venerdì 29 novembre 2024

IL SANTUARIO - Santuario della Pace - Albisola Superiore (SV)

IL SANTUARIO

 

Nuova costruzione

La Cappella, a distanza di quasi cento anni, risultò piccola per l'accoglienza dei pellegrini. Nel 1578 i Consigli comunali di Albisola e di Stella decretarono la costruzione di un vero Santuario. Venne pensato non in sostituzione della Cappella ma integrato con essa; questa divenne la Cripta del Santuario ad esso collegata da due scale interne. La costruzione venne conclusa nel 1582.


Struttura
L'edificio è stato progettato con la facciata rivolta verso il mare, sull'asse Sud-Nord. L'interno era a tre navate e, anche se non di vaste dimensioni, poteva accogliere un buon numero di fedeli.

La radicale ristrutturazione

Tra il 1879 e il 1881 subì una significativa modifica e ampliamento. A motivo del nuovo percorso della strada che porta al Sassello, il presbiterio venne eliminato e portato al lato Sud. Venne così capovolta l'impostazione del Santuario. La nuova facciata venne costruita a Nord mentre a Sud venne posto il presbiterio. Questi lavori di profonda trasformazione permisero di innalzare la cupola e di dare ulteriore ampliamento all'edificio.
Nel periodo 1891 - 1892 fu innalzato il campanile, dotato di sei campane bronzee, su progetto di Giuseppe Grosso e Benedetto Durante.

Ultimi interventi
Nel 2007 la cupola presentò seri inconvenienti statici. Si imposero lavori straordinari di risanamento che si estesero anche all'intero tetto. Ora la struttura è solida e sembra garantita per il prossimo futuro.

La facciata

 

Si sviluppa prevalentemente in altezza. La larghezza corrisponde alla sola navata centrale. É ornata da quattro lesene con relativi capitelli corinzi.
Sul frontone, in alto, un tondo dipinto con croce raggiata, composta da elementi stilizzati. Sull'apice del tetto a spiovente, una semplice croce in ferro battuto. Ha un unico portale ligneo centrale, che introduce ad un'ampia bussola che sorregge il sontuoso organo e la cantoria. Sulla parete sinistra è visibile la lapide che ricorda la consacrazione del Santuario; a destra è posta la scaletta che sale alla cantoria.

 

L'INTERNO DEL SANTUARIO
Per chi entra dalla porta principale, superata la bussola, il Santuario si presenta a tre navate, con due Cappelle laterali e il Presbiterio.

LA NAVATA CENTRALE

Si sviluppa in tre campate suddivise da due piloni per lato. Vista dal fondo, dà la reale prospettiva dell'insieme: una veduta resa luminosa dalle vetrate ai lati della volta e dalla cupola del presbiterio. L'altezza piuttosto pronunciata dona all'insieme un senso di solennità e rende l'ambiente armonioso.


 

Il soffitto

Tra ornati vari si susseguono due grandi raffigurazioni del pittore bergamasco Pietro Baggi (1948).
La prima rappresenta lo scontro del 18 ottobre 1482. In primo piano, i protagonisti in armi sul terreno di lotta, mentre, attoniti, guardano la luminosa nube apparsa. Sono scritte anche le parole provenienti dalla nube: Pace, Pace, Pace. Alcuni, rapiti dall'evento prodigioso, hanno lasciato cadere le armi, altri sono ancora in atteggiamento bellicoso.
La seconda riproduce la tradizionale immagine della Madonna della Pace venerata nella Cappella, Nel campo inferiore sono in evidenza i Santi Patroni delle due Comunità: San Nicolò (Albisola) e San Giovanni Battista (Stella). Tra i due santi, sullo sfondo, il Santuario e l'annessa struttura immersi nel contesto del paesaggio.
A contorno dell'intero soffitto, sono ricavate molteplici vele con affrescati di angeli inframmezzati da medaglioni con simbologie e titoli mariani.

Gli spazi sopra le arcate
Sugli spazi laterali sopra le arcate, troviamo angeli posti lateralmente ai medaglioni con simbologie, con didascalie che si riferiscono alla Vergine con tonalità improntata alla pace.
Sulla sinistra, un medaglione col Santuario e la scritta "Dabo Pacem in finibus vestris"; quindi la colomba della pace e la didascalia "Mundo inquieto veni Pacifera". Sulla destra, un medaglione con il turibolo e la scritta "Semper Deo suove ardens"; poi quello del Cuore di Maria, accompagnato da "Amor Matris pignus salutis"; infine il faro con l'espressione "Vitae procellis secura lux".

LE NAVATE LATERALI
Sono ripartite in tre campate con volte suddivise in quattro vele, dipinte con richiami prevalentemente mariani, opera di Pietro Baggi (1949-1951). Sull'estremità inferiore delle "volte" sono ricavate sei "lunette" affrescate a paesaggi naturali, che danno un tono di armonia a tutta la volta.

Le vele

Ogni vela è affrescata con festoni e simboli vari.
Quella posta di fronte alla cappella della Madonna è dedicata a S. Giuseppe e riporta la frase "Joseph protector Sanctae Ecclesiae" e quella antistante alla cappella del Sacro Cuore è un'invocazione al Cuore di Cristo: "Cor Jesu adveniat regnum tuum".
Le altre quattro, sui festoni di ogni spicco di vela, riportano le litanie lauretane.

