venerdì 22 novembre 2024

LA CAPPELLA VOTIVA - Santuario della Pace - Albisola Superiore (SV)

LA CAPPELLA VOTIVA

Il segno della riconoscenza


In ringraziamento della pace ottenuta, il 24 ottobre dello stesso anno 1482 i Comuni decisero la costruzione della Cappella dedicata a Maria (l'odierna Cripta). Sulla parete centrale interna venne realizzato l'affresco della Vergine Madre con il Bimbo Gesù denominata Nostra Signora della Pace. A causa dell'umidità, nel 1845 esso fu trasferito nel Santuario costruito nel 1578 a ridosso della Cappella.


La facciata


É posta sul lato sinistro del Santuario. Ha un'arcata centrale ripartita in tre settori da quattro lesene. Al centro risalta un grande affresco della Madonna. La Vergine è in atteggiamento raccolto e con le mani incrociate sul petto, in veste rossa con manto celeste, circondata da nuvole e putti, uno dei quali tiene in mano un ramoscello d'ulivo. L'opera è attribuita a Gian Bernardo Gatteri, operante tra il 1685 e il 1725.

Nella parte superiore dei tre settori, sono affrescati altrettanti tondi. Al centro la colomba, segno dello Spirito Santo, ai lati due simboli con espressioni che fanno riferimento alla Madonna.

Due porte laterali, contornate da finti elementi architettonici e timpano aperto con al centro vasi di frutta e foglie e due medaglioni, inoltrano nella sottostante Cappella. Una finestra lucernario centrale in basso dà una tenue luce all'interno.

Artistica statua di marmo


Nella nicchia frontale della Cappella, ornata in alto da un decoro a conchiglia in rilievo, è custodita e venerata l'artistica statua, in marmo di Carrara, della Madonna con in braccio il Bambino Gesù, che in precedenza si trovava sull'altare maggiore del Santuario. È attribuita al genovese Filippo Parodi, discepolo del Bernini (1630 - 1702). La Vergine tiene in mano il ramoscello d'ulivo, per ricordare il valore della pace. Dolcissima l'espressione del viso della Vergine e del Bambino, a lei rivolto con lo sguardo, mentre poggia fiducioso il braccio sul collo materno. Il capo è ricoperto da un velo, il corpo da un sontuoso panneggio che si stende fino ai piedi.

La gloria di Maria


Il soffitto, a una sola navata, è dipinto per tutto il campo da un pregevole affresco raffigurante la Vergine Assunta in cielo e la Gloria della SS. Trinità. La Vergine è assisa sulle nuvole tra uno stuolo di angeli che l'attorniano, mentre nel campo superiore la Santissima Trinità è in atto di accoglierla. L'affresco è opera del pittore genovese Giovanni Battista Bicchio (1632).


Dovizia di decorazioni

Anche le pareti risultano decorate con brevi lesene e capitelli affrescati, eseguiti da Nicolò Spirito di Albisola Superiore. Negli interspazi si susseguono colombe col ramoscello d'ulivo e la parola "pace" emergente dai sottostanti cartigli. Nei riquadri adiacenti agli spigoli appaiono i simboli dei quattro evangelisti con motti tratti dai loro vangeli.


22.11.2024 - Ap 10,8-11 - Lc 19,45-48 - Avete fatto della casa di Dio un covo di ladri.

Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo - Ap 10,8-11

Io, Giovanni, udii una voce dal cielo che diceva: «Va’, prendi il libro aperto dalla mano dell’angelo che sta in piedi sul mare e sulla terra».
Allora mi avvicinai all’angelo e lo pregai di darmi il piccolo libro. Ed egli mi disse: «Prendilo e divoralo; ti riempirà di amarezza le viscere, ma in bocca ti sarà dolce come il miele».
Presi quel piccolo libro dalla mano dell’angelo e lo divorai; in bocca lo sentii dolce come il miele, ma come l’ebbi inghiottito ne sentii nelle viscere tutta l’amarezza. Allora mi fu detto: «Devi profetizzare ancora su molti popoli, nazioni, lingue e re».
    1. L’angelo dice a Giovanni di prendere il libricino aperto dalle mani dell’Angelo e di INGHIOTTIRLO. Inghiottire il libro significa comprendere a fondo il significato di ciò che è scritto. IL CRISTIANO DEVE NUTRIRSI DI PAROLA DI DIO…
    2. Giovanni lo inghiotte: È DOLCE COME MIELE ALLA BOCCA, MA SARÀ AMARO NELLE VISCERE. È dolce perché contiene parole di vita e speranza di salvezza per coloro che le ascoltano. Amaro perché profetizza le sofferenze e le persecuzioni che subiscono coloro che diffondono la parola di Dio e la vivono. UN LIBRO DOLCE-AMARO…
    3. Infine Giovanni è invitato ad una nuova missione profetica, ad evangelizzare popoli e nazioni. UNA VOLTA INTERIORIZZATO il misterioso libro, Giovanni potrà profetizzare questa parola dolce-amara CHE PER CHI LA ACCOGLIE È MEDICINA DI SALVEZZA.

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    + Dal vangelo secondo Luca - Lc 19, 45-48
    In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà casa di preghiera”. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».
    Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo.

     

    Il tempio era il luogo di incontro con Dio. Quando Gesù arriva a Gerusalemme e sale al tempio, lo vede invaso dal mercato, dove la preghiera è resa impossibile. Continua ad accadere nella nostra vita, la nostra preghiera è disturbata da tante preoccupazioni. Il gesto deciso di Gesù che libera il tempio dai venditori, ci induce a liberare per la preghiera spazi e tempi della nostra vita.
    Il risultato dell'azione di Gesù? "I capi dei sacerdoti e gli scribi cercano di farlo morire", ma non sapevano come fare perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo. La forza di Gesù è la sua parola, la sua testimonianza, il suo amore. E dove c’è Gesù, non c’è posto per la mondanità, non c’è posto per il mercato.

