domenica 10 agosto 2025

Sap 18,6-9 - Eb 11,1-2.8-19 - Lc 12,32-48 - XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

 XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

Domenica 10 Agosto 2025

Dal libro della Sapienza - Sap 18,6-9

La notte [della liberazione] fu preannunciata ai nostri padri,
perché avessero coraggio,
sapendo bene a quali giuramenti avevano prestato fedeltà.
Il tuo popolo infatti era in attesa
della salvezza dei giusti, della rovina dei nemici.
Difatti come punisti gli avversari,
così glorificasti noi, chiamandoci a te.
I figli santi dei giusti offrivano sacrifici in segreto
e si imposero, concordi, questa legge divina:
di condividere allo stesso modo successi e pericoli,
intonando subito le sacre lodi dei padri.
1. La liberazione dalla schiavitù d'Egitto, la notte della liberazione, FU ANNUNCIATA ai nostri Padri perché avessero coraggio. Il Signore, sia ad Abramo che a Giacobbe, come anche a Giuseppe aveva preannunciato quella notte, cioè la notte della liberazione. Quanto Dio ha intenzione di fare viene ANNUNCIATO PERCHÉ DIVENGA OGGETTO DI ATTESA E DI DESIDERIO.

2. Il tuo popolo era in attesa della salvezza dei giusti, della rovina dei nemici. COSÌ DESIDERAVA IL POPOLO MA SAPPIAMO CHE LE INTENZIONI DEL SIGNORE ERANO BEN ALTRE. Lui desiderava che il Faraone lasciasse partire il suo popolo. Lo lasciasse libero. Il Signore si sarebbe fermato al primo segno. DIO È GUIDATO DALLA SUA SAPIENZA E NON QUELLA DEGLI UOMINI. 
3. E così i nostri padri in quella notte di veglia ERANO IN ATTESA, offrivano sacrifici in segreto, si erano imposti questa legge: CONDIVIDERE tutto intonando le lodi dei padri. ERANO SVEGLI per essere partecipi dell’azione salvifica di Dio. L’OPERA SALVIFICA DI DIO COINVOLGE UN POPOLO CHIAMATO A VIVERE IN MODO SOLIDALE quanto accade: “i successi e i pericoli”…

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Dalla lettera agli Ebrei - Eb 11,1-2.8-19

Fratelli, la fede è fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede. Per questa fede i nostri antenati sono stati approvati da Dio.
Per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava.
Per fede, egli soggiornò nella terra promessa come in una regione straniera, abitando sotto le tende, come anche Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa. Egli aspettava infatti la città dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore è Dio stesso.
Per fede, anche Sara, sebbene fuori dell’età, ricevette la possibilità di diventare madre, perché ritenne degno di fede colui che glielo aveva promesso. Per questo da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia che si trova lungo la spiaggia del mare e non si può contare.
Nella fede morirono tutti costoro, senza aver ottenuto i beni promessi, ma li videro e li salutarono solo da lontano, dichiarando di essere stranieri e pellegrini sulla terra. Chi parla così, mostra di essere alla ricerca di una patria. Se avessero pensato a quella da cui erano usciti, avrebbero avuto la possibilità di ritornarvi; ora invece essi aspirano a una patria migliore, cioè a quella celeste. Per questo Dio non si vergogna di essere chiamato loro Dio. Ha preparato infatti per loro una città.
Per fede, Abramo, messo alla prova, offrì Isacco, e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unigenito figlio, del quale era stato detto: «Mediante Isacco avrai una tua discendenza». Egli pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe anche come simbolo.
1. FEDE È FONDAMENTO. La fede è la sostanza delle cose sperate, è la base solida che regge l’attesa. SENZA FEDE LA SPERANZA È ILLUSIONE, si aspetta vagamente un mondo migliore, ci si illude che le cose cambino in meglio, ma non c’è fondamento.

2. I GRANDI ESEMPI DI FEDE BIBLICA: L’OBBEDIENZA DI ABRAMO CHE PARTÌ PER FEDE, perché SI ERA APPOGGIATO AL SIGNORE SUL SERIO e il Signore fu il fondamento di tutta la sua vita. PER FEDE SARA HA LA POSSIBILITÀ DI GENERARE perché ritenne il Signore degno di fede, credibile, attendibile. PER FEDE STRANIERI E PELLEGRINI SONO ALLA RICERCA DI UNA PATRIA MIGLIORE.

3. Per fede Abramo è disposto a sacrificare il figlio perché crede che Dio possa far risorgere dai morti. PER QUESTO LO RIEBBE, PERCHÉ SI BASA SU DIO, convinto che la sua potenza creatrice va ben al di là delle perdite umane; LO RIEBBE E FU COME UN SIMBOLO. È proprio l’immagine, la grande parabola del sacrificio di Cristo e della risurrezione di Gesù.

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+ Dal vangelo secondo Luca - Lc 12,32-48
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno.
Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.
[ Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!
Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». ]
Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.
Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.
A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».  
1. Nella comunità Cristiana, piccolo gregge c'è posto SOLO PER COLORO CHE VOGLIONO SERVIRE E DONARE LA VITA per il bene dei fratelli e dell'intera comunità, COME GESÙ. NON AVERE PAURA DI DONARTI, NON FARE CALCOLI, MA ABBI FEDE! DONA TUTTO TE STESSO!

2. Nella comunità Cristiana c'è la CONDIVISIONE DEI BENI. Chi vende i suoi averi, o meglio chi non vive esclusivamente per i suoi beni, e ha un'apertura verso gli altri, in particolar modo i bisognosi, È RICCO DINANZI A DIO. HAI UN TESORO SICURO NEI CIELI…

3. Nella comunità Cristiana c'è la certezza che IL SIGNORE VERRÀ, NOI LO STIAMO ASPETTANDO. La VIGILANZA è necessaria per evitare la TENTAZIONE di voler diventare padroni, di ergersi a giudici, di avere la fantasia di primeggiare nella comunità etc. SIAMO SERVI, VIGILA SEMPRE...

BUONA DOMENICA...

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SERVI

I cristiani sono SERVI IN ATTESA del Signore che viene. Oggi siamo invitati ad essere attenti, pronti, ma non angosciati. Attivi, sereni, ma non agitati. Vivi, ma non ansiosi. Dobbiamo imparare a stare al nostro posto, in senso attivo, ossia darci da fare. Occorre farci trovare dal Signore, in ogni momento, occupati a svolgere i compiti che ci ha assegnato. Il tempo dell'attesa è il tempo della responsabilità e della fedeltà... 

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LECTIO DIVINA - XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

OMELIA - XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

 

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