Le lunette

In tono mariano sono decorate anche le "lunette", delicati dipinti posti sulla parte alta delle pareti. Due sono collocate sulla parte alta del presbiterio. Quella di sinistra rappresenta la proclamazione della maternità di Maria al Concilio di Efeso e quella di destra Papa Pio IX che proclama il dogma dell'Immacolata Concezione di Maria. Le Sei, disposte sulle pareti delle navate laterali, riportano le frasi principali della preghiera dell' Ave Maria.
Quella sul fondo, sopra l'organo, raffigura Pio XII che consacra il genere umano al cuore immacolato di Maria. Sono tutte opera di Pietro Baggi. L'interno del Santuario è così avvolto da un diffuso riferimento mariano.

LE PARETI DELLE NAVATE
Sono arricchite da una preziosa via crucis a stampo di polvere marmorea, da un reliquiario e da un pulpito in marmo.

La via crucis

Le quattordici formelle, di ampia dimensione, sono distribuite sulle due pareti. Le scene sono ricche di personaggi, modellati a rilievo su sfondi naturalistici policromati. Sono di pregevole fattura.





Il reliquiario

È incastonato nella parete laterale della prima campata a sinistra, un tempo custodia di reliquie e di oli santi. Scolpito in marmo, raffigura simbolicamente un portale che fa da contorno alla porticina. Riporta diversi decori in bassorilievo: negli elementi decorativi architettonici (colonnine, capitelli, archi, pinnacoli) vi predomina lo stile gotico. Il Poggi lo fa risalire al XIV-XV secolo.




 

Il pulpito marmoreo

Posto a sinistra del fronte presbiteriale, esagonale, risulta ornato da un medaglione raggiato in bassorilievo con al centro il triangolo, simbolo della Trinità, e una bocca ad indicare l'annuncio della Parola di Dio. Ai lati, ancora in altorilievo, inseriti in una nicchia terminante con una conchiglia, i santi Antonio di Padova col giglio e la bibbia, e Agostino col pastorale.
In alto, a destra, è sospeso un crocifisso, come una volta era rituale nei pulpiti. Bell'ornamento scultoreo sta nel sottostante piedistallo, corredato di foglie e due putti. Realizzato nel XV secolo, acquistato per il Santuario nel XIX secolo.




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giovedì 28 novembre 2024

AVVENTO: ATTESA CHE RAFFORZA, PAZIENZA CHE ILLUMINA IL FUTURO.

 AVVENTO: ATTESA CHE RAFFORZA, PAZIENZA CHE ILLUMINA IL FUTURO.

Il tempo di Avvento è un periodo di attesa, di speranza e preparazione, un momento che richiede pazienza e autocontrollo, proprio come l’esperimento dei marshmallow (si tratta di uno zuccherino, un dolcetto, molto apprezzato dai bambini dei paesi anglosassoni) condotto da Walter Mischel. Il bambino doveva resistere 15 minuti prima di mangiare il dolcetto che aveva nel piatto, allora ne poteva ricevere un altro in premio. Questo esperimento ci insegna che saper rimandare la gratificazione immediata costruisce una personalità resiliente e matura. I bambini che riuscirono a rimandare la gratificazione immediata, si sono dimostrati a circa 30 anni con punteggi universitari migliori. Allo stesso modo, il racconto del contadino del regno di Song evidenzia il pericolo dell’impazienza: il contadino impaziente, dopo aver piantato germogli di riso, li tirò verso l'alto per accelerarne la crescita, stremandosi dalla fatica. Tornò a casa soddisfatto, convinto di averli fatti crescere. Il giorno dopo, suo figlio scoprì con sgomento che tutte le piantine erano morte. La fretta aveva distrutto il raccolto. Cercare scorciatoie o voler accelerare i processi naturali porta al fallimento, come le piantine strappate prematuramente dal terreno.

Questa lezione è applicabile alla vita quotidiana: affrontare le sfide e le attese senza cedere all’impulso richiede forza. Le persone spesso cercano gratificazioni immediate, ma la capacità di rimandarle favorisce uno sviluppo interiore più solido e consente di prendere decisioni ponderate. Gli esempi di vita, dalle relazioni amorose agli incontri importanti o alle tensioni lavorative, mostrano quanto sia difficile mantenere la calma e la pazienza, ma quanto sia essenziale per evitare reazioni impulsive che portano a conseguenze negative.

Gesù, nei suoi discorsi ai discepoli, prepara la comunità non al terrore, ma a comprendere l'importanza della perseveranza e della speranza nei momenti difficili. L'angoscia e l'ansia sono inevitabili, ma è attraverso l’attesa e la pazienza che si costruisce una vera forza interiore. In questo senso, il saper aspettare e mantenere il controllo delle emozioni diventa un mezzo per affrontare le difficoltà e costruire un futuro più solido e gratificante.

