mercoledì 31 luglio 2024

31.07.2024 - Ger 15,10.16-21 - Mt 13,44-46 - Vende tutti i suoi averi e compra quel campo.

Dal libro del profeta Geremìa - Ger 15,10.16-21

Me infelice, madre mia! Mi hai partorito
uomo di litigio e di contesa per tutto il paese!
Non ho ricevuto prestiti, non ne ho fatti a nessuno,
eppure tutti mi maledicono.
Quando le tue parole mi vennero incontro,
le divorai con avidità;
la tua parola fu la gioia e la letizia del mio cuore,
perché il tuo nome è invocato su di me,
Signore, Dio degli eserciti.
Non mi sono seduto per divertirmi
nelle compagnie di gente scherzosa,
ma spinto dalla tua mano sedevo solitario,
poiché mi avevi riempito di sdegno.
Perché il mio dolore eè senza fine
e la mia piaga incurabile non vuole guarire?
Tu sei diventato per me un torrente ìnfido,
dalle acque incostanti.
Allora il Signore mi rispose:
«Se ritornerai, io ti farò ritornare
e starai alla mia presenza;
se saprai distinguere ciò che è prezioso
da ciò che è vile,
sarai come la mia bocca.
Essi devono tornare a te,
non tu a loro,
e di fronte a questo popolo io ti renderò
come un muro durissimo di bronzo;
combatteranno contro di te,
ma non potranno prevalere,
perché io sarò con te
per salvarti e per liberarti.
Oracolo del Signore.
Ti libererò dalla mano dei malvagi
e ti salverò dal pugno dei violenti».
1. Geremia sente il peso della sua missione. Geremia vede che tutti gli sono ostili ed è nella sofferenza. Eppure “quando le tue parole mi vennero incontro, le divorai con avidità”. MANGIARE LA PAROLA È DIVENIRE UNA COSA SOLA CON ESSA. Ma QUAL È IL FRUTTO DI QUESTA ACCOGLIENZA GIOIOSA della Parola del Signore? Il rifiuto degli uomini, il loro insulto, le loro trame, il loro odio.
2. Il Signore risponde a Geremia. VEDE LA SUA AFFLIZIONE, IL TORMENTO. NON LO LIBERA PERÒ DALLA MISSIONE. Quando Geremia comprenderà la preziosità della sua missione, SOLO ALLORA POTRÀ ESSERE LA BOCCA DI DIO in mezzo a suoi fratelli. ESSI DEVONO TORNARE A TE, NON TU A LORO.
3. Il Signore rinnova la sua protezione e custodia. Geremia deve vivere la sua missione con una sola verità nel cuore: I SUOI NEMICI NON PREVARRANNO SU DI LUI. Accanto a lui vi sarà SEMPRE il Signore. CHI POTRÀ VINCERE IL SIGNORE?

-----------------------------------------------

+ Dal vangelo secondo Matteo - Mt 13,44-46
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra».  

 

La vita è realmente una ‘caccia al tesoro’. Quale è il tesoro? Si potrebbe dire: la gioia di stare al mondo, la gioia di vivere. Quell’esigenza che muove dal profondo il cuore di ogni uomo. Coincide con la realizzazione di sé, e la si cerca nel volto e nel cuore di un’altra persona: qualcuno che ci corrisponda e che ci ami: un figlio, una donna, un amico. Il Vangelo dà un nome a questo tesoro: Gesù.
Chi conosce Gesù, chi lo incontra personalmente, rimane affascinato, attratto da tanta bontà, tanta verità, tanta bellezza, e tutto in una grande umiltà e semplicità. Cercare Gesù, incontrare Gesù: questo è il grande tesoro.
Puoi cambiare effettivamente tipo di vita, oppure continuare a fare quello che facevi prima ma tu sei un altro, sei rinato: hai trovato ciò che dà senso, sapore, luce a tutto, anche alle fatiche, anche alle sofferenze, anche alla morte.

---------------------------------

O ti viene incontro o lo trovi ricercandolo, ogni uomo “s’imbatte” nel regno dei cieli, che è “vicino”. Ciò che conta è la grande gioia che riempie la vita, e la svuota di tutto il resto, superfluo. Siamo all’altezza di questa libertà? 

---------------------------------


📲 I MIEI SOCIAL:

martedì 30 luglio 2024

30.07.2024 - Ger 14,7b-22 - Mt 13,36-43 - Come si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo.

Dal libro del profeta Geremìa - Ger 14,7b-22

Il Signore ha detto:
«I miei occhi grondano lacrime
notte e giorno, senza cessare,
perché da grande calamità
è stata colpita la vergine,
figlia del mio popolo,
da una ferita mortale.
Se esco in aperta campagna,
ecco le vittime della spada;
se entro nella città,
ecco chi muore di fame.
Anche il profeta e il sacerdote
si aggirano per la regione senza comprendere».
Hai forse rigettato completamente Giuda,
oppure ti sei disgustato di Sion?
Perché ci hai colpiti, senza più rimedio per noi?
Aspettavamo la pace, ma non c’è alcun bene,
il tempo della guarigione, ed ecco il terrore!
Riconosciamo, Signore, la nostra infedeltà,
la colpa dei nostri padri:
abbiamo peccato contro di te.
Ma per il tuo nome non respingerci,
non disonorare il trono della tua gloria.
Ricòrdati! Non rompere la tua alleanza con noi.
Fra gli idoli vani delle nazioni c’è qualcuno che può far piovere?
Forse che i cieli da sé mandano rovesci?
Non sei piuttosto tu, Signore, nostro Dio?
In te noi speriamo,
perché tu hai fatto tutto questo.
1. LA SITUAZIONE DEL POPOLO DI DIO È TRAGICA: si sono allontanati da Dio e hanno gettato un intero popolo nella disgrazia e nel disorientamento. Il Signore per mezzo del profeta Geremia, annunzia la grande calamità che sta per abbattersi su Guida e su Gerusalemme. DIO PIANGE NOTTE E GIORNO PER IL SUO POPOLO, PIANGE PERCHÉ LA MORTE È IMMINENTE.  
2. ECCO COSA VEDE IL SIGNORE: VITTIME DELLA SPADA E VITTIME DELLA FAME. Anche il popolo vede la sciagura nella quale è precipitato e si rivolge al Signore per chiedere soccorso. Hai forse rigettato completamente Giuda? Perché ci hai colpiti? GIUDA RICONOSCE IL SUO PECCATO DI INFEDELTÀ, MA NON HA NESSUNA PAROLA NÉ DI PENTIMENTO NÉ DI CONVERSIONE.
3. Eppure, Dio ha ancora pietà del Suo popolo. Sue lacrime ne sono il segno evidente e commovente. NON È DIO CHE RESPINGE GIUDA. È IL POPOLO CHE NON SI LASCIA AIUTARE. LA SALVEZZA VIENE SOLO DALLA PAROLA DI DIO CHE DIVIENE PAROLA DELL’UOMO.

