domenica 30 giugno 2024

Sap 1,13-15; 2,23-24 - 2Cor 8,7.9.13-15 - Mc 5,21-43 - XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

Domenica 30 Giugno 2024
Dal libro della Sapienza - Sap 1,13-15; 2,23-24
 
Dio non ha creato la morte
e non gode per la rovina dei viventi.
Egli infatti ha creato tutte le cose perché esistano;
le creature del mondo sono portatrici di salvezza,
in esse non c’è veleno di morte,
né il regno dei morti è sulla terra.
La giustizia infatti è immortale.
Sì, Dio ha creato l’uomo per l’incorruttibilità,
lo ha fatto immagine della propria natura.
Ma per l’invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo
e ne fanno esperienza coloro che le appartengono.

1. Troppi sono quelli che danno a Dio la responsabilità del male, delle catastrofi, della morte. DIO NON HA CREATO LA MORTE, ha creato tutte le cose perché esistano, non prova nessun godimento nella rovina. DIO VUOLE LA VITA… 

2. LE CREATURE DEL MONDO SONO FATTE IN VISTA DELLA SALVEZZA. C'è una possibilità di salvezza, le creature sono salvabili, in esse non c'è veleno di morte. Le creature non sono radicalmente corrotte, non è irrecuperabile il danno che c'è nel mondo, non è vero che il regno dei morti, degli Inferi sia sulla terra. LA GIUSTIZIA, CIOÈ IL PROGETTO DI DIO, È IMMORTALE. 

3. E allora: Da dove viene il male? perché tutto è corrotto? perché muoiono anche i bambini? perché ci sono queste disgrazie? PER INVIDIA DEL DIAVOLO. Il diavolo identificato con L'Antico serpente, per invidia dell'uomo ha corrotto l'uomo. LO HA INVITATO A RIBELLARSI A DIO, A DISOBBEDIRE, E, NELLA DISOBBEDIENZA DELLE CREATURE STA LA ROVINA DEL MONDO. LA MORTE NON VIENE DA DIO, MA RIENTRA NEL SUO PROGETTO, NON È L'ULTIMA PAROLA. DIO PUÒ RISCATTARE LE GENERAZIONI, LE CREATURE SONO APERTE ALLA SALVEZZA…

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Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi - 2Cor 8,7.9.13-15
 
Fratelli, come siete ricchi in ogni cosa, nella fede, nella parola, nella conoscenza, in ogni zelo e nella carità che vi abbiamo insegnato, così siate larghi anche in quest’opera generosa.
Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.
Non si tratta di mettere in difficoltà voi per sollevare gli altri, ma che vi sia uguaglianza. Per il momento la vostra abbondanza supplisca alla loro indigenza, perché anche la loro abbondanza supplisca alla vostra indigenza, e vi sia uguaglianza, come sta scritto: «Colui che raccolse molto non abbondò e colui che raccolse poco non ebbe di meno».

1. Paolo stava organizzando una raccolta di soldi per aiutare la comunità Cristiana di Gerusalemme che era in difficoltà. Per motivare questa raccolta economica presenta L'ESEMPIO DI GESÙ, LA GRAZIA DEL SIGNORE NOSTRO GESÙ CRISTO, che voi conoscete bene, sapete che è ABBONDANTE E GRATUITA.

2. Lui era ricco e si è fatto povero PER VOI, PER FARVI DIVENTARE RICCHI per mezzo della sua povertà. Dalla sua Incarnazione, che si fa povertà fino alla morte di croce, viene il benessere salvifico A TUTTI GLI UOMINI.

3. Paolo sollecita un’uguaglianza economica, perché È GIÀ IN ATTO UN’UGUAGLIANZA DI FEDE E DI CONDIVISIONE IN CRISTO. Paolo sottolinea il CORRETTO USO DEL DENARO e la possibilità di servirsene per alleviare l’indigenza del prossimo.

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+ Dal Vangelo secondo Marco - Mc 5,21-43

In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.
E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».
Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.
Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.
1. IN MOLTI - È VERO - SONO VICINI A GESÙ, MA SOLO UNA DONNA LO HA TOCCATO! Quel toccare rappresenta la fede. Tocca Cristo chi crede in Cristo. Lo toccò con la fede e ottenne la guarigione che sperava. O SIGNORE FA' CHE ANCH'IO POSSA "TOCCARTI" CON LA MIA FEDE E POSSA ESSERE GUARITO DAL MIO MALE.

2. GESÙ DONA a questa donna non soltanto la guarigione del corpo, ma anche LA SUA LIBERTÀ E DIGNITÀ UMANA, che le era stata tolta dalla malattia (era considerata impura) e che la costringeva, suo malgrado, a un'umiliante emarginazione. GESÙ CI DONA LA CAPACITÀ DI AMARE….

