sabato 31 maggio 2025

31.05.2025 - Sof 3,14-18 - Lc 1,39-56 - Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente: ha innalzato gli umili.

Dal libro del profeta Sofonìa - Sof 3,14-18

Rallégrati, figlia di Sion,
grida di gioia, Israele,
esulta e acclama con tutto il cuore,
figlia di Gerusalemme!
Il Signore ha revocato la tua condanna,
ha disperso il tuo nemico.
Re d’Israele è il Signore in mezzo a te,
tu non temerai più alcuna sventura.
In quel giorno si dirà a Gerusalemme:
«Non temere, Sion, non lasciarti cadere le braccia!
Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te
è un salvatore potente.
Gioirà per te,
ti rinnoverà con il suo amore,
esulterà per te con grida di gioia».
1. Sofonia, profeta del 600 a. C., in un momento in cui profeti, re, sacerdoti sono venuti meno al loro compito, SOFONIA SI RIVOLGE VERSO I POVERI DI CUORE, coloro che NON si affidano alle proprie forze, MA mettono la loro fiducia in Dio. E fanno bene…

2. Il profeta concluse le sue profezie prospettando un futuro all'insegna della gioia. Gerusalemme si scopre perdonata, "Il Signore ha revocato la tua condanna", e può sperimentare la misericordia e la bontà del Signore… SARÀ DIO STESSO A RINNOVARTI CON IL SUO AMORE!

3. Dunque in quei giorni si dirà: "Non temere Sion non lasciarti cadere le braccia. Il Signore tuo Dio in mezzo a te è un Salvatore potente". DIO ABITA IN SENO AL SUO POPOLO, COMBATTE A FAVORE DEL SUO POPOLO. La gioia a cui Gerusalemme è invitata è la gioia di una CITTÀ LIBERATA DALLA PAURA.

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+ Dal Vangelo secondo Luca Lc 1,39-56
In quei giorni, Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse:
«L'anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

 

La festa della visitazione della Beata Vergine Maria ci ricorda che  tutto è dono gratuito di Dio, tutto è grazia, tutto è dono del suo amore per noi […] Di fronte all’amore, di fronte alla misericordia, alla grazia divina riversata nei nostri cuori, la conseguenza che s’impone è una sola: la gratuità. Nessuno di noi può comperare la salvezza! La salvezza è un dono gratuito del Signore, un dono gratuito di Dio che viene in noi e abita in noi. Come abbiamo ricevuto gratuitamente, così gratuitamente siamo chiamati a dare, ad imitazione di Maria, che, subito dopo aver accolto l’annuncio dell’Angelo, va a condividere il dono della fecondità con la parente Elisabetta”.

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Il Magnificat, il canto dell’umiltà. L’umile Maria magnifica il Signore. Per magnificare (gli altri) si deve essere umili. Di cosa abbiamo così paura da non riuscire (quasi) mai a farlo?

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31.05 VISITAZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA

Festa della Visitazione della Beata Vergine Maria, quando venne da Elisabetta sua parente, che nella vecchiaia aveva concepito un figlio, e la salutò. Nel gioioso incontro tra le due future madri, il Redentore che veniva santificò il suo precursore già nel grembo e Maria, rispondendo al saluto di Elisabetta ed esultando nello Spirito, magnificò il Signore con il cantico di lode. 

«Grandi cose ha fatto per me l'Onnipotente e Santo è il suo nome» Lc 1,49 


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venerdì 30 maggio 2025

30.05.2025 - At 18,9-18 - Gv 16,20-23 Nessuno potrà togliervi la vostra gioia.

Dagli Atti degli Apostoli - At 18,9-18

[Mentre Paolo era a Corìnto,] una notte, in visione, il Signore gli disse: «Non aver paura; continua a parlare e non tacere, perché io sono con te e nessuno cercherà di farti del male: in questa città io ho un popolo numeroso». Così Paolo si fermò un anno e mezzo, e insegnava fra loro la parola di Dio.
Mentre Gallione era proconsole dell’Acàia, i Giudei insorsero unanimi contro Paolo e lo condussero davanti al tribunale dicendo: «Costui persuade la gente a rendere culto a Dio in modo contrario alla Legge». Paolo stava per rispondere, ma Gallione disse ai Giudei: «Se si trattasse di un delitto o di un misfatto, io vi ascolterei, o Giudei, come è giusto. Ma se sono questioni di parole o di nomi o della vostra Legge, vedetevela voi: io non voglio essere giudice di queste faccende». E li fece cacciare dal tribunale. Allora tutti afferrarono Sòstene, capo della sinagòga, e lo percossero davanti al tribunale, ma Gallione non si curava affatto di questo.
Paolo si trattenne ancora diversi giorni, poi prese congedo dai fratelli e s’imbarcò diretto in Siria, in compagnia di Priscilla e Aquila. A Cencre si era rasato il capo a causa di un voto che aveva fatto.
1. “Non aver paura; continua a parlare e non tacere” A VOLTE LO SCORAGGIAMENTO SI PUÒ IMPADRONIRE DEL MISSIONARIO DEL VANGELO, e indurlo ad abbandonare la missione e a dedicarsi ad altre occupazioni. LA PREGHIERA AIUTA A NON CADERE IN QUESTA TENTAZIONE. Paolo riceve una grazia particolare, speciale. Il Signore stesso, in visione, gli parla, lo rassicura.