Rimandare la gratificazione, come mostrato nell’esperimento di Stanford, porta a risultati migliori nel lungo termine. La capacità di spostare l’attenzione su alternative positive è un modo efficace per gestire l’impulso. Ci insegna che le difficoltà dell’attesa possono trasformarsi in momenti di crescita, rafforzando il nostro sistema “freddo”, razionale, e contrastando il sistema “caldo” che ci spinge verso azioni immediate.

In conclusione, l'Avvento è un tempo che ci invita a riflettere sull'importanza dell'attesa, della pazienza e della perseveranza. Impariamo a resistere alla tentazione della gratificazione immediata e  a saper aspettare. Questo periodo di preparazione al Natale ci insegna a non cercare scorciatoie, ma a costruire una forza che ci permetta di affrontare le sfide della vita con calma e fiducia in modo da costruire un futuro più radicato e luminoso.

 

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martedì 26 novembre 2024

"INSIEME, PER UN MONDO PIÙ UMANO."

"INSIEME, PER UN MONDO PIÙ UMANO."

Essere consacrati significa dedicare la propria vita interamente a Dio, vivendo secondo i valori del Vangelo e servendo la Chiesa e l'umanità. I consacrati, come frati, suore, monaci e altre forme di vita religiosa, scelgono di seguire i voti di povertà, castità e obbedienza. Questa decisione li distingue dal resto dei fedeli perché vivono una vita radicale, orientata esclusivamente alla ricerca della volontà divina. I consacrati desiderano essere un segno visibile della presenza di Dio nel mondo, anticipando la vita eterna attraverso il loro servizio e la loro spiritualità.

Nonostante le varie forme che la vita consacrata può assumere – dai monaci ai frati, dalle suore ai membri di istituti secolari – ci sono caratteristiche comuni che li uniscono. Tra queste, oltre ai voti, vi è un'intensa vita di preghiera e un rapporto quotidiano con Dio. Vivono uno stile di vita semplice, sobrio e fraterno, e seguono un "carisma" particolare, cioè una modalità speciale di vivere la loro vocazione, ispirata dai fondatori dei loro ordini o istituti. Alcuni consacrati indossano abiti religiosi, mentre altri scelgono vesti laiche, ma tutti puntano a una vita completamente orientata a Dio.

La vita consacrata ha radici antiche, risalenti ai primi secoli del cristianesimo, quando eremiti e monaci iniziarono a vivere in povertà e preghiera. Nel corso dei secoli, si sono sviluppate diverse modalità di vita consacrata, come gli ordini monastici, quelli mendicanti e le congregazioni più moderne, ciascuno con un carisma e una missione specifica. Dopo il Concilio Vaticano II, molte forme di vita consacrata sono state rinnovate, cercando di tornare alle origini dei loro carismi e adattandosi ai tempi moderni.

Oggi la vita consacrata continua ad essere una scelta radicale di servizio e dedizione a Dio, in cui i consacrati contribuiscono a rendere il mondo più umano, più solidale e più vicino al Vangelo.

Tra i vari Istituti di vita consacrata, il sottoscritto appartiene alla Congregazione del Sacro Cuore di Gesù detti “”Dehoniani”. Padre Leone Dehon, fondatore dei Dehoniani, ha donato alla Chiesa un carisma profondamente radicato nel culto del Sacro Cuore di Gesù. Il suo carisma si concentra sull'amore riparatore, impegnandosi a riparare i peccati del mondo attraverso la preghiera, la vita comunitaria e il servizio agli altri. L'ispirazione dehoniana è una risposta all'amore di Cristo, che spinge i suoi membri a vivere con dedizione per la trasformazione della società e l'aiuto ai più bisognosi, promuovendo giustizia e solidarietà nella società. I religiosi dehoniani vivono i voti di povertà, castità e obbedienza, dedicandosi alla preghiera, al servizio pastorale, educativo e sociale, con una particolare attenzione agli emarginati e ai poveri. La loro spiritualità è centrata sull'amore e sulla solidarietà, ispirata al Cuore di Cristo. Attraverso la vita comunitaria, cerchiamo di essere segni di speranza e di fraternità per il mondo.

In conclusione, la vita consacrata rappresenta un cammino di radicale dedizione a Dio e al servizio degli altri, incentrato sui valori del Vangelo. I consacrati, attraverso i loro voti e la loro spiritualità, testimoniano l'amore divino nel mondo, offrendo un esempio di fede e di solidarietà. Nella Congregazione del Sacro Cuore di Gesù, i Dehoniani incarnano questo ideale, impegnandosi a riparare i peccati del mondo e a lavorare per una società più giusta e inclusiva. La loro missione di amore riparatore e servizio ai bisognosi continua a ispirare e trasformare le vite di molti, facendo della vita consacrata una risposta viva e attuale alla chiamata di Dio.

 

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domenica 24 novembre 2024

Dn 7,13-14 - Ap 1,5-8 - Gv 18,33-37 - XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B) - Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo

XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B) -Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo

Domenica 24 Novembre 2024
Dal libro del profeta Daniele - Dn 7,13-14
Guardando nelle visioni notturne,
ecco venire con le nubi del cielo
uno simile a un figlio d’uomo;
giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui.
Gli furono dati potere, gloria e regno;
tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano:
il suo potere è un potere eterno,
che non finirà mai,
e il suo regno non sarà mai distrutto.