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    «Il popolo pendeva dalle sue labbra». Visto il risultato finale del Venerdì Santo, questo non è un segnale positivo, non conviene essere così “appesi”, passivi... Che tipi di ascoltatori vuole Gesù?

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    22.11 SANTA CECILIA

    Santa Cecilia è venerata come martire e onorata come patrona dei musicisti. Di Lei è difficile reperire i dati storici completi, ma a sostenerne l'importanza è la certezza storica dell'antichità del suo culto. Due i fatti accertati: il «titolo» basilicale di Cecilia è antichissimo, sicuramente anteriore all'anno 313, cioè all'età di Costantino; la festa della santa veniva già celebrata, nella sua basilica di Trastevere, nell'anno 545. Sembra inoltre che Cecilia venne sepolta nelle Catacombe di San Callisto, in un posto d'onore, accanto alla cosiddetta «Cripta dei Papi», trasferita poi da Pasquale I nella cripta della basilica trasteverina. La famosa «Passio», un testo più letterario che storico, attribuisce a Cecilia una serie di drammatiche avventure, terminate con le più crudeli torture e conclusesi con il taglio della testa.

    giovedì 21 novembre 2024

    21.11.2024 - Ap 5,1-10 - Lc 19,41-44 - Se avessi compreso quello che porta alla pace!

    Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo - Ap 5,1-10

    Io, Giovanni, vidi nella mano destra di Colui che sedeva sul trono, un libro scritto sul lato interno e su quello esterno, sigillato con sette sigilli.
    Vidi un angelo forte che proclamava a gran voce: «Chi è degno di aprire il libro e scioglierne i sigilli?». Ma nessuno né in cielo, né in terra, né sotto terra, era in grado di aprire il libro e di guardarlo. Io piangevo molto, perché non fu trovato nessuno degno di aprire il libro e di guardarlo. Uno degli anziani mi disse: «Non piangere; ha vinto il leone della tribù di Giuda, il Germoglio di Davide, e aprirà il libro e i suoi sette sigilli».
    Poi vidi, in mezzo al trono, circondato dai quattro esseri viventi e dagli anziani, un Agnello, in piedi, come immolato; aveva sette corna e sette occhi, i quali sono i sette spiriti di Dio mandati su tutta la terra.
    Giunse e prese il libro dalla destra di Colui che sedeva sul trono. E quando l’ebbe preso, i quattro esseri viventi e i ventiquattro anziani si prostrarono davanti all’Agnello, avendo ciascuno una cetra e coppe d’oro colme di profumi, che sono le preghiere dei santi, e cantavano un canto nuovo:
    «Tu sei degno di prendere il libro
    e di aprirne i sigilli,
    perché sei stato immolato
    e hai riscattato per Dio, con il tuo sangue,
    uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione,
    e hai fatto di loro, per il nostro Dio,
    un regno e sacerdoti,
    e regneranno sopra la terra».
      1. Nella mano destra di Colui che siede sul trono, Giovanni vede UN LIBRO SCRITTO DENTRO E FUORI SIGILLATO CON SETTE SIGILLI, il libro dei destini del mondo o “Piano di Dio” chiuso con i sette sigilli i quali possono essere aperti solo dal Leone della tribù di Giuda e germoglio di Davide = GESÙ RISORTO.  
      2. L’AGNELLO IMMOLATO, PRENDE IL LIBRO DALLA MANO DESTRA DI DIO, i quattro Viventi e i ventiquattro Seniori, si prostrano davanti all’Agnello tenendo in mano ciascuno un’arpa e coppe d’oro, piene di profumi a simboleggiare le preghiere dei santi, intonando un CANTO NUOVO in segno di ringraziamento per i favori elargiti al suo popolo. SONO NELLA GIOIA, NELL'ARMONIA DEL SUONO DELLE ARPE, NELL'IMPLORAZIONE PER COLORO CHE SONO SULLA TERRA…
      3. Una moltitudine di angeli, i Seniori e tutti insieme lodano Dio e l’Agnello, perché IL TRONO DI DIO È ANCHE DELL’AGNELLO e unica è l’adorazione di tutti rivolta a entrambi: è il canto che celebra l’amore di Gesù-Agnello che si è immolato sulla croce per la redenzione degli uomini. IL RINGRAZIAMENTO CHE SALE A DIO DAL SUO POPOLO...

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      + Dal Vangelo secondo Luca - Lc 19,41-44
      In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa, dicendo: “Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace. Ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi.
      Giorni verranno per te in cui i tuoi nemici ti cingeranno di trincee, ti circonderanno e ti stringeranno da ogni parte; abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata”.

       

      Gesù predice la caduta di Gerusalemme e la distruzione del tempio, cosa che avverrà regolarmente nel 70 d.C. Il motivo va ricercato, dice Gesù, nella mancata accoglienza del Messia profetizzato nelle scritture. Gesù non è né contento né arrabbiato di questa punizione ma, come dice il Vangelo, piange per questa mancata accoglienza. Anche per noi si pone questo drammatico bivio: accogliere o rifiutare Gesù nella nostra vita concreta di ogni giorno.
      Gesù piange davanti a Gerusalemme. Piange e si commuove davanti alla folla affamata. Piange sulle fragilità e sulla poca fede dell’uomo, e offre continuamente il suo cuore, che vuole visitare il nostro dolore, il nostro errore, e redimerci e salvarci, purché lo riconosciamo.

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      Gesù viene a visitarci ma non lo riconosciamo. Non siamo vigilanti. E Gesù ci rimane male, fino a piangere. Il mancato riconoscimento fa piangere Gesù... e noi? Per cosa piangiamo?

