mercoledì 30 ottobre 2024

30.10.2024 - Ef 6,1-9 - Lc 13,22-30 - Verranno da oriente a occidente e siederanno a mensa nel regno di Dio.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni - Ef 6,1-9

Figli, obbedite ai vostri genitori nel Signore, perché questo è giusto. «Onora tuo padre e tua madre!». Questo è il primo comandamento che è accompagnato da una promessa: «perché tu sia felice e goda di una lunga vita sulla terra». E voi, padri, non esasperate i vostri figli, ma fateli crescere nella disciplina e negli insegnamenti del Signore.
Schiavi, obbedite ai vostri padroni terreni con rispetto e timore, nella semplicità del vostro cuore, come a Cristo, non servendo per farvi vedere, come fa chi vuole piacere agli uomini, ma come servi di Cristo, facendo di cuore la volontà di Dio, prestando servizio volentieri, come chi serve il Signore e non gli uomini. Voi sapete infatti che ciascuno, sia schiavo che libero, riceverà dal Signore secondo quello che avrà fatto di bene.
Anche voi, padroni, comportatevi allo stesso modo verso di loro, mettendo da parte le minacce, sapendo che il Signore, loro e vostro, è nei cieli e in lui non vi è preferenza di persone.

1. Obbedite ai vostri genitori nel Signore. OGNI RELAZIONE DEVE ESSERE FONDATA SU UN PRINCIPIO DI VERITÀ E DI GIUSTIZIA PER GENERARE UN BENE. Obbedire “Perché bene a te avvenga e sarai longevo sulla terra”. È FELICE QUELLA VITA CHE È BENEDETTA DA DIO. Nel caso dei figli, essa è benedetta perché rispettano, hanno rispettato, rispetteranno i genitori fino all’ultimo istante dei loro giorni.

2. E voi padri, non irritate i vostri figli, con la parola e l’azione ma ALLEVATE I FIGLI NELL’EDUCAZIONE E NELLA DISCIPLINA DEL SIGNORE. I genitori devono educare i propri figli ad amare il Vangelo, a vivere il Vangelo, a testimoniare il Vangelo. Il Vangelo è Cristo.

3. Agli schiavi è comandato di obbedire ai loro signori carnali COME AL CRISTO, CON RETTA INTENZIONE. Il destinatario del nostro servizio deve essere sempre il Signore. Il Signore ricompenserà ogni servizio con una ricompensa eterna e la benedizione su questa terra. Ma anche i padroni dovranno costruire RAPPORTI REGOLATI DALL’UNICA LEGGE: QUELLA DI CRISTO GESÙ, e in Lui non v'è preferenza di persone.

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+ Dal vangelo secondo Luca - Lc 13,22-30
In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme.
Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?».
Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno.
Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”.
Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori.
Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».  

 

PORTA STRETTA: Il Vangelo di oggi ci ricorda che per raggiungere la vetta della vita eterna c'è solo una porta stretta, che significa sforzo, lotta, fatica. Per entrare nel Regno di Dio, non basta una appartenenza esteriore alla Chiesa. L'unico criterio decisivo è quello delle opere. Solo le opere buone ci faranno riconoscere da Cristo, che ci aprirà volentieri la porta. L'unità di misura della salvezza è l'amore ai poveri, agli ultimi, agli altri. Con disinteresse. È ora di riempire il nostro tempo con opere di bene!

 

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martedì 29 ottobre 2024

DAI TUOI DOLORI NASCONO NUOVE OPPORTUNITÀ

DAI TUOI DOLORI NASCONO NUOVE OPPORTUNITÀ

Nel romanzo “Come costruire una barca” di Elaine Feeney, ci troviamo immersi in una storia che esplora le sfide della vulnerabilità e il potere dei legami umani. Jamie, un tredicenne irlandese con autismo, è un ragazzo appassionato di rosso, geometrie, e Edgar, che lotta con un desiderio profondo: costruire una macchina del moto perpetuo e connettersi con la madre defunta. Il suo viaggio si svolge in un contesto scolastico che lo travolge con la sua indifferenza e i bulli implacabili, ma che gli offre anche l'incontro con due insegnanti eccezionali, Tess e Tadhg, che riescono ad ascoltarlo e a comprenderlo in modo autentico.

Il romanzo è un'esplorazione profonda delle difficoltà e delle ferite personali, ma anche una celebrazione dei legami che ci sostengono e del potere dell'immaginazione. Tess e Tadhg, insieme a Jamie, si confrontano con le proprie vulnerabilità e i propri traumi, dimostrando che la vera connessione umana nasce dall'apertura e dalla comprensione reciproca.