2. “IO SONO CON TE e nessuno cercherà di farti del male”. Nessuno potrà fare del male a Paolo. DIO LO PROTEGGERÀ, LO CUSTODIRÀ, LO DIFENDERÀ, LO RENDERÀ INVULNERABILE.

3. A Corinto, Paolo viene portato in tribunale con l’accusa di persuadere la gente a rendere culto a Dio in modo contrario alla Legge. Paolo annunzia, convince, dimostra sul fondamento delle Scritture che GESÙ È IL MESSIA, IL SALVATORE, IL REDENTORE PROMESSO DA DIO. Dinanzi ad un tribunale romano l’unica legge valida è quella di Roma e Gallione non vuole essere giudice di queste faccende. Paolo è libero e ritorna ad Antiochia.

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+ Dal Vangelo secondo Giovanni - Gv 16,20-23
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia.
La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia. Quel giorno non mi domanderete più nulla».

 

“Voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà: Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia”. Di che cosa si rallegra il mondo? Di che cosa si rattristano i discepoli di Gesù? Perché si piange? e poi perché si gioisce?
Gesù ci dona una spiegazione con una stupenda immagine: la donna che partorisce. Le mamme quando partoriscono danno un’altra vita, soffrono, ma poi sono gioiose, felici perché hanno dato alla luce un’altra vita. L’amore dà alla luce la vita e dà persino senso al dolore. L’amore è il motore che fa andare avanti la nostra speranza. Così Gesù morirà e risorgerà, e nessuno potrà toglierci la gioia del fatto che Gesù morto è risorto, è vivo!

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Gioia e dolore sono mischiati in questa nostra vita sulla terra. E' il sapore delle cose umane, misto di sofferenza e felicità. Ma la gioia è la prima, la più antica e quella che resterà alla fine. Ci crediamo?

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30.05 SANTA GIOVANNA D'ARCO - VERGINE

Domrémy, Francia, 1412 circa - Rouen, Francia, 30 maggio 1431

A Rouen in Normandia, in Francia, santa Giovanna d’Arco, vergine, detta la pulsella d’Orléans, che, dopo aver combattuto coraggiosamente in difesa della patria, fu infine consegnata nelle mani dei nemici, condannata con iniquo processo e bruciata sul rogo. 

"Qualora io non sia in grazia, voglia Dio concedermi di diventarlo, e se lo sono, che Dio mi ci mantenga; perché sarei la persona più infelice del mondo se sapessi di non essere nella grazia di Dio!"

PATRONO: FRANCIA, RADIOFONISTI, TELEGRAFISTI
NELLO STESSO GIORNO:
SAN PAOLO VI (Giovanni Battista Montini) Papa - MILANO
Concesio, Brescia, 26 settembre 1897 – Castel Gandolfo, Roma, 6 agosto 1978
Nasce a Concesio il 26 settembre 1897 e muore in quell’anno terribile che segnò uno dei punti più bui della stagione passata alla storia come Guerra fredda. Fu il Papa che condusse con mano sicura in porto il concilio, il Papa della Populorum progressio, dei primi grandi viaggi internazionali e incontri ecumenici. Di Montini si potrebbero quindi esplorare molti aspetti, come le tessere di un ricco mosaico che compongono l’esistenza di un uomo che ha attraversato due terzi del XX secolo.

SANT’ ANASTASIO di Pavia Vescovo - PAVIA
m. Pavia, 30 maggio 680
A Pavia, sant’Anastasio, vescovo, che, abbandonata l’eresia ariana, professò con fermezza la fede cattolica.

 

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giovedì 29 maggio 2025

29.05.2025 - At 18,1-8 - Gv 16,16-20 - Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia.

