Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi - 1Cor 15,1-8
Vi proclamo, fratelli, il Vangelo che vi ho annunciato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi e dal quale siete salvati, se lo mantenete come ve l’ho annunciato. A meno che non abbiate creduto invano!A voi infatti ho trasmesso, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto, cioèche Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritturee che fu sepoltoe che è risorto il terzo giorno secondo le Scritturee che apparve a Cefa e quindi ai Dodici.In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me.
1. Paolo ricorda ai cristiani di Corinto di avergli annunziato il Vangelo. Loro LO HANNO RICEVUTO E HANNO MESSO LE RADICI, sono saldi, solidi in questa fede. ED È PROPRIO NELLA PERSEVERANZA IN QUESTA FEDE CHE C'È LA SALVEZZA…2. GESÙ MORÌ PER I NOSTRI PECCATI. Che significa “a vantaggio, a favore”. È morto a favore dei nostri peccati, cioè sottintende l'idea di espiazione, di purificazione, di salvezza. È MORTO PER ELIMINARE I NOSTRI PECCATI…3. IL TERZO GIORNO RISUSCITÒ. Avviene qualcosa di grande, di significativo. È IL MOMENTO DELL'INTERVENTO DI DIO, ma non sarebbe stato aggiunto se non fosse stato storico l'incontro con il risorto il terzo giorno dopo la morte... GESÙ È VIVO È VERAMENTE RISORTO…
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+ Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 14,6-14
In quel tempo, disse Gesù a Tommaso: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch'egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò».
«Signore, mostraci il Padre e ci basta». La risposta di Gesù a Filippo cambia il metodo – cioè la strada – per raggiungere Dio. Non il nostro sforzo, ma la grazia di uno sguardo a Gesù, immagine vera del Padre tra gli uomini. Il Padre invisibile si rende visibile e raggiungibile in Gesù e nelle sue opere. Non solo. Attraverso Gesù, il Padre rende possibile anche a noi compiere le opere del Figlio suo. Ma noi abbiamo il coraggio di andare da Gesù, il coraggio nella preghiera? O preghiamo un po’ così, come si può, spendendo un po’ del nostro tempo? Nella vita la preghiera deve avere il primo posto. Poi, le altre cose. Ma quando le altre cose tolgono spazio alla preghiera, qualcosa non funziona.
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Filippo ha avuto sempre Gesù “sotto gli occhi” e non lo ha riconosciuto. Come spesso dice il Papa citando sant’Agostino: ho paura che Gesù passi e io non me ne accorga. C’è rischio più grande?
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