Il romanzo ci mostra che, nonostante le difficoltà e le cicatrici, c'è una bellezza nella vulnerabilità e una forza nel concedersi il permesso di essere vulnerabili. Il viaggio di Jamie, Tess e Tadhg è una testimonianza che anche le esperienze più dolorose possono dare origine a una nuova comprensione e a una connessione più profonda. La storia ci invita a considerare che, a volte, la risposta alle sfide della vita e ai traumi personali può essere trovata nell'apertura al prossimo e nella capacità di sognare e sperare insieme.

Per noi cristiani, la vulnerabilità e la debolezza non sono mai viste come segni di fallimento, ma come occasioni per sperimentare la grazia e la forza di Dio. Come Cristo ha abbracciato la nostra umanità e ha portato la sua luce nel buio delle nostre debolezze, così anche Jamie e i suoi insegnanti trovano una nuova dimensione di speranza e connessione attraverso la loro apertura e accettazione reciproca. Il Vangelo ci invita a vedere ogni difficoltà e ogni ferita come un'opportunità per crescere nella fede e nella comprensione, e a riconoscere che le nostre debolezze possono essere trasfigurate dalla potenza dell'amore divino. La capacità di aprirsi e di rivelarsi nelle proprie fragilità diventa una forma di comunione e di condivisione che riflette l'amore di Dio per l'umanità.

In definitiva, Come costruire una barca ci ricorda che, anche nella nostra vulnerabilità, possiamo trovare la forza e la speranza che ci avvicinano a Dio e agli altri, e che ogni sfida e ogni ferita può diventare una parte del nostro viaggio verso una connessione più profonda e una vita più piena di amore e significato.

 

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domenica 27 ottobre 2024

Ger 31,7-9 - Eb 5,1-6 - Mc 10,46-52 - XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

Domenica 27 Ottobre 2024
Dal libro del profeta Geremìa - Ger 31,7-9

Così dice il Signore:
«Innalzate canti di gioia per Giacobbe,
esultate per la prima delle nazioni,
fate udire la vostra lode e dite:
“Il Signore ha salvato il suo popolo,
il resto d’Israele”.
Ecco, li riconduco dalla terra del settentrione
e li raduno dalle estremità della terra;
fra loro sono il cieco e lo zoppo,
la donna incinta e la partoriente:
ritorneranno qui in gran folla.
Erano partiti nel pianto,
io li riporterò tra le consolazioni;
li ricondurrò a fiumi ricchi d’acqua
per una strada dritta in cui non inciamperanno,
perché io sono un padre per Israele,
Èfraim è il mio primogenito».

1. Geremia è il profeta che annuncia drammaticamente l'esilio la distruzione di Gerusalemme, è il profeta della fine, ma NON COME ULTIMA PAROLA. Annuncia anche una possibilità di ritorno. C’è una parola di consolazione, c'è la promessa di Dio: “IL SIGNORE HA SALVATO IL SUO POPOLO, IL RESTO D’ISRAELE” .... Sii felice!

2. Dio riconduce i prigionieri dalla terra di Babilonia, li riporta in Israele. Fra loro ci sono il cieco e lo zoppo. Ambedue non possono fare tutti quei chilometri di ritorno da Babilonia a Gerusalemme. SONO L'IMMAGINE DI UN ISRAELE CIECO E ZOPPO INCAPACE DI CAMMINARE CHE VIENE GUARITO E ABILITATO a fare questo cammino. DIO SUPERA IL LIMITE DELL'UOMO E CI ABILITA AL CAMMINO…

3. Insieme al cieco e allo zoppo c’è la DONNA INCINTA E LA PARTORIENTE. Anche loro non possono fare un lungo viaggio a piedi, eppure sono le persone che stanno per dare la vita, per mettere al mondo una nuova creatura. SONO L'IMMAGINE DELLA SPERANZA DI UNA UMANITÀ SOFFERENTE LIMITATA CHE PERÒ HA DAVANTI LA PROSPETTIVA DELLA VITA.

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Dalla lettera agli Ebrei - Eb 5,1-6

Ogni sommo sacerdote è scelto fra gli uomini e per gli uomini viene costituito tale nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati.
Egli è in grado di sentire giusta compassione per quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore, essendo anche lui rivestito di debolezza. A causa di questa egli deve offrire sacrifici per i peccati anche per se stesso, come fa per il popolo.
Nessuno attribuisce a se stesso questo onore, se non chi è chiamato da Dio, come Aronne. Nello stesso modo Cristo non attribuì a se stesso la gloria di sommo sacerdote, ma colui che gli disse: «Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato», gliela conferì come è detto in un altro passo:
«Tu sei sacerdote per sempre,
secondo l’ordine di Melchìsedek».

