martedì 31 dicembre 2024

31.12.2024 - 1Gv 2,18-21 - Gv 1,1-18 - Il Verbo si fece carne.

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo - 1Gv 2,18-21

Figlioli, è giunta l’ultima ora. Come avete sentito dire che l’anticristo deve venire, di fatto molti anticristi sono già venuti. Da questo conosciamo che è l’ultima ora.
Sono usciti da noi, ma non erano dei nostri; se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi; sono usciti perché fosse manifesto che non tutti sono dei nostri.
Ora voi avete ricevuto l’unzione dal Santo, e tutti avete la conoscenza. Non vi ho scritto perché non conoscete la verità, ma perché la conoscete e perché nessuna menzogna viene dalla verità.

1. È GIUNTA L’ULTIMA ORA. I cristiani leggono la storia in rapporto a ciò che è già avvenuto: «Il Verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi». «Questa è l’ultima ora». Ultima perché? Perché CON CRISTO È INIZIATA L'ERA NUOVA DELLA STORIA UMANA… Da accogliere!

2. Ci sono «ANTICRISTI», usciti da noi ma che non sono dei nostri. «Anticristo» è definito da Giovanni «COLUI CHE NEGA CHE GESÙ È IL CRISTO». Giovanni stesso ci rivela Chi è il Cristo: «Il Verbo... che era Dio... si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi» …

3. VOI, che avete ricevuto l'unzione dello Spirito Santo, AVETE IL DONO DELLA SCIENZA che vi conduce verso la verità intera. NOI POSSIAMO RESISTERE AL MALE PER “L’UNZIONE DELLO SPIRITO SANTO”, la parola di Cristo fecondata dallo Spirito Santo, ci fa conoscere e rimanere nella verità...

---------------------------------------------

+ Dal Vangelo secondo Giovanni - Gv 1,1-18

In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.

Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.

In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l'hanno vinta.

Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.

Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.

A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.

E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.

Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».

Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.

Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.

TE DEUM: Oggi è il giorno del "Te Deum laudamus". Il motivo per cui io credo ciascuno di noi non possa mancare di recitare il Te Deum ci è annunciato dal Vangelo: il Verbo di Dio si è fatto carne e non smette di vivere con noi. Dio non ci ha abbandonato al nostro destino e lo possiamo incontrare. Qualsiasi cosa brutta ti sia accaduta quest'anno, ricordati che la sua decisione di rimanere con noi nasce proprio da questa certezza: il male può anche vincere qualche battaglia. Ma Dio ha già vinto la vittoria finale. "TE DEUM LAUDAMUS"

 

📲 I MIEI SOCIAL:

31.12 SAN SILVESTRO I

San Silvestro I, papa, che per molti anni resse con saggezza la Chiesa, nel tempo in cui l’imperatore Costantino costruì le venerande basiliche e il Concilio di Nicea acclamò Cristo Figlio di Dio. In questo giorno il suo corpo fu deposto a Roma nel cimitero di Priscilla.

lunedì 30 dicembre 2024

30.12.2024 - 1Gv 2,12-17 - Lc 2,36-40 - Anna parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione.

 

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo - 1Gv 2,12-17

Scrivo a voi, figlioli,
perché vi sono stati perdonati i peccati in virtù del suo nome.
Scrivo a voi, padri,
perché avete conosciuto colui che è da principio.
Scrivo a voi, giovani,
perché avete vinto il Maligno.
Ho scritto a voi, figlioli,
perché avete conosciuto il Padre.
Ho scritto a voi, padri,
perché avete conosciuto colui che è da principio.
Ho scritto a voi, giovani,
perché siete forti
e la parola di Dio rimane in voi
e avete vinto il Maligno.
Non amate il mondo, né le cose del mondo! Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui; perché tutto quello che è nel mondo – la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita – non viene dal Padre, ma viene dal mondo. E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno!
1. Il brano è un’esortazione affettuosa alla comunità cristiana ad ESSERE COERENTE NELLE SCELTE FATTE NEI RIGUARDI DI DIO E DEL MONDO. 

2. DAI PADRI si esige una fede matura; DAI GIOVANI, si richiede una fede che vinca le difficoltà della loro età e le facili attrattive del mondo; DA TUTTI, si deve superare il contrasto vissuto nel proprio cuore tra l’amore sbagliato del mondo, e l’amore del Padre che è derivato da lui e orientato verso di lui.