----------------------------------------------------

+ Dal vangelo secondo Matteo - Mt 13,36-43
In quel tempo, Gesù congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo».
Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti». 

 

Dio si fida di noi, del bene che possiamo fare e portare agli altri. La zizzania a Lui non interessa, non la guarda. Il Signore sa che più inondiamo la nostra vita di bene, meno terreno la zizzania avrà disposizione per crescere. Noi non siamo stati creati per essere erbaccia e la nostra vita non è stata seminata di zizzania, ma di seme buono.
E’ proprio buffo: spesso sprechiamo tutto il nostro tempo a cercare di togliere i fili di zizzania nella nostra vita e non ci accorgiamo che così facendo le spighe rischiano di restare vuote, senza frutto al loro interno.
Vinci il male presente nella tua vita facendo del bene! 
Sappi che saranno i giusti a splendere come il sole! Nessuno dovrà pentirsi di aver scelto di compiere dei sacrifici e ogni sforzo in più nella testimonianza o nell’aiutare il prossimo sarà un tassello verso la beatitudine. Questo non va mai dimenticato. La pena nel caso contrario è senza appello ed è la dannazione eterna.

 -------------------------------------------

La parabola della zizzania non è un testo incomprensibile ma molto esigente. Chiede pazienza e fede in Dio, giusto giudice. Ci pone la domanda più tremenda: Unde malo? Da dove (e perché) il male?

 ------------------------------------------- 

 

📲 I MIEI SOCIAL:

DOV'È LA VERITÀ?

DOV'È LA VERITÀ?

Nel dicembre 1942, nel pieno della Seconda guerra mondiale, il regime nazista, per ribattere alle accuse di atrocità contro gli ebrei mosse dai giornali inglesi e americani, lanciò una massiccia campagna di propaganda orchestrata da Joseph Goebbels, ministro del Reich per l'istruzione del popolo e la propaganda. Goebbels ordinò ai giornalisti di enfatizzare i crimini perpetrati dagli Alleati in Medio Oriente, India e Africa, spesso inventando notizie quando non ne trovavano di reali. Hannah Arendt, nel suo libro "Le origini del totalitarismo" (1951), osservò che il suddito ideale del nazismo non era il devoto fanatico, ma colui che non distingueva più tra realtà e finzione, vero e falso. Questo era esattamente l'obiettivo di Goebbels: creare una realtà parallela attraverso la propaganda.

Nonostante l'impegno profuso, la campagna di propaganda non ha avuto il successo sperato. Due mesi dopo, il 18 febbraio 1943, Goebbels tenne un discorso al Palazzo dello sport di Berlino, un esempio della potente retorica nazista. Il discorso, della durata di circa due ore, fu trasmesso alla radio per una diffusione più ampia.

All'evento parteciparono diecimila persone, tra cui politici, attori, soldati feriti, operai, insegnanti, architetti, medici e funzionari, una rappresentanza del popolo tedesco sia della patria sia del fronte. Ogni dettaglio dell'evento è stato curato attentamente: dietro al palco una grande bandiera con una svastica e uno striscione con la scritta "Guerra totale — guerra più breve". Il contesto era difficile: Stalingrado era in caduta, il fronte africano era quasi perso. Goebbels ammonì ripetutamente che "l'Occidente è in pericolo" e che solo i tedeschi potevano invertire la rotta, mobilitando l'intero popolo per la vittoria.

Il discorso si concluse con dieci domande retoriche come "Credi tu?" e "Siete pronti?", con il pubblico che rispose con entusiasmo, invocando Hitler, protestando contro gli inglesi e inveendo contro ebrei, fannulloni e ricchi. Goebbels utilizzò anche il passato a fini ideologici, ricordando la resilienza di Federico II di Prussia durante la guerra dei Sette anni, per incoraggiare il popolo tedesco.

Goebbels si dichiarò soddisfatto del suo discorso, annotando nel suo diario che l'assemblea era stata portata a uno stato di mobilitazione intellettuale e frenesia. Hitler definì il discorso un capolavoro psicologico e propagandistico. Tuttavia, i giornali inglesi e americani smascherarono la falsità di Goebbels, e tra la popolazione tedesca vi furono paure e critiche, soprattutto dall'alta società, verso i toni propagandistici e la retorica di lotta di classe di Goebbels.

Gli oppositori del regime riconobbero lo stratagemma di Goebbels di creare paura contro i nemici e si interrogarono su come il popolo avesse potuto tollerare tale propaganda. 