1. Gesù NON si è dato il titolo di sacerdote, NON ce l'aveva secondo l'ordine di Levi perché non apparteneva a quella tribù. Durante la sua vita terrena NON ha svolto funzioni sacerdotali levitiche però riflette questo autore È IL FIGLIO DI DIO..

2. Dio gli ha detto: “Tu sei mio figlio, Io oggi ti ho generato” e PROPRIO PERCHÉ FIGLIO È ACCREDITATO PRESSO DIO. Ma proprio perché uomo sofferente, che è passato attraverso la condizione dolorosa, è misericordioso, solidale, capace di capire la nostra debolezza, QUINDI ACCREDITATO PRESSO GLI UOMINI.

3. IL SACERDOTE È DALLA PARTE DI DIO E DALLA PARTE DELL'UOMO, veramente legato a Dio che gli ha detto “Tu sei sacerdote per sempre” non come Levi ma come Melchìsedek, legato in un modo originale, nuovo, PERCHÉ SEI MIO FIGLIO PERCHÉ SEI VERAMENTE UOMO SOLIDALE CON L'UMANITÀ. Gesù Sacerdote è la garanzia della nostra salvezza…

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+ Dal Vangelo secondo Marco - Mc 10,46-52
In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!».
Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.
Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.

1. Bartimeo cieco è relegato ai margini della strada, seduto chiede l’elemosina, tuttavia NON SI ARRENDE. VUOLE VEDERE, E VEDERE GESÙ. Nonostante i rimproveri “gridava ancora più forte" vuole vedere, VUOLE RIMETTERSI IN CAMMINO… - TUTTO PARTE DAL DESIDERIO...

2. GESÙ, sentendo quel grido SI FERMA E LO FA CHIAMARE. Gesù MANDA NOI A CHIAMARE coloro che gridano a Lui! Nessuna vita è tanto inutile da essere costretta a rimanere relegata nell’oscurità. GESÙ PERMETTE ALL'UOMO DI NON ARRENDERSI...

3. «VA’, LA TUA FEDE TI HA SALVATO» Guarito, può RISPONDERE ALLA CHIAMATA a vivere e ad amare. Ora ci vede! Proprio l'essere apparentemente più inadatto, colui a cui nessuno avrebbe pensato, diventa oggetto della chiamata. EGLI CHIAMA TUTTI A SÉ, ABBI FEDE…
BUONA DOMENICA....

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LA FOLLA

«La folla è la cosa più miserabile che c’è» (Mark Twain). Era una folla che seguiva Gesù, quindi suoi discepoli. Eppure, impediscono al cieco di andare da Gesù, e impediscono a Gesù di sentire il grido disperato di quell’uomo infelice. Anche noi, a volte, ostacoliamo il contatto degli altri con Cristo attraverso il nostro egoismo e rigidità. Apriamo il cuore, non costruiamo barriere: Cristo è per tutti!

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LECTIO DIVINA - XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)
OMELIA - XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

Mc 16,14b-20 - RITO AMBROSIANO - I DOPO LA DEDICAZIONE - Il Mandato missionario

RITO AMBROSIANO

I DOPO LA DEDICAZIONE - Il Mandato missionario
Domenica 27 ottobre 2024
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco - Mc 16,14b-20
In quel tempo. Il Signore Gesù apparve agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano. 

1. L’episodio dell’ascensione di Gesù al cielo è un MOMENTO DI CONGEDO, NECESSARIO PER POTER RIPARTIRE. È un EVENTO CHE GENERA proprio perché permette di prendere congedo da quello che è avvenuto. RIPARTIAMO...

2. Gesù invita i discepoli ad ANDARE. Per ripartire, occorre prendere atto che le cose sono cambiate. Ma insieme al CAMBIAMENTO c’è anche una PROMESSA: il Signore agiva con loro. È vero, il contesto è diverso, ma Gesù non li abbandona!... PUOI CONTARCI...

3. GESÙ MANDA I DISCEPOLI NEL MONDO, MA SENZA NASCONDERE LE FATICHE. Eppure, saranno CAPACI di scacciare i demoni (le divisioni), CAPACI di parlare lingue nuove (comunicare laddove sembra impossibile), CAPACI di prendere in mano i serpenti (non saranno toccati dal veleno del mondo); CAPACI di guarire i malati (porteranno consolazione, cureranno le ferite di un mondo lacerato dagli odi e dall’egoismo). I DISCEPOLI SIAMO NOI... CAPACI DI…. SE RESTIAMO IN COMUNIONE CON IL SIGNORE…

BUONA DOMENICA...

 

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giovedì 24 ottobre 2024

"ACCOGLI IL DOLORE NASCOSTO, RISPONDI CON AMORE."

 "ACCOGLI IL DOLORE NASCOSTO, RISPONDI CON AMORE."