3. La “CONCUPISCENZA DELLA CARNE” in pratica le tendenze cattive che sono nell’uomo decaduto ed incline al peccato, la “CONCUPISCENZA DEGLI OCCHI” in altre parole le cupidigie che possono venire attraverso gli occhi, e la “SUPERBIA DELLA VITA” vale a dire l’atteggiamento di fiducia nei beni terreni, APPARTENGONO ALLA TRANSITORIETÀ. Il cristiano vive nel mondo, ma sa che il mondo passa…

-----------------------------------------------------------

+ Dal Vangelo secondo Luca - Lc 2,36-40
[Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore.] C'era una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

La “profetessa” Anna aveva 84 anni. Non nascondeva l’età questa donna. Il Vangelo dice che aspettavano la venuta di Dio ogni giorno, con grande fedeltà, da lunghi anni. Volevano proprio vederlo quel giorno, coglierne i segni, intuirne l’inizio.
Forse erano anche un po’ rassegnati, ormai, a morire prima: quella lunga attesa continuava però a occupare tutta la loro vita, non avevano impegni più importanti di questo: aspettare il Signore e pregare. Ebbene, quando Maria e Giuseppe giunsero al tempio per adempiere le disposizioni della Legge, Simeone e Anna si mossero di slancio, animati dallo Spirito Santo.
Il peso dell’età e dell’attesa sparì in un momento. Essi riconobbero il Bambino, e scoprirono una nuova forza, per un nuovo compito: rendere grazie e rendere testimonianza per questo Segno di Dio. E Tu che vuoi vedere tutto e subito sia per Te una bella lezione.. Continua ad avere fede!

---------------------------------

Anna come Simeone: attesa e speranza. Sono le persone che vivono la promessa, grazie alla promessa, "servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere". Esiste qualcosa di più forte di una promessa?

--------------------------------- 

 

📲 I MIEI SOCIAL:

30.12 SAN FELICE I

Sacerdote romano, Papa dal 269 al 274, fa celebrare le Messe sopra le tombe che custodivano le reliquie dei martiri cristiani. Difende con forza la dottrina sulla Trinità di Dio e sull'Incarnazione del Verbo.  

GIORNATA MONDIALE DELLA PACE - 1° GENNAIO 2025

GIORNATA MONDIALE DELLA PACE - 1° GENNAIO 2025

RIMETTI A NOI I NOSTRI DEBITI, CONCEDICI LA TUA PACE

All’inizio di questo Anno Giubilare, eleviamo al Signore un’intensa preghiera per la pace e la speranza, rivolgendoci in modo particolare a chi è oppresso dalla propria condizione esistenziale, dagli errori del passato, o dal giudizio altrui. A loro, e a tutti noi, questo Giubileo ricorda che siamo nel tempo della Grazia, un tempo in cui la misericordia di Dio si manifesta come possibilità di rinascita per ogni cuore.

Il Giubileo trae origine dall’antica tradizione giudaica che, ogni cinquant’anni, proclamava un tempo di liberazione e giustizia. Questa celebrazione richiamava il popolo al senso di fratellanza, ricordando che nessuno nasce per essere oppresso, ma per vivere nella libertà e nella giustizia divina. Anche oggi, siamo chiamati a essere strumenti di liberazione, ascoltando il grido disperato che si leva da un’umanità ferita: dalle disuguaglianze sociali, dalla distruzione dell’ambiente, dai conflitti e dalle ingiustizie che alimentano strutture di peccato.

Ogni individuo, in qualche modo, è coinvolto in questa crisi globale. Le nostre azioni, persino quelle indirette, contribuiscono al mantenimento di sistemi che fomentano guerre, sfruttamento e disuguaglianza. Per rompere queste catene e costruire un mondo più giusto, non bastano azioni isolate o filantropiche: è necessario un cambiamento culturale e strutturale, che parta dal riconoscerci tutti debitori gli uni degli altri.

La preghiera del “Padre nostro” ci invita a chiedere: «Rimetti a noi i nostri debiti», consapevoli che tutto ciò che possediamo è dono di Dio. Tuttavia, questa consapevolezza non può rimanere astratta. Quando ci dimentichiamo di essere figli di Dio, rischiamo di cadere nella logica dello sfruttamento, dove il più forte prevarica sul più debole. Questa logica è evidente nella crisi del debito internazionale, che intrappola le nazioni povere e le priva delle risorse necessarie per uno sviluppo dignitoso.