1. Daniele nella visione vede che di fronte alle quattro bestie (= i poteri mondiali) che rovinano il mondo SI CONTRAPPONE un Figlio d’uomo. È l'immagine buona, è L'IMMAGINE DELL'UOMO PER ECCELLENZA, è colui al quale “L'ANTICO DI GIORNI” (=il Padre eterno) CONSEGNA IL POTERE, LA GLORIA E IL REGNO. Tutto è posto nelle sue mani!

2. Consegnato il Potere, la Gloria e il Regno, tutti i popoli, le Nazioni e le lingue lo servivano. IL SUO POTERE È UN POTERE ETERNO CHE NON FINIRÀ MAI, IL SUO REGNO NON SARÀ MAI DISTRUTTO. Sono avvisati i poteri mondiali, le bestie!

3. L’ Antico di giorni ha affidato il governo del mondo al Figlio dell’uomo. Noi riconosciamo facilmente nel Figlio dell'uomo Gesù stesso, Re dell'universo. NELLA SUA MORTE E RISURREZIONE GESÙ È DIVENTATO IL RE DELL'UNIVERSO e siede alla destra del Padre. È LUI IL NOSTRO RE…

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Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo - Ap 1,5-8
Gesù Cristo è il testimone fedele, il primogenito dei morti e il sovrano dei re della terra.
A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen.
Ecco, viene con le nubi e ogni occhio lo vedrà,
anche quelli che lo trafissero,
e per lui tutte le tribù della terra
si batteranno il petto.
Sì, Amen!
Dice il Signore Dio: Io sono l’Alfa e l’Omèga, Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente!

1. Il saluto inaugurale descrive Gesù Cristo con tre titoli: testimone Fedele, primogenito dei morti, sovrano dei Re della terra. Gesù Cristo è il GARANTE CREDIBILE, è il PRIMO MORTO AD ESSERE RISUSCITATO, è colui che inaugura la nuova generazione dei viventi ed È ATTUALMENTE IL SOVRANO DEI RE DELLA TERRA.

2. L'assemblea risponde LODANDO COLUI CHE CI AMA E CI HA LIBERATI dai nostri peccati con il suo sangue, con il suo sacrificio, e HA FATTO DI NOI UN REGNO, cioè sacerdoti per il suo Dio e Padre. SIAMO UN POPOLO DI SACERDOTI che rendono culto a Dio.

3. Ecco VIENE sulle nubi del cielo. In ogni Messa si dice che GESÙ VIENE, che GESÙ È PRESENTE (= nella Parola, nel Pane, nella Comunità) COME IL RE DELL'UNIVERSO, COME IL SIGNORE DELLA NOSTRA VITA. A noi il COMPITO DI ACCOGLIERLO E DI RICONOSCERLO come il nostro UNICO SIGNORE: Gesù Cristo nostro Signore.

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+ Dal Vangelo secondo Giovanni - Gv 18,33-37
In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?».
Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».
Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».

1. Gesù e Pilato, uno di fronte all’altro. Due poteri, DUE ‘REGNI’, DUE MODI DI CONCEPIRE LA VITA E DI VIVERLA. Pilato pretende di dominare e decidere il destino dell’uomo. Gesù proclama un regno che si realizza in un ‘ALTRO MONDO’ e in ‘ALTRO MODO’… SCEGLI DA CHE PARTE STARE NON È LA STESSA COSA...

2. Questo regno che si manifesterà pienamente alla fine dei tempi, È PRESENTE FIN D’ORA IN GESÙ che dona se stesso per amore. DOVE C'È GESÙ C'È IL REGNO. DOVE C'È GESÙ C'È LA VERITÀ SU DIO, SULL'UOMO E SUL REGNO… VIENI GESÙ...

3. E’ QUESTO GESÙ CHE CI ATTRAE, e noi possiamo GUARDARLO E SEGUIRLO, desiderosi di verità e di pace: “Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce”. NON STANCHIAMOCI DI ASCOLTARLO...
BUONA DOMENICA....

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RE DELL’AMORE

Gesù inaugura un regno di pace, amore e fratellanza. La vera testimonianza cristiana è quella vissuta, come dice Alberto Hurtado: “Il mondo si convertirà grazie ai cristiani che portano la croce nell’intimo della vita, e non al collo”. Solo attraverso il nostro attaccamento a Cristo, Re dell’amore, noi aiuteremo la nostra società a ritrovare le sue radici cristiane e a risollevare tutti i crocifissi della storia che incontriamo sulle nostre strade.

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LECTIO DIVINA - XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B) - Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo.

OMELIA - XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B) - Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo.