Dagli Atti degli Apostoli - At 18,1-8

In quei giorni, Paolo lasciò Atene e si recò a Corìnto. Qui trovò un Giudeo di nome Aquila, nativo del Ponto, arrivato poco prima dall’Italia, con la moglie Priscilla, in seguito all’ordine di Claudio che allontanava da Roma tutti i Giudei.
Paolo si recò da loro e, poiché erano del medesimo mestiere, si stabilì in casa loro e lavorava. Di mestiere, infatti, erano fabbricanti di tende. Ogni sabato poi discuteva nella sinagoga e cercava di persuadere Giudei e Greci.
Quando Sila e Timòteo giunsero dalla Macedònia, Paolo cominciò a dedicarsi tutto alla Parola, testimoniando davanti ai Giudei che Gesù è il Cristo. Ma, poiché essi si opponevano e lanciavano ingiurie, egli, scuotendosi le vesti, disse: «Il vostro sangue ricada sul vostro capo: io sono innocente. D’ora in poi me ne andrò dai pagani».
Se ne andò di là ed entrò nella casa di un tale, di nome Tizio Giusto, uno che venerava Dio, la cui abitazione era accanto alla sinagoga. Crispo, capo della sinagoga, credette nel Signore insieme a tutta la sua famiglia; e molti dei Corìnzi, ascoltando Paolo, credevano e si facevano battezzare.

1. Paolo, stanco, deluso, amareggiato anche per le persecuzioni, i fallimenti, arriva a Corinto. Corinto è una città portuale, malfamata, di basso livello, dove gran parte della popolazione vive di espedienti. A Corinto, differentemente da Atene PAOLO VIVE UN SUCCESSONE. Il Vangelo viene accolto!

2. IL SIGNORE NON HA ABBANDONATO PAOLO. Una coppia di sposi, Aquila e Priscilla, lo accoglie e lo assume come dipendente. A Corinto arriva anche Sila e Timoteo che lavorando possono lasciare Paolo tutto dedito alla predicazione. Il Vangelo viene annunciato!

3. In Sinagoga Paolo non riesce ad avere successo. Rompe con quelli della sinagoga. IL CAPO DELLA SINAGOGA RITIENE CHE PAOLO ABBIA RAGIONE e crede in Gesù come Messia, lo considera Signore di tutta la sua famiglia. MOLTI DEI CORINZI UDENDO PAOLO CREDEVANO E SI FACEVANO BATTEZZARE.

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+ Dal Vangelo secondo Giovanni - Gv 16,16-20
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete».
Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al Padre”?». Dicevano perciò: «Che cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire».
Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia».

 

Gesù profetizza ai suoi discepoli, prima la sua Passione e Morte, eventi che porteranno tristezza, ma profetizza anche la Risurrezione e l’Ascensione, eventi che trasformeranno il dolore precedente in gioia. Queste parole di Gesù ci siano di conforto nei nostri momenti difficili, affinché con fiducia sappiamo che essi sono passeggeri e che prima o poi si trasformeranno in gioia eterna. 
Essere coraggiosi nella sofferenza è pensare che dopo viene il Signore, dopo viene la gioia, dopo il buio arriva il sole. Il Signore dia a tutti noi questa gioia in speranza. E il segno, che noi abbiamo di questa gioia in speranza, è la pace. Il Signore ti dia pace!

 

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29.05 SAN PAOLO VI (GIOVANNI BATTISTA MONTINI) PAPA


Concesio, Brescia, 26 settembre 1897 – Castel Gandolfo, Roma, 6 agosto 1978

Nasce a Concesio il 26 settembre 1897 e muore in quell’anno terribile che segnò uno dei punti più bui della stagione passata alla storia come Guerra fredda. Fu il Papa che condusse con mano sicura in porto il concilio, il Papa della Populorum progressio, dei primi grandi viaggi internazionali e incontri ecumenici. Di Montini si potrebbero quindi esplorare molti aspetti, come le tessere di un ricco mosaico che compongono l’esistenza di un uomo che ha attraversato due terzi del XX secolo.

"Signore, io credo; io voglio credere in te.
O Signore, fa’ che la mia fede sia piena.
O Signore, fa’ che la mia fede sia libera.
O Signore, fa’ che la mia fede sia certa.
O Signore, fa’ che la mia fede sia forte.
O Signore, fa’ che la mia fede sia gioconda.
O Signore, fa’ che la mia fede sia operosa.
Amen.".

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 17 aprile 1865 - Roma, 29 maggio 1939

A Roma, sant’Orsola (Giulia) Ledóchowska, vergine, che fondò l’Istituto delle Suore Orsoline del Cuore di Gesù Agonizzante e affrontò faticosi viaggi attraverso la Polonia, la Scandinavia, la Finlandia e la Russia.