 

Propongo tre azioni concrete per ridare speranza e dignità:

1. Condono del debito internazionale ed ecologico. Riconoscendo che i Paesi più ricchi hanno un debito verso quelli più poveri, invito la comunità internazionale a intraprendere azioni concrete di condono del debito. Questo gesto, però, deve essere accompagnato da una riforma dell’architettura finanziaria globale, per evitare che si ripetano meccanismi di sfruttamento.

2. Abolizione della pena di morte. Per costruire una cultura della vita, ogni Paese dovrebbe eliminare la pena capitale. Essa compromette l’inviolabilità della vita e priva di ogni speranza di rinnovamento coloro che l’hanno persa.

3. Investimento nelle giovani generazioni. Chiedo che una percentuale delle risorse destinate agli armamenti sia utilizzata per combattere la fame, promuovere l’educazione e contrastare i cambiamenti climatici. Solo così potremo offrire un futuro di speranza ai giovani e prevenire i conflitti.

La pace vera nasce da un cuore disarmato, capace di donare senza calcolo, di perdonare e di riconoscere l’altro come fratello. È questa la meta che ci propone il Giubileo: spogliarci dell’egoismo, rispondere al grido dei più poveri e lasciarci guidare dalla misericordia di Dio.

Concedici la tua pace, Signore, e fa’ che ogni gesto di amore, anche il più piccolo, contribuisca a costruire un mondo nuovo, in cui amore e verità s’incontrino e giustizia e pace si abbraccino.

 

📲 I MIEI SOCIAL:

domenica 29 dicembre 2024

1Sam 1,20-22.24-28 - 1Gv 3,1-2.21-24 - Lc 2,41-52 - SANTA FAMIGLIA DI GESÙ, MARIA E GIUSEPPE (ANNO C)

SANTA FAMIGLIA DI GESÙ, MARIA E GIUSEPPE 

(ANNO C)

Domenica 29 Dicembre 2024
Dal primo libro di Samuèle - 1Sam 1,20-22.24-28
Al finir dell’anno Anna concepì e partorì un figlio e lo chiamò Samuèle, «perché – diceva – al Signore l’ho richiesto». Quando poi Elkanà andò con tutta la famiglia a offrire il sacrificio di ogni anno al Signore e a soddisfare il suo voto, Anna non andò, perché disse al marito: «Non verrò, finché il bambino non sia svezzato e io possa condurlo a vedere il volto del Signore; poi resterà là per sempre».
Dopo averlo svezzato, lo portò con sé, con un giovenco di tre anni, un’efa di farina e un otre di vino, e lo introdusse nel tempio del Signore a Silo: era ancora un fanciullo. Immolato il giovenco, presentarono il fanciullo a Eli e lei disse: «Perdona, mio signore. Per la tua vita, mio signore, io sono quella donna che era stata qui presso di te a pregare il Signore. Per questo fanciullo ho pregato e il Signore mi ha concesso la grazia che gli ho richiesto. Anch’io lascio che il Signore lo richieda: per tutti i giorni della sua vita egli è richiesto per il Signore». E si prostrarono là davanti al Signore.

1. Anna porta il nome che significa Grazia, è una donna umiliata e sofferente per il fatto di non avere figli. HA CHIESTO CON INSISTENZA AL SIGNORE QUESTO DONO e finalmente FU ESAUDITA. Concepì e partorì un figlio e lo chiamò Samuele (= che significa il Signore ha ascoltato). Abbi SEMPRE FEDE!

2. Elkanà e sua moglie Anna vanno in pellegrinaggio al santuario di silo e compiono il voto. ANNA AVEVA FATTO VOTO DI OFFRIRE IL FIGLIO AL SIGNORE e fanno il sacrificio rituale presentando il bambino al sacerdote Eli il quale prende in custodia il bambino, che viene ceduto al Signore diventando un servo del santuario. I FIGLI SONO UN DONO, NON UNA PROPRIETÀ DEI GENITORI, VANNO RESTITUITI AL SIGNORE...

3. ANNA È CONSAPEVOLE CHE QUEL FIGLIO È UN DONO DI DIO, non le appartiene, lo ha ricevuto con immensa Gioia ma NON PRETENDE DI TENERLO PER SÉ. I figli sono SEMPRE una Gioia, doni di Dio. Anna LASCIA che il Signore lo richieda per tutti i giorni della sua vita. Samuele è richiesto ANNA RISPONDE DI SI, prostrandosi là davanti al Signore. I NOSTRI FIGLI DEVONO FARE LA VOLONTÀ DEL SIGNORE…

-------------------------------------------------------

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo 1Gv 3,1-2.21-24
Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui.
Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.
Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio, e qualunque cosa chiediamo, la riceviamo da lui, perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quello che gli è gradito.
Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato. Chi osserva i suoi comandamenti rimane in Dio e Dio in lui. In questo conosciamo che egli rimane in noi: dallo Spirito che ci ha dato.