 

Mc 1,1-8 - RITO AMBROSIANO - II DOMENICA DI AVVENTO – “I figli del Regno”

RITO AMBROSIANO

II DOMENICA DI AVVENTO – “I figli del Regno”
Domenica 24 novembre 2024
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco - Mc 1,1-8

Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio.
Come sta scritto nel profeta Isaia: «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: / egli preparerà la tua via. / Voce di uno che grida nel deserto: / Preparate la via del Signore, / raddrizzate i suoi sentieri», / vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

1. LA VENUTA DEL SIGNORE TRA NOI È UN DONO IMPREVEDIBILE E GRANDE. La gente VA al fiume da Giovanni Battista, richiamata dal suo grido; riconosce il proprio bisogno e il proprio male, e ACCOGLIE L’INVITO ALLA CONVERSIONE... ASCOLTIAMO I NOSTRI BISOGNI PIÙ PROFONDI…

2. Chi non attende nulla, non scruta l’orizzonte e non si muove. Il nostro bisogno e il nostro male, e insieme il male del mondo ci spingono ad ANDARE DA GESÙ, INSIEME CON LA FOLLA che lo domanda e lo desidera, uniti nella comunità della Chiesa. INSIEME CAMMINIAMO…

3. Questa pagina di Vangelo ci invita a PREPARARCI, a DISCERNERE, a DIVENTARE DISCEPOLI autentici, a togliere gli ostacoli fossero anche i nostri impegni che ci fanno perdere di vista la venuta del Signore. IL SIGNORE VIENE…

BUONA DOMENICA..

 

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venerdì 22 novembre 2024

LA CAPPELLA VOTIVA - Santuario della Pace - Albisola Superiore (SV)

LA CAPPELLA VOTIVA

Il segno della riconoscenza


In ringraziamento della pace ottenuta, il 24 ottobre dello stesso anno 1482 i Comuni decisero la costruzione della Cappella dedicata a Maria (l'odierna Cripta). Sulla parete centrale interna venne realizzato l'affresco della Vergine Madre con il Bimbo Gesù denominata Nostra Signora della Pace. A causa dell'umidità, nel 1845 esso fu trasferito nel Santuario costruito nel 1578 a ridosso della Cappella.


La facciata


É posta sul lato sinistro del Santuario. Ha un'arcata centrale ripartita in tre settori da quattro lesene. Al centro risalta un grande affresco della Madonna. La Vergine è in atteggiamento raccolto e con le mani incrociate sul petto, in veste rossa con manto celeste, circondata da nuvole e putti, uno dei quali tiene in mano un ramoscello d'ulivo. L'opera è attribuita a Gian Bernardo Gatteri, operante tra il 1685 e il 1725.

Nella parte superiore dei tre settori, sono affrescati altrettanti tondi. Al centro la colomba, segno dello Spirito Santo, ai lati due simboli con espressioni che fanno riferimento alla Madonna.

Due porte laterali, contornate da finti elementi architettonici e timpano aperto con al centro vasi di frutta e foglie e due medaglioni, inoltrano nella sottostante Cappella. Una finestra lucernario centrale in basso dà una tenue luce all'interno.

Artistica statua di marmo


Nella nicchia frontale della Cappella, ornata in alto da un decoro a conchiglia in rilievo, è custodita e venerata l'artistica statua, in marmo di Carrara, della Madonna con in braccio il Bambino Gesù, che in precedenza si trovava sull'altare maggiore del Santuario. È attribuita al genovese Filippo Parodi, discepolo del Bernini (1630 - 1702). La Vergine tiene in mano il ramoscello d'ulivo, per ricordare il valore della pace. Dolcissima l'espressione del viso della Vergine e del Bambino, a lei rivolto con lo sguardo, mentre poggia fiducioso il braccio sul collo materno. Il capo è ricoperto da un velo, il corpo da un sontuoso panneggio che si stende fino ai piedi.

La gloria di Maria


Il soffitto, a una sola navata, è dipinto per tutto il campo da un pregevole affresco raffigurante la Vergine Assunta in cielo e la Gloria della SS. Trinità. La Vergine è assisa sulle nuvole tra uno stuolo di angeli che l'attorniano, mentre nel campo superiore la Santissima Trinità è in atto di accoglierla. L'affresco è opera del pittore genovese Giovanni Battista Bicchio (1632).


Dovizia di decorazioni

Anche le pareti risultano decorate con brevi lesene e capitelli affrescati, eseguiti da Nicolò Spirito di Albisola Superiore. Negli interspazi si susseguono colombe col ramoscello d'ulivo e la parola "pace" emergente dai sottostanti cartigli. Nei riquadri adiacenti agli spigoli appaiono i simboli dei quattro evangelisti con motti tratti dai loro vangeli.

 

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giovedì 21 novembre 2024

LA LIBERTÀ INIZIA CON UN SEMPLICE GESTO DI VERITÀ!

LA LIBERTÀ INIZIA CON UN SEMPLICE GESTO DI VERITÀ!

Vaclav Havel, presidente della Repubblica Cecoslovacca tra il 1989 e il 1992 e successivamente della Repubblica Ceca dal 1993 al 2003, è noto non solo per il suo ruolo politico ma anche per la sua straordinaria storia come dissidente. Incarcerato per cinque anni sotto il regime comunista, Havel, drammaturgo di formazione, ha dedicato la sua vita a risvegliare le coscienze. Credeva fermamente che ogni individuo possieda una riserva interiore di risorse, capace di affrontare qualsiasi oppressione.