"La nostra politica è l'amore...E per questa politica dell'amore siamo pronte a consacrare le nostre forze, il nostro tempo e la nostra vita".


NELLO STESSO GIORNO:
SANTI SISINIO, MARTIRIO E ALESSANDRO martiri - MILANO
sec. IV - + Sanzeno, 29 maggio del 397
Sisinio, Martirio e Alessandro erano nati in Cappadocia e, ancora giovinetti nel IV secolo vennero mandati a Milano per essere istruiti nella fede dal vescovo sant'Ambrogio. Attratti dall'ideale missionario furono inviati al vescovo di Trento, san Vigilio che li destinò nel 387 ad evangelizzare l'antica regione dell'Anaunia, l'odierna Valle di Non. Dopo dieci anni a servizio della gente della valle, il 29 maggio del 397, furono trucidati in un rito, detto degli Ambarvali, durante una festa pagana di carattere agreste nella località di Mecla, oggi Sanzeno.

 

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SYLVESTER STALLONE: L’EROE CHE HA TROVATO DIO

SYLVESTER STALLONE: L’EROE CHE HA TROVATO DIO – DOMANDE SCOMODE SULLA FEDE, IL DOLORE E IL SUCCESSO.

Chi avrebbe mai pensato che dietro i muscoli, i pugni e lo sguardo impenetrabile di Rambo o Rocky si nascondesse un uomo alla ricerca di Dio? È possibile che l’icona di Hollywood più rude degli anni ’80 e ’90 abbia fatto della fede il motore della sua esistenza negli anni della maturità? E cosa ci racconta questa trasformazione spirituale sull’uomo che per decenni ha rappresentato la forza bruta sul grande schermo?

 Perché proprio Sylvester Stallone? Perché un uomo idolatrato per la sua virilità, i suoi combattimenti epici e le frasi taglienti, dovrebbe oggi parlare apertamente di Chiesa, perdono e fiducia in Dio? È solo strategia d'immagine o c’è qualcosa di autentico in questo ritorno alla fede?

 

Rocky Balboa: un pugile o un profeta?

 

Chi è davvero Rocky Balboa? Un pugile di periferia o il simbolo di una lotta spirituale? È possibile che Stallone abbia creato, più o meno consapevolmente, un personaggio capace di riflettere la propria sete di senso e la fatica di stare al mondo? Se è vero che Rocky “vuole seguire Gesù” come dice lo stesso attore, siamo disposti noi, spettatori, ad accettare che dietro a una saga di boxe si nasconda un cammino di fede?

E se Rocky fosse molto più di un film sullo sport? Se fosse un Vangelo moderno, con guantoni e sudore, ma animato da ideali profondamente cristiani come il perdono, l’amicizia, il sacrificio per gli altri? Cosa succede quando il cinema di intrattenimento diventa occasione di risveglio interiore?

 

Il prezzo del successo: Hollywood salva o smarrisce?

 

Che ne è stato del giovane Sylvester, cresciuto in una famiglia cattolica, e poi travolto dal mondo dorato di Hollywood? È inevitabile perdere sé stessi inseguendo la fama, o si può sopravvivere senza vendere l’anima? Stallone lo dice chiaramente: per anni è stato lontano dalla fede. Ma quanto costa questo allontanamento? E, soprattutto, chi paga il prezzo più alto: lui stesso, la sua famiglia o quel pubblico che lo ha messo sul piedistallo?

 È quando tutto sembra crollare – una figlia gravemente malata, un figlio perduto troppo presto – che si aprono le domande più urgenti. Dov’era Dio? E perché ha permesso il dolore? O forse, proprio in quelle crepe si fa spazio la grazia? Se lo chiede Stallone, ma possiamo evitarlo noi?

 

“Ho dato tutto a Dio”: parole vere o solo consolazione?

 

Cosa significa davvero affidarsi a Dio? È una fuga dal fallimento o una presa di coscienza radicale? Quando Stallone afferma “Ho dato tutto a Dio e ho avuto fiducia”, sta raccontando una fede maturata nel crogiolo della sofferenza o semplicemente cercando una pace interiore a cui tutti, prima o poi, aneliamo? E noi, nelle nostre crisi, sapremmo fare lo stesso?

 Non è forse sorprendente che proprio un uomo abituato a lottare con i pugni oggi riconosca che la forza più grande è quella che viene dalla fede? Che lo stesso Stallone dichiari di sentirsi più libero e meno sotto pressione “quando è in Chiesa”? Possiamo imparare qualcosa, noi che spesso affidiamo la nostra felicità a ciò che passa?

 

Un papa fan di Rambo? E se fosse più che una battuta?