3. Gesù prende per mano la piccola bambina, perché BISOGNA TOCCARE LA DISPERAZIONE DELLE PERSONE PER POTERLE RIALZARE. Chi è Gesù? UNA MANO CHE TI PRENDE PER MANO. E le disse: "Talità kum. Bambina ALZATI". LUI PUÒ AIUTARLA, SOSTENERLA, MA È LEI, È SOLO LEI CHE PUÒ RISOLLEVARSI: ALZATI. E LEI SI ALZA E SI METTE A CAMMINARE. FAI LA TUA PARTE…
BUONA DOMENICA…

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LA FEDE: Dio ci invita a vivere in pienezza attraverso la fede. La fede è la chiave per superare le difficoltà e vedere il miracolo della vita, anche quando tutto sembra perduto. Quando tutto va male, «continua ad aver fede». Quando sembra che non ci sia più speranza, «continua ad aver fede». Gesù, con il suo amore, ci dice di non temere e di continuare ad avere fede. Dio ci prende per mano, offrendoci amore e vita.

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LECTIO DIVINA - XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

OMELIA - XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

Mt 11,27-30 - RITO AMBROSIANO - VI DOMENICA DOPO PENTECOSTE

RITO AMBROSIANO

VI Domenica dopo Pentecoste
Domenica 30 giugno 2024

 ✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo - Mt 11,27-30

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, “e troverete ristoro per la vostra vita”. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

1. CONOSCERE, non è una conoscenza intellettuale, ma una conoscenza di amore, è un conoscere che è anche amare. GESÙ CONOSCE IL PADRE, COME È CONOSCIUTO DA LUI. L’uomo con la sua ragione può in qualche modo intravvedere il problema di Dio, ma SOLO GESÙ GLI PUÒ RIVELARE CHI SIA VERAMENTE, PERCHÉ LUI SOLO LO CONOSCE...

2. A noi, stanchi e oppressi, Gesù non ci propone una spiritualità gravosa e opprimente, ma CI PROPONE UN CAMMINO SPIRITUALE di sequela, per trovare la vera pace. I suoi comandi vanno osservati NON IN FORZA DI UN ORDINE TASSATIVO E SEVERO, MA IN FORZA DELL’AMORE. La legge dell’amore non è un fardello da portare, ma È UN PESO CHE NON PESA…

3. Gesù ci dice: “IMPARATE da me che sono mite e umile di cuore”. LA MITEZZA NASCE DALL’UMILTÀ. Chi è umile è anche mite perché si presenta privo di ogni arroganza. LA MITEZZA È LA QUALITÀ DEL SIGNORE, PERCHÉ IL SUO POTERE CONSISTE SOLO E SEMPRE NEL SERVIRE E NEL PERDONARE…

BUONA DOMENICA...



giovedì 27 giugno 2024

PRINCIPIO DI SOLIDARIETÀ…

PRINCIPIO DI SOLIDARIETÀ…

“Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.

Circa un mese fa un bambino nato nel Regno Unito da papà italiano e mamma nigeriana, è arrivato in Italia. Quel bambino ha una grave malformazione cardiaca; in Inghilterra era stato ritenuto unfit, quindi non degno di essere curato. Per una parte del mondo medico e delle corti di giustizia inglesi, se fosse rimasto lì “nel suo miglior interesse” sarebbe stato lasciato morire.

Grazie alla collaborazione tra il governo italiano e le autorità inglesi, il bambino è stato trasferito in Italia, dove è attualmente in cura presso l'ospedale Bambin Gesù di Roma, offrendo speranza per la sua sopravvivenza.

Questo intervento è stato possibile anche grazie all'esperienza accumulata in un caso precedente, quello di Hindi Gregory, una bambina per la quale il governo italiano aveva cercato di fare lo stesso, ma senza successo. Tuttavia, gli sforzi per Hindi hanno posto le basi per il successo del trasferimento attuale.

La necessità di prendersi cura dei più vulnerabili è condivisa sia dal governo che dall'organizzazione Nuovi Orizzonti. La collaborazione tra i due si manifesta anche nel sostegno a famiglie e persone in difficoltà economica, nelle misure a favore delle donne in gravidanza e nella prevenzione delle dipendenze tra gli adolescenti.

Il governo italiano crede nell'importanza delle comunità per la prevenzione della droga e sta lavorando per rimuovere ostacoli burocratici che impediscono alle comunità di operare efficacemente. Un esempio di questo impegno è la possibilità per i contribuenti italiani di destinare una parte dell'8 per 1000 alla prevenzione e al recupero delle dipendenze.

Ispiratore di questo agire sono le parole di Gesù nel Vangelo di Matteo: "Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me", parole che hanno un grande valore religioso e civile. Questo principio di solidarietà è alla base della Costituzione italiana e rappresenta un pilastro per la costruzione della pace.

Pace che l’Italia desidera costruire mettendosi a disposizione nel soccorrere bambini e adulti feriti dall'inferno di Gaza, portandoli nei principali ospedali italiani. Questo gesto è un piccolo segno concreto di pace e un tentativo di stabilire condizioni di reciproca fiducia per risolvere la crisi.

Un grande artista polacco, vissuto a Cracovia fra la fine del XIX e l’inizio del XX sec., Stanisław Wyspiański scrisse:

“Ci sono tante forze nel popolo, 

   ci sono tanti uomini.