Oggi le folle non si radunano più fisicamente, ma sono disperse sul web, impegnate nei social network, dove le discussioni sono spesso grossolane e banali. La politica odierna utilizza avanzati dispositivi tecnologici per ampliare la propria base. La retorica dei nuovi manipolatori di folle punta sull'enunciazione di opinioni radicali, spesso insensate e contrarie alla verità, per ottenere rapidi consensi espressi nel "mi piace" e reazioni sui social. Marc Bloch, nelle sue "Riflessioni di uno storico sulle false notizie della guerra" (1921), aveva osservato che nei tempi di guerra, quando prevalgono le emozioni, il dubbio e il senso critico diminuiscono, permettendo alle false notizie di proliferare. Ciò rimane vero anche oggi, evidenziando la necessità di un impegno continuo per discernere la verità nella sfera pubblica digitale.

 

📲 I MIEI SOCIAL:

lunedì 29 luglio 2024

29.07.2024 - Ger 13,1-11 - Gv 11,19-27 - Io credo che sei il Cristo, il Figlio di Dio.

Dal libro del profeta Geremìa - Ger 13,1-11

Il Signore mi disse così: «Va’ a comprarti una cintura di lino e mettitela ai fianchi senza immergerla nell’acqua». Io comprai la cintura, secondo il comando del Signore, e me la misi ai fianchi.
Poi la parola del Signore mi fu rivolta una seconda volta: «Prendi la cintura che hai comprato e che porti ai fianchi e va’ subito all’Eufrate e nascondila nella fessura di una pietra». Io andai e la nascosi presso l’Eufrate, come mi aveva comandato il Signore.
Dopo molto tempo il Signore mi disse: «Àlzati, va’ all’Eufrate e prendi di là la cintura che ti avevo comandato di nascondervi». Io andai all’Eufrate, cercai e presi la cintura dal luogo in cui l’avevo nascosta; ed ecco, la cintura era marcita, non era più buona a nulla.
Allora mi fu rivolta questa parola del Signore: «Dice il Signore: In questo modo ridurrò in marciume l’orgoglio di Giuda e il grande orgoglio di Gerusalemme. Questo popolo malvagio, che rifiuta di ascoltare le mie parole, che si comporta secondo la caparbietà del suo cuore e segue altri dèi per servirli e per adorarli, diventerà come questa cintura, che non è più buona a nulla. Poiché, come questa cintura aderisce ai fianchi di un uomo, così io volli che aderisse a me tutta la casa d’Israele e tutta la casa di Giuda – oracolo del Signore –, perché fossero mio popolo, mia fama, mia lode e mia gloria, ma non mi ascoltarono».

 

1. Dio ordina a Geremia di comprare una cintura di lino e di indossarla senza lavarla. Successivamente, gli chiede di nasconderla presso il fiume Eufrate, dove LA CINTURA MARCISCE. Questo simboleggia la vicinanza iniziale di Israele a Dio e il successivo allontanamento e corruzione.
2. La cintura marcia rappresenta L'ORGOGLIO E LA DISOBBEDIENZA del popolo di Giuda e di Gerusalemme. Dio sottolinea come IL LORO COMPORTAMENTO OSTINATO E L'ADORAZIONE DI ALTRI DÈI LI ABBIA RESI INUTILI COME LA CINTURA MARCIA.
3. Dio aveva voluto che il popolo di Israele fosse strettamente legato a Lui, come una cintura aderisce ai fianchi di un uomo, per essere un popolo di lode e gloria. Tuttavia, LA LORO DISOBBEDIENZA HA INFRANTO QUESTA RELAZIONE SPECIALE. Che dramma!

--------------------------------------------------

+ Dal vangelo secondo Giovanni - Gv 11,19-27
In quel tempo, molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa.
Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà».
Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno».
Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».

 

Marta ha fiducia in Gesù, ma come sperare che il fratello ritorni in vita? E’ ben vero che Gesù le dice: “Tuo fratello risorgerà”. E aggiunge: “Io sono la risurrezione e la vita…”. Marta ha un balzo. Non sa fin dove possa giungere la potenza di Gesù, ma dice con determinazione la sua fede in Lui, con parole che sono diventate anche nostre: “Io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio…”. Anche quando non sappiamo se accadrà il miracolo, e quando il miracolo non accade, sappiamo di poterci fidare di Gesù, salvatore del mondo, vincitore della morte.
Infatti "Chi crede in me, anche se muore vivrà”. Qui per credere non si tratta di sapere semplicemente che Gesù è risorto. Questo lo sanno anche i demoni.
Si tratta invece di essere unito a Lui mediante una fede viva, e cioè con una fede accompagnata dalla carità, dalla grazia.

 

📲 I MIEI SOCIAL:

domenica 28 luglio 2024

2Re 4,42-44 - Ef 4,1-6 - Gv 6,1-15 - XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

Domenica 28 Luglio 2024
Dal secondo libro dei Re - 2Re 4,42-44
 
In quei giorni, da Baal Salisà venne un uomo, che portò pane di primizie all’uomo di Dio: venti pani d’orzo e grano novello che aveva nella bisaccia.
Eliseo disse: «Dallo da mangiare alla gente». Ma il suo servitore disse: «Come posso mettere questo davanti a cento persone?». Egli replicò: «Dallo da mangiare alla gente. Poiché così dice il Signore: “Ne mangeranno e ne faranno avanzare”».
Lo pose davanti a quelli, che mangiarono e ne fecero avanzare, secondo la parola del Signore.

1. Un devoto aveva fatto un omaggio al profeta Eliseo.  Il profeta dice: “NON DARLO SOLO A ME DALLO A TUTTI”, e quei 20 panini bastarono per una grande folla di 100 persone. Venti panini bastano per cento persone. Un GESTO IMPORTANTE, PICCOLO NEI CONFRONTI DI GESÙ DEL VANGELO DI OGGI.

2. In forza della ragione, ma anche della matematica, il servitore avanza dei dubbi: “come posso mettere questo davanti a cento persone?” LA RAGIONE NON È IL TUTTO! E il profeta: “Ne mangeranno e ne faranno avanzare”. ABBI FEDE!