 

Che significato ha l’incontro tra Stallone e Papa Francesco? È solo un evento da rotocalco, o è il segno che anche le star sono pellegrini in cerca di luce? Quando il Papa dice di essere un fan dei suoi film, sta solo elogiando l’attore o riconoscendo che persino la cultura pop può contenere semi di Vangelo?

 E se fosse vero che ogni persona, anche chi sembra lontano, può essere raggiunta dallo sguardo misericordioso di Dio? Chi siamo noi per dubitare del cambiamento del cuore di qualcuno, solo perché è famoso o ha fatto scelte discutibili in passato?

 

Una fede da combattente

 

Stallone ha detto: “Questa è la strada che voglio seguire fino alla fine.” Ma quanti sono disposti, oggi, a dire lo stesso? A vivere una fede radicata, profonda, quotidiana, senza vergognarsi di sembrare deboli? È possibile essere forti e credenti, virili e umili, potenti e pieni di misericordia?

 E tu, credi davvero che chi si è smarrito possa ritrovare la strada? Che un uomo plasmato da Hollywood possa essere toccato dalla grazia? Che dietro un eroe d’azione si nasconda un cuore che ha finalmente trovato pace?

 

Il messaggio che ci interroga

 

Alla fine, la storia di Sylvester Stallone ci obbliga a guardarci dentro. Non solo perché è un uomo che ha cambiato, ma perché ci mostra che il cambiamento è possibile per tutti. Ci sfida a riscoprire le nostre radici, a non vergognarci della fede, a credere nella forza del perdono e della fiducia.

La domanda vera non è se Sylvester Stallone sia davvero cambiato. La domanda è: noi ci crediamo ancora, che Dio può cambiare la nostra vita? Oppure abbiamo smesso di provarci?

 

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mercoledì 28 maggio 2025

28.05.2025 - At 17,15.22-18,1 - Gv 16,12-15 - Lo Spirito della verità vi guiderà a tutta la verità.

Dagli Atti degli Apostoli - At 17,15.22-18,1

In quei giorni, quelli che accompagnavano Paolo lo condussero fino ad Atene e ripartirono con l’ordine, per Sila e Timòteo, di raggiungerlo al più presto.
Paolo, in piedi in mezzo all’Areòpago, disse: «Ateniesi, vedo che, in tutto, siete molto religiosi. Passando infatti e osservando i vostri monumenti sacri, ho trovato anche un altare con l’iscrizione: “A un Dio ignoto”.
Ebbene, colui che, senza conoscerlo, voi adorate, io ve lo annuncio. Il Dio che ha fatto il mondo e tutto ciò che contiene, che è Signore del cielo e della terra, non abita in templi costruiti da mani d’uomo né dalle mani dell’uomo si lascia servire come se avesse bisogno di qualche cosa: è lui che dà a tutti la vita e il respiro e ogni cosa. Egli creò da uno solo tutte le nazioni degli uomini, perché abitassero su tutta la faccia della terra. Per essi ha stabilito l’ordine dei tempi e i confini del loro spazio perché cerchino Dio, se mai, tastando qua e là come ciechi, arrivino a trovarlo, benché non sia lontano da ciascuno di noi. In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo, come hanno detto anche alcuni dei vostri poeti: “Perché di lui anche noi siamo stirpe”.
Poiché dunque siamo stirpe di Dio, non dobbiamo pensare che la divinità sia simile all’oro, all’argento e alla pietra, che porti l’impronta dell’arte e dell’ingegno umano. Ora Dio, passando sopra ai tempi dell’ignoranza, ordina agli uomini che tutti e dappertutto si convertano, perché egli ha stabilito un giorno nel quale dovrà giudicare il mondo con giustizia, per mezzo di un uomo che egli ha designato, dandone a tutti prova sicura col risuscitarlo dai morti».
Quando sentirono parlare di risurrezione dei morti, alcuni lo deridevano, altri dicevano: «Su questo ti sentiremo un’altra volta». Così Paolo si allontanò da loro. Ma alcuni si unirono a lui e divennero credenti: fra questi anche Dionigi, membro dell’Areòpago, una donna di nome Dàmaris e altri con loro.
Dopo questi fatti Paolo lasciò Atene e si recò a Corìnto.