1. Dalla prima lettera di San Giovanni impariamo che DIO CI HA DATO UN AMORE COSÌ GRANDE DA FARCI DIVENTARE FIGLI, siamo chiamati figli di Dio e lo siamo davvero ma IL MONDO NON CI RICONOSCE come tali perché non ha riconosciuto Dio.

2. C'è una TENSIONE TRA L'OGGI E IL FUTURO DEI FIGLI DI DIO. Adesso è una situazione un po' nascosta. Una cosa sappiamo: SAREMO SIMILI A LUI, ricolmi di gloria e di felicità perché lo vedremo faccia a faccia. QUESTO NOI DESIDERIAMO: VEDERE IL SIGNORE E PARTECIPARE DELLA SUA GLORIA...

3. Come figli CI VIENE CHIESTO DI CREDERE nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e DI AMARCI gli uni gli altri, secondo il precetto dell’amore. Se osserviamo i suoi comandamenti rimaniamo in comunione con Dio. C'è un'unità di intenti che crea comunione. LO SPIRITO SANTO CI PERMETTA DI VIVERE E OPERARE SECONDO LA VOLONTÀ DI DIO...

---------------------------------------------------

+ Dal Vangelo secondo Luca - Lc 2,41-52

I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.
Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.
Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.
Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.

1. I genitori trovano Gesù nel tempio tra i saggi, dialoga con loro e MOSTRA UNA SAGGEZZA STUPEFACENTE. Quante volte sentiamo i bambini esprimere intuizioni che ci lasciano sbalorditi. OGNI GENERAZIONE HA SEMPRE QUALCOSA DI NUOVO DA OFFRIRE che va oltre ciò che ci si aspetta. IMPARIAMO AD ASCOLTARLI...

2. «Non sapevate che IO DEVO ESSERE NELLE COSE DEL PADRE MIO?». Il nostro essere diviene del tutto autentico SOLO IN RELAZIONE CON DIO. Siamo veramente noi stessi quando coltiviamo questa relazione con il Signore. E LA VITA DIVENTA MENO ANGOSCIANTE...

3. LA RELAZIONE CON DIO PERMETTE A GESÙ DI TORNARE A NAZARET restando sottomesso ai genitori, riconoscendone la loro autorità. Non ha alcun bisogno di fare il ribelle! SE SO CHI SONO IO IN DIO, POSSO ACCOGLIERE CHI SEI TU...

BUONA DOMENICA...

---------------------------------------------------------

FAMIGLIA

La famiglia italiana è in crisi, con sempre meno matrimoni e nascite. Eppure, come diceva Giovanni Paolo II, una società sana nasce da famiglie sane e unite. Guardiamo alla Santa Famiglia, non perfetta ma fondata su amore e fede, come modello per le nostre. Preghiamo affinché la famiglia resti una scuola di umanità e speranza per il futuro.

---------------------------------------------------------

LECTIO DIVINA - SANTA FAMIGLIA DI GESÙ, MARIA E GIUSEPPE (ANNO C)

OMELIA - SANTA FAMIGLIA DI GESÙ, MARIA E GIUSEPPE (ANNO C)


📲 I MIEI SOCIAL:

Gv 1,1-14 - RITO AMBROSIANO - DOMENICA NELL'OTTAVA DEL NATALE DEL SIGNORE

RITO AMBROSIANO
DOMENICA NELL'OTTAVA DEL NATALE DEL SIGNORE
Domenica 29 Dicembre 2024
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni - Gv 1,1-14
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità.
1. Da dove comincia la realtà, dove comincia il mondo? ‘IN PRINCIPIO’. Un principio che non solo si inabissa nella notte dei tempi, ma È DIVENTATO UN UOMO presente nel cuore della realtà. ADORIAMO IL BAMBINO GESÙ…

2. ‘VENNE AD ABITARE IN MEZZO A NOI’ E ANCORA VI ABITA. La luce del primo istante ancora illumina ogni uomo che viene in questo mondo, perché QUELLA LUCE È UN UOMO che cammina davanti e dietro a ogni uomo. LASCIAMOCI ILLUMINARE DAL “VERBO” DI DIO…

3. E’ LA LUCE che illumina la nostra strada, e la compagnia che sostiene i nostri passi. NON CI RESTA CHE ACCOGLIERLA, ALLA FINE E AL PRINCIPIO DI OGNI GIORNO DELL’ANNO…

BUONA DOMENICA...
 