3. “Mangiarono e ne fecero avanzare”. L’elemento importante e decisivo arriva alla fine: “SECONDO LA PAROLA DEL SIGNORE”. ERA NECESSARIO CHE QUALCUNO CI CREDESSE, CHE LO DICESSE E CONVINCESSE A FARE GLI ALTRI. Questa è la vocazione del profeta. Ascoltiamo i Profeti oggi!

------------------------------------------------------

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni - Ef 4,1-6
 
Fratelli, io, prigioniero a motivo del Signore, vi esorto: comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell’amore, avendo a cuore di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace.
Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti.

1. Paolo passa ad una esortazione; il verbo è forte: “VI SCONGIURO”, e il suo stato di “prigioniero” rafforza la sua richiesta: COMPORTARSI IN MODO ARMONICO CON LA GRANDE CHIAMATA RICEVUTA.

2. Paolo ricorda ai cristiani che devono NUTRIRE LA VITA COMUNE CON ALCUNE VIRTÙ fondamentali: “con ogni UMILTÀ, DOLCEZZA E MAGNANIMITÀ”, che hanno il loro CULMINE NELL’AMORE FRATERNO (agape), che SI ESPRIME NEL PERDONO E NELLA SOLIDARIETÀ VERSO GLI ALTRI.

3. “SIETE STATI UNIFICATI IN UN SOLO CORPO, IN UN SOLO SPIRITO perché avete ricevuto un solo battesimo, una sola fede, siete una cosa sola, QUINDI FATE IN MODO DI CONSERVARE L'UNITÀ DELLO SPIRITO PER MEZZO DEL VINCOLO DELLA PACE”. Che significa: SIATE QUELLO CHE SIETE. Siete stati resi una cosa sola mantenete questa unità.

------------------------------------------------------

+ Dal Vangelo secondo Giovanni - Gv 6,1-15

In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.
Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».
Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.
Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano.
E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.
1. NESSUNO CHIEDE al ragazzo il pane e i pesci, È LUI CHE METTE TUTTO A DISPOSIZIONE. Primo miracolo. DÀ TUTTO quello che ha, SENZA pensare se sia molto o se sia poco. È tutto! QUANDO IL MIO PANE DIVENTA IL NOSTRO PANE ACCADE IL MIRACOLO... È COSÌ…

2. LA FAME FINISCE non quando mangi a sazietà, ma QUANDO CONDIVIDI fosse pure il poco che hai. E mentre lo distribuivano il pane non veniva a mancare, e mentre passava di mano in mano restava in ogni mano. Secondo miracolo... NON CHIUDERE LA TUA MANO...

3. Tre verbi: Gesù «PRESE IL PANE, RESE GRAZIE E DISTRIBUÌ»: PRENDERE, RENDERE GRAZIE, DONARE sono il segreto della felicità, del mondo nuovo. NOI NON SIAMO I PADRONI DELLE COSE E NIENTE DEVE ANDARE PERDUTO. ENTRIAMO NELLA LOGICA DEL VANGELO...
BUONA DOMENICA…

-------------------------------------------------------------

LA FAME

L’uomo ha sempre fame. Fame di pane, ma soprattutto fame di felicità, di amicizia, di compagnia, di pace, di amore. E Cristo ci dice che lui solo può saziare questa fame. E il nostro pane è l’Eucarestia! «Beati gli invitati alla mensa del Signore». Ma non dimentichiamo la Parola di Dio: «Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio». Nutriamo la nostra vita ...

-------------------------------------------------------------
LECTIO DIVINA - XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

OMELIA - XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

 

📲 I MIEI SOCIAL:


Mt 21,12-16 - RITO AMBROSIANO - X DOMENICA DOPO PENTECOSTE

RITO AMBROSIANO

X Domenica dopo Pentecoste
Domenica 28 luglio 2024
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo - Mt 21,12-16
In quel tempo. Il Signore Gesù entrò nel tempio e scacciò tutti quelli che nel tempio vendevano e compravano; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe e disse loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà chiamata casa di preghiera”. Voi invece ne fate un covo di ladri». Gli si avvicinarono nel tempio ciechi e storpi, ed egli li guarì. Ma i capi dei sacerdoti e gli scribi, vedendo le meraviglie che aveva fatto e i fanciulli che acclamavano nel tempio: «Osanna al figlio di Davide!», si sdegnarono, e gli dissero: «Non senti quello che dicono costoro?». Gesù rispose loro: «Sì! Non avete mai letto: “Dalla bocca di bambini e di lattanti hai tratto per te una lode”?».

1. Il gesto di Gesù di allontanare «tutti quelli che vendevano e compravano» nel tempio mira a RESTITUIRE AL LUOGO – che è segno della presenza di Dio – LA SUA VERA NATURA: «La mia casa sarà chiamata casa di preghiera». IL TEMPIO È LA CASA DOVE INCONTRI IL PADRE, DOVE SI TROVANO I FRATELLI, questo è il vero tempio...

2. I CIECHI E GLI STORPI SONO ESCLUSI DAL TEMPIO, si avvicinano al nuovo tempio, a Gesù, ED EGLI LI GUARÌ. Ogni debolezza ogni fragilità dell’uomo non è più un’esclusione da Dio, ma è OGGETTO DI CURA DI DIO. GESÙ RIVELA IL VOLTO DEL PADRE, ma i capi dei sacerdoti e gli scribi SI SDEGNARONO. Quel volto non può essere conosciuto da chi si lascia guidare dal proprio egoismo e tornaconto personale. 

3. SOLO CHI POSSIEDE UN CUORE SEMPLICE, come quello dei bambini, può aprirsi alla fede, accogliendo Gesù e riconoscendo la sua identità di Figlio di Dio. “Dalla bocca di bambini e di lattanti hai tratto per te una lode”?». Donami Signore un cuore SEMPLICE!

BUONA DOMENICA...

sabato 27 luglio 2024

27.07.2024 - Ger 7,1-11 - Mt 13,24-30 - Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura.