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      21.11 PRESENTAZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA

      Memoria della Presentazione della beata Vergine Maria. Il giorno dopo la dedicazione della basilica di Santa Maria Nuova costruita presso il muro del tempio di Gerusalemme, si celebra la dedicazione che fece di se stessa a Dio fin dall'infanzia colei che, sotto l’azione dello Spirito Santo, della cui grazia era stata riempita già nella sua immacolata concezione, sarebbe poi divenuta la Madre di Dio.

      LA LIBERTÀ INIZIA CON UN SEMPLICE GESTO DI VERITÀ!

      LA LIBERTÀ INIZIA CON UN SEMPLICE GESTO DI VERITÀ!

      Vaclav Havel, presidente della Repubblica Cecoslovacca tra il 1989 e il 1992 e successivamente della Repubblica Ceca dal 1993 al 2003, è noto non solo per il suo ruolo politico ma anche per la sua straordinaria storia come dissidente. Incarcerato per cinque anni sotto il regime comunista, Havel, drammaturgo di formazione, ha dedicato la sua vita a risvegliare le coscienze. Credeva fermamente che ogni individuo possieda una riserva interiore di risorse, capace di affrontare qualsiasi oppressione.

      Havel si poneva domande fondamentali su come i giovani, cresciuti in un sistema totalitario, hanno trovato in sé il desiderio di verità e libertà. La risposta, secondo lui, è che l'essere umano non è solo un prodotto del contesto esterno, ma porta in sé un anelito di pienezza e verità. Questo potenziale di cambiamento può manifestarsi in modo inatteso, proprio come una palla di neve che, rotolando, può provocare una valanga. Un semplice gesto di verità può scatenare una rivoluzione: basti pensare a un ortolano che rimuove uno slogan comunista dalla vetrina del suo negozio.

      Havel è stato testimone di questo processo, diventando uno dei principali sostenitori di Charta 77, un movimento che denuncia la violazione dei diritti umani in Cecoslovacchia. La sua ascesa a presidente, dopo aver vissuto come dissidente, evidenzia la potenza della verità e dell'autenticità. Secondo Havel, il vero cambiamento sociale non può derivare solo da una nuova ideologia politica, ma deve partire dalla riconciliazione dell'uomo con sé stesso e con gli altri.

      Nel suo Discorso sul passato comunista Ceco del 1° gennaio 1990, Havel descrisse un ambiente moralmente contaminato, evidenziando come la società si fosse adattata a mentire e ignorare il prossimo. Concetti fondamentali come amore e giustizia avevano perso significato, ridotti a mere espressioni psicologiche. L'individualismo, che regna nella tranquillità domestica, porta a un disinteresse per la sfera pubblica e per la politica. Havel sottolinea che una società in cui gli individui vivono isolati non può generare attivismo e responsabilità politica.

      In questa visione, non è solo il regime ad essere responsabile della situazione, ma ciascun individuo. Havel afferma che tutti noi, in misura diversa, siamo co-creatori del sistema totalitario e dobbiamo assumerci la responsabilità delle nostre azioni e omissioni. Egli invita a vedere l'eredità del totalitarismo come un peccato collettivo e a riflettere su come il sistema non sia un'entità esterna, ma una costruzione in cui tutti hanno partecipato.

      La libertà e la democrazia non possono essere gestite solo dai governanti; richiedono il coinvolgimento e la responsabilità di ogni cittadino. Havel esprime la sua volontà di essere un presidente che parla meno e agisce di più, facendo eco al pensiero del pedagogista Comenio, con la sua famosa frase: “Gente, il vostro governo vi è stato restituito”. Questo invito alla responsabilità collettiva è un potente richiamo a tutti noi, affinché la speranza possa tornare a risiedere nei nostri cuori, rinnovando il legame tra individuo e comunità.

      mercoledì 20 novembre 2024

      20.11.2024 - Ap 4,1-11 - Lc 19,11-28 - Perché non hai consegnato il mio denaro a una banca?

      Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo - Ap 4,1-11

      Io, Giovanni, vidi: ecco, una porta era aperta nel cielo. La voce, che prima avevo udito parlarmi come una tromba, diceva: «Sali quassù, ti mostrerò le cose che devono accadere in seguito». Subito fui preso dallo Spirito.
      Ed ecco, c’era un trono nel cielo, e sul trono Uno stava seduto. Colui che stava seduto era simile nell’aspetto a diaspro e cornalina. Un arcobaleno simile nell’aspetto a smeraldo avvolgeva il trono. Attorno al trono c’erano ventiquattro seggi e sui seggi stavano seduti ventiquattro anziani avvolti in candide vesti con corone d’oro sul capo. Dal trono uscivano lampi, voci e tuoni; ardevano davanti al trono sette fiaccole accese, che sono i sette spiriti di Dio. Davanti al trono vi era come un mare trasparente simile a cristallo. In mezzo al trono e attorno al trono vi erano quattro esseri viventi, pieni d’occhi davanti e dietro.
      Il primo vivente era simile a un leone; il secondo vivente era simile a un vitello; il terzo vivente aveva l’aspetto come di uomo; il quarto vivente era simile a un’aquila che vola. I quattro esseri viventi hanno ciascuno sei ali, intorno e dentro sono costellati di occhi; giorno e notte non cessano di ripetere:
      «Santo, santo, santo
      il Signore Dio, l’Onnipotente,
      Colui che era, che è e che viene!».
      E ogni volta che questi esseri viventi rendono gloria, onore e grazie a Colui che è seduto sul trono e che vive nei secoli dei secoli, i ventiquattro anziani si prostrano davanti a Colui che siede sul trono e adorano Colui che vive nei secoli dei secoli e gettano le loro corone davanti al trono, dicendo:
      «Tu sei degno, o Signore e Dio nostro,
      di ricevere la gloria, l’onore e la potenza,
      perché tu hai creato tutte le cose,
      per la tua volontà esistevano e furono create».
        1. Giovanni vede un trono e UNO sta seduto su di esso. «Un trono era posto nel cielo e sul trono un Sedente». Il mondo NON è abbandonato a sé stesso, c'è UNO che guida, che regna. DIO CREA E PROVVEDE. 
        2. Intorno al trono c'è la storia e la natura, TUTTO è retto da Lui. E tutta questa realtà RICONOSCE DIO DEGNO DI LODE E DI ONORE, perché da Lui vengono e per Lui sono sostenute. UNIAMOCI NELLA LODE….
        3. Davanti al trono bruciano sette lampade, UN MARE CRISTALLINO LO CIRCONDA… Il Signore Dio cristallizza il mare, ciò domina il male. IL MALE È SOTTO IL DOMINIO DI DIO e Lui lo usa per ricavare un bene. E’ IL SIGNORE…

