venerdì 31 gennaio 2025

31.01.2025 - Eb 10,32-39 - Mc 4,26-34 - L'uomo getta il seme e dorme; il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa.

Dalla lettera agli Ebrei - Eb 10,32-39

Fratelli, richiamate alla memoria quei primi giorni: dopo aver ricevuto la luce di Cristo, avete dovuto sopportare una lotta grande e penosa, ora esposti pubblicamente a insulti e persecuzioni, ora facendovi solidali con coloro che venivano trattati in questo modo. Infatti avete preso parte alle sofferenze dei carcerati e avete accettato con gioia di essere derubati delle vostre sostanze, sapendo di possedere beni migliori e duraturi.
Non abbandonate dunque la vostra franchezza, alla quale è riservata una grande ricompensa. Avete solo bisogno di perseveranza, perché, fatta la volontà di Dio, otteniate ciò che vi è stato promesso.
Ancora un poco, infatti, un poco appena,
e colui che deve venire, verrà e non tarderà.
Il mio giusto per fede vivrà;
ma se cede, non porrò in lui il mio amore.
Noi però non siamo di quelli che cedono, per la propria rovina, ma uomini di fede per la salvezza della nostra anima.

1. RICHIAMATE ALLA MEMORIA QUEI PRIMI GIORNI, QUELLA LOTTA CHE AVETE SOSTENUTO. Allora avete avuto il CORAGGIO DI RINUNCIARE A TUTTO perché eravate convinti di possedere beni migliori; adesso NON ABBANDONATE QUELLA FIDUCIA…

2. "NON ABBANDONATE DUNQUE LA VOSTRA FRANCHEZZA, alla quale è riservata una grande ricompensa." La franchezza à la capacità di DIRE LA VERITÀ, SENZA PAURA. Lo Spirito che è in voi, vi rende sensibili alla verità e coraggiosi. E così potete affrontare situazioni impossibili…

3. Fate il punto della situazione, riconoscete dove siete, significa non indietreggiate. Non vogliate essere di quelli che INDIETREGGIANO A LORO PERDIZIONE, andiamo allora indietro con la memoria per RITROVARE LA FORZA NEL SIGNORE PER ANDARE AVANTI.

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+ Dal Vangelo secondo Marco - Mc 4,26-34
In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».
Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».
Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.
Gesù paragona il Regno di Dio a un seme che cresce in modo misterioso e spontaneo, indipendentemente dal controllo umano. “É il miracolo dell’amore di Dio che fa germogliare e fa crescere ogni seme di bene sparso sulla terra. E l’esperienza di questo miracolo d’amore ci fa essere ottimisti, nonostante le difficoltà, le sofferenze e il male che incontriamo. Il seme germoglia e cresce perché lo fa crescere l’amore di Dio. La Vergine Maria, che ha accolto come terra buona il seme della divina parola, rafforzi in noi questa fede e questa speranza”.

 

31.01 SAN GIOVANNI BOSCO

Memoria di san Giovanni Bosco, sacerdote: dopo una dura fanciullezza, ordinato sacerdote, dedicò tutte le sue forze all’educazione degli adolescenti, fondando la Società Salesiana e, con la collaborazione di santa Maria Domenica Mazzarello, l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, per la formazione della gioventù al lavoro e alla vita cristiana. In questo giorno a Torino, dopo aver compiuto molte opere, passò piamente al banchetto eterno.

giovedì 30 gennaio 2025

30.01.2025 - Eb 10,19-25 - Mc 4,21-25 - La lampada viene per essere messa sul candelabro. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi.

Dalla lettera agli Ebrei - Eb 10,19-25

Fratelli, poiché abbiamo piena libertà di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesù, via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne, e poiché abbiamo un sacerdote grande nella casa di Dio, accostiamoci con cuore sincero, nella pienezza della fede, con i cuori purificati da ogni cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura.
Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è degno di fede colui che ha promesso.
Prestiamo attenzione gli uni agli altri, per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone. Non disertiamo le nostre riunioni, come alcuni hanno l’abitudine di fare, ma esortiamoci a vicenda, tanto più che vedete avvicinarsi il giorno del Signore.