   Entri infine il Tuo Spirito

   E svegli gli addormentati”

Stanisław scriveva questi versi nel 1902, quando uno Stato polacco non esisteva. Esisteva però una Nazione polacca, che desiderava la libertà, e che sognava di recuperarla, e poi l’ha realmente recuperata, se pur pagando un prezzo elevatissimo. Oggi questi versi valgono per l’Europa e per l’Italia. “Ci sono tante forze nel popolo, ci sono tanti uomini.” Ma ci sono anche troppi addormentati. Lavoriamo insieme, con l’aiuto di Dio, per suonare la sveglia. L’invito per tutti è di lavorare insieme, con l'aiuto di Dio, per risvegliare gli addormentati e affrontare le sfide attuali con coraggio e determinazione.

 

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mercoledì 26 giugno 2024

26.06.2024 - 2Re 22,8-13;23,1-3 - Mt 7,15-20 - Dai loro frutti li riconoscerete.

Dal secondo libro dei Re - 2Re 22,8-13;23,1-3

In quei giorni, il sommo sacerdote Chelkìa disse allo scriba Safan: «Ho trovato nel tempio del Signore il libro della legge». Chelkìa diede il libro a Safan, che lo lesse. Lo scriba Safan quindi andò dal re e lo informò dicendo: «I tuoi servitori hanno versato il denaro trovato nel tempio e l’hanno consegnato in mano agli esecutori dei lavori, sovrintendenti al tempio del Signore». Poi lo scriba Safan annunciò al re: «Il sacerdote Chelkìa mi ha dato un libro». Safan lo lesse davanti al re.
Udite le parole del libro della legge, il re si stracciò le vesti. Il re comandò al sacerdote Chelkìa, ad Achikàm figlio di Safan, ad Acbor, figlio di Michèa, allo scriba Safan e ad Asaià, ministro del re: «Andate, consultate il Signore per me, per il popolo e per tutto Giuda, riguardo alle parole di questo libro ora trovato; grande infatti è la collera del Signore, che si è accesa contro di noi, perché i nostri padri non hanno ascoltato le parole di questo libro, mettendo in pratica quanto è stato scritto per noi». Il re mandò a radunare presso di sé tutti gli anziani di Giuda e di Gerusalemme. Il re salì al tempio del Signore; erano con lui tutti gli uomini di Giuda, tutti gli abitanti di Gerusalemme, i sacerdoti, i profeti e tutto il popolo, dal più piccolo al più grande. Lesse alla loro presenza tutte le parole del libro dell’alleanza, trovato nel tempio del Signore. Il re, in piedi presso la colonna, concluse l’alleanza davanti al Signore, per seguire il Signore e osservare i suoi comandi, le istruzioni e le leggi con tutto il cuore e con tutta l’anima, per attuare le parole dell’alleanza scritte in quel libro. Tutto il popolo aderì all’alleanza.

 

1. In occasione della raccolta del denaro dalle casse delle elemosine, necessario alla manutenzione del tempio, VIENE RITROVATO IL "LIBRO DELLA LEGGE" CHE DA ALLORA GIACEVA ABBANDONATO NEL TEMPIO. Dove si trova la tua Bibbia?

2. IL RE SI DIMOSTRA MOLTO SENSIBILE ALLA RELIGIONE ORIGINALE E AVVIA UN RINNOVAMENTO. Si ritorna all’accentramento di un unico culto a Gerusalemme, eliminando i luoghi di culto pagani e i santuari jahvisti sparsi nel territorio non solo di Giuda, ma anche di Samarìa. 

3. Il re Giosìa spera di ritornare agli antichi splendori del regno al tempo di re Davide. Il re invita ad «andare a consultare il Signore.. riguardo alle parole di questo libro». L’ascolto della Parola, la rilettura in forma assembleare, l’impegno a seguire i comandi del Signore, sono tutti passaggi che dimostrano l’efficacia della Parola del Signore, che va DAPPRIMA COMPRESA E "RUMINATA" SOTTO LA GUIDA DELLO SPIRITO, ma poi dopo porta ad una ADESIONE DEL CUORE, come è avvenuto al tempo del re Giosìa.

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+ Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 7,15-20
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete.
Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete».

 

Siamo circondati da falsi profeti, da illusionisti della politica, dell’economia, della scienza, del divertimento. Attirano e ammaliano come le sirene di Ulisse. Quale frutto generano le loro azioni? Lo riscontriamo nella nostra società fluida.
“Guardatevi dai falsi profeti”, dunque, è un comando, Gesù ci invita a curare l’interiorità anziché fermarci alle apparenze. Guardare il cuore!
Oggi più che mai abbiamo la possibilità di guardare come guarda Dio, a ciò che guarda Dio. Possiamo contemplare il suo sguardo sul nostro cuore e su quello degli altri! Se, infatti, quello stesso sguardo è rivolto al cuore di ognuno di noi, come potranno i nostri occhi giudicare dalle apparenze?

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Ci sono anche i falsi profeti, lupi travestiti da agnelli. E i cristiani sono proprio degli agnelli inviati a stare in mezzo ai lupi. Cerchiamo sempre chi ci somiglia, non capiamo il rischio che corriamo?