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        + Dal vangelo secondo Luca - Lc 19,11-28
        In quel tempo, Gesù disse una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all’altro.
        Disse dunque: «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d’oro, dicendo: “Fatele fruttare fino al mio ritorno”. Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: “Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi”. Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato.
        Si presentò il primo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate dieci”. Gli disse: “Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città”.
        Poi si presentò il secondo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate cinque”. Anche a questo disse: “Tu pure sarai a capo di cinque città”.
        Venne poi anche un altro e disse: “Signore, ecco la tua moneta d’oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato”. Gli rispose: “Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi”. Disse poi ai presenti: “Toglietegli la moneta d’oro e datela a colui che ne ha dieci”. Gli risposero: “Signore, ne ha già dieci!”. “Io vi dico: A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me”».
        Dette queste cose, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme.  

        L'ozio è il padre dei vizi. Lo sa bene il cristiano che non deve mai vivere pigramente, ma impegnarsi nei suoi doveri, mettendo a frutto i doni di Dio.
        Dio non è un padrone cattivo, duro e severo che vuole punirci. Se abbiamo questa immagine sbagliata la nostra vita non potrà essere feconda, perché vivremo nella paura e questa non ci condurrà a nulla di costruttivo. La paura ci paralizza, ci autodistrugge e ci fa vivere male.
        Il Signore è buono e ci ama, dunque, possiamo rispondere ogni giorno al suo amore amando i fratelli. E alla fine della vita saremo giudicati da come abbiamo amato: «Nella sera sarai esaminato sull’amore».
        Ognuno di noi sarà esaminato su come avrà utilizzato la mina, i talenti, che il Signore ci aveva dato per fare della nostra vita una vita d’Amore. E Lui ci donerà la corona della vita.

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        Come le altre parabole anche questa dei talenti ha a che fare con il mistero di Dio che è mistero d’amore. E l’amore ci attira ma ci fa paura. Ma di che cosa abbiamo veramente paura?

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        20.11 BEATA MARIA FORTUNATA VITI

        A Veroli nel Lazio, beata Maria Fortunata (Anna Felice) Viti, dell’Ordine di San Benedetto, che per quasi tutto il corso della sua vita svolse l’incarico di guardarobiera, intenta solo ad osservare con tutto il cuore i precetti della regola.

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        NELLO STESSO GIORNO:

        BEATO SAMUELE MARZORATI SACERDOTE DEI FRATI MINORI, MARTIRE - MILANO

        Varese, 10 settembre 1670 - Gondar, Etiopia, 3 marzo 1716

        Sacerdote dei Frati Minori Francescani, missionario in Etiopia dove subì la lapidazione per la fede cattolica insieme con i confratelli Liberato Weiss e Michele Pio Fasoli; è stato dichiarato martire e proclamato beato da papa Giovanni Paolo II nel 1988. Nella diocesi di Milano la memoria del Beato Marzorati si celebra il 20 novembre.


        BEATO MICHELE PIO FASOLI DA ZERBO SACERDOTE DEI FRATI MINORI, MARTIRE - PAVIA

        Zerbo, Pavia, 3 maggio 1676 - Gondar, Etiopia, 3 marzo 1716

        Sacerdote dei Frati Minori Francescani, missionario in Etiopia dove subì la lapidazione per la fede cattolica insieme con i confratelli Liberato Weiss e Samuele Marzorati; è stato dichiarato martire e proclamato beato da papa Giovanni Paolo II nel 1988. Nella diocesi di Pavia la memoria si celebra il 20 novembre.


        SANT' OTTAVIO MARTIRE
        † Torino, fine III secolo

        «A Torino si festeggiano i santi martiri Ottavio, Solutore e Avventore, soldati della legione Tebana, i quali, sotto l'imperatore Massimiano, combattendo valorosamente, furono coronati dal martirio». Così il Martirologio romano racconta la storia di questi tre martiri della fine del II secolo. Il riferimento al «valoroso combattimento» si riferisce evidentemente alla loro determinazione nel dichiararsi cristiani nonostante la persecuzione instaurata da Massimiano. Dei tre santi una «Passione» del V secolo narra che essi fuggirono al massacro generale di Agaunum. Inseguiti, furono presi nei pressi di Torino: Avventore e Ottavio, raggiunti, vennero trucidati sul posto. Solutore, invece, riuscì a proseguire nella fuga fino alle rive della Dora Riparia, dove, scoperto, fu decapitato. Nel luogo della sepoltura dei tre nel V secolo sorse una basilica. Nel 1575 fu innalzata la «Chiesa dei martiri», che ne ospita ancor oggi le reliquie. 

        martedì 19 novembre 2024

        19.11.2024 - Ap 3,1-6.14-22 - Lc 19,1-10 - Il Figlio dell’uomo era venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto.

        Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo - Ap 3,1-6.14-22

        Io Giovanni, udii il Signore che mi diceva:
        «All’angelo della Chiesa che è a Sardi scrivi:
        “Così parla Colui che possiede i sette spiriti di Dio e le sette stelle. Conosco le tue opere; ti si crede vivo, e sei morto. Sii vigilante, rinvigorisci ciò che rimane e sta per morire, perché non ho trovato perfette le tue opere davanti al mio Dio. Ricorda dunque come hai ricevuto e ascoltato la Parola, custodiscila e convèrtiti perché, se non sarai vigilante, verrò come un ladro, senza che tu sappia a che ora io verrò da te. Tuttavia a Sardi vi sono alcuni che non hanno macchiato le loro vesti; essi cammineranno con me in vesti bianche, perché ne sono degni. Il vincitore sarà vestito di bianche vesti; non cancellerò il suo nome dal libro della vita, ma lo riconoscerò davanti al Padre mio e davanti ai suoi angeli. Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese”.
        All’angelo della Chiesa che è a Laodicèa scrivi:
        “Così parla l’Amen, il Testimone degno di fede e veritiero, il Principio della creazione di Dio. Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca. Tu dici: Sono ricco, mi sono arricchito, non ho bisogno di nulla. Ma non sai di essere un infelice, un miserabile, un povero, cieco e nudo. Ti consiglio di comperare da me oro purificato dal fuoco per diventare ricco, e abiti bianchi per vestirti e perché non appaia la tua vergognosa nudità, e collirio per ungerti gli occhi e recuperare la vista. Io, tutti quelli che amo, li rimprovero e li educo. Sii dunque zelante e convèrtiti. Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me. Il vincitore lo farò sedere con me, sul mio trono, come anche io ho vinto e siedo con il Padre mio sul suo trono. Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese”».
          1. ALLA CHIESA DI SARDI: LA COMUNITÀ È MORTA, LA SUA VITA È SOLO APPARENTE. Ad essa si rimprovera una condotta che non ha nulla di lodevole perché viva solo di nome e morta nella realtà. SOLTANTO POCHI NON HANNO MACCHIATO LE LORO VESTI, perché la loro condotta non si è contaminata con l’idolatria dell’impero. IL SIGNORE INVITA ALLA VIGILANZA PERCHÉ VERRÀ NEL SONNO COME UN LADRO…
          2. ALLA CHIESA DI LAODICEA: Gesù, che si presenta come “l’Amen”, lancia una dura condanna “non sei né freddo né caldo e sto per vomitarti dalla mia bocca”. I “tiepidi” SONO coloro che NON HANNO IL CORAGGIO DI ASSUMERE L’IMPEGNO DECISO DI TESTIMONIARE IL VANGELO, lo riducono ad una semplice legge morale, ad una dottrina, oppure a celebrazioni quasi magiche di alcuni riti.
          3. La comunità deve CAMBIARE la sua condotta per essere oggetto dell’amore di GESÙ CHE RIPRENDE E CORREGGE. “Ecco io sto alla porta e busso. Se uno, udendo la mia voce, mi aprirà la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me”. Questa frase ha un senso comunitario. CHI HA ORECCHI, ASCOLTI CIÒ CHE LO SPIRITO DICE ALLE CHIESE…

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          + Dal vangelo secondo Luca - Lc 19,1-10
          In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là.
          Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».
          Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
          Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

           

          ZACCHEO: Proprio Zaccheo si rivolge Gesù. Dall'incontro dei loro sguardi nasce la conversione. Incontrando l'Amore, sentendosi cercato, amato, quell'uomo si sente trasformato. Ricordiamoci che qualunque cosa abbiamo fatto, c'è qualcuno che, nonostante tutto, continua ostinatamente a credere in noi, e ad aspettarsi qualcosa di diverso da noi. Avere fede, significa credere in Uno che crede in noi. Dio manifesta la sua onnipotenza soprattutto con la misericordia e il perdono!

           

          📲 I MIEI SOCIAL:

          19.11 SANTA MATILDE DI HACKEBORN

          Nel monastero di Helfta nella Sassonia in Germania, santa Mectilde, vergine, che fu donna di squisita dottrina e umiltà, illuminata dal dono divino della contemplazione mistica.

           

          NELLO STESSO GIORNO:

          BEATO GIACOMO BENFATTI DI MANTOVA VESCOVO

          Mantova - Mantova, 19 novembre 1338

          A Mantova, beato Giacomo Benfatti, vescovo, dell’Ordine dei Predicatori, che, dopo aver riportato la pace in città, soccorse il popolo colpito dalla peste e dalla fame.


          SAN FAUSTO D’ALESSANDRIA (Diacono e martire)
          sec. III
          Fu diacono della Chiesa alessandrina dalla metà del sec. III fino agli inizi del sec. IV. Durante la persecuzione di Valeriano, giudicato dal prefetto Emiliano, insieme col vescovo Dionigi e con i diaconi Eusebio e Cheremone, subì l’esilio nella regione di Kefro in Libia col proprio vescovo e con Caio, Pietro e Paolo; poi, mentre Dionigi veniva trasferito altrove, egli ritornò in Egitto, ove fu costretto a vita randagia insieme con i diaconi Eusebio e Cheremone.
          Eusebio ha fatto di lui questo elogio: “Si è distinto nel confessare la fede ed è stato poi riservato sino alla persecuzione succeduta al nostro tempo (= Diocleziano); vecchio e pieno di giorni ha consumato nell’età nostra il martirio per decapitazione”

          LEONE DEHON - CALENDARIO DEL CENTENARIO 1925 – 2025

          LEONE DEHON - CALENDARIO DEL CENTENARIO 1925 – 2025

           

          LEONE DEHON: PASSIONE PER CRISTO, PASSIONE PER GLI UOMINI.

          CENTENARIO 1925 – 2025

          Cari amici e benefattori,

          il calendario di quest'anno è dedicato al ricordo dei cento anni della morte del nostro Fondatore Padre Leone Dehon (1925 - 2025). Ringraziamo il Signore per il dono di questa esistenza dedicata al Vangelo e al servizio della Chiesa. P. Dehon ha avuto la grazia di rispondere alla chiamata al sacerdozio con generosa dedizione, investendo le energie nella sua diocesi di Soissons (Francia) e nel fondare l'Istituto religioso dei Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù. Il momento storico in cui è vissuto, caratterizzato da significativi cambiamenti sociali, l'ha portato a impegnarsi nell'apostolato della formazione dei preti e dei laici alla luce dei nuovi orientamenti del magistero della Chiesa, La devozione al Sacro Cuore, l'impegno sociale e missionario, il carisma dell'amore, oblazione e riparazione hanno caratterizzato la sua azione di sacerdote e di fondatore.

          La scelta dei dipinti del calendario ha inteso mettere in luce la sua devozione ai Santi che sono in sintonia con la sua spiritualità.

          Un grazie sincero a voi che condividete la nostra missione nella Chiesa con la preghiera e il sostegno economico.

          Vita donata al Sacro Cuore

          Il 12 agosto di quest'anno noi Dehoniani celebriamo l'anniversario della morte del nostro fondatore p. Leone Giovanni Dehon (1843 - 1925). Sono trascorsi cento anni e il sentimento di gratitudine per quanto egli ha fatto nella Chiesa e per la Chiesa è profondo. Ha avuto la grazia di dare vita anche all'Istituto del Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù che continua a vivere della sua ispirazione originaria e a diffondere il carisma dell'amore, dell’oblazione e della riparazione. Da piccolo seme di una diocesi della Francia (Soissons), la Congregazione si è diffusa nel mondo, già durante la vita del Fondatore, e ora ha un'estensione che tocca quattro continenti.

          Partecipe del suo tempo

          P. Dehon ha dedicato la sua esistenza alla causa del Regno di Dio. La scelta del sacerdozio l'ha maturata gradualmente fin dalla tenera età e vi è giunto dopo gli studi universitari, superando la posizione contraria del padre. Gli eventi lo hanno portato in stretto contatto con le problematiche del suo tempo: sviluppo della industrializzazione, istanze sociali dai toni di contrapposizione e squilibrio. Chiesa impreparata a cogliere i segni dei tempi, urgenza di stare dalla parte del mondo operaio sia per le problematiche sociali sia per la formazione umana e cristiana. Figlio della media borghesia, è riuscito a cogliere i bisogni emergenti e a trovare un'azione pastorale idonea. Questo gli ha permesso di tenere aperto l'orizzonte e di fare scelte idonee.

          Attirato da Cristo - Cuore

          La formazione ricevuta fin da piccolo, favorita dall'insegnamento e dall'esempio della madre, l'ha orientato a cogliere la centralità dell'amore del Padre e di Cristo, e ad aprirsi alla sensibilità verso i bisognosi. L'ha molto segnato la devozione al Sacro Cuore e ha colto nelle pagine evangeliche l'amore concreto di Cristo nei confronti delle persone, soprattutto quelle toccate dalle malattie e dalle fragilità. Ha puntato lo sguardo sul cuore di Cristo: la sua donazione totale che l'ha portato a dare la vita. L'icona del costato trafitto di Gesù ha messo in risalto la ricchezza racchiusa nel suo cuore. La spiritualità del suo tempo, focalizzata sul Sacro Cuore di Gesù, l'ha favorito nel diffonderne la devozione. È giunto, cosi, a maturare la consapevolezza di dare vita a un Istituto dedicato al Sacro Cuore. L'ha pensato alla luce del carisma dell'amore oblativo e della riparazione, aperto alle necessità di tutta la Chiesa, quindi per sua natura missionario: presente nei contesti più bisognosi dell'Europa e delle Missioni all'estero. La sua carica apostolica l'ha spinto, fin da subito, a cercare spazi diversificati in cui inviare i suoi religiosi.

          Per Lui ho vissuto, per Lui muoio

          Pochi giorni prima di morire, guardando la statua del Sacro Cuore presente nella sua camera, ha detto: "Per Lui vivo, per Lui muoio". Esprime la sintesi della sua esistenza, Si è lasciato attirare da Gesù "mite e umile di cuore", si è sempre più conformato a Lui nel vissuto quotidiano, per Lui ha dedicato tutto sé stesso "per l'avvento del Suo Regno nelle anime e nelle società". Dai suoi religiosi si attende che siano "profeti dell'amore e servi- tori della riconciliazione". 

          A cento anni dalla sua morte, i Dehoniani sono presenti in 39 nazioni del mondo, ognuna con espressioni apostoliche consone con il contesto, ma tutte unificate dallo stesso carisma: amore, oblazione, riparazione.


          lunedì 18 novembre 2024

          18.11.2024 - Ap 1,1-5;2,1-5 - Lc 18,35-43 - Che cosa vuoi che io faccia per te? Signore, che io veda di nuovo!

          Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo - Ap 1,1-5;2,1-5

          Rivelazione di Gesù Cristo, al quale Dio la consegnò per mostrare ai suoi servi le cose che dovranno accadere tra breve. Ed egli la manifestò, inviandola per mezzo del suo angelo al suo servo Giovanni, il quale attesta la parola di Dio e la testimonianza di Gesù Cristo, riferendo ciò che ha visto. Beato chi legge e beati coloro che ascoltano le parole di questa profezia e custodiscono le cose che vi sono scritte: il tempo infatti è vicino.
          Giovanni, alle sette Chiese che sono in Asia: grazia a voi e pace da Colui che è, che era e che viene, e dai sette spiriti che stanno davanti al suo trono, e da Gesù Cristo, il testimone fedele, il primogenito dei morti e il sovrano dei re della terra. [Io udii il Signore che mi diceva]:
          «All’angelo della Chiesa che è a Èfeso scrivi:
          “Così parla Colui che tiene le sette stelle nella sua destra e cammina in mezzo ai sette candelabri d’oro. Conosco le tue opere, la tua fatica e la tua perseveranza, per cui non puoi sopportare i cattivi. Hai messo alla prova quelli che si dicono apostoli e non lo sono, e li hai trovati bugiardi. Sei perseverante e hai molto sopportato per il mio nome, senza stancarti. Ho però da rimproverarti di avere abbandonato il tuo primo amore. Ricorda dunque da dove sei caduto, convèrtiti e compi le opere di prima”».
            1. l’Apocalisse si apre con la proclamazione di una beatitudine: “BEATO CHI LEGGE E BEATI COLORO CHE ASCOLTANO LE PAROLE DI QUESTA PROFEZIA E CUSTODISCONO LE COSE CHE VI SONO SCRITTE”. Le parole della profezia non basta ascoltarle (leggerle), bisogna attenersi ad esse, custodendole: “custodiscono le cose che vi sono scritte”.
            2. CHI È GESÙ? EGLI È: 1) il testimone fedele - 2) il Primogenito dei morti - 3) il principe dei re della terra - 4) colui che ci ama - 5) colui che ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue - 6) colui ha fatto di noi un regno e dei sacerdoti del Dio e Padre suo - A lui sia la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen ECCO, EGLI VIENE E OGNI OCCHIO LO VEDRÀ…
            3. Viene scritta una prima lettera alla Chiesa di Efeso. La Chiesa di Efeso è perseverante, operosa, pronta a rifiutare i falsi apostoli, ha molto sopportato per il nome di Gesù. Tuttavia SI È INFILTRATO IN ESSA UN INTIEPIDIMENTO, che è facile individuare in una vena di vanagloria, dovuta al suo posto di preminenza. DA RIMUOVERE! "CONVÈRTITI E COMPI LE OPERE DI PRIMA".

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            + Dal vangelo secondo Luca - Lc 18,35-43
            Mentre Gesù si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!».
            Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
            Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato».
            Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio.

            Il testo descrive l'ostinazione di un cieco che non si arrende alla sua condizione e prega con fervore per essere aiutato. Il cieco grida a Gesù chiedendo pietà, mostrando una preghiera intensa e sincera. Luca sottolinea l'importanza di pregare con verità e sicurezza: esprimere con sincerità i propri bisogni e credere fermamente che il Signore possa intervenire. Anche se non sappiamo quando e come, è fondamentale avere la certezza che Gesù può rispondere alle nostre preghiere. Gesù è curioso dei nostri desideri, ma noi sappiamo cosa veramente vogliamo?

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            Gesù continua a farci domande e quella di oggi sembra la domanda di un cameriere che chiede cosa desideriamo. Lui è curioso dei nostri desideri, ma noi sappiamo cosa veramente vogliamo?

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            18.11 DEDICAZIONE DELLE BASILICHE DEI SANTI PIETRO E PAOLO APOSTOLI

            Dedicazione delle basiliche dei santi Pietro e Paolo, Apostoli, delle quali la prima, edificata dall’imperatore Costantino sul colle Vaticano al di sopra del sepolcro di san Pietro, consunta dal tempo e ricostruita in forma più ampia, in questo giorno fu nuovamente consacrata; l’altra, sulla via Ostiense, costruita dagli imperatori Teodosio e Valentiniano e poi distrutta da un terribile incendio e completamente ricostruita, fu dedicata il 10 dicembre. Nella loro comune commemorazione viene simbolicamente espressa la fraternità degli Apostoli e l’unità della Chiesa.
            NELLO STESSO GIORNO:
            FESTA DELLA MADONNA DELLA CONCEZIONE (Albino)
            Anno 1470
            Si racconta che la chiesa ebbe origine da un voto fatto nel 1470 per ringraziare la Madonna, apparsa durante la notte ad un bambino che dormiva all'addiaccio per impedire che fosse preda di lupi affamati. Documentata la presenza di lupi sul territorio nel XV secolo.
            SANT' ODDONE DI CLUNY ABATE
            Sec. X
            A Tours in Neustria, sempre in Francia, transito di sant’Oddone, abate di Cluny, che rinnovò l’osservanza monastica secondo i dettami della regola di san Benedetto e la disciplina di san Benedetto di Aniane.


            domenica 17 novembre 2024

            Dn 12,1-3 - Eb 10,11-14.18 - Mc 13,24-32 - XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

            XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

            Domenica 17 Novembre 2024
            Dal libro del profeta Daniele - Dn 12,1-3
            In quel tempo, sorgerà Michele, il gran principe, che vigila sui figli del tuo popolo.
            Sarà un tempo di angoscia, come non c’era stata mai dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo; in quel tempo sarà salvato il tuo popolo, chiunque si troverà scritto nel libro.
            Molti di quelli che dormono nella regione della polvere si risveglieranno: gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna e per l’infamia eterna.
            I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento; coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre.