Havel si poneva domande fondamentali su come i giovani, cresciuti in un sistema totalitario, hanno trovato in sé il desiderio di verità e libertà. La risposta, secondo lui, è che l'essere umano non è solo un prodotto del contesto esterno, ma porta in sé un anelito di pienezza e verità. Questo potenziale di cambiamento può manifestarsi in modo inatteso, proprio come una palla di neve che, rotolando, può provocare una valanga. Un semplice gesto di verità può scatenare una rivoluzione: basti pensare a un ortolano che rimuove uno slogan comunista dalla vetrina del suo negozio.

Havel è stato testimone di questo processo, diventando uno dei principali sostenitori di Charta 77, un movimento che denuncia la violazione dei diritti umani in Cecoslovacchia. La sua ascesa a presidente, dopo aver vissuto come dissidente, evidenzia la potenza della verità e dell'autenticità. Secondo Havel, il vero cambiamento sociale non può derivare solo da una nuova ideologia politica, ma deve partire dalla riconciliazione dell'uomo con sé stesso e con gli altri.

Nel suo Discorso sul passato comunista Ceco del 1° gennaio 1990, Havel descrisse un ambiente moralmente contaminato, evidenziando come la società si fosse adattata a mentire e ignorare il prossimo. Concetti fondamentali come amore e giustizia avevano perso significato, ridotti a mere espressioni psicologiche. L'individualismo, che regna nella tranquillità domestica, porta a un disinteresse per la sfera pubblica e per la politica. Havel sottolinea che una società in cui gli individui vivono isolati non può generare attivismo e responsabilità politica.

In questa visione, non è solo il regime ad essere responsabile della situazione, ma ciascun individuo. Havel afferma che tutti noi, in misura diversa, siamo co-creatori del sistema totalitario e dobbiamo assumerci la responsabilità delle nostre azioni e omissioni. Egli invita a vedere l'eredità del totalitarismo come un peccato collettivo e a riflettere su come il sistema non sia un'entità esterna, ma una costruzione in cui tutti hanno partecipato.

La libertà e la democrazia non possono essere gestite solo dai governanti; richiedono il coinvolgimento e la responsabilità di ogni cittadino. Havel esprime la sua volontà di essere un presidente che parla meno e agisce di più, facendo eco al pensiero del pedagogista Comenio, con la sua famosa frase: “Gente, il vostro governo vi è stato restituito”. Questo invito alla responsabilità collettiva è un potente richiamo a tutti noi, affinché la speranza possa tornare a risiedere nei nostri cuori, rinnovando il legame tra individuo e comunità.

 

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martedì 19 novembre 2024

LEONE DEHON - CALENDARIO DEL CENTENARIO 1925 – 2025

LEONE DEHON - CALENDARIO DEL CENTENARIO 1925 – 2025

 

LEONE DEHON: PASSIONE PER CRISTO, PASSIONE PER GLI UOMINI.

CENTENARIO 1925 – 2025

Cari amici e benefattori,

il calendario di quest'anno è dedicato al ricordo dei cento anni della morte del nostro Fondatore Padre Leone Dehon (1925 - 2025). Ringraziamo il Signore per il dono di questa esistenza dedicata al Vangelo e al servizio della Chiesa. P. Dehon ha avuto la grazia di rispondere alla chiamata al sacerdozio con generosa dedizione, investendo le energie nella sua diocesi di Soissons (Francia) e nel fondare l'Istituto religioso dei Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù. Il momento storico in cui è vissuto, caratterizzato da significativi cambiamenti sociali, l'ha portato a impegnarsi nell'apostolato della formazione dei preti e dei laici alla luce dei nuovi orientamenti del magistero della Chiesa, La devozione al Sacro Cuore, l'impegno sociale e missionario, il carisma dell'amore, oblazione e riparazione hanno caratterizzato la sua azione di sacerdote e di fondatore.

La scelta dei dipinti del calendario ha inteso mettere in luce la sua devozione ai Santi che sono in sintonia con la sua spiritualità.

Un grazie sincero a voi che condividete la nostra missione nella Chiesa con la preghiera e il sostegno economico.

Vita donata al Sacro Cuore

Il 12 agosto di quest'anno noi Dehoniani celebriamo l'anniversario della morte del nostro fondatore p. Leone Giovanni Dehon (1843 - 1925). Sono trascorsi cento anni e il sentimento di gratitudine per quanto egli ha fatto nella Chiesa e per la Chiesa è profondo. Ha avuto la grazia di dare vita anche all'Istituto del Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù che continua a vivere della sua ispirazione originaria e a diffondere il carisma dell'amore, dell’oblazione e della riparazione. Da piccolo seme di una diocesi della Francia (Soissons), la Congregazione si è diffusa nel mondo, già durante la vita del Fondatore, e ora ha un'estensione che tocca quattro continenti.

Partecipe del suo tempo

P. Dehon ha dedicato la sua esistenza alla causa del Regno di Dio. La scelta del sacerdozio l'ha maturata gradualmente fin dalla tenera età e vi è giunto dopo gli studi universitari, superando la posizione contraria del padre. Gli eventi lo hanno portato in stretto contatto con le problematiche del suo tempo: sviluppo della industrializzazione, istanze sociali dai toni di contrapposizione e squilibrio. Chiesa impreparata a cogliere i segni dei tempi, urgenza di stare dalla parte del mondo operaio sia per le problematiche sociali sia per la formazione umana e cristiana. Figlio della media borghesia, è riuscito a cogliere i bisogni emergenti e a trovare un'azione pastorale idonea. Questo gli ha permesso di tenere aperto l'orizzonte e di fare scelte idonee.