1. Siamo pienamente sicuri, NON DELLE NOSTRE FORZE, MA DEL SANGUE DI CRISTO; abbiamo piena fiducia di entrare nel santuario, PER MEZZO DEL SANGUE DI GESÙ, cioè attraverso l’offerta stessa della sua vita. È LA VIA NUOVA, È UNA STRADA VIVENTE…

2. MANTENIAMO LA PROFESSIONE DELLA NOSTRA SPERANZA. Che cosa significa? Mantenere quella tensione alla santificazione. Il Signore ci vuole bene e ci vuole santi; la professione della speranza è questa, DOVE SPERANZA È UNA ATTESA CERTA, UN DESIDERIO ARDENTE DI PIENA ADESIONE AL SIGNORE…

3. PRESTIAMO ATTENZIONE gli uni agli altri, per STIMOLARCI A VICENDA nella carità e nelle opere buone. Qui l’autore nella sua predica deve intervenire per correggere. Stimolare l’altro comporta mettere in crisi anche la propria vita, mettersi in gioco…

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+ Dal Vangelo secondo Marco - Mc 4,21-25
In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per essere messa sul candelabro? Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!».
Diceva loro: «Fate attenzione a quello che ascoltate. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più. Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha».

Gesù esorta a non nascondere la luce della fede, ma a renderla visibile come una lampada posta in alto. Ogni cosa nascosta sarà rivelata, invitandoci a vivere con autenticità e trasparenza. Ci ricorda che “le bilance del Signore sono diverse dalle nostre”: Dio valuta non la quantità, ma la qualità, scrutando le intenzioni del cuore. Siamo chiamati, quindi, a vivere con generosità, certi che chi condivide e dona riceverà a sua volta una ricchezza ancora più grande.

 

30.01 SANTA GIACINTA MARESCOTTI

A Viterbo, santa Giacinta Marescotti, vergine del Terz’Ordine regolare di San Francesco, che, dopo quindici anni passati tra vani piaceri, abbracciò una vita durissima e istituì confraternite per l’assistenza degli anziani e per l’adorazione della santa Eucaristia.
NELLO STESSO GIORNO:
SANT' ARMENTARIO di Pavia Vescovo
m. 731
Si hanno pochissime notizie sulla sua vita. Succedette al vescovo di Pavia Gregorio e resse quella Chiesa tra il 710 ed il 722 circa. Lottò per difendere dalle pretese della Metropolia di Milano la diretta dipendenza di Pavia dalla Sede Apostolica. È ricordato per aver accolto le spoglie di S. Agostino giunte dalla Sardegna per volontà del re Liutprando, e per aver consacrato al grande santo un altare della basilica di S. Pietro in Ciel d’Oro. Morì nel 731.

 

RIMETTI A NOI I NOSTRI DEBITI, CONCEDICI LA TUA PACE: parte 4 - La meta della pace.

RIMETTI A NOI I NOSTRI DEBITI, CONCEDICI LA TUA PACE

Riascoltiamo il messaggio del Papa per la Giornata Mondiale della Pace 2025 e lasciamoci interrogare.


Parte 4 - La meta della pace.


Coloro che intraprenderanno, attraverso i gesti suggeriti, il cammino della speranza potranno vedere sempre più vicina la tanto agognata meta della pace. Il Salmista ci conferma in questa promessa: quando «amore e verità s’incontreranno, giustizia e pace si baceranno». Quando mi spoglio dell’arma del credito e ridono la via della speranza a una sorella o a un fratello, contribuisco al ristabilimento della giustizia di Dio su questa terra e mi incammino con quella persona verso la meta della pace. Come diceva S. Giovanni ventitreesimo, la vera pace potrà nascere solo da un cuore disarmato dall’ansia e dalla paura della guerra.


Che il 2025 sia un anno in cui cresca la pace! Quella pace vera e duratura, che non si ferma ai cavilli dei contratti o ai tavoli dei compromessi umani. Cerchiamo la pace vera, che viene donata da Dio a un cuore disarmato: un cuore che non si impunta a calcolare ciò che è mio e ciò che è tuo; un cuore che scioglie l’egoismo nella prontezza ad andare incontro agli altri; un cuore che non esita a riconoscersi debitore nei confronti di Dio e per questo è pronto a rimettere i debiti che opprimono il prossimo; un cuore che supera lo sconforto per il futuro con la speranza che ogni persona è una risorsa per questo mondo.


Il disarmo del cuore è un gesto che coinvolge tutti, dai primi agli ultimi, dai piccoli ai grandi, dai ricchi ai poveri. A volte, basta qualcosa di semplice come «un sorriso, un gesto di amicizia, uno sguardo fraterno, un ascolto sincero, un servizio gratuito». Con questi piccoli- grandi gesti, ci avviciniamo alla meta della pace e vi arriveremo più in fretta, quanto più, lungo il cammino accanto ai fratelli e sorelle ritrovati, ci scopriremo già cambiati rispetto a come eravamo partiti. Infatti, la pace non giunge solo con la fine della guerra, ma con l’inizio di un nuovo mondo, un mondo in cui ci scopriamo diversi, più uniti e più fratelli rispetto a quanto avremmo immaginato.