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martedì 25 giugno 2024

MISS IN CARROZZINA.…

MISS IN CARROZZINA.… 

È Aleksandra Chichikova la prima Miss Mondo in sedia a rotelle. La bielorussa ha vinto la prima edizione del concorso di bellezza dedicato proprio alle miss in carrozzina. Da quest’anno una manifestazione internazionale. L’obiettivo è quello di “cambiare la percezione globale riguardo alle persone affette da disabilità”.
“Ogni donna in carrozzella deve avere il diritto di potersi sentire libera e bella”, ha spiegato la co-fondatrice del concorso. “Ritengo di essere una persona positiva e determinata – ha detto, Aleksandra subito dopo la vittoria -. Non ho mai permesso alle mie difficoltà di impedirmi di vivere una vita piena e felice “. 
Aleksandra, 23enne studentessa di psicologia, ha vinto il titolo posizionandosi davanti a due colleghe, Lebohang Monyatsi e Adriana Zawadzinska, rispettivamente provenienti dal Sud Africa e dalla Polonia.
Il titolo di 2a Vice Miss Mondo su una sedia a rotelle l'ha vinto Anna Płoszyńska. Anna dopo un incidente che l'ha costretta su una sedia a rotelle, ha trovato nuova forza e motivazione per aiutare gli altri. Non si definisce attraverso la sua disabilità, ma vede l'esperienza come un'opportunità per ispirare e supportare chi vive situazioni simili. Anna lavora come odontotecnico, specializzata nella progettazione di protesi dentarie con tecnologia 3D e nella metallurgia.
Nonostante il titolo, la sua vita professionale è rimasta la stessa, anche se ha guadagnato maggiore riconoscimento. Anna è una cintura nera di karate e ha vinto medaglie ai campionati mondiali ed europei, dimostrando che nulla è impossibile. La sua energia deriva da un desiderio innato di non fermarsi mai e di dimostrare che si può vivere appieno nonostante le difficoltà.
Dopo l'incidente, Anna non ha vissuto una crisi o una depressione prolungata, ma ha cercato di vedere il lato positivo e di essere indipendente. Anche nei momenti difficili, cerca di rialzarsi rapidamente e andare avanti, convinta che Dio le abbia dato questa sfida per aiutare gli altri. 
Anna spera di ispirare altre donne con disabilità a credere in sé stesse e nella loro bellezza. Non si considera inferiore a causa della sua disabilità e esprime quotidianamente la sua femminilità senza complessi. Sogna di formare una famiglia e sa che la sua disabilità non le impedirà di essere una madre amorevole.
Il rapporto con suo padre è sempre stato forte, soprattutto dopo la morte della madre quando Anna aveva otto anni. Suo padre l'ha sempre sostenuta e continua a farlo anche oggi. Anna non ha speranze di tornare a camminare a causa della gravità della sua lesione al midollo spinale, ma rimane positiva e grata per ciò che ha.
La vittoria del titolo di 2a Vice Miss Mondo le ha portato gioia e soddisfazione, rafforzando la sua missione di ispirare e aiutare gli altri, dimostrando che la disabilità non deve limitare le possibilità di vita e successo.

 

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lunedì 24 giugno 2024

Lc 1,57-68- RITO AMBROSIANO - NATIVITA' DI SAN GIOVANNI BATTISTA

RITO AMBROSIANO

NATIVITA' DI SAN GIOVANNI BATTISTA 
LUNEDÌ 24 giugno 2024

 ✠ Lettura del Vangelo secondo Luca- Lc 1,57-68

In quel tempo. Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante si aprirono la sua bocca e la sua lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui. Zaccaria, suo padre, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo: «Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo».

1. ZACCARIA, all'annuncio di un figlio in tarda età, divenne muto perché fu scettico. Lui, l'uomo giusto e irreprensibile NON ERA RIUSCITO A SUPERARE LO SCOGLIO DELLA LOGICA UMANA PER APRIRSI ALL'IMPREVISTO DI DIO. MA IL DISEGNO DI DIO PROCEDE, SIAMO NELLE MANI DI DIO…

2. ELISABETTA si oppose a chi voleva chiamare il bimbo Zaccaria. GIOVANNI È IL SUO NOME. Com'è bella, com'è incoraggiante per noi questa CAPACITÀ DI ROMPERE SCHEMI PRESTABILITI e forme congelate in usanze plurisecolari, NON PER CAPRICCIO MA PER OBBEDIENZA A DIO. OBBEDIENZA NASCE DALL’ASCOLTO…

3. CREDERE È "SPALANCARE LE PORTE A CRISTO" Bisogna essere PERSONE DOCILI a quel che Dio vuole, essere PRONTI A BUTTAR VIA VECCHI MODI DI PENSARE, vecchie abitudini, per COGLIERE IL SOFFIO DELLO SPIRITO nella nostra vita. CHIEDIAMO A DIO IL CORAGGIO DI FARE SCELTE SECONDO IL VANGELO…

BUONA FESTA PATRONALE...


domenica 23 giugno 2024

Gb 38,1.8-11 - 2Cor 5,14-17 - Mc 4,35-41 - XII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

XII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

Domenica 23 Giugno 2024
Dal libro di Giobbe - Gb 38,1.8-11

Il Signore prese a dire a Giobbe in mezzo all’uragano:
«Chi ha chiuso tra due porte il mare,
quando usciva impetuoso dal seno materno,
quando io lo vestivo di nubi
e lo fasciavo di una nuvola oscura,
quando gli ho fissato un limite,
gli ho messo chiavistello e due porte
dicendo: “Fin qui giungerai e non oltre
e qui s’infrangerà l’orgoglio delle tue onde”?».