Il tema del dolore fetale, fondamentale per comprendere la sofferenza di chi non può esprimerla, come i disabili o i pazienti in coma, è ancora troppo sottovalutato. Nonostante la prima svolta sia arrivata nel 1987 con lo scienziato Sunny Anand, che dimostrò che i neonati provano dolore, il dibattito sul dolore fetale non è mai realmente decollato. Seppure i progressi nella chirurgia fetale siano stati fatti, la politica e la bioetica sembrano ancora ignorare l'importanza di garantire sollievo dal dolore anche ai più piccoli.

Recentemente, la scienza ha cominciato a fare luce su questo tema, con la pubblicazione di una scala per valutare il dolore fetale e con studi che confermano che il feto percepisce il dolore già a metà gravidanza. Tuttavia, la questione resta aperta e il dibattito è lontano dall’essere risolto.

Il dolore fetale si lega strettamente a quello di altre persone che soffrono silenziosamente, come i disabili mentali, i pazienti in coma o chi affronta una sofferenza interiore non espressa, come i depressi. Ignorare questa realtà significa minimizzare una sofferenza silente ma costante, che meriterebbe maggiore attenzione da parte della società e del mondo scientifico. Non basta parlarne superficialmente una volta all’anno; è necessario affrontare con serietà e impegno un tema che coinvolge il benessere di chi non può far sentire la propria voce.

La riflessione sul dolore fetale ci invita a considerare con compassione tutti coloro che soffrono in silenzio, riconoscendo in essi la presenza di Cristo sofferente. La fede cristiana ci insegna che ogni vita, anche quella che non può esprimere la propria sofferenza, ha una dignità intrinseca e merita rispetto e cura. Come Gesù ha mostrato amore per i più deboli e vulnerabili, così siamo chiamati a difendere e alleviare la sofferenza di chi non può farlo da solo, affidandoci alla misericordia e alla giustizia di Dio.

Come spunto pratico potresti aiutare i tuoi amici a diffondere una maggiore consapevolezza sull'importanza di garantire sollievo dal dolore a tutti, inclusi i più piccoli e vulnerabili, e impegnarti con un'azione concreta a favore dei sofferenti soprattutto nei tempi forti dell’avvento e della quaresima. Inoltre, il dolore del prossimo sia sempre presente nella tua preghiera e se ne hai occasione sii di supporto spirituale a coloro che vivono queste realtà offrendo la cura necessaria: l’amore…

 

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martedì 22 ottobre 2024

SATANA CONTRO DIO...

SATANA CONTRO DIO...

Padre Francisco Javier “Patxi” Bronchalo, parroco di Nostra Signora dell’Assunta a Valdemoro, in provincia di Madrid, diocesi di Getafe, ha recentemente condiviso una riflessione sorprendente nata da un'interazione con ChatGPT, una chatbot di intelligenza artificiale. Il sacerdote, incuriosito da quanto riferito da altri utenti, ha voluto porre una domanda diretta alla chatbot: "Se tu fossi Satana, come faresti a far perdere la fede alle persone?".
La risposta dell'AI, sorprendentemente dettagliata, ha richiamato alla mente i diabolici dialoghi presenti ne “Le lettere di Berlicche” di C.S. Lewis. ChatGPT ha delineato una strategia subdola e intelligente, mirata a erodere la fede in Dio attraverso metodi sottili e apparentemente "naturali". L'intelligenza artificiale ha elencato tattiche come l'individualismo estremo, la distrazione della vita moderna e il relativismo morale, dimostrando una sorprendente comprensione delle insidie spirituali che affliggono il mondo contemporaneo.
Le sette strategie suggerite dall’AI rispecchiano perfettamente i pericoli attuali: dall’uso eccessivo della tecnologia, che distrae dallo spirito, alla promozione dello scientismo che ridicolizza la fede, fino alla divisione interna nelle comunità religiose. Ogni punto, osserva Bronchalo, sembra colpire proprio nel cuore delle difficoltà spirituali e morali che molti credenti affrontano oggi.
Questa riflessione invita a prendere coscienza del lavorio costante del male, che con astuzia tenta di allontanare l'umanità dal Creatore. Tuttavia, come ricorda la Scrittura, la misericordia e l'amore di Dio sono più grandi di ogni inganno. La Prima Lettera di Pietro ci esorta a rimanere saldi nella fede, resistendo al nemico che, pur potente, non può nulla contro l’onnipotenza di Dio: «Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede».
Il male, con tutta la sua astuzia, non potrà mai vincere contro la luce della grazia divina. Ecco perché, alla fine, la vittoria appartiene a Dio, che ci rafforza e ci dona solide fondamenta.
In conclusione possiamo dire che il male opera con astuzia, ma la fede in Dio e la sua misericordia onnipotente restano la nostra forza e salvezza. Resistere saldi nella fede nella comunità cristiana è la chiave per vincere ogni inganno. Capito!