Concedici, la tua pace, Signore! È questa la preghiera che elevo a Dio, mentre rivolgo gli auguri per il nuovo anno ai Capi di Stato e di Governo, ai Responsabili delle Organizzazioni internazionali, ai Leader delle diverse religioni, ad ogni persona di buona volontà.


Rimetti a noi i nostri debiti, Signore,

come noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e in questo circolo di perdono concedici la tua pace,

quella pace che solo Tu puoi donare

a chi si lascia disarmare il cuore,

a chi con speranza vuole rimettere i debiti ai propri fratelli,

a chi senza timore confessa di essere tuo debitore,

a chi non resta sordo al grido dei più poveri.


DOMANDIAMOCI:


In che modo il "disarmo del cuore" può favorire relazioni più autentiche e il raggiungimento della pace vera? Tu lo vivi?

Come possiamo tradurre nella vita quotidiana gesti semplici, come un sorriso o un ascolto sincero, per avvicinarci alla pace? A chi doni il tuo sorriso?

Quali azioni concrete possiamo intraprendere per contribuire a un mondo più unito e solidale?

 

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mercoledì 29 gennaio 2025

29.01.2025 - Eb 10,11-18 - Mc 4,1-20 - Il seminatore uscì a seminare.

Dalla lettera agli Ebrei - Eb 10,11-18

Fratelli, ogni sacerdote si presenta giorno per giorno a celebrare il culto e a offrire molte volte gli stessi sacrifici, che non possono mai eliminare i peccati. Cristo, invece, avendo offerto un solo sacrificio per i peccati, si è assiso per sempre alla destra di Dio, aspettando ormai che i suoi nemici vengano posti a sgabello dei suoi piedi. Infatti, con un’unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati.
A noi lo testimonia anche lo Spirito Santo. Infatti, dopo aver detto:
«Questa è l’alleanza che io stipulerò con loro
dopo quei giorni, dice il Signore:
io porrò le mie leggi nei loro cuori
e le imprimerò nella loro mente»,
dice: «e non mi ricorderò più dei loro peccati e delle loro iniquità».
Ora, dove c’è il perdono di queste cose, non c’è più offerta per il peccato.

1. I “sacrifici antichi non possono mai eliminare i peccati”. SOLO IL SACRIFICIO DI CRISTO È SERVITO UNA SOLA VOLTA PER LA REDENZIONE DEI PECCATI DELL'UMANITÀ. Gesù ha preceduto ogni nostro peccato con l’evento salvifico del suo sacrificio d’amore. DIO NON VUOLE LA MORTE DEL PECCATORE MA CHE SI CONVERTA E VIVA…

2. “Un’unica offerta”: è l’offerta di sé stesso che HA PORTATO ALLA PERFEZIONE quelli che vengono santificati. Siamo NOI resi perfetti perché ci ha orientati a sé, ci ha uniti a sé…. Dio ha già fatto tutto quel che gli competeva, NOI NO. SIAMO RESI PERFETTI, MA IN VIA DI SANTIFICAZIONE…

3. Ora, dove c’è il perdono di queste cose - e cioè dei nostri peccati e delle nostre iniquità -, non c’è più bisogno di offerta per il peccato. SE IL PERDONO È VENUTO PER IL SANGUE DI CRISTO, TU NON HAI NIENTE DA OFFRIRE – nessun sacrificio - per comperare quel perdono: c’è già. IL PERDONO TI È GIÀ STATO REGALATO…