1. IL SIGNORE RISPOSE A GIOBBE in mezzo all’uragano, è una parola in mezzo alla tempesta, UNA TEOFANIA E anziché dare delle risposte Giobbe (= il perché Lui, uomo giusto e buono è colpito da sciagure immense) SI SENTE FARE DA DIO DELLE DOMANDE che non riguardano la sua vita e LO PORTANO FUORI DI SÉ, prima di sé, riguardano il creato…

2. E proprio una di queste domande riguarda il mare, la creazione del mare. Dio dice a Giobbe Chi ha chiuso tra due porte il mare quando usciva l'impetuoso dal seno materno… IL MARE È IL SIMBOLO DELLA POTENZA DEL MALE orgogliosa che ha l'impressione di una immensa potenza MA IL SIGNORE LA DOMINA…

3. Dio domanda Giobbe: chi ha dominato il mare (=male)? Giobbe deve dire “Io no”.  DEVE RICONOSCERE LA PROPRIA POVERA LIMITATA UMANITÀ DI FRONTE AD UN DIO CREATORE IMMENSO NEL POTERE E IMMENSO NELL'AMORE. Può fidarsi di Dio…

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Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi - 2Cor 5,14-17
 
Fratelli, l’amore del Cristo ci possiede; e noi sappiamo bene che uno è morto per tutti, dunque tutti sono morti. Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro.
Cosicché non guardiamo più nessuno alla maniera umana; se anche abbiamo conosciuto Cristo alla maniera umana, ora non lo conosciamo più così. Tanto che, se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove.

1. Paolo parla dell'amore di Cristo che ci sospinge, diceva la precedente traduzione, ci possiede dice l'attuale. L’AMORE DI CRISTO È IL MOTORE DELLA NOSTRA VITA, È IL SENSO, È LA FORZA DELLA NOSTRA ESISTENZA. Cristo per amore è morto per tutti ed è morto per noi perché noi potessimo vivere per Lui…

2. Se uno è in Cristo, se gli appartiene, dice Paolo È UNA CREAZIONE NUOVA, è un altro mondo, è la liberazione dal potere del male le cose vecchie sono passate ne sono nate di nuove. L'ESSERE IN LUI È CERTEZZA DI VITA CHE NON MUORE.

3. SE UNO È IN CRISTO È VERAMENTE SALVATO. È la rivoluzione che Paolo ha vissuto, ma è la rivoluzione cristiana di sempre: NON VIVERE PIÙ PER NOI STESSI, per i nostri interessi e ritorni di immagine, MA AD IMMAGINE DI CRISTO, per Lui e secondo Lui, col suo amore e nel suo amore…

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+ Dal Vangelo secondo Marco - Mc 4,35-41

In quel giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui.
Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?».
Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?».
E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».

1. La narrazione della TEMPESTA È LA SITUAZIONE INTERIORE CHE MOLTI DI NOI VIVONO QUOTIDIANAMENTE. E Gesù dorme, come se non gli importasse, o perlomeno è questa la sensazione che hanno i discepoli. La lezione dei discepoli è bellissima: TROVANO IL CORAGGIO DIRLO. PREGANO CON SINCERITÀ…

2. Ma poi sono DISPOSTI AD ACCETTARE LA LEZIONE CHE GESÙ IMPARTISCE proprio a partire da questa sensazione: “Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: «TACI, CALMATI!». Il vento cessò e vi fu grande bonaccia. Poi disse loro: «PERCHÉ SIETE COSÌ PAUROSI? NON AVETE ANCORA FEDE?»”. Quello che ci salva e ci fa vivere giorno dopo giorno è LA FEDE NELLA COSTANTE PRESENZA DI DIO, che placa le tempeste e fa avvicinare la nostra barca alla riva…

3. Ci è difficile ragionare se non a partire sempre da ciò che sentiamo. Se sentiamo paura ragioniamo con paura. Gesù dice che la FEDE È DISOBBEDIRE ALLA PAURA E RICORDARSI DI CIÒ CHE SI CREDE ANCHE QUANDO NON LO SI SENTE. Credere è fidarsi di Gesù non della tempesta…
BUONA DOMENICA…

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DIFFICOLTÀ

Le difficoltà della vita possono spaventare i cuori deboli, ma rafforzano le anime forti. Anche con Gesù presente, gli Apostoli ebbero paura e lui disse: "Non avete ancora fede?". Le avversità sono occasioni per crescere e rafforzarci, mostrando la nostra forza interiore e virtù. Come diceva Delacroix, l'avversità restituisce agli uomini le virtù che la prosperità toglie loro.