 

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domenica 20 ottobre 2024

Is 53,10-11 - Eb 4,14-16 - Mc 10,35-45 - XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

Domenica 20 Ottobre 2024
Dal libro del profeta Isaìa - Is 53,10-11

Al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori.
Quando offrirà sé stesso in sacrificio di riparazione,
vedrà una discendenza, vivrà a lungo,
si compirà per mezzo suo la volontà del Signore.
Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce
e si sazierà della sua conoscenza;
il giusto mio servo giustificherà molti,
egli si addosserà le loro iniquità.

1. Questo brano ci mostra il senso teologico di quello che è capitato al Signore. Ci dice che “AL SIGNORE È PIACIUTO PROSTRARLO CON DOLORI” rientra nel misterioso progetto di Dio questa sofferenza, MA quando il servo OFFRE SÉ STESSO in sacrificio di riparazione vedrà una discendenza, vivrà a lungo. Che mistero! QUANDO PERDE LA VITA PER GLI ALTRI VIVRÀ A LUNGO, vedrà una discendenza, avrà tanti figli si compirà per mezzo suo la volontà del Signore, vedrà la luce…

2. Questo mistero non è l'annuncio di un male evitato MA DI UN SUPERAMENTO DEL MALE ATTRAVERSATO. Morirà, e proprio per questo VEDRÀ LA LUCE dopo il tormento della passione si sazierà della conoscenza di Dio. È Dio stesso che sta parlando. 

3. “IL GIUSTO MIO SERVO RENDERÀ GIUSTI MOLTI”. Gesù è venuto per dare la vita in riscatto per molti. Il giusto mio servo, dice il Signore, GIUSTIFICHERÀ, RENDERÀ GIUSTI, FARÀ PARTECIPI DELLA GIUSTIZIA DI DIO I MOLTI, LA MOLTITUDINE immensa dell’umanità PERCHÉ EGLI SI ADDOSSERÀ LE LORO INIQUITÀ. Ha pagato Lui!

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Dalla lettera agli Ebrei - Eb 4,14-16

Fratelli, poiché abbiamo un sommo sacerdote grande, che è passato attraverso i cieli, Gesù il Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della fede.
Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze: egli stesso è stato messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato.
Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati al momento opportuno.

1. CRISTO SACERDOTE SI È FATTO SOLIDALE CON NOI, è stato messo alla prova in ogni cosa, e come noi SA COSA VUOL DIRE SOFFRIRE perché è passato attraverso la sofferenza. La sua vicenda CI AIUTA A VIVERE IN MODO DIVERSO LE SOFFERENZE che attraversano la nostra vita.

2. E proprio PER QUESTA SOLIDARIETÀ CON LA SOFFERENZA DELL'UOMO, È ENTRATO NEL TEMPIO CELESTE DELLA GLORIA alla destra del Padre, È DIVENUTO SOMMO SACERDOTE misericordioso, solidale, comprensivo, degno di Fede, accreditato e credibile, CAPACE DI TIRARCI FUORI, DI DARCI MISERICORDIA. 

3. ACCOSTIAMOCI AL SUO TRONO SICURI DI TROVARE GRAZIA E DI ESSERE AIUTATI AL MOMENTO OPPORTUNO. Lui ha un cuore misericordioso, ci verrà incontro e ci darà aiuto. NON gli chiediamo che faccia quello che vogliamo noi, CI FIDIAMO DI LUI E CI LASCIAMO AIUTARE NEL MODO MIGLIORE CHE CONOSCE LUI.

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+ Dal Vangelo secondo Marco - Mc 10,35-45
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».
Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

1. Concedici di SEDERE, nella tua gloria, UNO ALLA TUA DESTRA E UNO ALLA TUA SINISTRA. Il vero potere di Gesù NON consiste nel distribuire i posti d'onore, ma di FAR PARTECIPARE AL SUO DESTINO DI DONO E DI VITA... ACCOGLIAMO L'INVITO...

2. I GOVERNANTI DELLE NAZIONI DOMINANO SU DI ESSE... TRA VOI PERO' NON È COSI! "GRANDE" è il SERVO, "PRIMO" è lo SCHIAVO di tutti". NON SI PUÒ SCEGLIERE CHI SERVIRE; si deve essere servi e schiavi di tutti. TUTTI, BELLI, BRUTTI, BUONI E CATTIVI.... E SARAI GRANDE…

3. IL FIGLIO DELL'UOMO È VENUTO PER SERVIRE. Abbiamo l'esempio! LA COMUNITÀ DEI DISCEPOLI È COSÌ CARATTERIZZATA DAL SERVIZIO, e non dall'ambizione, dal potere che divide. COME GESÙ ANCHE NOI, SOLO COSÌ SAREMO I PRIMI VICINO AL SUO CUORE.…
BUONA DOMENICA....