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+ Dal Vangelo secondo Marco - Mc 4,1-20
In quel tempo, Gesù cominciò di nuovo a insegnare lungo il mare. Si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli, salito su una barca, si mise a sedere stando in mare, mentre tutta la folla era a terra lungo la riva.
Insegnava loro molte cose con parabole e diceva loro nel suo insegnamento: «Ascoltate. Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; e subito germogliò perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde tra i rovi, e i rovi crebbero, la soffocarono e non diede frutto. Altre parti caddero sul terreno buono e diedero frutto: spuntarono, crebbero e resero il trenta, il sessanta, il cento per uno». E diceva: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!».
Quando poi furono da soli, quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. Ed egli diceva loro: «A voi è stato dato il mistero del regno di Dio; per quelli che sono fuori invece tutto avviene in parabole, affinché guardino, sì, ma non vedano, ascoltino, sì, ma non comprendano, perché non si convertano e venga loro perdonato».
E disse loro: «Non capite questa parabola, e come potrete comprendere tutte le parabole? Il seminatore semina la Parola. Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la Parola, ma, quando l’ascoltano, subito viene Satana e porta via la Parola seminata in loro. Quelli seminati sul terreno sassoso sono coloro che, quando ascoltano la Parola, subito l’accolgono con gioia, ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della Parola, subito vengono meno. Altri sono quelli seminati tra i rovi: questi sono coloro che hanno ascoltato la Parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e la seduzione della ricchezza e tutte le altre passioni, soffocano la Parola e questa rimane senza frutto. Altri ancora sono quelli seminati sul terreno buono: sono coloro che ascoltano la Parola, l’accolgono e portano frutto: il trenta, il sessanta, il cento per uno».
Gesù annuncia ‘il mistero del regno di Dio’ in parabole, cioè in racconti per immagini. La semente della parola viene gettata nel terreno della persona che ascolta; germoglia e cresce in base alla qualità del terreno.
Gesù ci invita oggi a guardarci dentro: a ringraziare per il nostro terreno buono e a lavorare sui terreni non ancora buoni. Chiediamoci se il nostro cuore è aperto ad accogliere con fede il seme della Parola di Dio. Chiediamoci se i nostri sassi della pigrizia sono ancora numerosi e grandi; individuiamo e chiamiamo per nome i rovi dei vizi.
Troviamo il coraggio di fare una bella bonifica del terreno, una bella bonifica del nostro cuore, portando al Signore nella Confessione e nella preghiera i nostri sassi e i nostri rovi. Così facendo, Gesù, buon seminatore, sarà felice di compiere un lavoro aggiuntivo: purificare il nostro cuore, togliendo i sassi e le spine che soffocano la Parola”. Impegniamoci a tenere libero il terreno per renderlo fertile. Come? Attraverso l’amicizia con Gesù e con quanti gli sono amici.

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La prima parabola è quella del seminatore, la meta-parabola: se non capiamo questa non capiremo le altre. Ogni parabola è anche una domanda, quindi: noi che tipo di terreno siamo? Fertile o arido?

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29.01 SAN COSTANZO DI PERUGIA

Primo vescovo di Perugia, scampò una prima volta al martirio durante le persecuzioni di Marco Aurelio. Imprigionato, convertì i suoi carcerieri e tornò in libertà, ma fu di nuovo arrestato e decapitato nel 170. Nel luogo della sua sepoltura è sorta la prima cattedrale della città.  
NELLO STESSO GIORNO:
BEATA ARCANGELA GIRLANI Vergine
Trino di Monferrato, 1460 - Mantova, 25 gennaio 1494
Eleonora Girlani, nativa di Trino di Monferrato, si chiamò Arcangela quando, con le sorelle Maria e Francesca, prese nel 1477 l'abito carmelitano nel monastero di Parma, di cui fu poi priora. Più tardi esercitò il medesimo ufficio nel nuovo monastero di Mantova dal 1492 e ivi morì nel 1495. In un manoscritto leggiamo che la beata si adoperava sommamente perchè essendo denominato il monastero "S. Maria del Paradiso", essa e le consorelle pur vivendo in terra, fossero come assorte in cielo. Si distinse per la sua speciale devozione alla SS.ma Trinità. Il suo culto liturgico fu approvato da Pio IX nel 1864.

 

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martedì 28 gennaio 2025

28.01.2025 - Eb 10,1-10 - Mc 3,31-35 - Chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre.

Dalla lettera agli Ebrei - Eb 10,1-10

Fratelli, la Legge, poiché possiede soltanto un’ombra dei beni futuri e non la realtà stessa delle cose, non ha mai il potere di condurre alla perfezione per mezzo di sacrifici – sempre uguali, che si continuano a offrire di anno in anno – coloro che si accostano a Dio. Altrimenti, non si sarebbe forse cessato di offrirli, dal momento che gli offerenti, purificati una volta per tutte, non avrebbero più alcuna coscienza dei peccati? Invece in quei sacrifici si rinnova di anno in anno il ricordo dei peccati. È impossibile infatti che il sangue di tori e di capri elimini i peccati. Per questo, entrando nel mondo, Cristo dice:
«Tu non hai voluto né sacrificio né offerta,
un corpo invece mi hai preparato.
Non hai gradito
né olocausti né sacrifici per il peccato.
Allora ho detto: “Ecco, io vengo
– poiché di me sta scritto nel rotolo del libro –
per fare, o Dio, la tua volontà”».
Dopo aver detto: «Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato», cose che vengono offerte secondo la Legge, soggiunge: «Ecco, io vengo a fare la tua volontà». Così egli abolisce il primo sacrificio per costituire quello nuovo. Mediante quella volontà siamo stati santificati per mezzo dell’offerta del corpo di Gesù Cristo, una volta per sempre.
1. La Legge attesta di per sé che È IMPOSSIBILE che il sangue delle vittime tolga i peccati. È solo tramite l’offerta che Cristo fa di sé stesso che l’uomo viene liberato dal peccato, per sempre! IL SÌ DI CRISTO AL PADRE CONSISTE NELL’ADESIONE PIENA ALLA SUA VOLONTÀ D’AMORE e libera l’uomo dal peccato.

