RISPETTO PER GLI ALTRI. La fede deve riflettersi nella vita quotidiana.
2. Il popolo crede erroneamente che la sola presenza del tempio del Signore li garantisca protezione e salvezza. Dio avverte che RIPETERE "QUESTO È IL TEMPIO DEL SIGNORE" NON BASTA. Egli guarda alle azioni e al cuore delle persone, e NON SI LASCIA INGANNARE DALLE APPARENZE O DALLE PAROLE VUOTE.
3. Geremia denuncia l'ipocrisia del popolo che, pur commettendo gravi peccati come furto, omicidio, adulterio e idolatria, SI PRESENTA AL TEMPIO DICHIARANDOSI SALVO. Dio vede tutte le loro azioni e non accetta che il tempio diventi un rifugio per chi compie ingiustizie. LA VERA ADORAZIONE IMPLICA UNA VITA MORALE E GIUSTA, NON SOLO PRATICHE RELIGIOSE ESTERIORI.

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+ Dal vangelo secondo Matteo - Mt 13,24-30
In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo:
«Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania.
Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”.
E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio”».

 

La parabola della zizzania ci insegna a comprendere la presenza del male nel mondo e nel cuore di ogni persona. La parabola ci parla anche della pazienza di Dio che ci dona del tempo per la conversione e la misericordia. Dio permette la crescita del bene e del male insieme fino alla mietitura, simbolo del giudizio finale. Al momento della mietitura solo Dio separerà definitivamente il grano dalla zizzania. Non è compito tuo! Questa parabola ci invita alla pazienza, a non giudicare gli altri prematuramente e a confidare nella giustizia e nella misericordia divina. Dio, al momento opportuno, separerà il bene dal male.

 

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27.07 - SAN PANTALEONE

m. 305 c.
   Pantaleone nacque nella seconda metà del III secolo a Nicomedia, nell’odierna Turchia. Diventerà successivamente medico e sarà perseguitato dall'imperatore di Costantinopoli Galerio per la sua adesione alla fede cristiana. Fu condannato a morte nel 305: gli furono inchiodate le braccia sulla testa, che poi il boia gli mozzò. È il patrono di medici.
NELLO STESSO GIORNO:

BEATA MARIA MADDALENA MARTINENGO Religiosa

Brescia, 4 ottobre 1687 – 27 luglio 1737

Della nobile famiglia Martinengo. All’età di 18 anni entrò nel monastero delle Clarisse Cappuccine. Per le sue esimie virtù, fu ben presto prescelta prima come maestra delle novizie, poi come Abbadessa. Lasciò alcuni scritti di alta mistica. Dotata in vita di carismi celesti e di una visibile conformità a Cristo Crocifisso.

SAN SIMEONE di Polirone Eremita

Armenia - † Polirone (Mantova), 26 luglio 1016

Simeone nacque in Armenia nel X secolo. Dopo un’esperienza come monaco e come eremita, intraprese una sequela ancor più radicale del Cristo, dando alla sua vita la forma del pellegrinaggio permanente, secondo una consuetudine diffusa soprattutto tra i cristiani d’Oriente. Raggiunse Gerusalemme, Roma, Compostella, Tours e altri santuari; ovunque predicò l’unità della fede, la pace e la carità, prendendosi cura dei poveri e dei più indifesi. Tornato in Italia, ormai ottantenne si ritirò presso il monastero di San Benedetto di Polirone, dove morì il 26 luglio 1016.

venerdì 26 luglio 2024

26.07.2024 - Ger 3,14-17 - Mt 13,18-23 - Colui che ascolta la Parola e la comprende, questi dà frutto.

Dal libro del profeta Geremìa - Ger 3,14-17

Ritornate, figli traviati – oracolo del Signore – perché io sono il vostro padrone. Vi prenderò uno da ogni città e due da ciascuna famiglia e vi condurrò a Sion. Vi darò pastori secondo il mio cuore, che vi guideranno con scienza e intelligenza.
Quando poi vi sarete moltiplicati e sarete stati fecondi nel paese, in quei giorni – oracolo del Signore – non si parlerà più dell’arca dell’alleanza del Signore: non verrà più in mente a nessuno e nessuno se ne ricorderà, non sarà rimpianta né rifatta.
In quel tempo chiameranno Gerusalemme “Trono del Signore”, e a Gerusalemme tutte le genti si raduneranno nel nome del Signore e non seguiranno più caparbiamente il loro cuore malvagio.

 

1. Questa profezia del Signore INVITA I FIGLI TRAVIATI A TORNARE A LUI. Egli promette di condurli a Sion e di dar loro pastori saggi. Il Signore vuole riportare il suo popolo in Dio. Vuole liberarlo dalla dura schiavitù. Attende solo che esso si converta e ritorni al suo cuore.
2. Gli occhi del Signore scrutano un futuro che dovrà venire. In futuro, l’arca dell’alleanza non sarà più ricordata, poiché Gerusalemme sarà chiamata “TRONO DEL SIGNORE” e TUTTE LE GENTI SI RADUNERANNO LÌ, ABBANDONANDO I LORO CUORI MALVAGI.
3. Gerusalemme sarà la città nella quale Dio porrà il suo trono per governare il mondo. Gerusalemme sarà la città di Dio. Tutte le genti si raduneranno nel nome del Signore. TUTTE LE GENTI VEDRANNO IL SIGNORE CHE GOVERNA DALLA CITTÀ E VI AFFLUIRANNO.

