Dalla lettera agli Ebrei - Eb 2,5-12
Fratelli, non certo a degli angeli Dio ha sottomesso il mondo futuro, del quale parliamo. Anzi, in un passo della Scrittura qualcuno ha dichiarato:«Che cos’è l’uomo perché di lui ti ricordio il figlio dell’uomo perché te ne curi?Di poco l’hai fatto inferiore agli angeli,di gloria e di onore l’hai coronatoe hai messo ogni cosa sotto i suoi piedi».Avendo sottomesso a lui tutte le cose, nulla ha lasciato che non gli fosse sottomesso. Al momento presente però non vediamo ancora che ogni cosa sia a lui sottomessa. Tuttavia quel Gesù, che fu fatto di poco inferiore agli angeli, lo vediamo coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto, perché per la grazia di Dio egli provasse la morte a vantaggio di tutti.Conveniva infatti che Dio – per il quale e mediante il quale esistono tutte le cose, lui che conduce molti figli alla gloria – rendesse perfetto per mezzo delle sofferenze il capo che guida alla salvezza. Infatti, colui che santifica e coloro che sono santificati provengono tutti da una stessa origine; per questo non si vergogna di chiamarli fratelli, dicendo:«Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli,in mezzo all’assemblea canterò le tue lodi».
1. LA REDENZIONE REALIZZATA DAL CRISTO, NON DAGLI ANGELI: La presentazione del Gesù storico può far pensare ad una sua inferiorità rispetto agli angeli, ma il credente deve pensare che EGLI ORA È CORONATO DI GLORIA E DI ONORE a causa della morte che ha sofferto…2. Gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto, perché PER LA GRAZIA DI DIO EGLI PROVASSE LA MORTE A VANTAGGIO DI TUTTI. La passione sostenuta da Cristo è grazia di Dio per la salvezza di tutti. Infatti, IN QUELLA MORTE DI CROCE NOI SIAMO SALVATI e possiamo vedere in essa L'IMMISURABILE AMORE DI DIO PER NOI.3. Nell'incarnazione del Figlio di Dio si è abbassato al di sotto degli Angeli proprio perché SI È PRESO A CUORE LA SITUAZIONE DEGLI UOMINI e NON SI VERGOGNA DI CHIAMARLI FRATELLI. Si è fatto simile all'uomo per far diventare l'uomo simile a Dio…
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+ Dal Vangelo secondo Marco - Mc 1,21b-28
In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafarnao,] insegnava. Ed erano stupìti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi.
Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.
Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».
La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.
La potenza di Gesù conferma l’autorevolezza del suo insegnamento. Egli non pronuncia solo parole, ma agisce. Così manifesta il progetto di Dio con le parole e con la potenza delle opere. Gesù affascina e conquista, attraverso parole e opere; libera l’uomo dal male: Gesù libera un indemoniato. La sua autorità si impone. Nel mondo entra una presenza nuova, che ora è possibile guardare e seguire come parola e potenza di salvezza. Non siamo più soli nel desiderio e nel tentativo di vincere il male.In più Egli ci comunica tutta la luce che illumina le strade, a volte buie, della nostra esistenza; ci comunica anche la forza necessaria per superare le difficoltà, le prove, le tentazioni. Pensiamo a quale grande grazia è per noi aver conosciuto questo Dio così potente e così buono! Un maestro e un amico, che ci indica la strada e si prende cura di noi, specialmente quando siamo nel bisogno.
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Lo spirito impuro riconosce Gesù, gli altri, i “puri”, no. Perchè è in lotta con Gesù. Non si sente “a posto” e cerca, selvaggiamente, un aiuto, anche “rovinoso”, trasformante. Noi chi siamo in questa scena?
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