2. Entrando nel mondo, Cristo dice: “Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte”. Dio vuole altro! che cosa vuole? Un corpo mi hai preparato. UN CORPO non da sacrificare a Dio, ma da assumere COME LUOGO IN CUI COMPIERE LA SUA VOLONTÀ.

3. «Ecco, io vengo a fare la tua volontà». Fare la volontà di Dio in un corpo significa: CERCARE DI VIVERE secondo il suo desiderio, CERCARE LA VOLONTÀ di Dio nel nostro impegno, nella storia, nelle relazioni con gli altri, nel rapporto con i beni della terra. QUESTO È CIÒ CHE DIO VUOLE DA NOI non che sacrifichiamo il nostro corpo per lui…

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+ Dal Vangelo secondo Marco - Mc 3,31-35
In quel tempo, giunsero la madre di Gesù e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo.
Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano».
Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre».

 

Anche nella famiglia di Gesù, anche nella madre sua, cresce il sospetto: Ma Gesù è diventato matto, ha perso la testa?
Lo cercano, non per ascoltarlo come sta facendo la folla attorno a lui, ma per parlargli e, se mai, per convincerlo a cambiare strada e ritornare così ad essere soggetto, sottomesso, integrato nel clan che lo ha generato ed educato. La famiglia di Gesù, anche la madre, sono dunque dentro alla più grande prova: quella di accogliere la volontà di Dio come è impersonata e vissuta dal figlio Gesù. E' la nostra prova!
Chi è “la madre di Gesù” e chi sono “i miei fratelli”? E’ “la folla che gli sta attorno”, cioè che lo ascolta come maestro. Questa è la volontà di Dio o perlomeno il principio e il suo fondamento: ascoltare e seguire Gesù, e non altro o altri! Con la sua forza, con la sua guida noi possiamo fare la volontà di Dio e così far parte vera della sua vera famiglia.

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Essere figlio, figlia, fratello, sorella.. è bello ed è più grande del dato biologico. Non è il nostro sangue che ci fa fratelli, ma il sangue di Cristo. Siamo pronti ad abbandonare le vecchie logiche?

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28.01 SAN TOMMASO D’AQUINO

Domenicano (1244), formatosi nel monastero di Montecassino e nelle grandi scuole del tempo, e divenuto maestro negli studi di Parigi, Orvieto, Roma, Viterbo e Napoli, impresse al suo insegnamento un orientamento originale e sapientemente innovatore. Affidò a molti scritti impegnati e specialmente alla celebre ‘Summa’ la sistemazione geniale della dottrina filosofica e teologica raccolta dalla tradizione. Ha esercitato un influsso determinante sull'indirizzo del pensiero filosofico e della ricerca teologica nelle scuole dei secoli seguenti.


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«VENITE A MEDJUGORJE, LUOGO DI GRAZIA...» - Pellegrinaggio dal 24 al 28 Aprile... ISCRIVITI

 


Intervista con l’arcivescovo Aldo Cavalli, visitatore apostolico nel paese della Bosnia ed Erzegovina

«Venite a Medjugorje, luogo di grazia scelto dal Signore per farsi incontrare»


15 gennaio 2025 - di Andrea Tornielli

«Medjugorje è un posto normale, senza alcuna cosa speciale ed è divenuto per grazia un luogo spirituale dove le persone vengono da ogni parte del mondo. Vengono, e lì cominciano a pregare». Lo afferma in un’intervista con i media vaticani l’arcivescovo Aldo Cavalli, 78 anni, lecchese, una vita trascorsa al servizio della Santa Sede nelle nunziature, che nel novembre 2021 è stato inviato da Papa Francesco come visitatore apostolico nel piccolo paese della Bosnia ed Erzegovina divenuto negli ultimi quarant’anni uno dei centri mariani più visitati del mondo. Il 2024 è stato un anno importante per Medjugorje: lo scorso maggio il Dicastero per la dottrina della fede ha pubblicato le nuove norme sui presunti fenomeni soprannaturali che facilitano il via libera alla devozione senza impegnare la Santa Sede nella dichiarazione di soprannaturalità. E a settembre è stata divulgata la nota intitolata La Regina della Pace, dedicata all’esperienza spirituale di Medjugorje, che assegna al fenomeno mariano il “nulla osta”, cioè il riconoscimento più alto tra quelli previsti dalle nuove norme. Da allora i “presunti messaggi” che i veggenti ricevono vengono pubblicati “con approvazione ecclesiastica”.

  

Già da qualche anno lei vive nella parrocchia di Medjugorje e incontra i pellegrini. Qual è stata la sua esperienza?