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L’ULTIMO

«La malattia del nostro tempo è la superiorità», (Honoré de Balzac). Una malattia di cui soffrivano i due discepoli di Gesù, che ambivano al potere. Gesù insegna invece a trasformare il desiderio di dominare in gioia di servire con umiltà. Un cristiano, che si sforza di seguire il Vangelo, sarà contento soltanto quando proverà la gioia di chi è riuscito a farsi strada guadagnando l’ultimo posto!

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LECTIO DIVINA - XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

OMELIA - XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)


Gv 10,22-30 - RITO AMBROSIANO - DEDICAZIONE DEL DUOMO DI MILANO CHIESA MADRE DI TUTTI I FEDELI AMBROSIANI

RITO AMBROSIANO

Dedicazione del Duomo di Milano Chiesa Madre di tutti i fedeli Ambrosiani
Domenica 20 ottobre 2024
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni - Gv 10,22-30
In quel tempo. Ricorreva a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente». Gesù rispose loro: «Ve l’ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».

1. Fino a quando ci terrai nell’incertezza? SE TU SEI IL CRISTO, dillo a noi apertamente. LE PAROLE E LE AZIONI DI CRISTO NON ARRIVANO A FARLO CONOSCERE COME MESSIA: MANCA un elemento essenziale, cioè la FEDE. Questa risposta è riservata a chi appartiene al Buon Pastore. NOI SIAMO SUOI...

2. EGLI CONOSCE LE SUE PECORE ED ESSE CONOSCONO LUI. Le sue pecore si connotano per tre verbi: lo ASCOLTANO, lo CONOSCONO (proprio attraverso l'ascolto della sua Parola) e quindi lo SEGUONO (vivono cioè il suo Vangelo). VERBI DA VIVERE...

3. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. IO E IL PADRE SIAMO UNA COSA SOLA". Ecco la risposta che i giudei volevano: IN GESÙ, DIO SI FA UOMO, ma loro non riescono non solo a comprenderla, ma neanche a coglierla! SIAMO NELLE MANI DI DIO...

BUONA DOMENICA...

 

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giovedì 17 ottobre 2024

"SEI ANCORA TU. E TI AMO."

 "SEI ANCORA TU. E TI AMO."
Agli occhi del mondo, Christopher Reeve era Superman, l'eroe invincibile capace di volare oltre i confini dell'immaginazione. Ma la sua vita reale fu sconvolta nel 1995, quando una caduta da cavallo lo lasciò tetraplegico. Quel drammatico incidente non segnò solo la fine della sua carriera cinematografica, ma rappresentò l'inizio di un nuovo capitolo, segnato dalla lotta contro le lesioni spinali e dalla difesa dei diritti delle persone con disabilità.
Reeve, l'attore che negli anni '70 aveva fatto sognare migliaia di bambini interpretando Superman, si trovò improvvisamente di fronte a una realtà molto diversa. Paralizzato dalla testa in giù, si trovò a confrontarsi con un desiderio devastante: quello di lasciarsi andare. Ma in quel momento, fu sua moglie Dana a trovare le parole che lo salvarono. Di fronte alla disperazione di Christopher, che si sentiva un peso per la sua famiglia e che pensava di non poter più vivere appieno la sua vita, Dana pronunciò sette parole che cambiarono tutto: "Sei ancora tu. E ti amo."
Queste parole furono l'ancora a cui Reeve si aggrappò, trovando la forza di non arrendersi. Nonostante le difficoltà, iniziò un percorso di riabilitazione, allenandosi con macchinari che stimolavano i muscoli e permettendogli di ottenere piccoli ma significativi progressi: riuscì a muovere leggermente le dita, alcune parti delle braccia e delle gambe, e a percepire il calore su una parte del suo corpo. I medici attribuirono questi miglioramenti alla sua straordinaria determinazione.
Reeve non smise mai di lottare, non solo per se stesso ma anche per gli altri. Insieme a Dana, creò una fondazione dedicata alla ricerca di cure per le lesioni del midollo spinale e alla promozione dei diritti delle persone disabili. Lontano dal glamour hollywoodiano, la loro vita divenne un esempio di amore, dedizione e resilienza.
Il loro legame, profondo e indistruttibile, ispirò milioni di persone in tutto il mondo. Nonostante la morte di Reeve a soli 52 anni, a causa di un’insufficienza cardiaca, e quella di Dana due anni dopo per un cancro ai polmoni, il loro impegno per migliorare la vita delle persone con disabilità continua a vivere attraverso la loro fondazione.
Il film Super/Man: The Christopher Reeve Story, in uscita nelle sale il 9 ottobre 2024, racconta questo straordinario viaggio. Attraverso uno sguardo intimo sulla sua vita familiare e sulle conseguenze dell'incidente, il film esplora la trasformazione di Christopher Reeve da icona di Hollywood a instancabile sostenitore della ricerca scientifica e difensore dei diritti umani. 
Il viaggio di Christopher Reeve e sua moglie Dana testimonia la forza dell'amore, della fede e della speranza, dimostrando che anche nelle avversità più grandi, la vita può trovare nuovo senso e valore.

 

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martedì 15 ottobre 2024

BLAISE PASCAL...

 BLAISE PASCAL

Blaise Pascal, uno dei più acuti pensatori del Seicento, ha affrontato la questione della verità della fede cristiana con un approccio unico, basato sull'esperienza umana piuttosto che su deduzioni astratte. Egli ha concepito un'opera apologetica, l'Apologie de la religion Chrétienne, che purtroppo è rimasta incompiuta a causa della sua prematura morte. Tuttavia, i suoi Pensieri, raccolti postumi, ci permettono di ricostruire il percorso che Pascal aveva immaginato.

Il suo argomento si articola in tre fasi principali:

1. Riconoscimento della condizione umana: Pascal esplora la complessità dell'uomo, evidenziando la sua natura paradossale, fatta di grandezza e miseria. L'uomo è un "soggetto di contraddizioni", capace di aspirazioni elevate ma anche profondamente segnato dalla caduta e dal peccato.

2. Interpretazione giudaico-cristiana: Pascal individua nella Rivelazione cristiana il quadro interpretativo più adeguato per spiegare questa condizione umana. La creazione dell'uomo in stato di grazia spiega la sua grandezza, mentre la caduta nel peccato spiega la sua miseria.

3. Verifica del modello: Pascal propone di verificare l'adeguatezza di questa interpretazione attraverso l'esperienza e la vita cristiana. Il cuore del suo messaggio è che la fede non si oppone alla ragione, ma la supera, aprendo l'uomo alla realtà di Dio e alla possibilità di una vita pienamente realizzata nella carità.

Questo percorso argomentativo non è solo teorico, ma invita a un cammino di conversione personale, in cui la verità della fede cristiana si manifesta nella vita concreta e nella relazione con gli altri. Pascal dimostra che la fede cristiana non è solo una spiegazione teorica della realtà, ma una verità che libera e realizza pienamente l'uomo.

In un'epoca caratterizzata da un crescente scetticismo religioso, dall'individualismo e dalla frammentazione sociale, la proposta di Pascal ci offre una via per riscoprire la profondità della condizione umana e il significato della fede. Abbiamo bisogno di riscoprire la verità della fede cristiana come risposta integrale alla condizione umana, capace di dare senso, libertà e pienezza all'esistenza umana.

 

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domenica 13 ottobre 2024

Sap 7,7-11 - Eb 4,12-13 - Mc 10,17-30 - XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

Domenica 13 Ottobre 2024
Dal libro della Sapienza - Sap 7,7-11

Pregai e mi fu elargita la prudenza,
implorai e venne in me lo spirito di sapienza.
La preferii a scettri e a troni,
stimai un nulla la ricchezza al suo confronto,
non la paragonai neppure a una gemma inestimabile,
perché tutto l’oro al suo confronto è come un po’ di sabbia
e come fango sarà valutato di fronte a lei l’argento.
L’ho amata più della salute e della bellezza,
ho preferito avere lei piuttosto che la luce,
perché lo splendore che viene da lei non tramonta.
Insieme a lei mi sono venuti tutti i beni;
nelle sue mani è una ricchezza incalcolabile.

1. Un antico Re, ricco, potente e sapiente, ci insegna a vivere. Ci dice che è diventato sapiente perché ha pregato, perché HA CHIESTO LO SPIRITO DELLA SAPIENZA. La sapienza è essenzialmente DONO, e VA CHIESTA CON FIDUCIA E PERSEVERANZA.

2. POI BISOGNA SCEGLIERE. che cosa scelgo? Lui L’HA PREFERITA a scettri e a troni, L’HA PREFERITA alla ricchezza perché tutto l'oro del mondo in confronto alla sapienza è un po' di sabbia è come fango. L’HA PREFERITA alla salute, alla bellezza, alla stessa luce. SE TU CERCHI LA SAPIENZA TUTTO IL RESTO TI VIENE DATO IN PIÙ.