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OMELIA - XII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

LECTIO DIVINA - XII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)
 

Gv 12,35-50 - RITO AMBROSIANO - V DOMENICA DOPO PENTECOSTE

RITO AMBROSIANO

V DOMENICA DOPO PENTECOSTE
DOMENICA 23 giugno 2024
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni - Gv 12,35-50
In quel tempo. Il Signore Gesù disse alla folla: «Ancora per poco tempo la luce è tra voi. Camminate mentre avete la luce, perché le tenebre non vi sorprendano; chi cammina nelle tenebre non sa dove va. Mentre avete la luce, credete nella luce, per diventare figli della luce». Gesù disse queste cose, poi se ne andò e si nascose loro. Sebbene avesse compiuto segni così grandi davanti a loro, non credevano in lui, perché si compisse la parola detta dal profeta Isaia: «Signore, chi ha creduto alla nostra parola? E la forza del Signore, a chi è stata rivelata?». Per questo non potevano credere, poiché ancora Isaia disse: «Ha reso ciechi i loro occhi e duro il loro cuore, perché non vedano con gli occhi e non comprendano con il cuore e non si convertano, e io li guarisca!». Questo disse Isaia perché vide la sua gloria e parlò di lui. Tuttavia, anche tra i capi, molti credettero in lui, ma, a causa dei farisei, non lo dichiaravano, per non essere espulsi dalla sinagoga. Amavano infatti la gloria degli uomini più che la gloria di Dio. Gesù allora esclamò: «Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».

1. Gesù è venuto per illuminare gli uomini, per strapparli dal mistero dell’oscurità. Coloro che credono in Lui e lo accettano come luce del mondo, sono accesi dalla sua stessa luce, che è la luce dell’amore e in loro abiterà lo Spirito del Figlio… CREDERE NEL FIGLIO SIGNIFICA ESSERE ILLUMINATI SULLA VERITÀ NOSTRA E DI DIO…

2. Sebbene avesse compiuto tanti segni davanti a loro, NON CREDEVANO IN LUI. PERCHÉ?? 1. DIFFICILE CREDERE che Dio provi un amore così grande per noi, da essere stato disposto a sacrificare il proprio Figlio. 2. DIFFICILE CREDERE quando si è ingannati dalla menzogna, che solo la croce vincerà. 3. DIFFICILE CREDERE in Gesù perché bisognerebbe accettare le conseguenze come l’essere messi al margine dall’ambiente sociale e anche religioso. 

3. Ma GESÙ È IL PROFETA DEFINITIVO al quale dare ascolto. CREDERE IN GESÙ; credere in lui, il Figlio unigenito, È CREDERE NEL PADRE che l’ha inviato per salvare il mondo. ATTRAVERSO DI LUI, crocifisso da noi e per noi, che ci ama come il Padre, CONOSCIAMO QUEL DIO CHE È AMORE CHE CI INVITA AD AMARE SEMPRE. Lui è la luce, Lui è la salvezza, Lui è la vita… IO CREDO…

BUONA DOMENICA...

giovedì 20 giugno 2024

IL CONCETTO DEL TEMPO...

IL CONCETTO DEL TEMPO...

Il concetto del tempo è uno dei misteri più grandi e complessi del nostro mondo. Filosofia e scienze hanno cercato di comprenderlo per millenni, ma la sua natura rimane in gran parte sconosciuta. Le visioni del tempo variano notevolmente, e le idee riguardo ad esso possono essere considerate relative o assolute.

Alcuni sostengono che il tempo sia relativo, una successione di eventi legata alle esperienze individuali. Altri lo considerano un concetto assoluto, indipendente dagli accadimenti. La percezione del tempo può sembrare logaritmica, con l'infinita estate dell'infanzia che si trasforma in un susseguirsi veloce di stagioni all'invecchiare.

Inoltre, ci sono varie teorie sul tempo, tra cui l'approccio progressista occidentale che lo vede come un accumulo di conoscenze e miglioramenti, il concetto orientale e gnostico dell'eterno ritorno, e la visione classica del progressivo degrado attraverso le ere.

Dal punto di vista cristiano, il tempo ha un inizio e una fine, una visione condivisa con l'idea classica del progressivo degrado. Il tempo ha un inizio e una fine, un Alfa e un Omega, e scorre dal primo al secondo. Indietro non si torna. Non è possibile rimettere le lancette indietro, il tempo scorre solo in avanti. Ci sono alcuni (che chiamiamo nostalgici, o reazionari) che vorrebbero tornare a questa o quella epoca del passato: beh, non è possibile. Non è possibile anche perché quello che è accaduto è accaduto, non possiamo fare finta che non sia successo; anche perché le conseguenze non scompaiono.

La storia umana è vista come una progressiva caduta dalla creazione al trionfo finale di Cristo. La profezia di Matteo nel Vangelo indica una tribolazione e un periodo di sconvolgimenti prima della seconda venuta di Cristo, il cui ritorno rappresenta la fine del tempo.

Questa visione cristiana suggerisce che il tempo scorre inesorabilmente avanti, senza possibilità di tornare indietro. Non possiamo cambiare il passato o rimuovere le sue conseguenze, ma dobbiamo affrontare le sfide presenti. Inoltre, il tempo e la storia sono visti come saldamente nelle mani di Cristo, che guida la storia verso il suo compimento, anche quando le circostanze sembrano oscure o difficili.

In sintesi, la riflessione sul tempo ci invita a comprendere che la storia ha una direzione definita, che scorre avanti inesorabilmente, e che la fede in Cristo offre una prospettiva di speranza e salvezza nella visione del tempo come parte della volontà divina.

La Pasqua ci ricorda che questo compimento è una possibilità concreta che è offerta a ciascuno di noi, perché a ciascuno di noi è dato di incontrare Cristo nella Chiesa, ed in tal incontro scoprire il senso del proprio esserci, la propria vocazione.

