domenica 27 febbraio 2022

Lc 6,39-45 - La bocca esprime ciò che dal cuore sovrabbonda. - COMMENTO AUDIO

VIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

Lc 6,39-45 - La bocca esprime ciò che dal cuore sovrabbonda.

 + Dal Vangelo secondo Luca- Lc 6,39-45

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.
Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda».

PARTE PRIMA 

PARTE SECONDA


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giovedì 24 febbraio 2022

Lc 19,1-10 - RITO AMBROSIANO - Ultima domenica dopo l’Epifania

RITO AMBROSIANO

Ultima domenica dopo l’Epifania
DOMENICA 27 FEBBRAIO 2022
Lettura del Vangelo secondo Lc 19,1-10

1. Gesù entra in casa da Zaccheo come la SALVEZZA, Lui RICONOSCE il proprio peccato. La PRESENZA ACCOGLIENTE E NON GIUDICANTE di Gesù fa sì che l'uomo peccatore RICONOSCA il proprio peccato e vinca l'ORGOGLIO di essere a posto. Zaccheo si impegna a RIPARARE, cambiando vita…

2. QUESTO È UN AUTENTICO MIRACOLO. Un uomo senza scrupoli e ladro diventa un benefattore. Ma che bello, il SIGNORE CAMBIA IL CUORE! Questa è la "GIUSTIZIA DI DIO": GESÙ RENDE GIUSTO ZACCHEO... ACCOGLIAMOLO…

3. Dio DONA ai peccatori la POSSIBILITÀ DI CAMBIARE, perché LUI vuole bene ai peccatori, loro sono uomini, figli suoi, DONA la possibilità di riconoscere il peccato e di venirne fuori. QUESTA È LA “MISERICORDIA DI DIO”: DIO AMA E BASTA... TU FAI LO STESSO…

BUONA DOMENICA...
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca - Lc 19,1-10
In quel tempo. Il Signore Gesù entrò nella città di Gerico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là.
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

lunedì 21 febbraio 2022

21.02.2022 - Giac 3,13-18 - Se avete nel vostro cuore spirito di contesa, non vantatevi.

Dalla lettera di san Giacomo apostolo - Giac 3,13-18

Fratelli miei, chi tra voi è saggio e intelligente? Con la buona condotta mostri che le sue opere sono ispirate a mitezza e sapienza. Ma se avete nel vostro cuore gelosia amara e spirito di contesa, non vantatevi e non dite menzogne contro la verità.
Non è questa la sapienza che viene dall’alto: è terrestre, materiale, diabolica; perché dove c’è gelosia e spirito di contesa, c’è disordine e ogni sorta di cattive azioni. Invece la sapienza che viene dall’alto anzitutto è pura, poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale e sincera.
Per coloro che fanno opera di pace viene seminato nella pace un frutto di giustizia.
1. GELOSIA E SPIRITO DI CONTESA sono definite da Giacomo DIABOLICHE, ossia etimologicamente IN GRADO DI SEPARARE, CREARE FRATTURE, BARRIERE. Nascono dalle nostre insicurezze e dalla paura che l’altro possa approfittarne per ferirci o in qualche modo sopraffarci. 

2. Gelosia amara e spirito di contesa NON SONO “SAPIENZA” CHE VIENE DA DIO. Dio non agisce così, non dice così, non si relaziona così. LA SAPIENZA CHE VIENE DA DIO PORTA FRUTTI MOLTO BELLI, frutti che testimoniano una pienezza di vita.

3. Per coloro che fanno opera di pace (=operatori di pace) viene seminato nella pace UN FRUTTO DI GIUSTIZIA. Qual è questo frutto di giustizia che viene seminato? Questo frutto È IL COMPIMENTO IN NOI DI OGNI PAROLA DI DIO. LA PAROLA DI DIO È L’UNICA NOSTRA SAPIENZA, È LA SOLA SAPIENZA PER IL MONDO INTERO.

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domenica 20 febbraio 2022

Lc 6,27-38 - Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. - COMMENTO AUDIO

VII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

Lc 6,27-38 - Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.

 + Dal Vangelo secondo Luca- Lc 6,27-38

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro.
E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi.
Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».

PARTE PRIMA 

PARTE SECONDA



sabato 19 febbraio 2022

19.02.2022 - Giac 3,1-10 - La lingua nessuno la può domare.