Dal libro del profeta Geremìa - Ger 7,1-11

Questa parola fu rivolta dal Signore a Geremìa:
«Férmati alla porta del tempio del Signore e là pronuncia questo discorso: Ascoltate la parola del Signore, voi tutti di Giuda che varcate queste porte per prostrarvi al Signore. Così dice il Signore degli eserciti, Dio d’Israele: Rendete buone la vostra condotta e le vostre azioni, e io vi farò abitare in questo luogo. Non confidate in parole menzognere ripetendo: “Questo è il tempio del Signore, il tempio del Signore, il tempio del Signore!”.
Se davvero renderete buone la vostra condotta e le vostre azioni, se praticherete la giustizia gli uni verso gli altri, se non opprimerete lo straniero, l’orfano e la vedova, se non spargerete sangue innocente in questo luogo e se non seguirete per vostra disgrazia dèi stranieri, io vi farò abitare in questo luogo, nella terra che diedi ai vostri padri da sempre e per sempre.
Ma voi confidate in parole false, che non giovano: rubare, uccidere, commettere adulterio, giurare il falso, bruciare incenso a Baal, seguire altri dèi che non conoscevate. Poi venite e vi presentate davanti a me in questo tempio, sul quale è invocato il mio nome, e dite: “Siamo salvi!”, e poi continuate a compiere tutti questi abomini. Forse per voi è un covo di ladri questo tempio sul quale è invocato il mio nome? Anch’io però vedo tutto questo! Oracolo del Signore».

 

1. Dio esorta il popolo di Giuda a migliorare la propria condotta e le proprie azioni, sottolineando che la vera devozione non si manifesta solo attraverso i riti religiosi, ma SOPRATTUTTO ATTRAVERSO LA GIUSTIZIA, L'ONESTÀ E IL RISPETTO PER GLI ALTRI. La fede deve riflettersi nella vita quotidiana.
2. Il popolo crede erroneamente che la sola presenza del tempio del Signore li garantisca protezione e salvezza. Dio avverte che RIPETERE "QUESTO È IL TEMPIO DEL SIGNORE" NON BASTA. Egli guarda alle azioni e al cuore delle persone, e NON SI LASCIA INGANNARE DALLE APPARENZE O DALLE PAROLE VUOTE.
3. Geremia denuncia l'ipocrisia del popolo che, pur commettendo gravi peccati come furto, omicidio, adulterio e idolatria, SI PRESENTA AL TEMPIO DICHIARANDOSI SALVO. Dio vede tutte le loro azioni e non accetta che il tempio diventi un rifugio per chi compie ingiustizie. LA VERA ADORAZIONE IMPLICA UNA VITA MORALE E GIUSTA, NON SOLO PRATICHE RELIGIOSE ESTERIORI.

--------------------------------------------------

+ Dal vangelo secondo Matteo - Mt 13,24-30
In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo:
«Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania.
Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”.
E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio”».

 

La parabola della zizzania ci insegna a comprendere la presenza del male nel mondo e nel cuore di ogni persona. La parabola ci parla anche della pazienza di Dio che ci dona del tempo per la conversione e la misericordia. Dio permette la crescita del bene e del male insieme fino alla mietitura, simbolo del giudizio finale. Al momento della mietitura solo Dio separerà definitivamente il grano dalla zizzania. Non è compito tuo! Questa parabola ci invita alla pazienza, a non giudicare gli altri prematuramente e a confidare nella giustizia e nella misericordia divina. Dio, al momento opportuno, separerà il bene dal male.

 

📲 I MIEI SOCIAL:

venerdì 26 luglio 2024

26.07.2024 - Ger 3,14-17 - Mt 13,18-23 - Colui che ascolta la Parola e la comprende, questi dà frutto.

Dal libro del profeta Geremìa - Ger 3,14-17

Ritornate, figli traviati – oracolo del Signore – perché io sono il vostro padrone. Vi prenderò uno da ogni città e due da ciascuna famiglia e vi condurrò a Sion. Vi darò pastori secondo il mio cuore, che vi guideranno con scienza e intelligenza.
Quando poi vi sarete moltiplicati e sarete stati fecondi nel paese, in quei giorni – oracolo del Signore – non si parlerà più dell’arca dell’alleanza del Signore: non verrà più in mente a nessuno e nessuno se ne ricorderà, non sarà rimpianta né rifatta.
In quel tempo chiameranno Gerusalemme “Trono del Signore”, e a Gerusalemme tutte le genti si raduneranno nel nome del Signore e non seguiranno più caparbiamente il loro cuore malvagio.

 

1. Questa profezia del Signore INVITA I FIGLI TRAVIATI A TORNARE A LUI. Egli promette di condurli a Sion e di dar loro pastori saggi. Il Signore vuole riportare il suo popolo in Dio. Vuole liberarlo dalla dura schiavitù. Attende solo che esso si converta e ritorni al suo cuore.
2. Gli occhi del Signore scrutano un futuro che dovrà venire. In futuro, l’arca dell’alleanza non sarà più ricordata, poiché Gerusalemme sarà chiamata “TRONO DEL SIGNORE” e TUTTE LE GENTI SI RADUNERANNO LÌ, ABBANDONANDO I LORO CUORI MALVAGI.
3. Gerusalemme sarà la città nella quale Dio porrà il suo trono per governare il mondo. Gerusalemme sarà la città di Dio. Tutte le genti si raduneranno nel nome del Signore. TUTTE LE GENTI VEDRANNO IL SIGNORE CHE GOVERNA DALLA CITTÀ E VI AFFLUIRANNO.

--------------------------------------------------

 Dal vangelo secondo Matteo - Mt 13,18-23
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».