A Medjugorje non ero mai stato. Però sono italiano, e come tanti del mio Paese avevamo avuto contatti con chi ci era andato. Sempre notavo, quando tornavano da Medjugorje, che queste persone erano più impegnate a livello spirituale e umano: in chiesa, nelle catechesi, nel fare il bene. Erano molto più impegnate di prima. Ora sono lì da tre anni: è un luogo normale, senza nessuna cosa speciale ed è divenuto per grazia un luogo spirituale dove le persone vengono da ogni parte del mondo. Vengono e lì cominciano a pregare. Entrano in comunione con il Signore Gesù e la Vergine Maria li accompagna. È un pregare semplice: vogliono cambiare vita, vivere meglio di prima, vogliono risolvere o affrontare bene i problemi che hanno. Un cambiamento che si chiama conversione, che si attua in particolare nel sacramento della penitenza. Questo accade normalmente a Medjugorje.

Che cosa la colpisce guardando ai tanti pellegrini?

Arrivano giovani e adulti. Vengono senza alcuna sponsorizzazione. Arrivano tutti con uno scopo: incontrare il Signore e la Vergine Maria. Non trovano niente da vedere o da visitare: come turismo religioso siamo a zero. Ma qui giovani e adulti cominciano a pregare. Ero appena arrivato, a febbraio di tre anni fa, e mi trovavo tra le panchine all’aperto dietro la chiesa. Viene una famiglia latinoamericana, con un ragazzo quindicenne che era un ribelle, un vero ribelle! Dopo appena cinque minuti è venuto a confessarsi... e i genitori lo guardavano sorpresi. È un luogo di grazia che il Signore ha scelto per farsi incontrare. Il nulla osta del Papa vuol dire: andate, andate, andate! Andate lì perché è un luogo di grazia, dove si incontra il Signore e il Signore ti incontra.

Grazie alle nuove norme volute da Papa Francesco, ora il procedimento per esaminare e pronunciarsi su questi casi punta più sui frutti spirituali.

Il Dicastero per la Dottrina della fede ha esaminato due punti che sono documentabili. Il primo riguarda i frutti. A Medjugorje vengono da ogni parte del mondo, in migliaia e migliaia. Quest’anno sono venuti due milioni di persone adulti e giovani. Quasi 50.000 preti sono venuti per pregare, per convertirsi. Poi altri frutti molto importanti sono le tante vocazioni. Tante persone che pregano. Il secondo elemento che è stato esaminato sono i messaggi. Ogni messaggio è stato confrontato con la nostra fede e si è constatato che i messaggi vi corrispondono. Frutti molto positivi, e i messaggi positivi per la fede: questo ha permesso di dire che Medjugorje è un luogo di grazia.

Lei è personalmente coinvolto nella pubblicazione dei messaggi che vengono divulgati una volta al mese. Che cosa accade concretamente?

È molto semplice: quando c’è un messaggio, chi l’ha ricevuto lo scrive e me lo invia nella lingua in cui scrive, cioè il croato. Me lo traducono subito in italiano. Questo processo è molto interessante: ci sono almeno due mediazioni umane molto importanti: per quello che parliamo sempre di “presunti messaggi” anche se siamo in favore al punto che alla fine del messaggio scriviamo: “con approvazione ecclesiastica”. Ma attenzione, i messaggi sono definiti “presunti” perché passano attraverso due mediazioni umane: non scrive la Madonna, scrive la persona che riceve. La seconda mediazione è la traduzione dal croato all’italiano: sono due lingue totalmente differenti. Noi diciamo che il messaggio va bene, che corrisponde alla fede e invitiamo a leggerlo e meditarlo perché è positivo. Non aggiunge nulla alla Rivelazione, però arricchisce. Aiuta a vivere meglio la fede oggi.

Sappiamo che nessuna rivelazione privata, dunque nessuna delle apparizioni mariane, aggiunge niente alla Rivelazione. Quale atteggiamento dobbiamo avere e quali rischi evitare? Perché talvolta c'è il rischio di lasciarsi prendere da un eccesso di curiosità verso i “segreti”, una curiosità un po’ apocalittica.

Il Dicastero per la Dottrina della fede lo scorso maggio ha pubblicato delle norme che sono fondamentali per capire la decisione su Medjugorje. Ha ricordato che prima cosa la Rivelazione, la Parola di Dio, è solo la Bibbia è che questa Rivelazione si è conclusa con l’Apocalisse. Ciò non toglie che lo Spirito Santo si possa servire di messaggi e di rivelazioni private affidate a persone e che servono per attuare meglio l’unica vera Rivelazione. Tutto questo non aggiunge niente alla Rivelazione, ma può essere utile. Ecco l’importanza dei messaggi. Possono essere utili per attuare oggi la Rivelazione che il Signore ha fatto una volta per sempre.