 

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martedì 18 giugno 2024

"IL CATTOLICO ERRANTE"...

"IL CATTOLICO ERRANTE"...
 
Nel vasto mare delle comunità cristiane, alcuni fedeli si trovano a vagare, alla ricerca di una parrocchia che risuoni con la loro fede e la loro sensibilità. È la figura del "cattolico errante", un individuo che, stanco delle liturgie superficiali e delle esperienze frammentate, si avventura di chiesa in chiesa, cercando un'oasi spirituale autentica.
Tuttavia, la questione sorge spontanea: è moralmente accettabile essere un cattolico errante? La risposta, secondo gli insegnamenti della Chiesa, è no. La partecipazione attiva a una comunità di fede è essenziale per la crescita spirituale e l'adesione alla Chiesa. Come illustrato nel Nuovo Testamento, gli apostoli non solo predicavano il Vangelo, ma formavano comunità e stabilivano una struttura gerarchica per garantire la comunione nella fede.
Dunque, sorge il dilemma se i fedeli debbano frequentare la parrocchia del territorio di residenza o se possano scegliere liberamente. Non vi è alcun obbligo di frequentare la parrocchia del proprio territorio di residenza. Ogni individuo è libero di cercare la comunità che meglio risponde alle proprie esigenze spirituali e di fede.
Tuttavia, ci sono alcune eccezioni: per esempio, per ricevere i sacramenti come il battesimo o il matrimonio, è necessario rivolgersi alla parrocchia corrispondente. Ma per la partecipazione alla Messa, alla formazione religiosa, ai ritiri spirituali e ad altre attività della comunità, i fedeli sono liberi di scegliere.
È comprensibile che alcuni si trovino più a loro agio in determinate parrocchie rispetto ad altre. L'importante è trovare un ambiente che favorisca la crescita spirituale e la comunione nella fede. Se questo significa fare qualche chilometro in più per raggiungere una comunità più adatta, allora è uno sforzo che vale la pena compiere.
Particolarmente significativa è la questione dell'educazione religiosa dei figli. Se i genitori ritengono che una parrocchia offra una formazione più solida e autentica, è importante che l'intera famiglia si integri in quella comunità e partecipi attivamente alla vita parrocchiale.
In definitiva, trovare una parrocchia guidata da un pastore spirituale che mantenga la tradizione della Chiesa e celebri i sacramenti in comunione con l'autorità ecclesiastica è fondamentale per la propria vita spirituale. Anche se richiede uno sforzo aggiuntivo, la ricerca di un'oasi spirituale autentica è un investimento prezioso per la propria fede e crescita personale.

 

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domenica 16 giugno 2024

Ez 17,22-24 - 2Cor 5,6-10 - Mc 4,26-34 - XI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

XI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

Domenica 16 Giugno 2024
Dal libro del profeta Ezechièle - Ez 17,22-24
 
Così dice il Signore Dio:
«Un ramoscello io prenderò dalla cima del cedro,
dalle punte dei suoi rami lo coglierò
e lo pianterò sopra un monte alto, imponente;
lo pianterò sul monte alto d’Israele.
Metterà rami e farà frutti
e diventerà un cedro magnifico.
Sotto di lui tutti gli uccelli dimoreranno,
ogni volatile all’ombra dei suoi rami riposerà.
Sapranno tutti gli alberi della foresta
che io sono il Signore,
che umilio l’albero alto e innalzo l’albero basso,
faccio seccare l’albero verde e germogliare l’albero secco.
Io, il Signore, ho parlato e lo farò».

1. Ezechiele, durante l'esilio in Babilonia, VUOLE DARE SPERANZA AL POPOLO DEPORTATO. Parla di DIO che prenderà un ramoscello dalla cima del Cedro e lo pianterà su un monte di Israele. Attecchirà? Metterà radici questo ramoscello? SI PROMETTE IL PROFETA A NOME DEL SIGNORE, METTERÀ RAMI, FARÀ FRUTTI, DIVENTERÀ UN CEDRO MAGNIFICO… Dio prenderà, Dio pianterà. IL SIGNORE RIDONA SPERANZA AL POPOLO...

2. Sotto il cedro tutti gli uccelli dimoreranno, ogni volatile all'ombra dei suoi rami riposerà. GLI UCCELLI DEL CIELO SONO IMMAGINE DEGLI ALTRI POPOLI. ISRAELE OFFRIRÀ DIMORA A TUTTI GLI UCCELLI DEL CIELO, A TUTTI I POPOLI. Tutte le nazioni parteciperanno alla salvezza PORTATA dal Messia. 