Attirato da Cristo - Cuore

La formazione ricevuta fin da piccolo, favorita dall'insegnamento e dall'esempio della madre, l'ha orientato a cogliere la centralità dell'amore del Padre e di Cristo, e ad aprirsi alla sensibilità verso i bisognosi. L'ha molto segnato la devozione al Sacro Cuore e ha colto nelle pagine evangeliche l'amore concreto di Cristo nei confronti delle persone, soprattutto quelle toccate dalle malattie e dalle fragilità. Ha puntato lo sguardo sul cuore di Cristo: la sua donazione totale che l'ha portato a dare la vita. L'icona del costato trafitto di Gesù ha messo in risalto la ricchezza racchiusa nel suo cuore. La spiritualità del suo tempo, focalizzata sul Sacro Cuore di Gesù, l'ha favorito nel diffonderne la devozione. È giunto, cosi, a maturare la consapevolezza di dare vita a un Istituto dedicato al Sacro Cuore. L'ha pensato alla luce del carisma dell'amore oblativo e della riparazione, aperto alle necessità di tutta la Chiesa, quindi per sua natura missionario: presente nei contesti più bisognosi dell'Europa e delle Missioni all'estero. La sua carica apostolica l'ha spinto, fin da subito, a cercare spazi diversificati in cui inviare i suoi religiosi.

Per Lui ho vissuto, per Lui muoio

Pochi giorni prima di morire, guardando la statua del Sacro Cuore presente nella sua camera, ha detto: "Per Lui vivo, per Lui muoio". Esprime la sintesi della sua esistenza, Si è lasciato attirare da Gesù "mite e umile di cuore", si è sempre più conformato a Lui nel vissuto quotidiano, per Lui ha dedicato tutto sé stesso "per l'avvento del Suo Regno nelle anime e nelle società". Dai suoi religiosi si attende che siano "profeti dell'amore e servi- tori della riconciliazione". 

A cento anni dalla sua morte, i Dehoniani sono presenti in 39 nazioni del mondo, ognuna con espressioni apostoliche consone con il contesto, ma tutte unificate dallo stesso carisma: amore, oblazione, riparazione.

 

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domenica 17 novembre 2024

Dn 12,1-3 - Eb 10,11-14.18 - Mc 13,24-32 - XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

Domenica 17 Novembre 2024
Dal libro del profeta Daniele - Dn 12,1-3
In quel tempo, sorgerà Michele, il gran principe, che vigila sui figli del tuo popolo.
Sarà un tempo di angoscia, come non c’era stata mai dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo; in quel tempo sarà salvato il tuo popolo, chiunque si troverà scritto nel libro.
Molti di quelli che dormono nella regione della polvere si risveglieranno: gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna e per l’infamia eterna.
I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento; coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre.

1. In quel tempo, che immaginato come futuro, SORGERÀ MICHELE, il grande condottiero degli Angeli che combatte contro gli angeli ribelli che si sono opposti al Signore e pretendono di essere come Dio. IL GRANDE PRINCIPE MICHELE VIGILA SUI FIGLI DEL POPOLO, È PRESENTATO COME L’ANGELO CUSTODE DI ISRAELE. In quel momento, quando Israele sarà perseguitato, sorgerà il grande principe…

2. Ci sarà un tempo di angoscia, ma IN QUEL MOMENTO DI GRANDE ANGOSCIA IL POPOLO SARÀ SALVATO. Saranno salvati quelli iscritti nel libro. È un’immagine tipicamente apocalittica, il libro dei redenti, coloro che sono iscritti, perché IL SIGNORE TIENE CONTO DI TUTTO, ed è l'annuncio che SI REALIZZA NELLA ESPERIENZA DI GESÙ: la grande tribolazione, la persecuzione per eccellenza è la passione di Gesù e IN QUELLA STORIA DI MORTE DI INGIUSTIZIA DI OPPRESSIONE VIENE SALVATO IL POPOLO.

3. LA MOLTITUDINE DEI MORTI SI RISVEGLIERÀ, la quantità immensa dell'umanità morta che giace nella polvere si risveglierà: GLI UNI ALLA VITA ETERNA E GLI ALTRI ALLA VERGOGNA E A L'INFAMIA ETERNA. Ci sarà la RISURREZIONE e la DISTINZIONE, allora ci sarà la separazione e il giudizio di Dio. I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento. I saggi sono coloro che si stanno impegnando a costo della loro vita per essere fedeli e per insegnare alle nuove generazioni il rispetto della fedeltà nonostante le cose vadano male perché NEL MOMENTO DELL'INTERVENTO DI DIO SARÀ LUI A FARE IL GIUDIZIO E A DARE LA RICOMPENSA.

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Dalla lettera agli Ebrei - Eb 10,11-14.18
Ogni sacerdote si presenta giorno per giorno a celebrare il culto e a offrire molte volte gli stessi sacrifici, che non possono mai eliminare i peccati.
Cristo, invece, avendo offerto un solo sacrificio per i peccati, si è assiso per sempre alla destra di Dio, aspettando ormai che i suoi nemici vengano posti a sgabello dei suoi piedi. Infatti, con un’unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati.
Ora, dove c’è il perdono di queste cose, non c’è più offerta per il peccato.