Dalla lettera di san Giacomo apostolo - Giac 3,1-10

Fratelli miei, non siate in molti a fare da maestri, sapendo che riceveremo un giudizio più severo: tutti infatti pecchiamo in molte cose.
Se uno non pecca nel parlare, costui è un uomo perfetto, capace di tenere a freno anche tutto il corpo. Se mettiamo il morso in bocca ai cavalli perché ci obbediscano, possiamo dirigere anche tutto il loro corpo. Ecco, anche le navi, benché siano così grandi e spinte da venti gagliardi, con un piccolissimo timone vengono guidate là dove vuole il pilota.
Così anche la lingua: è un membro piccolo ma può vantarsi di grandi cose. Ecco: un piccolo fuoco può incendiare una grande foresta! Anche la lingua è un fuoco, il mondo del male! La lingua è inserita nelle nostre membra, contagia tutto il corpo e incendia tutta la nostra vita, traendo la sua fiamma dalla Geènna.
Infatti ogni sorta di bestie e di uccelli, di rettili e di esseri marini sono domati e sono stati domati dall’uomo, ma la lingua nessuno la può domare: è un male ribelle, è piena di veleno mortale. Con essa benediciamo il Signore e Padre e con essa malediciamo gli uomini fatti a somiglianza di Dio. Dalla stessa bocca escono benedizione e maledizione. Non dev’essere così, fratelli miei!
1. San Giacomo ce l’ha con la lingua, ritiene che sia un ELEMENTO UTILE E PERICOLOSO, che molti peccati si facciano con la lingua. SAPER CONTROLLARE LA PROPRIA LINGUA è un elemento decisivo nel cammino di perfezione cristiana e nella edificazione di rapporti giusti tra le persone.

2. LA LINGUA È LA MANIFESTAZIONE DEL PROPRIO CUORE. Ciò che c’è nel cuore, c’è sulla lingua. Nessuno potrà mai tenere a freno la lingua, se non purifica il suo cuore. DIO È VENUTO PER FARE AD OGNI UOMO IL CUORE NUOVO. Questa promessa l’ha realizzata, compiuta con Cristo Signore. 
3. La lingua, lo sappiamo, è “indomabile”, è un “mondo di male”, ma “LE COSE NON DEVONO ANDARE PER FORZA COSÌ”. Le cose possono essere diverse, SI PUÒ CAMBIARE, il nostro modo di comunicare può e deve produrre una buona condotta, un modo di vivere bello, che esprima la sapienza di Dio. Facciamo SEMPRE attenzione a COSA diciamo e a COME comunichiamo.

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giovedì 17 febbraio 2022

18.02.2022 - Giac 2,14-24.26 - Come il corpo senza lo spirito è morto, così anche la fede senza le opere è morta.

Dalla lettera di san Giacomo apostolo - Giac 2,14-24.26

A che serve, fratelli miei, se uno dice di avere fede, ma non ha le opere? Quella fede può forse salvarlo? Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro: «Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi», ma non date loro il necessario per il corpo, a che cosa serve? Così anche la fede: se non è seguita dalle opere, in se stessa è morta.
Al contrario uno potrebbe dire: «Tu hai la fede e io ho le opere; mostrami la tua fede senza le opere, e io con le mie opere ti mostrerò la mia fede». Tu credi che c’è un Dio solo? Fai bene; anche i demòni lo credono e tremano! Insensato, vuoi capire che la fede senza le opere non ha valore?
Abramo, nostro padre, non fu forse giustificato per le sue opere, quando offrì Isacco, suo figlio, sull’altare? Vedi: la fede agiva insieme alle opere di lui, e per le opere la fede divenne perfetta. E si compì la Scrittura che dice: «Abramo credette a Dio e gli fu accreditato come giustizia», ed egli fu chiamato amico di Dio.
Vedete: l’uomo è giustificato per le opere e non soltanto per la fede. Infatti come il corpo senza lo spirito è morto, così anche la fede senza le opere è morta.
1. DI BUONE INTENZIONI È LASTRICATA LA VIA DELL’INFERNO. Non bisogna fermarsi all'individuare buoni propositi, ma BISOGNA PORTARLI A COMPIMENTO. È un atteggiamento tipico dell'essere umano prefissarsi diversi obiettivi, spinti da un entusiasmo iniziale, per poi abbandonarli tutti strada facendo.

2. In Abramo LA FEDE AGIVA INSIEME ALLE OPERE e per le opere la fede divenne perfetta. Egli rinnegò sé stesso mostrandoci che LA FEDE È OBBEDIENZA alla voce del Signore, ASCOLTO della sua Parola e COMPIMENTO del comando ricevuto.