Lei ha conosciuto i veggenti di Medjugorje? Li ha incontrati?

Sì. E posso dire che sono persone semplici, hanno la loro famiglia, hanno i problemi che ha ogni famiglia.

Scusi se la interrompo: qualcuno aveva fatto un’obiezione per il fatto che nessuno di loro era diventato prete o suora...

Ma ognuno ha la sua vocazione! Sono persone semplici, persone buone. Non ho niente da dire. Ci vediamo spesso, prendiamo il caffè insieme. Sono persone che crescono nella fede, ognuno alla propria maniera, e diventano sapienti, sempre più sapienti. Sto in contatto con loro: non sono diventati preti o suore e ognuno ha la sua missione, la sua vita di famiglia.

Che cosa ha imparato in questi tre anni trascorsi nella parrocchia di Medjugorje?

Che lì c’è la grazia. Ho imparato che il Signore, con la sua grazia, ci segue sempre. Ho imparato che il Signore nella nostra vita ha un piano e ci accompagna. Ci vuole bene.

A Medjugorje la Madonna si è definita “Regina della Pace”. Un messaggio quanto mai attuale in questo nostro tempo.

Uno dei primi presunti messaggi, del 1981, è molto profondo a questo proposito. Dice: pace, pace, pace che regni la pace. Attenzione: non tra di noi, ma innanzitutto tra Dio e noi, e poi anche tra di noi. Questo è fondamentale. Quando gli ebrei sono usciti dall’Egitto, Dio ha detto tramite il profeta Mosè: se volete vivere liberi, ci sono alcune regole da seguire, sono i Comandamenti. Dio per la pace è fondamentale. Nei comandamenti ci vengono dette poche cose per vivere: rispettare la vita e non uccidere, la famiglia è fondamentale punto di riferimento, rispettiamoci a vicenda. Se viviamo così viviamo in pace. Se invece non viviamo così ci sono le guerre.

Un’altra caratteristica che rende particolarmente attuale il messaggio di Medjugorje è il fatto che la presunta apparizione sia avvenuta in una terra dove convivono religioni diverse e che è stata segnata in tempi recenti da violenze terribili. Ci sono messaggi che toccano questo tema. Che cosa può dire in proposito?

La parola che usiamo è dialogo. Dia logos, dialogo tra di noi, ma logos vuol dire: io ti presento la mia identità, ti presento il mio modo di vivere, di pensare, di credere, di attuare. Tu mi presenti la tua identità. Dialogando ci conosciamo, ognuno mantenendo la sua identità. Se perdiamo l’identità, non dialoghiamo più. E allora viene la tragedia. Lì ci sono diverse religioni, diversi modi di vivere. Dobbiamo dialogare. E lì noi a Medjugorje abbiamo una identità chiara: il Signore Gesù Cristo è per noi l’unico Signore.

 Le nuove norme pubblicate lo scorso maggio dal Dicastero per la Dottrina della fede sono espressione dell’animo pastorale di Papa Francesco e corrispondono all’atteggiamento di grande attenzione verso la fede dei semplici e la devozione popolare. Quanto è importante questo aspetto?

Dobbiamo mettere dei punti di riferimento di fede molto forti. La fede popolare si arricchisce mettendo come punto di riferimento la Madre di Dio e punto di riferimento assoluto, il Signore Gesù Cristo. La Madre di Dio che ti accompagna a questo incontro. Quando la gente semplice viene con tutti i suoi problemi, si incontra con la Madre di Dio che ha sofferto come loro. L’immagine della Vergine Addolorata c’è in quasi tutte le parrocchie: lei che ha sofferto come te, e ti accompagna al Signore Gesù che ti dà la forza per vivere bene. Cambiare vita non è lasciare la famiglia, lasciare il lavoro... quando ritorni nella vita di prima, sei cambiato dentro. Sai che con il Signore posso affrontare i problemi. Ecco la fede dei semplici. Ecco il Rosario, l’Eucaristia e l’adorazione eucaristica. La scorsa estate avevo davanti a me 30/40.000 giovani che stavano in adorazione in un silenzio assoluto. Lì, in quel pane trasformato, c’è la presenza reale, sostanziale del Signore Gesù Cristo. Lui mi guarda, io lo guardo, Lui mi parla, io gli parlo. Quante persone mi han detto: io lì ho sentito il Signore che mi ha parlato.

Da quanto ci ha raccontato e da quanto abbiamo letto nella Nota del Dicastero sul fenomeno di Medjugorje, si può concludere rivolgendo l’invito a tutti di compiere questo pellegrinaggio?

Il documento vuol dire in modo ben chiaro: andate a Medjugorje perché è un luogo di grazia.