📲 I MIEI SOCIAL:

29.12 SAN TOMMASO BECKET

San Tommaso Becket, vescovo e martire, che per avere difeso la giustizia e la Chiesa fu costretto all’esilio dalla sua sede di Canterbury e dal regno stesso d’Inghilterra e, tornato in patria dopo sei anni, patì ancora molto, finché passò a Cristo, trafitto con la spada dalle guardie del re Enrico II nella cattedrale.

 

NELLO STESSO GIORNO:
ROBERTO AMADEI, VESCOVO DI BERGAMO
Verdello, 13 febbraio 1933 – Bergamo, 29 dicembre 2009
Nasce a Verdello (Bergamo) il 13 febbraio 1933. Ordinato sacerdote il 16 marzo 1957, studia a Roma dal 1957 al 1960 presso la Pontificia Università Gregoriana. Dottore in storia ecclesiastica, insegna nel Seminario di Bergamo dal 1960 al 1990. Preside della Scuola di Teologia nel Seminario di Bergamo dal 1968 al 1981 e ivi Rettore dal 1981 al 1990, viene nominato vescovo di Savona-Noli il 21 aprile 1990. Come motto episcopale sceglie la frase «Plus amari quam timeri». Il 2 giugno 1990 riceve la consacrazione episcopale. Il 21 novembre 1991 viene trasferito alla sede di Bergamo dove fa ingresso solenne il 26 gennaio 1992. Il 22 gennaio 2009 termina il mandato di vescovo di Bergamo. Dal 15 marzo 2009 ne diventa Vescovo Emerito. Muore a Bergamo il 29 dicembre 2009.

sabato 28 dicembre 2024

28.12.2024 - 1Gv 1,5-2,2 - Mt 2,13-18 - Erode mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme.

 

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo - 1Gv 1,5-2,2

Figlioli miei, questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che noi vi annunciamo: Dio è luce e in lui non c’è tenebra alcuna. Se diciamo di essere in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, siamo bugiardi e non mettiamo in pratica la verità. Ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, il Figlio suo, ci purifica da ogni peccato.
Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto tanto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. Se diciamo di non avere peccato, facciamo di lui un bugiardo e la sua parola non è in noi.
Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un Paràclito presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. È lui la vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.
1. “DIO È LUCE E IN LUI NON CI SONO TENEBRE”. Dio è amore, Dio è grazia, è luce. In lui non ci sono tenebre, in lui non c’è peccato. FARE COMUNIONE CON DIO È VIVERE IN GRAZIA, vivere nella luce. IL VERO NEMICO DELLA COMUNIONE È IL PECCATO. Con la grazia di Dio sei in comunione con Dio e con i fratelli.

2. SE DICIAMO DI ESSERE SENZA PECCATO, INGANNIAMO NOI STESSI. Attraverso il sacramento della Penitenza GESÙ CI TOGLIE IL PECCATO, ci ridona la grazia e con la grazia ritorniamo in comunione con Dio Padre, Figlio e Spirito Santo e con i fratelli...

3. Se ci ritroviamo ancora mancanti, perché limitati nella nostra condizione umana, non dobbiamo avere paura. ABBIAMO UN PARACLITO. Gesù è il solo giusto davanti a Dio e Lui solo CI DIFENDE E CI PERMETTE DI ESSERE LIBERI DAL NOSTRO PECCATO. Gesù è l'Agnello che è stato immolato una volta per tutte PER SALVARE NON SOLO IL SUO POPOLO, MA TUTTO IL MONDO, prigioniero del male e della morte. A Lui la lode in eterno....

------------------------------------------------------

+ Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 2,13-18

I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».
Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
«Dall'Egitto ho chiamato il mio figlio».
Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esatezza dai Magi.
Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremìa:
«Un grido è stato udito in Rama,
un pianto e un lamento grande:
Rachele piange i suoi figli
e non vuole essere consolata,
perché non sono più».