3. E si compì la Scrittura che dice: «Abramo credette a Dio e GLI FU ACCREDITATO COME GIUSTIZIA». La giustizia NON è il frutto dell’opera dell’uomo, nessun uomo potrà mai pensare che la sua fede gli meriti la giustificazione, MA È UN DONO DI DIO FRUTTO DI MISERICORDIA CHE RENDE L’UOMO GIUSTO. Senza la fede (vedi punto 2) Dio NON può operare la giustizia nei riguardi dell’uomo.

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Mc 2,13-17 - RITO AMBROSIANO - Penultima domenica dopo l’Epifania

RITO AMBROSIANO

Penultima domenica dopo l’Epifania

DOMENICA 20 FEBBRAIO 2022
Lettura del Vangelo secondo Mc 2,13-17


1. Gesù chiama il pubblicano Matteo a SEGUIRLO. Lo SCANDALO degli scribi e dei farisei è grande perché Gesù si siede a tavola con i peccatori. GESÙ DIMOSTRA DI CERCARE OGNI UOMO LÀ DOVE SI TROVA, facendosi a lui vicino. NON SIAMO SOLI...

2. Colui che noi giudichiamo da condannare (il disonesto esattore delle tasse), Gesù lo considera un malato da curare, una PERSONA DA SALVARE. Da ciò comprendiamo come i nostri giudizi siano lontani dai suoi. SINTONIZZIAMOCI SU GESÙ…

3. “SEGUIMI!”. Matteo si alza e lo segue. E’ la PAROLA CHE SENTIAMO OGGI RIVOLTA ANCHE A NOI, e sarebbe bello se, anche noi, spogliandoci della nostra presunta giustizia, lo seguiamo sulla via del vangelo. SEGUIMI…
BUONA DOMENICA...

✠ Lettura del Vangelo secondo Marco - Mc 2,13-17

In quel tempo. Il Signore Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».

17.02.2022 - Gc 2,1-9 - Dio non ha forse scelto i poveri? Voi invece avete disonorato il povero!

Dalla lettera di san Giacomo apostolo - Gc 2,1-9

Fratelli miei, la vostra fede nel Signore nostro Gesù Cristo, Signore della gloria, sia immune da favoritismi personali. Supponiamo che, in una delle vostre riunioni, entri qualcuno con un anello d’oro al dito, vestito lussuosamente, ed entri anche un povero con un vestito logoro. Se guardate colui che è vestito lussuosamente e gli dite: «Tu siediti qui, comodamente», e al povero dite: «Tu mettiti là, in piedi», oppure: «Siediti qui ai piedi del mio sgabello», non fate forse discriminazioni e non siete giudici dai giudizi perversi?
Ascoltate, fratelli miei carissimi: Dio non ha forse scelto i poveri agli occhi del mondo, che sono ricchi nella fede ed eredi del Regno, promesso a quelli che lo amano? Voi invece avete disonorato il povero! Non sono forse i ricchi che vi opprimono e vi trascinano davanti ai tribunali? Non sono loro che bestemmiano il bel nome che è stato invocato sopra di voi?
Certo, se adempite quella che, secondo la Scrittura, è la legge regale: «Amerai il prossimo tuo come te stesso», fate bene. Ma se fate favoritismi personali, commettete un peccato e siete accusati dalla Legge come trasgressori.
1. Non mescolate a favoritismi personali la vostra fede nel Signore. Cioè: non siate voi a decidere chi amare, come amare, quando amare. VOI DOVETE AMARE COME CRISTO CI HA AMATO. NON fate distinzioni tra ricchi e poveri.

2. DIO HA SCELTO I POVERI NEL MONDO PER FARLI RICCHI CON LA FEDE. La fede conduce l’uomo nella verità, la verità dona la libertà, la libertà ti fa santo, la santità ti pone nella provvidenza di Dio, LA PROVVIDENZA DI DIO DIVIENE PER TE SOSTEGNO ANCHE NELLE COSE MATERIALI.

3. Può un cristiano agire diversamente da come Dio agisce? LA RISPOSTA È UN NO ASSOLUTO, PIENO, TOTALE. Mai. Chi fa distinzione di persone, commette peccato, perché trasgredisce la legge dell’amore, che comanda di non fare distinzione, MA DI AMARE IL “PROSSIMO TUO COME TE STESSO”.

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mercoledì 16 febbraio 2022

16.02.2022 - Giac 1,19-27 - Siate di quelli che mettono in pratica la Parola, e non ascoltatori soltanto.

