martedì 26 agosto 2025

LAURA RESISTE. ESISTE E RESISTE.

LAURA RESISTE. ESISTE E RESISTE.

Nella corsa quotidiana del mondo, dove tutto si misura in efficienza, successo e velocità, ci sono storie che si muovono con un passo diverso. Storie come quella di chi vive la disabilità non come una condanna, ma come una lente attraverso cui scoprire l’essenziale. Come quella di Laura, che sin da piccola ha imparato a chiudere gli occhi per proteggersi, a mettere le mani avanti per cadere meglio, a sentire il peso dello sguardo altrui che non vede oltre la sua carrozzina.

 Il Vangelo ci invita a prendere la nostra croce e seguirLo. Ma per chi ha una disabilità, questa croce non è la propria condizione fisica. La croce vera è nella percezione degli altri, è in quella pietà che toglie il diritto all’ascolto. È nelle barriere architettoniche e culturali che impediscono di vivere una piena cittadinanza. È in chi decide che una donna disabile non può essere madre, che il suo corpo non ha diritto a una sessualità, a una vita affettiva, a una libertà di scelta.

 Eppure, Laura resiste. Esiste e resiste. La sua voce, serrata dalla spasticità, trova altre vie per farsi sentire: i fatti, le azioni, gli sguardi, le mani che si tendono. C'è Gianni Alessio, l’allenatore che ha scelto di accompagnarla nella corsa quando sembrava un gesto inutile. C'è Luca, suo marito, che non l’ama "nonostante tutto", ma proprio per tutto, che condivide con lei la croce della fatica quotidiana. E c'è Giacomo, il loro bambino, che cresce testimone di una normalità che sa di rivoluzione.

 Nel Vangelo di Matteo, i talenti sono doni da far fruttare. Ma in una società dell’apparenza, il talento delle persone disabili sembra invisibile.

 Laura ha imparato a riconoscere i suoi, non perché qualcuno glieli abbia indicati, ma perché ha dovuto scavare a fondo, lottare contro il silenzio e i pregiudizi. E il suo talento più grande è proprio quello di trasformare la compassione in dialogo, il pregiudizio in relazione, la fragilità in forza.

 Questa è la croce che porta ogni giorno: non la disabilità in sé, ma l’ignoranza di chi decide che la sua voce non conta, che la sua vita è meno degna. Una croce pesante, ma che non porta da sola. Perché accanto a lei c'è chi ha scelto di fare come Simone di Cirene: portarla insieme, per amore.

 E mentre in Europa solo dieci Paesi vietano per legge la sterilizzazione forzata delle persone con disabilità, e in Italia meno di una donna disabile su tre lavora, Laura ci ricorda che la vera rivoluzione è nella testimonianza. In quel talento messo a frutto ogni giorno, nonostante tutto. Anzi, proprio per tutto.

 

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