 

"Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande: Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più”. E’ il pianto di Rachele, di Israele, del popolo tutto. Dal faraone in Egitto che opprimeva il popolo eletto a Erode che opprime gli innocenti martiri, a tutte le forme di oppressione e di violenza gratuita.
Il potere rende insani e crudeli; sovverte l’ordine delle cose e invece di accogliere il Salvatore,  tende a eliminarlo, provocando una voragine di delitti. Non c’è limite alla perversione. Il pianto degli innocenti uccisi e delle madri risuona dal Vangelo alla storia, dalla liturgia alla vita, come invocazione di umiltà e speranza di pace. Quanti innocenti devono morire perché il cuore si converta e lo sguardo e il passo si volgano ad accogliere il Bambino e tutti i bambini?

------------------------------------------------

Erode si infuria perché si sono presi gioco di lui. Non sta al gioco, non sa ridere di sé, la rabbia e la sete di potere, e quindi la paura, lo dominano. Ci piace il gioco della vita fatto di onestà e coraggio?

------------------------------------------------

 

📲 I MIEI SOCIAL:

28.12 SANTI INNOCENTI

Festa dei santi Innocenti martiri, i bambini che a Betlemme di Giuda furono uccisi dall’empio re Erode, perché insieme ad essi morisse il bambino Gesù che i Magi avevano adorato, onorati come martiri fin dai primi secoli e primizia di tutti coloro che avrebbero versato il loro sangue per Dio e per l’Agnello.

 

📲 I MIEI SOCIAL:

venerdì 27 dicembre 2024

27.12.2024 - 1Gv 1,1-4 - Gv 20,2-8 - L'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro.

 

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo - 1Gv 1,1-4

Figlioli miei, quello che era da principio, quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita – la vita infatti si manifestò, noi l’abbiamo veduta e di ciò diamo testimonianza e vi annunciamo la vita eterna, che era presso il Padre e che si manifestò a noi –, quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. E la nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo, Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia piena.
1. Giovanni non ha alcun dubbio sulla verità assoluta e della sua esperienza di fede in Gesù Cristo. “..abbiamo udito.. abbiamo veduto con i nostri occhi.. contemplammo.. le nostre mani toccarono..”. Giovanni ha avuto un CONTATTO PRIVILEGIATO CON IL “VERBO DELLA VITA”, cioè con Gesù, Figlio dell’uomo e Figlio di Dio! È IL NOSTRO TESTIMONE!

2. La vita divina, nella persona fisica di Gesù, GIOVANNI DICHIARA DI AVERLA VEDUTA, E DI CIÒ EGLI DÀ TESTIMONIANZA E L’ANNUNCIA. Attraverso la testimonianza e l’annuncio, quell’esperienza assolutamente privilegiata di incontro e di conoscenza del Padre DIVENTA ESPERIENZA NOSTRA per la “COMUNIONE” tra Giovanni e noi: ENTRANDO IN COMUNIONE CON GIOVANNI, ENTRIAMO NELLA COMUNIONE CHE GIOVANNI HA “CON IL PADRE E CON IL FIGLIO SUO GESÙ CRISTO”...

3. È adesso il MOMENTO DI SPERIMENTARE LA COMUNIONE con un Padre amorevole e con il Figlio suo, nostro fratello in tutto… Adesso è l’occasione per FAR RIFIORIRE QUELLA “GIOIA PIENA”. Purtroppo, NOI siamo più preoccupati della dottrina, che nel fare l’esperienza del Padre (=ascoltare, vedere, toccare…)... ADESSO PUOI...

----------------------------------------------------------

+ Dal Vangelo secondo Giovanni - Gv 20,2-8

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala corse e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all'altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario -  che era stato sul suo capo - non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.
“Nel brano del Vangelo di oggi, Giovanni ci racconta quella mattina inimmaginabile che ha cambiato per sempre la storia dell’umanità. I discepoli di Gesù corrono perché hanno ricevuto la notizia che il corpo di Gesù è sparito dalla tomba. Forse si riaccende in loro la speranza di rivedere il volto del Signore! Quella mattina ha cambiato la storia.
L’ora in cui la morte sembrava trionfare, l’ora della sconfitta di Gesù diventa l’alba del primo giorno dopo il sabato. Gesù ha vinto, Gesù è vivo, Gesù è risorto!
Ogni luogo in cui la vita è oppressa, ogni spazio in cui dominano violenza, guerra, miseria, là dove l’uomo è umiliato e calpestato, in quel luogo può ancora riaccendersi una speranza di vita“.

----------------------------------------------------

«L’uomo è colui che si trattiene» (Albert Camus).
Giovanni arriva prima ma non entra, attende Pietro. Follia pura, come ha fatto a trattenere la curiosità? Quale forza aveva nel cuore per resistere?