1. Paolo, nel suo discorso ad Atene, parte dal culto del dio sconosciuto, parte dalla realtà locale e ANNUNCIA IL DIO DI GESÙ CRISTO. Paolo porta gli uditori A PIENA CONOSCENZA DI QUELLO CHE GIÀ ESISTE COME RELIGIOSITÀ NATURALE. Il principio è buono…

2. Invita gli ascoltatori alla conversione, a CAMBIARE MENTALITÀ. Dio ha stabilito un giorno nel quale dovrà giudicare tutta la terra con giustizia PER MEZZO DI UN UOMO, e quest'uomo lo ha designato perché LO HA RISUSCITATO DAI MORTI…

3. Il filosofo greco non vuole sentire parlare di risurrezione. Se Paolo avesse parlato d'immortalità dell’anima, lo avrebbero ascoltato. LA RISURREZIONE IMPLICA LA VALORIZZAZIONE DEL CORPO che per i greci è il carcere dell'anima. PAOLO FALLISCE NEL SUO DISCORSO, lo deridono, ma un esile gruppetto riesce ad uscire dallo schema della cultura. IL RESTO…

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+ Dal Vangelo secondo Giovanni - Gv 16,12-15
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

 

Lo Spirito Santo, come promette Gesù, ci guida «a tutta la verità»; ci guida non solo all’incontro con Gesù, pienezza della Verità, ma ci guida anche “dentro” la Verità, ci fa entrare cioè in una comunione sempre più profonda con Gesù, donandoci l’intelligenza delle cose di Dio.
Lo Spirito Santo imprime nei cuori dei credenti le parole che Gesù ha detto, e, proprio attraverso tali parole, la legge di Dio viene inscritta nel nostro cuore e diventa in noi principio di valutazione nelle scelte e di guida nelle azioni quotidiane, diventa principio di vita. Infatti, è dall’intimo di noi stessi che nascono le nostre azioni: è proprio il cuore che deve convertirsi a Dio, e lo Spirito Santo lo trasforma se noi ci apriamo a Lui. Per questo non dimenticarti di invocare ogni giorno l'aiuto dello Spirito Santo.

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L’uomo non può sostenere troppa realtà, diceva Eliot. - La vita, la verità, hanno un “peso” che per noi è insostenibile. Forse per questo spesso preferiamo mentire a noi stessi?

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28.05 BEATO LUIGI BIRAGHI SACERDOTE, FONDATORE

Vignate, Milano, 2 novembre 1801 – Milano, 11 agosto 1879

Monsignor Luigi Biraghi, sacerdote della diocesi di Milano, fu dotato di profonda spiritualità e vasta cultura, che profuse nei Seminari come insegnante e direttore spirituale. Fu consigliere dei suoi arcivescovi. Nominato dottore della Biblioteca Ambrosiana nel 1855, si dedicò a studi di storia ecclesiastica, di archeologia cristiana e di teologia. Nel difficile trapasso della Lombardia dall’Austria al Regno d’Italia, favorì il dialogo e la pacificazione. Per l’educazione cristiana delle giovani fondò l'Istituto delle Suore di Santa Marcellina, comunemente dette Marcelline. Morì a Milano l’11 agosto 1879, amorevolmente assistito e compianto dalle suore che aveva formato e guidato.

Teniamoci sempre innanzi agli occhi Gesù povero, afflitto, tradito, abbandonato, condannato, confitto alla Croce, teniamoci innanzi il Paradiso, ricco di ogni consolazione, e tutto ci parrà leggero.

 

NELLO STESSO GIORNO:
SAN LODOVICO PAVONI Sacerdote, Fondatore - BRESCIA
Brescia, 11 settembre 1784 - Saiano, Brescia, 1 aprile 1849
A Brescia, beato Ludovico Pavoni, sacerdote, che con grande sollecitudine si dedicò all’istruzione dei giovani più poveri, nell’intento soprattutto di educarli secondo i costumi cristiani e di avviarli a un mestiere, fondando per questo la Congregazione dei Figli di Maria Immacolata.

martedì 27 maggio 2025

27.05.2025 - At 16,22-34 - Gv 16,5-11 - Se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito.

Dagli Atti degli Apostoli - At 16,22-34

In quei giorni, la folla [degli abitanti di Filippi] insorse contro Paolo e Sila, e i magistrati, fatti strappare loro i vestiti, ordinarono di bastonarli e, dopo averli caricati di colpi, li gettarono in carcere e ordinarono al carceriere di fare buona guardia. Egli, ricevuto quest’ordine, li gettò nella parte più interna del carcere e assicurò i loro piedi ai ceppi.
Verso mezzanotte Paolo e Sila, in preghiera, cantavano inni a Dio, mentre i prigionieri stavano ad ascoltarli. D’improvviso venne un terremoto così forte che furono scosse le fondamenta della prigione; subito si aprirono tutte le porte e caddero le catene di tutti.
Il carceriere si svegliò e, vedendo aperte le porte del carcere, tirò fuori la spada e stava per uccidersi, pensando che i prigionieri fossero fuggiti. Ma Paolo gridò forte: «Non farti del male, siamo tutti qui». Quello allora chiese un lume, si precipitò dentro e tremando cadde ai piedi di Paolo e Sila; poi li condusse fuori e disse: «Signori, che cosa devo fare per essere salvato?». Risposero: «Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia». E proclamarono la parola del Signore a lui e a tutti quelli della sua casa.
Egli li prese con sé, a quell’ora della notte, ne lavò le piaghe e subito fu battezzato lui con tutti i suoi; poi li fece salire in casa, apparecchiò la tavola e fu pieno di gioia insieme a tutti i suoi per avere creduto in Dio.