 

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lunedì 27 gennaio 2025

27.01.2025 - Eb 9,15.24-28 - Mc 3,22-30 - Satana è finito.

Dalla lettera agli Ebrei - Eb 9,15.24-28

Fratelli, Cristo è mediatore di un’alleanza nuova, perché, essendo intervenuta la sua morte in riscatto delle trasgressioni commesse sotto la prima alleanza, coloro che sono stati chiamati ricevano l’eredità eterna che era stata promessa.
Cristo infatti non è entrato in un santuario fatto da mani d’uomo, figura di quello vero, ma nel cielo stesso, per comparire ora al cospetto di Dio in nostro favore.
E non deve offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote che entra nel santuario ogni anno con sangue altrui: in questo caso egli, fin dalla fondazione del mondo, avrebbe dovuto soffrire molte volte. Invece ora, una volta sola, nella pienezza dei tempi, egli è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso.
E come per gli uomini è stabilito che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio, così Cristo, dopo essersi offerto una sola volta per togliere il peccato di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione con il peccato, a coloro che l’aspettano per la loro salvezza.
1. GESÙ È VERO MEDIATORE. ANZI È L’UNICO MEDIATORE TRA DIO E L’UMANITÀ INTERA. La prima alleanza aveva bisogno di essere portata a compimento da un’altra più perfetta. La nuova alleanza non riscatta semplicemente dal peccato, ma ancor più ed ancor oltre PORTA LA PROMESSA DI UNA EREDITÀ ETERNA.

2. Cristo è entrato in quel cielo che gli appartiene in quanto Dio, PER NOI, PER OTTENERCI in virtù del suo sangue QUELLA SALVEZZA che non può essere data da alcun sacrificio fatto dall’uomo.

3. Colui che vive fuori del tempo, è entrato nel nostro tempo UNA SOLA VOLTA e con UN SOLO SACRIFICIO e un solo patimento CI HA LIBERATO PER SEMPRE DAL POTERE DEL MALIGNO. Ciò che è operato IN UN TEMPO PER OGNI TEMPO opera l’annientamento e la DISTRUZIONE TOTALE di ogni potenza o essere avverso alla vita che è dono di Dio.

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+ Dal Vangelo secondo Marco - Mc 3,22-30
In quel tempo, gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni».
Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito.
Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa.
In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna».
Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro».

 

Il male, il demonio passa attraverso la libertà umana, attraverso l’uso della nostra libertà. Cerca un alleato, l’uomo. Il male ha bisogno di lui per diffondersi. Ma è possibile non lasciarsi vincere dal male e vincere il male con il bene. É a questa conversione del cuore che siamo chiamati.
Gesù viene accusato di scacciare i demoni grazie all'aiuto del capo dei demoni. Si arriva all'assurdo pur di distruggere la buona fama di Gesù. Infatti come può Satana scacciare se stesso? In realtà Gesù non è accusabile di nulla, essendo la bontà in persona. Gesù con i suoi prodigi “svuota la casa di Satana”, di quel Satana che si era appropriato delle persone che erano di Dio, e che ora … a lui ritornano per mezzo di Gesù salvatore.
Negare questo è la “bestemmia contro lo Spirito Santo”, è non riconoscere l‘opera di salvezza che Gesù porta a termine. Se non cambiate – sembra dire Gesù – vi assumete una grande responsabilità, e restate quello che siete: persone non salvate. Gesù dice: “Non (vi) sarà perdonato in eterno”.

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Tutto sarà perdonato agli uomini. Il Papa ha detto che ha sempre dato l'assoluzione a chiunque si sia confessato, tranne una volta a causa della sua ipocrisia. Sarà questa la bestemmia contro lo Spirito?

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27.01 SANT'ANGELA MERICI

Sant’Angela Merici, vergine, che dapprima prese l’abito del Terz’Ordine di San Francesco e radunò delle giovani da formare alle opere di carità; quindi, istituì sotto il nome di sant’Orsola un Ordine femminile, cui affidò il compito di cercare la perfezione di vita nel mondo e di educare le adolescenti nelle vie del Signore; infine, a Brescia rese l’anima a Dio.

 

NELLO STESSO GIORNO:
BEATO MANFREDO SETTALA Sacerdote ed eremita
Milano, XII secolo – Meride, 27 gennaio 1217
Alla fine del XII secolo era parroco di Cuasso, appartenente alla diocesi di Milano. Successivamente si ritirò sul Monte San Giorgio per condurre vita da eremita. Ebbe fama di santità e le popolazioni delle zone vicine si recavano da lui per chiedere consigli e cercare conforto. Si narra che quando morì, nell'ora della morte le campane dei paesi limitrofi si misero miracolosamente a suonare contemporaneamente.

 

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