----------------------------------------------------


27.12 SAN GIOVANNI

Festa di san Giovanni, Apostolo ed Evangelista, che, figlio di Zebedeo, fu insieme al fratello Giacomo e a Pietro testimone della trasfigurazione e della passione del Signore, dal quale ricevette stando ai piedi della croce Maria come madre. Nel Vangelo e in altri scritti si dimostra teologo, che, ritenuto degno di contemplare la gloria del Verbo incarnato, annunciò ciò che vide con i propri occhi.

 

📲 I MIEI SOCIAL:

"SANTA FAMIGLIA: UNA SANTITÀ CHE CRESCE NEL CONFRONTO, NEL CAMBIAMENTO E NELL'AMORE AUTENTICO."

"SANTA FAMIGLIA: UNA SANTITÀ CHE CRESCE NEL CONFRONTO, NEL CAMBIAMENTO E NELL'AMORE AUTENTICO."

Questo vangelo viene scelto per commentare la festa della Santa Famiglia.

Ma non è che sembra proprio tanto santa questa famiglia: i genitori si perdono il figlio per strada (ma che genitori sono?); il figlio rimane a Gerusalemme senza avvertire i genitori (ma che figlio è?): “Volevi rimanere a Gerusalemme? Beh, potevi almeno avvisare!”; i genitori rimproverano il figlio (non avevano mica tanto capito chi era il loro figlio?); il figlio non si scusa e, anzi, attacca e aggredisce i genitori (ma che modi sono?).

Lc non presenta per niente una famiglia santa, quanto piuttosto una famiglia come tutte! Sarà stata anche santa ma non è che si capissero e che si comprendessero molto. Maria e Giuseppe non lo capiscono e di certo Gesù non è che faciliti di molto la cosa. Tre santi (S. Giuseppe, Gesù e S. Maria!) ma mica tanto dialogo in questa famiglia.

E allora? Ascoltiamo il vangelo di questa domenica…

La storia di Gesù dodicenne al Tempio rivela come Maria e Giuseppe, pur consapevoli della natura straordinaria del loro figlio, continuassero a seguire rigidamente le tradizioni ebraiche. Questa famiglia profondamente religiosa aderiva agli schemi culturali e religiosi dei padri, senza lasciarsi ancora pienamente trasformare dalla consapevolezza dell’identità di Gesù. Nonostante le rivelazioni ricevute da Anna, Simeone e gli angeli, non sembrano comprendere appieno la novità portata dal Figlio di Dio.

Gesù rompe con il passato, seguendo il Padre celeste e non i padri terreni, un atto che sconvolgerà non solo la sua famiglia ma tutto il popolo d’Israele. Questa discontinuità è annunciata già dal profeta Malachia: “Il Messia porterà il cuore dei padri verso i figli” (Malachia 3,23-24), indicando che l’antico deve aprirsi al nuovo. Luca omette la seconda parte della profezia (“i figli verso i padri”), sottolineando come il nuovo non debba subordinarsi al passato, ma superarlo.

Gli schemi religiosi e culturali sono delle barriere all’azione dello Spirito. Gli schemi, come abitudini radicate, agiscono in automatico, impedendo il cambiamento. Anche Maria e Giuseppe, pur avendo visto la diversità di Gesù, rimangono intrappolati nelle loro aspettative tradizionali. Gli schemi religiosi e culturali, se non aggiornati, rischiano di renderci impermeabili all’azione dello Spirito. Ciò che dovrebbe avvicinare a Dio diventa obsoleto, allontanandoci dalla sua volontà.

Ma qual è l’impatto degli schemi educativi sulle persone?

Gli schemi non riguardano solo la religione, ma anche le dinamiche familiari ed educative. Ecco alcune situazioni:

Genitori distaccati emotivamente: I bambini cresciuti senza coccole o vicinanza potrebbero interiorizzare l’idea che i loro bisogni non siano importanti, sviluppando da adulti una distanza emotiva che li rende incapaci di fidarsi o coinvolgersi.

Genitori che criticano in continuazione: I bambini abituati a sentirsi sempre giudicati possono sviluppare un senso di inadeguatezza e vergogna, crescendo timidi e insicuri, incapaci di osare e di accettare sfide.

Genitori che proteggono eccessivamente i figli: Genitori che fanno tutto al posto dei figli rischiano di creare adulti dipendenti, incapaci di agire autonomamente e sempre in cerca di approvazione. 