1. Cristo ha offerto sé stesso e IL SUO SACRIFICIO È L'UNICO VALIDO, il solo, fatto una volta sola, SUFFICIENTE PER IL PERDONO DEI PECCATI. Dopodiché il Cristo SI È ASSISO ALLA DESTRA DI DIO PER SEMPRE e aspetta che tutto sia posto sotto i suoi piedi. HA PAGATO LUI IL PREZZO DEL NOSTRO PECCATO!

2. Con un'unica offerta Cristo HA RESO PERFETTI PER SEMPRE quelli che vengono santificati. Notiamo che c’è un'opera già fatta totalmente da Dio, ma che ha ancora BISOGNO DI ESSERE COMPLETATA DA PARTE NOSTRA con la collaborazione dell'umanità. UNA VOLTA SOLA HA OFFERTO IL SACRIFICIO, CHE È SUFFICIENTE PER SEMPRE, HA GIÀ FATTO TUTTO QUELLO CHE SERVE PER LA NOSTRA SALVEZZA, MA RICHIEDE LA NOSTRA COLLABORAZIONE IN QUANTO SIAMO IN VIA DI SANTIFICAZIONE…

3. L'efficacia del sacrificio di Cristo, porta alla nostra santificazione. Ricapitolando: nel testo troviamo l'annuncio della fine - la certezza della salvezza - ma anche l'esortazione alla veglia, all'impegno, all'attenzione, alla collaborazione, PER ACCOGLIERE LA SALVEZZA E RENDERLA EFFICACE QUI ADESSO NELLA NOSTRA VITA. Buon cammino…

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+ Dal Vangelo secondo Marco - Mc 13,24-32
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«In quei giorni, dopo quella tribolazione,
il sole si oscurerà,
la luna non darà più la sua luce,
le stelle cadranno dal cielo
e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.
Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».

1. DOPO QUELLA TRIBOLAZIONE, IL SOLE E LA LUNA SI OSCURERÀ, LE STELLE CADRANNO E LE POTENZE SARANNO SCONVOLTE. Le guerre, i delitti, i terremoti, le distorsioni della verità e i tradimenti, sono segni premonitori di un disastro più grande? NO… NO… NO…

2. Gesù NON annuncia l’avvento del nulla, del disastro finale MA la sua stessa venuta come glorioso Figlio dell’Uomo. Come nel parto dopo i dolori nasce la vita, I DOLORI SONO L'INIZIO DEL MONDO NUOVO... UN MONDO UMANO...

3. NOI DISCEPOLI SIAMO CHIAMATI AD ACCOMPAGNARE IL GERMOGLIO CHE CRESCE (il mondo nuovo) DEI TENERI RAMI CHE ANNUNCIANO L’ESTATE. Ci è donata una ragione più grande per vivere e anche per morire... IL MONDO È NELLE MANI DI DIO...
BUONA DOMENICA....

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LA PRIMAVERA

L'autunno, simbolo di morte e attesa, ci ricorda che, nonostante le difficoltà, la speranza di una nuova primavera di vita è sempre presente. Come le foglie sugli alberi, siamo chiamati a vivere con serenità nell'attesa di un rinnovamento spirituale, confidando nella promessa di Cristo. Questo tempo di riflessione è un'opportunità per ripensare al nostro cammino e prepararci a rifiorire. La fede ci spinge a non smettere di credere e aspettare con fiducia la "primavera di Dio".

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LECTIO DIVINA - XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

OMELIA - XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

 


Lc 21,5-28 - RITO AMBROSIANO - I DOMENICA DI AVVENTO - La venuta del Signore.

RITO AMBROSIANO

I DOMENICA DI AVVENTO - La venuta del Signore.
Domenica 17 novembre 2024
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca - Lc 21,5-28

In quel tempo. Mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, il Signore Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.
Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città; quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti.
Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».

 

1. L’Avvento è un tempo di preghiera, e «la bella preghiera» sarà leggere con impegno il Vangelo ogni giorno. Il Vangelo ci testimonia CHE IL SIGNORE È VICINO, e ci invita ad ESSERE VIGILANTI... IL TEMPO È VICINO...

2. Quella profetizzata da Gesù NON è una storia semplice, è invece difficile, tormentata, perseguitata, vissuta nella grande sofferenza. LA BELLA NOTIZIA È CHE "VEDRANNO IL FIGLIO DELL’UOMO VENIRE". Come nel parto dopo i dolori nasce la vita, I DOLORI SONO L'INIZIO DEL MONDO NUOVO... UN MONDO UMANO...

3. Noi discepoli siamo chiamati a fare della nostra vita un dono d'amore per i fratelli. NON LASCIAMOCI INGANNARE DAGLI EVENTI MA PERSEVERIAMO CON FEDE. Abbiamo una ragione più grande per vivere e anche per morire (Il Signore viene!) ... IL MONDO È NELLE MANI DI DIO...

BUONA DOMENICA...


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