3. LA SAPIENZA È GESÙ in persona, SEGUIRE lui, SCEGLIERE lui, e LASCIAR PERDERE IL RESTO si finisce per ottenere tutto. Questa è sapienza, SEGUI GESÙ E GRAZIE A LUI RITROVI TUTTO MOLTIPLICATO…

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Dalla lettera agli Ebrei - Eb 4,12-13

La parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore.
Non vi è creatura che possa nascondersi davanti a Dio, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi di colui al quale noi dobbiamo rendere conto.

1. “LA PAROLA DI DIO È VIVA, EFFICACE” Parola viva! Parola che FA PENSARE, che ORIENTA nelle scelte, che AIUTA a distinguere, che RAFFINA l'anima. Parola efficace perché METTE L'UOMO ALLO SCOPERTO, lo smaschera, gli denuncia le ipocrisie e se l'uomo la rifiuta, rifiuta non solo Dio, ma la verità su sé stesso.

2. LA PAROLA DI DIO RIESCE A METTERE IN LUCE LE REALTÀ PROFONDE, NIENTE PUÒ NASCONDERSI DAVANTI A DIO. È lampada per le nostre oscurità per quello che è inconscio, subconscio, quello che è dentro nascosto, rimosso.

3. Se ASCOLTIAMO la Parola di Dio, se LASCIAMO che Dio entri dentro di noi come una spada che penetra, che fa luce e pulisce e fa emergere quello che c'è di negativo, togliendolo, ALLORA SAREMO LIBERI, LIBERI DI AMARE.

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+ Dal Vangelo secondo Marco - Mc 10,17-30
In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”».
Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».
Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà».

1. Cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna? «COME SI FA A ESSERE FELICE?». Per noi la felicità è una cosa da fare, ma PRIMA C'È DA liberarsi da certe schiavitù, di certi idoli (successo, potere e denaro) per ENTRARE nella LOGICA DI DIO: LA LOGICA DEL DONO...

2. MA QUANTO È DIFFICILE liberarsi! chi può riuscirci? chi può essere salvato? IMPOSSIBILE per gli uomini. Solo il Signore può donare la «salvezza»: PER GRAZIA DI GESÙ È POSSIBILE che un ricco entri nella logica di Dio! CHIEDIAMO QUESTO DONO…

3. DIO OGGI CI CHIAMA, CI INVITA A LASCIARE LA QUIETE DEL PORTO, CI CONDUCE SULLE POLVEROSE STRADE dove l’uomo giace esamine. Siamo INVITATI A VENDERE QUELLO CHE ABBIAMO E QUELLO CHE SIAMO per ereditare un tesoro che non ci verrà tolto. W LA LIBERTÀ W LA FELICITÀ…
BUONA DOMENICA....

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LA SCELTA

Le scelte decisive richiedono coraggio e spesso comportano rinunce. «Ciò che non è assolutamente possibile è non scegliere» (Sartre). Il giovane del Vangelo, incapace di sacrificare le sue ricchezze, se ne va triste, simbolo di chi non sa decidersi per Cristo. Solo chi è pronto a lasciar andare ciò che lo trattiene può vivere una vita cristiana autentica. La vera sapienza consiste nel preferire Cristo alle ricchezze materiali.

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LECTIO DIVINA - XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

 

OMELIA - XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

 

Mt 13,24-43 - RITO AMBROSIANO - VII DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI IL PRECURSORE

RITO AMBROSIANO

VII Domenica dopo il Martirio di san Giovanni il Precursore
Domenica 13 ottobre 2024 
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo - Mt 13,24-43
In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponètelo nel mio granaio”».
Espose loro un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami».
Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».
Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta:
«Aprirò la mia bocca con parabole,
proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo».
Poi congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!».
1. La presenza della zizzania in un campo di buon grano provoca un problema che Gesù consiglia di NON RISOLVERE CON UNA PRESA DI POSIZIONE VIOLENTA (tagliare subito l’erba cattiva), MA CON LA PAZIENZA. Eliminare la zizzania potrebbe significare danneggiare ciò che vi è di buono. FACCIAMO ATTENZIONE…
2. La parabola racconta DUE MODI DI GUARDARE: I SERVI vedono soprattutto le erbacce, il negativo, il pericolo; IL PADRONE, invece, fissa il suo sguardo sul buon grano, la zizzania è secondaria. DOBBIAMO CONQUISTARE LO SGUARDO POSITIVO DI DIO…
3. NELLA VITA NON PREOCCUPIAMOCI PRIMA DI TUTTO DELLA ZIZZANIA, dei difetti, delle debolezze, MA DI COLTIVARE LE FORZE DEL BENE, di generosità, di attenzione, di accoglienza, di libertà. Facciamo che queste forze erompano in tutta la loro forza, in tutta la loro bellezza, in tutta la loro potenza e vedremo le tenebre scomparire. BUON CAMMINO…
BUONA DOMENICA...

 

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