Dalla lettera di san Giacomo apostolo - Giac 1,19-27

Lo sapete, fratelli miei carissimi: ognuno sia pronto ad ascoltare, lento a parlare e lento all’ira. Infatti l’ira dell’uomo non compie ciò che è giusto davanti a Dio. Perciò liberatevi da ogni impurità e da ogni eccesso di malizia, accogliete con docilità la Parola che è stata piantata in voi e può portarvi alla salvezza.
Siate di quelli che mettono in pratica la Parola, e non ascoltatori soltanto, illudendo voi stessi; perché, se uno ascolta la Parola e non la mette in pratica, costui somiglia a un uomo che guarda il proprio volto allo specchio: appena si è guardato, se ne va, e subito dimentica come era. Chi invece fissa lo sguardo sulla legge perfetta, la legge della libertà, e le resta fedele, non come un ascoltatore smemorato ma come uno che la mette in pratica, questi troverà la sua felicità nel praticarla.
Se qualcuno ritiene di essere religioso, ma non frena la lingua e inganna così il suo cuore, la sua religione è vana. Religione pura e senza macchia davanti a Dio Padre è questa: visitare gli orfani e le vedove nelle sofferenze e non lasciarsi contaminare da questo mondo.
1. La regola di vita che Giacomo ci dona è tratta dalla Scrittura: ognuno sia pronto ad ascoltare, lento a parlare e lento all’ira PER ACCOGLIERE CON DOCILITÀ LA PAROLA. Accogliere significa dare spazio nella nostra volontà, nei nostri desideri, nei nostri propositi. VOLONTÀ, DESIDERI, PROPOSITI devono essere ISPIRATI dalla Parola, devono ISPIRARSI alla Parola.

2. CHI ASCOLTA LA PAROLA, MA NON LA METTE IN PRATICA è come chi sta davanti allo specchio per guardare sé stesso. LO SPECCHIO TI FA VEDERE L’IMMAGINE, NON LA REALIZZA.

3. «RELIGIONE PURA E SENZA MACCHIA davanti a Dio Padre È QUESTA: VISITARE gli orfani e le vedove nelle sofferenze». Due categorie esposte a rischio di negligenza e di completo abbandono. RENDERCI CONTO DEGLI SCARTATI È LA PRIMA AZIONE CHE CI APRE ALLA SALVEZZA.

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domenica 13 febbraio 2022

Lc 6,17.20-26 - Beati i poveri. Guai a voi, ricchi. - COMMENTO AUDIO

VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

Lc 6,17.20-26 - Beati i poveri. Guai a voi, ricchi.

 + Dal Vangelo secondo Luca- Lc 6,17.20-26

In quel tempo, Gesù, disceso con i Dodici, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne.
Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:
«Beati voi, poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi, che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi, che ora piangete,
perché riderete.
Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già ricevuto la vostra consolazione.
Guai a voi, che ora siete sazi,
perché avrete fame.
Guai a voi, che ora ridete,
perché sarete nel dolore e piangerete.
Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».

PARTE PRIMA 

PARTE SECONDA



giovedì 10 febbraio 2022

Lc 17,11-19 - RITO AMBROSIANO - VI domenica dopo l'Epifania

RITO AMBROSIANO

VI domenica dopo l'Epifania
DOMENICA 13 FEBBRAIO 2022
Lettura del Vangelo secondo Lc 17,11-19


1. La fiducia è la prima tappa per un cammino di guarigione "ANDATE A PRESENTARVI AI SACERDOTI". impariamo a fidarci e a metterci in cammino...

2. La guarigione diventa piena solo se trasformiamo la vita in una celebrazione di lode, come IL DECIMO LEBBROSO CHE TORNA A RINGRAZIARE. Colui che ringrazia si apre a un dono più grande, si apre alla fede, che realizza il compimento della salvezza. MOLTO DI PIÙ DEL MIRACOLUCCIO…

3. Nove guariti, uno salvato, uno solo che è veramente guarito. LA FIDUCIA E LA GRATITUDINE SONO I DUE ATTEGGIAMENTI DI CHI VUOLE SMETTERE DI FARE IL MALATO A VITA. Vale anche per Te…

BUONA DOMENICA...

 

✠ Lettura del Vangelo secondo Luca - Lc 17,11-19

In quel tempo. Lungo il cammino verso Gerusalemme, il Signore Gesù attraversava la Samaria e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati.
Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».

domenica 6 febbraio 2022

Lc 5,1-11 - Lasciarono tutto e lo seguirono. - COMMENTO AUDIO

V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

Lc 5,1-11 - Lasciarono tutto e lo seguirono.