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 Dal vangelo secondo Matteo - Mt 13,18-23
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».

 

Ed ecco che Gesù stesso spiega in dettaglio la parabola del seme. Cosa ostacola il buon esito dell’ascolto della Parola?
In primis il maligno che è forte e ladro, ruba il seme seminato; la seconda causa è dovuta all'instabilità dell'uomo, l’uomo è instabile, fa presto a passare dall'entusiasmo al lasciare perdere tutto alla prima difficoltà (non ha radici); infine la mondanità e la ricchezza che hanno una grande forza di seduzione...
Ma questo non toglie il compiersi del disegno di Dio. Di fatto, c’è un “terreno buono/bello” che permette di portare “frutto”. In altre parole, ci sono dei discepoli, ci sono coloro che “ascoltano e accolgono il seme/parola”.
Quando questo avviene, il disegno di Dio si realizza in modo prodigioso, anche se in misure diverse (secondo tempi e momenti: cento, sessanta, trenta per uno).
Nel cuore dell’uomo ci sono tanti ostacoli quanto all’accoglienza della parola/seme. Ma se uno è umile e piccolo, se si apre fiducioso alla parola di Gesù e l’accoglie, ne viene un grandissimo “frutto”, cioè la sua salvezza. E il seminatore non ha seminato … invano!

 

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26.07 - SANTI GIOACCHINO E ANNA

Gerusalemme, I secolo a.C.
  Anna e Gioacchino sono i genitori della Vergine Maria. Gioacchino è un pastore e abita a Gerusalemme, anziano sacerdote è sposato con Anna. I due non avevano figli ed erano una coppia avanti con gli anni. Un giorno mentre Gioacchino è al lavoro nei campi, gli appare un angelo, per annunciargli la nascita di un figlio ed anche Anna ha la stessa visione. Chiamano la loro bambina Maria, che vuol dire «amata da Dio». Gioacchino porta di nuovo al tempio i suoi doni: insieme con la bimba dieci agnelli, dodici vitelli e cento capretti senza macchia. Più tardi Maria è condotta al tempio per essere educata secondo la legge di Mosè.

giovedì 25 luglio 2024

25.07.2024 - 2Cor 4,7-15 - Mt 20,20-28 - Il mio calice lo berrete.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi - 2Cor 4,7-15

Fratelli, noi abbiamo un tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa straordinaria potenza appartiene a Dio, e non viene da noi. In tutto, infatti, siamo tribolati, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo. Sempre infatti, noi che siamo vivi, veniamo consegnati alla morte a causa di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nella nostra carne mortale. Cosicché in noi agisce la morte, in voi la vita.
Animati tuttavia da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: «Ho creduto, perciò ho parlato», anche noi crediamo e perciò parliamo, convinti che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi. Tutto infatti è per voi, perché la grazia, accresciuta a opera di molti, faccia abbondare l'inno di ringraziamento, per la gloria di Dio.
1. Paolo è consapevole di due verità: la straordinaria GRANDEZZA del dono di Dio, del ministero che il Signore gli ha affidato; e la FRAGILITÀ della sua umanità: NOI ABBIAMO UN TESORO IN VASI DI CRETA. La creta è fragile come la sua umanità e attraverso una quotidiana persecuzione l’apostolo COMPIE LA MORTE DI GESÙ NEL SUO CORPO per configurarsi a Cristo e far risuonare nel mondo il Vangelo. Altro che lamentarsi!
2. Paolo sa che SOLO ATTRAVERSO L’OFFERTA DELLA SUA VITA, e quindi nella sua morte quotidiana, è possibile generare altra vita nel mondo, È POSSIBILE convertire i cuori e attrarli al Signore.
3. E la fede di Paolo poggia su un solido fondamento: DIO CI RISUSCITERÀ; Dio ci porrà accanto a Cristo nella gloria del cielo. TUTTO È PER I DISCEPOLI DI GESÙ, tutto avviene in loro favore, tutto si compie perché loro possono crescere ed abbondare nella verità della salvezza. NON RESTA CHE INNALZARE INSIEME LA VOCE E GLORIFICARE IL PADRE DEI CIELI per la sua misericordia manifestata in nostro favore.

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+ Dal vangelo secondo Matteo - Mt 20,20-28

In quel tempo, si avvicinò a Gesù la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dóminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
Nella logica di Dio il potere non è un fine per dominare gli altri uomini e soddisfare la sete di primeggiare bensì un mezzo utilizzato al servizio del prossimo, in modo che anche gli altri comprendano la grandezza del Sangue di Cristo versato sulla croce. Anche gli apostoli faticano a capire il potere che si esprime nel servizio agli altri. 
La via del servizio è l’antidoto più efficace contro il morbo della ricerca dei primi posti; è la medicina per gli arrampicatori, questa ricerca dei primi posti, che contagia tanti contesti umani e non risparmia neanche i cristiani, il popolo di Dio, neanche la gerarchia ecclesiastica.
Perciò, come discepoli di Cristo, accogliamo questo Vangelo come richiamo alla conversione, per testimoniare con coraggio e generosità una Chiesa che si china ai piedi degli ultimi, per servirli con amore e semplicità.

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«Il povero vuole diventare ricco / il ricco vuole diventare re / e il re non è soddisfatto / finché non ha il potere su ogni cosa» (B.Springsteen). E oggi Gesù ci chiede di fare il viaggio a ritroso, pronti?

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