 

Ed ecco che Gesù stesso spiega in dettaglio la parabola del seme. Cosa ostacola il buon esito dell’ascolto della Parola?
In primis il maligno che è forte e ladro, ruba il seme seminato; la seconda causa è dovuta all'instabilità dell'uomo, l’uomo è instabile, fa presto a passare dall'entusiasmo al lasciare perdere tutto alla prima difficoltà (non ha radici); infine la mondanità e la ricchezza che hanno una grande forza di seduzione...
Ma questo non toglie il compiersi del disegno di Dio. Di fatto, c’è un “terreno buono/bello” che permette di portare “frutto”. In altre parole, ci sono dei discepoli, ci sono coloro che “ascoltano e accolgono il seme/parola”.
Quando questo avviene, il disegno di Dio si realizza in modo prodigioso, anche se in misure diverse (secondo tempi e momenti: cento, sessanta, trenta per uno).
Nel cuore dell’uomo ci sono tanti ostacoli quanto all’accoglienza della parola/seme. Ma se uno è umile e piccolo, se si apre fiducioso alla parola di Gesù e l’accoglie, ne viene un grandissimo “frutto”, cioè la sua salvezza. E il seminatore non ha seminato … invano!

 

📲 I MIEI SOCIAL:

giovedì 25 luglio 2024

LA MAMMA CI GUARDA DAL CIELO.

LA MAMMA CI GUARDA DAL CIELO.

"La mamma ci osserva dal cielo. So che è orgogliosa perché sa che abbiamo sfruttato l'esperienza acquisita quando eravamo ancora con lei"
Kim Sterner, madre di sei figli, alcuni anni fa ha dovuto affrontare una diagnosi scioccante: una forma estremamente rara di cancro all'appendice. Le sue tre figlie erano ancora piccole quando i medici confermarono questa malattia rara che colpisce solo 1 o 2 persone per milione di abitanti. Kara aveva dieci anni e le gemelle Elizabeth e Alicia nove. Oggi sono infermiere.
Suo padre si rese presto conto di quanto fosse rara e pericolosa la malattia. È stato al fianco delle sue figlie, che hanno promesso di fare tutto ciò che è in loro potere per alleviare la difficile fase della vita della madre.
Una delle infermiere ha aiutato la famiglia con consigli pratici: "Tua madre tornerà a casa presto. Che ne dici di fare un elenco di chi sarà responsabile delle faccende domestiche?" Così le figlie si riunirono, condivisero le faccende domestiche e si fecero carico delle cure della madre, cosa che ebbe un profondo impatto sulle loro vite successive.
Le sorelle si sono adattate rapidamente alle loro nuove responsabilità. "Le persone, soprattutto i bambini, non amano pulire il vomito e cose del genere. Ma abbiamo detto: 'Mamma, puliremo tutto. Laveremo tutto. Laveremo tutti i piatti'", disse Kara .
Prendersi cura di nostra madre è diventata parte della nostra routine quotidiana. "Abbiamo cambiato la sua flebo. Nei giorni difficili l'abbiamo intrattenuta con musica e balli."
Queste esperienze hanno dato loro il desiderio di diventare infermiere. Nel prendersi cura della madre, hanno riconosciuto l'importanza della cura sulla qualità della vita. Così hanno deciso di dedicare la loro vita all'assistenza sanitaria.
Ora, tutte e tre le sorelle stanno per diventare infermiere al Royal Oak University Hospital nel Michigan. Alicia si è già laureata, Elizabeth si diplomerà quest'estate e Kara si diplomerà tra due anni. "Amo le mie ragazze, saranno tutte delle grandi infermiere", ha scritto con orgoglio il padre sui social media.
La mamma è morta l'11 settembre 2010, ma le ragazze sapevano di aver fatto tutto il possibile per rendere più facili i suoi ultimi giorni.
"La mamma ci guarda dal cielo. So che è orgogliosa perché sa che abbiamo preso l'esperienza acquisita quando eravamo ancora con lei e l'abbiamo usata per migliorare la vita di altre persone", aggiunge Elisabetta.
Hanno percorso una strada lunga e difficile. La loro storia è la prova che l’amore e la dedizione possono portare a risultati straordinari anche nei momenti più difficili.

 

📲 I MIEI SOCIAL:

mercoledì 24 luglio 2024

24.07.2024 - Ger 1,1.4-10 - Mt 13,1-9 - Una parte del seme cadde sul terreno buono e diede frutto.

Dal libro del profeta Geremìa - Ger 1,1.4-10

Parole di Geremìa, figlio di Chelkìa, uno dei sacerdoti che risiedevano ad Anatòt, nel territorio di Beniamino.
Mi fu rivolta questa parola del Signore:
«Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto,
prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato;
ti ho stabilito profeta delle nazioni».
Risposi: «Ahimè, Signore Dio!
Ecco, io non so parlare, perché sono giovane».
Ma il Signore mi disse: «Non dire: “Sono giovane”.
Tu andrai da tutti coloro a cui ti manderò
e dirai tutto quello che io ti ordinerò.
Non aver paura di fronte a loro,
perché io sono con te per proteggerti».
Oracolo del Signore.
Il Signore stese la mano
e mi toccò la bocca,
e il Signore mi disse:
«Ecco, io metto le mie parole sulla tua bocca.
Vedi, oggi ti do autorità
sopra le nazioni e sopra i regni per sradicare e demolire,
per distruggere e abbattere, per edificare e piantare».
1. Nell’anno 627, mentre regnava in Gerusalemme Giosia, a Geremia il Signore iniziò a rivolgere la sua Parola. LA PRIMA PAROLA È SULLA VOCAZIONE DEL PROFETA. Fin dal seno materno Geremia È CONOSCIUTO E CONSACRATO profeta delle nazioni. DIO CREA OGNI UOMO PER UN FINE PARTICOLARE. Geremia è stato formato per essere profeta. 
2. Dinanzi a questa grandezza che il Signore gli manifesta, Geremia sente la sua inadeguatezza, la sua piccolezza. LUI È SOLO UN GIOVANE. Potrà mai un giovane parlare a re e a principi? Per il Signore non vi sono né giovani e né adulti, a Lui non servono esperienza, LUI DEVE SOLO RIFERIRE. Non gli servono conoscenze o altro.

3. Il Signore gli chiede di non aver paura di fronte a coloro presso i quali Lui lo avrebbe mandato. IL SIGNORE È CON LUI PER PROTEGGERLO, CUSTODIRLO. Lui riceve ogni autorità sulle nazioni e sopra i regni. Geremia deve DISTRUGGERE nelle nazioni ciò che non è verità di Dio e PORRE IN ESSE LA VERITÀ DEL SUO SIGNORE, iniziando dal suo popolo.

-----------------------------------------------------------

+ Dal vangelo secondo Matteo - Mt 13, 1-9
Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».  

 

Se il seme è buono ed efficace, come mai non porta sempre frutto? Il seme della Parola di Dio è buono ed è sparso nei cuori di tutti gli uomini, rappresentati nella parabola dalle varie tipologie di terreno. La diversa sorte del seme non dipende dalla volontà di Gesù bensì da quella degli uomini che ricevono la Parola di Dio.
Gesù ci invita oggi a guardarci dentro: a ringraziare per il nostro terreno buono e a lavorare sui terreni non ancora buoni. Chiediamoci se il nostro cuore è aperto ad accogliere con fede il seme della Parola di Dio. Chiediamoci se i nostri sassi della pigrizia sono ancora numerosi e grandi; individuiamo e chiamiamo per nome i rovi dei vizi.
Troviamo il coraggio di fare una bella bonifica del terreno, una bella bonifica del nostro cuore, portando al Signore nella Confessione e nella preghiera i nostri sassi e i nostri rovi“. Coraggio...

-------------------------------------------------

La parabola del seminatore è la pre-parabola, quella preliminare che introduce la lunga serie di parabole. E getta la regola del gioco: chi ha orecchi intenda. E chi, di noi, non ha orecchi?

------------------------------------------------- 


📲 I MIEI SOCIAL:

martedì 23 luglio 2024

LA SPERANZA, VIRTÙ PIENAMENTE UMANA.

LA SPERANZA, VIRTÙ PIENAMENTE UMANA.

Cosa spinge l’uomo nel cammino della sua vita? Chiamiamo speranza quella forza che mette l’umanità in movimento. L'uomo sogna, desidera e quindi si mette in cammino. Tra desiderare e sperare il passo è breve perché senza queste due azioni l'uomo non si muove. La speranza è la virtù che fa riprendere il cammino contro ogni fatica, tentazione di rassegnazione. La speranza ha senso, come osserva Chesterton, proprio quando la situazione è disperata. La spes è sempre contra spem, come dice San Paolo riferendosi ad Abramo che “sperò contro ogni speranza” uscendo dalla propria terra, dalla propria casa, verso un futuro incerto. 

La speranza non è la convinzione che qualcosa andrà bene, ma la certezza che vale la pena fare qualcosa a prescindere da come andrà a finire. Dunque la speranza è una virtù sempre “epica” (la speranza non può essere una virtù meno che epica), ma quotidiana, che si spalma nei gesti minimi dell’esistenza umana. Quando andiamo a dormire, abbandonati al sonno, compiamo un atto di fede, dentro il cuore abbiamo la speranza di risvegliarci, così come al risveglio è sempre la speranza che ci spinge a quello scatto di nervi e di reni che ci fa mettere i piedi per terra e alzarci in posizione eretta: speranza che oggi sia migliore di ieri e domani migliore di oggi. E niente ce lo garantisce. La speranza vive lì, nell'inquietante territorio dell'incertezza. Lo stesso campo in cui cresce la preghiera. Lo ricorda un altro scrittore inglese C.S.Lewis: «Il nostro è un mondo fatto di scommesse e polizze di assicurazione, di speranze e di ansie, dove non esiste nulla di certo tranne l’inatteso e la prudenza risiede nella sagace amministrazione dell’imprevisto. Quasi tutte le cose che gli uomini chiedono nella preghiera sono imprevedibili: il risultato di una battaglia o di un’operazione, la perdita o l’ottenimento di un lavoro, un amore corrisposto. Non preghiamo certo per le eclissi».

Se non regna la speranza, regna la disperazione, ossia quell’abisso emotivo che affonda l'individuo in un senso di impotenza e perdita di speranza profonda. In contrapposizione alla fiducia e alla resilienza, la disperazione può rendere difficile trovare uno scopo o una prospettiva positiva nella vita quotidiana. Affrontare la disperazione richiede forza interiore e sostegno emotivo per superare i momenti di oscurità.

Il Papa nel discorso rivolto ai comici ha sottolineato il loro grande potere di far ridere e sorridere le persone e aggiungeva, a braccio, che far piangere è più facile che far ridere. È vero, un attore lo sa, far piangere è più semplice e questo ci ricorda che la disperazione è più facile della speranza. Ma la speranza è la via più lunga e faticosa ma l’unica pienamente umana.

 

📲 I MIEI SOCIAL:


domenica 21 luglio 2024

Ger 23,1-6 - Ef 2,13-18 - Mc 6,30-34- XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

Domenica 21 Luglio 2024
Dal libro del profeta Geremìa - Ger 23,1-6

Dice il Signore:
«Guai ai pastori che fanno perire e disperdono il gregge del mio pascolo. Oracolo del Signore.
Perciò dice il Signore, Dio d’Israele, contro i pastori che devono pascere il mio popolo: Voi avete disperso le mie pecore, le avete scacciate e non ve ne siete preoccupati; ecco io vi punirò per la malvagità delle vostre opere. Oracolo del Signore.
Radunerò io stesso il resto delle mie pecore da tutte le regioni dove le ho scacciate e le farò tornare ai loro pascoli; saranno feconde e si moltiplicheranno. Costituirò sopra di esse pastori che le faranno pascolare, così che non dovranno più temere né sgomentarsi; non ne mancherà neppure una. Oracolo del Signore.
Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore –
nei quali susciterò a Davide un germoglio giusto,
che regnerà da vero re e sarà saggio
ed eserciterà il diritto e la giustizia sulla terra.
Nei suoi giorni Giuda sarà salvato
e Israele vivrà tranquillo,
e lo chiameranno con questo nome:
Signore-nostra-giustizia».

1. Il profeta Geremia contesta i pastori che fanno perire e disperdono il gregge del popolo. I PASTORI SONO QUELLI CHE COMANDANO, QUELLI CHE HANNO DELLE RESPONSABILITÀ, e il profeta dice: “GUAI AI PASTORI”. Non sta minacciando di far passare loro dei guai, STA LAMENTANDOSI SULLA CONDIZIONE DEI PASTORI che hanno disperso le pecore, le hanno scacciate, NON SI SONO PREOCCUPATE DI LORO. Vale anche oggi!

2. A nome del Signore il profeta Geremia MINACCIA UNA PUNIZIONE E PROMETTE UNA REDENZIONE. I pastori umani hanno rovinato il gregge MA IL SIGNORE PROMETTE: “RADUNERÒ IO STESSO il resto delle mie pecore in esilio, le farò tornare alla terra promessa, costituirò sopra di essere pastori che le faranno pascolare”. Dio promette!

3. “SUSCITERÒ A DAVIDE UN GERMOGLIO GIUSTO, CHE REGNI DA VERO RE, CHE SIA SAGGIO, ED ESERCITI IL DIRITTO E LA GIUSTIZIA”. MA LA DINASTIA DI DAVIDE PROPRIO AL TEMPO DI GEREMIA FINÌ. DOPO L'ESILIO RIMASE LA PROMESSA. I cristiani hanno riconosciuto in questo germoglio di Davide, in questo erede dell'Antico Re, GESÙ STESSO. È lui il pastore. IN GESÙ, DIO STESSO È INTERVENUTO COME PASTORE a favore di quelle povere pecore che non avevano Pastore.

-------------------------------------------

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni - Ef 2,13-18
 
Fratelli, ora, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate lontani, siete diventati vicini, grazie al sangue di Cristo.
Egli infatti è la nostra pace,
colui che di due ha fatto una cosa sola,
abbattendo il muro di separazione che li divideva,
cioè l’inimicizia, per mezzo della sua carne.
Così egli ha abolito la Legge, fatta di prescrizioni e di decreti,
per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo,
facendo la pace,
e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo,
per mezzo della croce,
eliminando in se stesso l’inimicizia.
Egli è venuto ad annunciare pace a voi che eravate lontani,
e pace a coloro che erano vicini.
Per mezzo di lui infatti possiamo presentarci, gli uni e gli altri,
al Padre in un solo Spirito.

1. L'apostolo ci presenta GESÙ COME LA NOSTRA PACE, come colui che HA UNITO i lontani e i vicini, i greci e gli ebrei. Come? DEMOLENDO IL MURO DI SEPARAZIONE, non c'è più lontananza da Dio, tutti sono vicini. GRAZIE A GESÙ c'è la possibilità dell'incontro e tutti lo possono incontrare.

2. È stata ABBATTUTA L'INIMICIZIA, ciò che ci rendeva nemici, quel RAPPORTO DIFFICILE CHE SEPARAVA L'UOMO DA DIO. GESÙ È IL MEDIATORE IDEALE. Gesù è colui che TIENE INSIEME L'UOMO E DIO nella sua persona umano Divina. Egli UNISCE DIO E L'UOMO nella sua storia di ebreo, aperto a tutti i popoli, egli UNISCE I LONTANI E I VICINI, egli è la nostra pace e ha fatto dei due una sola cosa. GESÙ HA ELIMINATO OGNI ESTRANEITÀ E CI HA RESI TUTTI FRATELLI.

3. CRISTO È L'AUTENTICO PASTORE perché ci PORTA AL SIGNORE e UNISCE LA NOSTRA VITA ALLA SUA realizzandola pienamente.

-----------------------------------------------

+ Dal Vangelo secondo Marco - Mc 6,30-34

In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare.
Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.
Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.
1. VENITE IN DISPARTE, CON ME. Stare con Gesù, per RIPOSARE. Per lui prima di tutto viene la persona. Più di ciò che fai a lui interessa CIÒ CHE SEI: non chiede ai dodici di andare a pregare, di preparare nuove missioni, solo di prendersi un po' di tempo tutto per loro, del tempo per vivere. PRENDIAMOCI OGNI GIORNO QUESTO TEMPO...

2. Ma qualcosa cambia i programmi: sceso dalla barca vide una grande folla ed EBBE COMPASSIONE DI LORO. GESÙ CI INSEGNA «COME GUARDARE», prima ancora di come parlare; uno sguardo che abbia COMMOZIONE e TENEREZZA. "SE TI COMMUOVI PER L'ULTIMO UOMO, QUESTO UOMO AVRÀ UN FUTURO"… CAPITO!!...

3. Gesù sa che il dolore dell’uomo è essere senza conforto (solo). Facciamo in modo di non privare il mondo della nostra compassione, consapevoli che «CIÒ CHE POSSIAMO FARE È SOLO UNA GOCCIA NELL'OCEANO, MA È QUESTA GOCCIA CHE PUÒ DARE SIGNIFICATO A TUTTA LA NOSTRA VITA» (Teresa di Calcutta).
BUONA DOMENICA…

----------------------------------------------------

RIPOSATEVI

Il filosofo Pascal, insieme a Gesù e Bonhoeffer, sottolineava l'importanza del silenzio e della meditazione per trovare la vera felicità e rifuggire dal trambusto. La società moderna, immersa nel rumore e nell'attivismo, ha perso questa capacità, necessaria per evitare la superficialità e recuperare la dignità umana. "Riposatevi" è l'invito a creare spazi di quiete per riflettere e rigenerarsi.

----------------------------------------------------

LECTIO DIVINA - XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

OMELIA - XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)