1. Nelle città dove sono forti i Giudei, Paolo era PERSEGUITATO dai Giudei. Nelle città dove i Giudei non ci sono, Paolo viene ACCUSATO di essere Giudeo e di turbare la quiete dei romani. Dunque viene LINCIATO…

2. Verso mezzanotte Paolo e Sila erano in preghiera. È la notte della Liberazione. È la Pasqua dell'apostolo. IL LIBERATORE SI LASCIA INCATENARE PER LA FEDELTÀ AL VANGELO E VIENE LIBERATO DA DIO…

3. Il carceriere temendo ritorsioni contro di lui, si estrae la spada ed è pronto al suicidio. Paolo lo ferma. LUI RICONOSCE UNA POTENZA DIVINA IN LORO, potevano scappare ma non lo hanno fatto. Il carceriere viene INVITATO A FARE L'ATTO DI FEDE NEL SIGNORE, viene Battezzato. NEL MOMENTO IN CUI CI SI AFFIDA, IL SIGNORE CI SALVA...

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+ Dal Vangelo secondo Giovanni - Gv 16,5-11
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore.
Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi.
E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato».

 

I discepoli esprimono più la tristezza per la partenza del Maestro, che non la gioia per la sua glorificazione. Ma Gesù insiste. “E’ bene per voi che me ne vada”. Perché? La partenza di Gesù non toglie la sua presenza dal mondo, ma permette allo Spirito Santo di diffonderla attraverso suo Corpo che è la Chiesa.
Lo Spirito di Verità renderà piena la rivelazione in chi lo voglia accogliere, compirà sul mondo il giudizio che condanna il male. Il mondo che credeva di aver giudicato Gesù condannandolo, viene condannato dal «principe di questo mondo», perché è il responsabile della sua crocifissione. Gesù, morendo in croce, è stato innalzato ed ha trionfato su Satana. Ora lo Spirito testimonierà a tutti il significato della morte di Gesù che coincide con la sua glorificazione. Invocare lo Spirito Santo ci rende giovani di cuore, di anima!

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«Il principe di questo mondo è già condannato», ma il nostro cuore è pieno di tristezza e pensiamo che sia “troppo bello per essere vero”. Invece “il bello deve ancora venire”, ci crediamo o no?

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27.05 SANT'AGOSTINO DI CANTERBURY - VESCOVO

m. 26 maggio 604

Sant’Agostino, vescovo di Canterbury in Inghilterra, che fu mandato dal papa san Gregorio Magno insieme ad altri monaci a predicare la parola di Dio agli Angli: accolto con benevolenza da Edilberto re del Kent, imitò la vita apostolica della Chiesa delle origini, convertì il re e molti altri alla fede cristiana e istituì in questa terra numerose sedi episcopali. Morì il 26 maggio.

"Ognuno di noi cammina con la stessa probabilità di cadere".


NELLO STESSO GIORNO:
SAN LODOVICO PAVONI Sacerdote, Fondatore - MILANO
Brescia, 11 settembre 1784 - Saiano, Brescia, 1 aprile 1849
A Brescia, beato Ludovico Pavoni, sacerdote, che con grande sollecitudine si dedicò all’istruzione dei giovani più poveri, nell’intento soprattutto di educarli secondo i costumi cristiani e di avviarli a un mestiere, fondando per questo la Congregazione dei Figli di Maria Immacolata.


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LA CASA MADRE DELLA GIOIA: UTOPIA EDUCATIVA O SEGNO CONCRETO DI SPERANZA?

LA CASA MADRE DELLA GIOIA: UTOPIA EDUCATIVA O SEGNO CONCRETO DI SPERANZA?

Che cosa vuol dire davvero offrire una “seconda possibilità”? È possibile rieducare chi ha sbagliato, o è più comodo etichettarlo per sempre? E poi, ha senso parlare di redenzione in una società che spesso preferisce condannare anziché comprendere?

 A Comiso, in provincia di Ragusa, un piccolo centro nato dalla spiritualità della Comunità Nuovi Orizzonti, fondata da Chiara Amirante, sta provando a rispondere a queste domande con i fatti. La Casa Madre della Gioia, oggi accoglienza per minori autori di reato, non è semplicemente un luogo in cui “scontare” una pena, ma un ambiente che tenta di restituire futuro. Ma può davvero una casa, per quanto ben gestita, scalfire il peso delle ferite, delle marginalità, della diffidenza?

 All’inizio quella villetta, donata nel 2017 dalla professoressa Maria Ferlisi, era destinata ad altro: ritiri spirituali, incontri, formazione al carisma di Nuovi Orizzonti. Poi la svolta: prendersi cura di adolescenti “difficili”, spesso dimenticati o giudicati. Ma chi sono davvero questi ragazzi? Sono criminali in miniatura o vittime di un contesto che non ha mai offerto loro alternative?

 Il direttore Enrico Massari, insieme al personale e ai volontari, ha deciso di affrontare una sfida educativa che pochi avrebbero accettato: accogliere chi ha infranto la legge, accompagnarlo, e – soprattutto – crederci. Ma come si costruisce fiducia con chi ha imparato a sopravvivere diffidando degli adulti? Come si parla d’amore a chi ha conosciuto solo l’abbandono?

 

Rieducare o punire?

 

È qui il nodo: la giustizia minorile dovrebbe rieducare, ma lo fa davvero se si limita a rinchiudere? La Casa Madre della Gioia propone un modello diverso, che ruota intorno a una parola ormai rara: relazione. Qui non si impongono dogmi religiosi, ma si testimonia uno stile di vita evangelico fatto di ascolto, perdono, pazienza. È sufficiente questo per scardinare modelli devianti radicati da anni? E se non è sufficiente, vale comunque la pena tentare?

 I ragazzi partecipano a tutto: cucinano, puliscono, vanno a scuola, fanno attività di gruppo. Qualcuno si apre, altri resistono. Qualcuno reclama più tempo per parlare con i propri genitori, altri preferiscono isolarsi. E qui un’altra domanda brucia: è giusto “imporre” la convivenza e le regole a giovani che non hanno scelto di essere lì? È giusto chiedere collaborazione a chi ha vissuto sempre sulla difensiva?

 

Il pregiudizio: chi sbaglia è perduto?

 

Uno degli ospiti lo dice chiaramente: “Non tutti meritano la seconda possibilità”. Affermazione dura, quasi spietata. Ma non è, forse, lo specchio di ciò che molti pensano senza avere il coraggio di ammetterlo? L’idea che esistano persone “perdute” per natura, impossibili da recuperare, è ancora viva nella nostra cultura. Ma chi siamo noi per stabilire chi può redimersi?

 I volontari di Nuovi Orizzonti scelgono di credere che il cambiamento sia possibile. Anche quando tutto rema contro. Anche quando la delusione arriva. Perché l’alternativa è rassegnarsi. Ma è accettabile questa resa, soprattutto davanti a vite così giovani?

 

Un territorio che lotta con il cuore

 

A rendere tutto più difficile è il contesto. Siamo nel Sud profondo, dove le infrastrutture sono carenti, le istituzioni spesso assenti, e l’orizzonte per tanti giovani si restringe a un vicolo cieco. Allora viene da chiedersi: lo Stato dov’è? È giusto che siano solo realtà come questa a farsi carico del disagio giovanile? E se queste realtà non ci fossero, che ne sarebbe di questi ragazzi?

 La risposta, per la Casa Madre della Gioia, è chiara: non ci si può voltare dall’altra parte. Con l’aiuto dell’Ufficio di servizio sociale per i minorenni, si sperimentano percorsi nuovi: la via Francigena, la vela intorno alla Sicilia. Esperienze che cambiano lo sguardo. Ma sono eccezioni o possono diventare modello?

 

La libertà è il vero obiettivo

 

Maria Capozzo, operatrice, lo dice con parole semplici: “I ragazzi che arrivano mancano del bene più grande: la libertà”. Non quella fisica, ma quella interiore, quella che ti consente di scegliere il bene anche quando sei ferito. Come si dona questa libertà? Come si insegna a viverla a chi ha sempre vissuto tra mancanza e rabbia?

 Non c’è ricetta magica. Ma forse questa piccola casa a Comiso, in mezzo a mille limiti, sta dicendo qualcosa di grande: che ogni vita può essere salvata. Non tutte lo saranno. Ma questo non ci esonera dal provarci. Perché, alla fine, la domanda più provocatoria non è per i ragazzi. È per noi: crediamo ancora che l’amore possa cambiare il mondo, o abbiamo smesso di provarci?