3. ED ECCO IL GIUDIZIO DI DIO: Il Signore è colui che UMILIA L'ALBERO ALTO E INNALZA L’ALBERO BASSO. Il popolo potente di Babilonia, che si credeva un grande cedro, viene abbattuto ed eliminato. Israele, che era un piccolo virgulto, diventerà nella pienezza dei tempi un grande albero, tale da riempire tutta la terra. È IL SIGNORE CHE ENTRA NELLA STORIA E CAPOVOLGE LA SORTE… Il Signore è protagonista della storia del popolo…

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Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi - 2Cor 5,6-10
 
Fratelli, sempre pieni di fiducia e sapendo che siamo in esilio lontano dal Signore finché abitiamo nel corpo – camminiamo infatti nella fede e non nella visione –, siamo pieni di fiducia e preferiamo andare in esilio dal corpo e abitare presso il Signore.
Perciò, sia abitando nel corpo sia andando in esilio, ci sforziamo di essere a lui graditi.
Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, per ricevere ciascuno la ricompensa delle opere compiute quando era nel corpo, sia in bene che in male.

1. Paolo parla della tensione verso la pienezza escatologica (=compimento) verso la vita eterna. Adesso, finché abitiamo nel corpo, non siamo nella visione. NOI SIAMO NELLA FEDE E TUTTAVIA SIAMO PIENI DI FIDUCIA e preferiamo andare in esilio dal corpo per abitare in patria presso il Signore… FEDE e FIDUCIA…
2. Comunque sia, dice l’apostolo, NON HO INTENZIONE DI SCAPPARE, non fuggo nei sogni di un paradiso che mi aspetta con impellente desiderio. SIA ABITANDO NEL CORPO, SIA ANDANDO IN ESILIO, CI IMPEGNIAMO A ESSERE GRADITI A DIO…
3. Siamo CHIAMATI DUNQUE A CRESCERE SEMPRE in vista del compimento. Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo. LA NOSTRA, deve essere una STORIA DI CRESCITA, UNA STORIA DI AMORE FINO ALLA PIENA MATURITÀ DI CRISTO… Buon cammino…

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+ Dal Vangelo secondo Marco - Mc 4,26-34

In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».
Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».
Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.

 

1. Il Regno ACCADE perché DIO È L’INSTANCABILE SEMINATORE, che non è stanco di noi, che OGNI GIORNO esce a immettere nell'universo le sue energie in forme seminali, germinali, e RAGGIUNGE OGNI LUOGO, OGNI PERSONA. - A NOI IL COMPITO DI CUSTODIRE E COLTIVARE QUEL SEME...

2. IL SEME CRESCE, ED È UN MIRACOLO, NON PER MERITO NOSTRO. In esso VIVE LA VITA, vita che ha i suoi ritmi e le sue tappe da attraversare. É PICCOLO MA fatto per sfamare MOLTI, permette alla terra e alla natura di trasformarlo. COSÌ DIVENTA BUON CIBO. - PER DARE "FRUTTO" CI VUOLE PAZIENZA...

3. Questo REGNO non si impone con la logica della forza, ma con la LOGICA DELLA DEBOLEZZA: UN PICCOLO SEME. Il granello di senape diventa IL PIÙ GRANDE ALBERO dell'orto. E gli UCCELLI VERRANNO E VI FARANNO IL NIDO. All'ombra del tuo albero grande accorreranno in molti. - SE TU HAI AIUTATO ANCHE UNO SOLO A STARE UN PO' MEGLIO, LA TUA VITA SI È REALIZZATA…
BUONA DOMENICA…

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LA FEDE

La fede non deve fermarsi alle apparenze o diventare stanca e ripetitiva, ma deve crescere come un piccolo seme che germoglia e dà frutti buoni. Anche se sembra insignificante, Dio opera attraverso le cose più piccole per realizzare grandi disegni. Non lasciamo che la nostra fede diventi irrilevante; manteniamola pura, speranzosa e piena di energia e fiducia, capace di parlare agli uomini di oggi.

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OMELIA - XI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

LECTIO DIVINA - XI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

Mt 22,1-14 - RITO AMBROSIANO - IV DOMENICA DOPO PENTECOSTE

RITO AMBROSIANO

IV DOMENICA DOPO PENTECOSTE
DOMENICA 16 Giugno 2024
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo - Mt 22,1-14
In quel tempo. Il Signore Gesù riprese a parlare loro con parabole e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».
1. Dio è generoso verso di noi, ci OFFRE la sua amicizia, i suoi doni, la sua gioia, ma spesso noi NON accogliamo le sue parole, mostriamo più interesse per altre cose, mettiamo al primo posto le nostre preoccupazioni materiali, i nostri interessi. L’invito del re incontra addirittura reazioni ostili, aggressive. MA CIÒ NON FRENA LA SUA GENEROSITÀ. FAI LO STESSO…

2. Il rifiuto dei primi invitati ha come effetto l’estensione dell’invito a tutti, anche ai più poveri, abbandonati e diseredati e la sala si riempie: la bontà del re non ha confini e a TUTTI è data la possibilità di rispondere alla sua chiamata. TUTTI SIAMO CHIAMATI. ANDIAMO...

3. Ma c’è una CONDIZIONE per restare a questo banchetto di nozze: indossare l’abito nuziale... San Gregorio Magno...spiega che quel commensale ha risposto all’invito di Dio a partecipare al suo banchetto, ha, in un certo modo, la fede che gli ha aperto la porta della sala, ma gli MANCA qualcosa di essenziale: la veste nuziale, che è la CARITA', l’AMORE... "È L'ANIMO CHE DEVI CAMBIARE, NON IL CIELO SOTTO CUI VIVI" (LUCIO ANNEO SENECA)

BUONA DOMENICA...