 + Dal Vangelo secondo Luca- Lc 5,1-11

In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

PARTE PRIMA 

PARTE SECONDA



giovedì 3 febbraio 2022

04.02.2022 - Sir 47,2-13 NV [gr. 47,2-11] - Davide cantò inni a Dio con tutto il cuore e amò colui che lo aveva creato.

Dal libro del Siràcide - Sir 47,2-13 NV [gr. 47,2-11]

Come dal sacrificio di comunione si preleva il grasso,
così Davide fu scelto tra i figli d’Israele.
Egli scherzò con leoni come con capretti,
con gli orsi come con agnelli.
Nella sua giovinezza non ha forse ucciso il gigante
e cancellato l’ignominia dal popolo,
alzando la mano con la pietra nella fionda
e abbattendo la tracotanza di Golìa?
Egli aveva invocato il Signore, l’Altissimo,
che concesse alla sua destra la forza
di eliminare un potente guerriero
e innalzare la potenza del suo popolo.
Così lo esaltarono per i suoi diecimila,
lo lodarono nelle benedizioni del Signore
offrendogli un diadema di gloria.
Egli infatti sterminò i nemici all’intorno
e annientò i Filistei, suoi avversari;
distrusse la loro potenza fino ad oggi.
In ogni sua opera celebrò il Santo,
l’Altissimo, con parole di lode;
cantò inni a lui con tutto il suo cuore
e amò colui che lo aveva creato.
Introdusse musici davanti all’altare
e con i loro suoni rese dolci le melodie.
Conferì splendore alle feste,
abbellì i giorni festivi fino alla perfezione,
facendo lodare il nome santo del Signore
ed echeggiare fin dal mattino il santuario.
Il Signore perdonò i suoi peccati,
innalzò la sua potenza per sempre,
gli concesse un’alleanza regale
e un trono di gloria in Israele.
1. Davide ha una fionda e pochi sassi; Golia è un gigante, è forzuto, eppure Davide con l'aiuto del Signore sconfigge Golia. SE CI FIDIAMO DEL SIGNORE, DIVENTIAMO CAPACI DI COSE IMPENSABILI NELLA NOSTRA VITA. 

2. Davide in ogni sua opera celebrò il Santo, l'Altissimo, amò Colui che lo aveva creato. Più sentiamo Dio vicino e dentro di noi, più lo lasciamo entrare nella nostra vita, PIÙ CI SENTIAMO AMATI DA LUI, PIÙ IN OGNI COSA CHE FACCIAMO VORREMMO DARE GLORIA A LUI. 

3. “IL SIGNORE PERDONÒ I SUOI PECCATI…”. Dio non cerca super uomini, persone impeccabili, ma solo persone che facciano del loro meglio per servirlo, riconoscendo i propri errori e rialzandosi, dopo aver fatto l’esperienza della misericordia del Signore. Buona vita!

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Mt 8,5-13 - RITO AMBROSIANO - V Domenica dopo l'Epifania

 RITO AMBROSIANO

V Domenica dopo l'Epifania
DOMENICA 06 FEBBRAIO 2022
Lettura del Vangelo secondo Matteo - Mt 8,5-13

1. “VERRÒ E LO CURERÒ”, è quanto dice Gesù di fronte alla richiesta di un centurione, che lo scongiura a favore di un servo malato. VERBI INDICANO UN TEMPO FUTURO, IMPRECISATO, CHE SOLO GESÙ PUÒ REALIZZARE nei confronti di una preghiera rimasta sospesa. ABBI FEDE...

2. GESÙ LODA IL CENTURIONE dicendo di non aver "trovato nessuno con una fede così grande". Infatti, il centurione aveva detto che BASTAVA UNA PAROLA DI GESÙ A SALVARE IL SUO SERVO, dimostrando così la sua fiducia (fede) nel Signore. LA PAROLA DI GESÙ SALVA...

3. Dovremmo sentirci un po’ “pagani” come questo centurione, che CHIEDE CON FIDUCIA E SI AFFIDA, ma SA CHE L’AIUTO NON GLI È DOVUTO, non gli spetta: appunto, lo chiede PER FEDE, PER MISERICORDIA. IMPARIAMO L'UMILTÀ...
BUONA DOMENICA…
  ✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo - Mt 8,5-13
In quel tempo. Quando il Signore Gesù fu entrato in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti». E Gesù disse al centurione: «Va’, avvenga per te come hai creduto». In quell’istante il suo servo fu guarito.