            1. In quel tempo, che immaginato come futuro, SORGERÀ MICHELE, il grande condottiero degli Angeli che combatte contro gli angeli ribelli che si sono opposti al Signore e pretendono di essere come Dio. IL GRANDE PRINCIPE MICHELE VIGILA SUI FIGLI DEL POPOLO, È PRESENTATO COME L’ANGELO CUSTODE DI ISRAELE. In quel momento, quando Israele sarà perseguitato, sorgerà il grande principe…

            2. Ci sarà un tempo di angoscia, ma IN QUEL MOMENTO DI GRANDE ANGOSCIA IL POPOLO SARÀ SALVATO. Saranno salvati quelli iscritti nel libro. È un’immagine tipicamente apocalittica, il libro dei redenti, coloro che sono iscritti, perché IL SIGNORE TIENE CONTO DI TUTTO, ed è l'annuncio che SI REALIZZA NELLA ESPERIENZA DI GESÙ: la grande tribolazione, la persecuzione per eccellenza è la passione di Gesù e IN QUELLA STORIA DI MORTE DI INGIUSTIZIA DI OPPRESSIONE VIENE SALVATO IL POPOLO.

            3. LA MOLTITUDINE DEI MORTI SI RISVEGLIERÀ, la quantità immensa dell'umanità morta che giace nella polvere si risveglierà: GLI UNI ALLA VITA ETERNA E GLI ALTRI ALLA VERGOGNA E A L'INFAMIA ETERNA. Ci sarà la RISURREZIONE e la DISTINZIONE, allora ci sarà la separazione e il giudizio di Dio. I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento. I saggi sono coloro che si stanno impegnando a costo della loro vita per essere fedeli e per insegnare alle nuove generazioni il rispetto della fedeltà nonostante le cose vadano male perché NEL MOMENTO DELL'INTERVENTO DI DIO SARÀ LUI A FARE IL GIUDIZIO E A DARE LA RICOMPENSA.

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            Dalla lettera agli Ebrei - Eb 10,11-14.18
            Ogni sacerdote si presenta giorno per giorno a celebrare il culto e a offrire molte volte gli stessi sacrifici, che non possono mai eliminare i peccati.
            Cristo, invece, avendo offerto un solo sacrificio per i peccati, si è assiso per sempre alla destra di Dio, aspettando ormai che i suoi nemici vengano posti a sgabello dei suoi piedi. Infatti, con un’unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati.
            Ora, dove c’è il perdono di queste cose, non c’è più offerta per il peccato.

            1. Cristo ha offerto sé stesso e IL SUO SACRIFICIO È L'UNICO VALIDO, il solo, fatto una volta sola, SUFFICIENTE PER IL PERDONO DEI PECCATI. Dopodiché il Cristo SI È ASSISO ALLA DESTRA DI DIO PER SEMPRE e aspetta che tutto sia posto sotto i suoi piedi. HA PAGATO LUI IL PREZZO DEL NOSTRO PECCATO!

            2. Con un'unica offerta Cristo HA RESO PERFETTI PER SEMPRE quelli che vengono santificati. Notiamo che c’è un'opera già fatta totalmente da Dio, ma che ha ancora BISOGNO DI ESSERE COMPLETATA DA PARTE NOSTRA con la collaborazione dell'umanità. UNA VOLTA SOLA HA OFFERTO IL SACRIFICIO, CHE È SUFFICIENTE PER SEMPRE, HA GIÀ FATTO TUTTO QUELLO CHE SERVE PER LA NOSTRA SALVEZZA, MA RICHIEDE LA NOSTRA COLLABORAZIONE IN QUANTO SIAMO IN VIA DI SANTIFICAZIONE…

            3. L'efficacia del sacrificio di Cristo, porta alla nostra santificazione. Ricapitolando: nel testo troviamo l'annuncio della fine - la certezza della salvezza - ma anche l'esortazione alla veglia, all'impegno, all'attenzione, alla collaborazione, PER ACCOGLIERE LA SALVEZZA E RENDERLA EFFICACE QUI ADESSO NELLA NOSTRA VITA. Buon cammino…

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            + Dal Vangelo secondo Marco - Mc 13,24-32
            In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
            «In quei giorni, dopo quella tribolazione,
            il sole si oscurerà,
            la luna non darà più la sua luce,
            le stelle cadranno dal cielo
            e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.
            Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.
            Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.
            In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
            Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».

            1. DOPO QUELLA TRIBOLAZIONE, IL SOLE E LA LUNA SI OSCURERÀ, LE STELLE CADRANNO E LE POTENZE SARANNO SCONVOLTE. Le guerre, i delitti, i terremoti, le distorsioni della verità e i tradimenti, sono segni premonitori di un disastro più grande? NO… NO… NO…

            2. Gesù NON annuncia l’avvento del nulla, del disastro finale MA la sua stessa venuta come glorioso Figlio dell’Uomo. Come nel parto dopo i dolori nasce la vita, I DOLORI SONO L'INIZIO DEL MONDO NUOVO... UN MONDO UMANO...

            3. NOI DISCEPOLI SIAMO CHIAMATI AD ACCOMPAGNARE IL GERMOGLIO CHE CRESCE (il mondo nuovo) DEI TENERI RAMI CHE ANNUNCIANO L’ESTATE. Ci è donata una ragione più grande per vivere e anche per morire... IL MONDO È NELLE MANI DI DIO...
            BUONA DOMENICA....

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            LA PRIMAVERA

            L'autunno, simbolo di morte e attesa, ci ricorda che, nonostante le difficoltà, la speranza di una nuova primavera di vita è sempre presente. Come le foglie sugli alberi, siamo chiamati a vivere con serenità nell'attesa di un rinnovamento spirituale, confidando nella promessa di Cristo. Questo tempo di riflessione è un'opportunità per ripensare al nostro cammino e prepararci a rifiorire. La fede ci spinge a non smettere di credere e aspettare con fiducia la "primavera di Dio".

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            LECTIO DIVINA - XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

            OMELIA - XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)