Genitori che amano con “Amore condizionato”: I bambini che sentono di essere amati solo se si comportano bene o raggiungono risultati possono sviluppare il bisogno di compiacere gli altri, trascurando se stessi e aspettandosi sempre qualcosa in cambio.

È necessario aggiornare gli schemi per vivere nel presente. Gli schemi sono come programmi informatici: se non aggiornati, non rispondono alle sfide del presente. Cambiarli è possibile e necessario per vivere in libertà.

Gesù ci insegna che la fedeltà al Padre non si trova nei riti obsoleti, ma nella capacità di rinnovarsi e di seguire lo Spirito. Come Maria e Giuseppe, anche noi siamo chiamati a rompere i vecchi automatismi per accogliere il nuovo.

Buon cammino…

 

📲 I MIEI SOCIAL:

giovedì 26 dicembre 2024

26.12.2024 - At 6,8-12;7,54-60 - Mt 10,17-22 - Non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro.

 

Dagli Atti degli Apostoli - At 6,8-12;7,54-60

In quei giorni, Stefano, pieno di grazia e di potenza, faceva grandi prodigi e segni tra il popolo. Allora alcuni della sinagoga detta dei Liberti, dei Cirenei, degli Alessandrini e di quelli della Cilìcia e dell’Asia, si alzarono a discutere con Stefano, ma non riuscivano a resistere alla sapienza e allo Spirito con cui egli parlava. E così sollevarono il popolo, gli anziani e gli scribi, gli piombarono addosso, lo catturarono e lo condussero davanti al Sinedrio.
Tutti quelli che sedevano nel Sinedrio, [udendo le sue parole,] erano furibondi in cuor loro e digrignavano i denti contro Stefano. Ma egli, pieno di Spirito Santo, fissando il cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla destra di Dio e disse: «Ecco, contemplo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo che sta alla destra di Dio».
Allora, gridando a gran voce, si turarono gli orecchi e si scagliarono tutti insieme contro di lui, lo trascinarono fuori della città e si misero a lapidarlo. E i testimoni deposero i loro mantelli ai piedi di un giovane, chiamato Saulo. E lapidavano Stefano, che pregava e diceva: «Signore Gesù, accogli il mio spirito». Poi piegò le ginocchia e gridò a gran voce: «Signore, non imputare loro questo peccato». Detto questo, morì.
1. Il libro degli Atti degli Apostoli ci presenta STEFANO COME UOMO PIENO DI GRAZIA E DI SPIRITO SANTO. I credenti chiamati a rendere testimonianza in circostanze difficili e pericolose NON SARANNO ABBANDONATI E INDIFESI: lo Spirito di Dio parlerà in loro…

2. Il diacono Stefano, operò, parlò e morì animato dallo Spirito Santo, testimoniando l’amore di Cristo fino all’estremo sacrificio.  STEFANO VIENE DESCRITTO COME IMITAZIONE PERFETTA DI CRISTO NEI SENTIMENTI E NELLE PAROLE: intercede per i suoi uccisori perdonandoli, affida il suo spirito nelle mani di Dio. UN VERO MODELLO PER OGNI CREDENTE…

3. Nel giorno di Santo Stefano, anche noi siamo chiamati a FISSARE LO SGUARDO SUL FIGLIO DI DIO, che nel clima gioioso del Natale contempliamo nel mistero della sua Incarnazione. LASCIAMOCI ATTIRARE DA CRISTO, COME HA FATTO SANTO STEFANO…

----------------------------------------------------------------

+ Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 10,17-22

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani.
Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell'ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.
Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà persevereto fino alla fine sarà salvato».

 

La festa di Santo Stefano invita a vivere il Natale come inizio di trasformazione della propria vita. Nel martirio di Stefano, infatti, la violenza è sconfitta dall’amore, la morte dalla vita: egli, nell’ora della testimonianza suprema, contempla i cieli aperti e dona ai persecutori il suo perdono.
Santo Stefano segue Gesù fino in fondo e segna la strada ai cristiani: per Gesù si può dare la vita. Gesù è la persona grande e vera che copre tutto il nostro destino, dalla nascita alla morte fino all’eternità. Con lui non si perde nulla, anche quando si perde la vita. Guardando chi ha seguito Gesù, dal primo martire ai martiri dei nostri giorni, impariamo a vivere dentro le circostanze quotidiane seguendo e amando Lui, il re della vita. 
📲 I MIEI SOCIAL: