Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési - 1Ts 2,9-13
Voi ricordate, fratelli, il nostro duro lavoro e la nostra fatica: lavorando notte e giorno per non essere di peso ad alcuno di voi, vi abbiamo annunciato il vangelo di Dio.Voi siete testimoni, e lo è anche Dio, che il nostro comportamento verso di voi, che credete, è stato santo, giusto e irreprensibile. Sapete pure che, come fa un padre verso i propri figli, abbiamo esortato ciascuno di voi, vi abbiamo incoraggiato e scongiurato di comportarvi in maniera degna di Dio, che vi chiama al suo regno e alla sua gloria.Proprio per questo anche noi rendiamo continuamente grazie a Dio perché, ricevendo la parola di Dio che noi vi abbiamo fatto udire, l’avete accolta non come parola di uomini ma, qual è veramente, come parola di Dio, che opera in voi credenti.
1. Paolo chiama i Tessalonicesi “fratelli” è una cosa importante questa perché PAOLO FA DA PADRE E DA MADRE PERCHÉ TUTTI CRESCANO E DIVENTINO SUOI FRATELLI, UGUALI A LUI: non si devono creare dipendenze, il fratello è uguale al fratello. Un uomo diventa adulto quando SA FARE DA PADRE E MADRE ai fratelli…
2. Cosa fa il padre con i suoi figli? Prima di tutto UN COMPORTAMENTO TOTALMENTE INTEGRO, che vive quel che dice e, poi sa ESORTARE, INCORAGGIARE, SCONGIURARE i fratelli a comportarsi in modo degno di Dio che ti chiama al suo regno e alla sua gloria, chiama a una vita piena.
3. Paolo termina questo brano con un ringraziamento per i risultati ottenuti. Gli sforzi di Paolo e dei suoi collaboratori non sono stati vani, perché I TESSALONICESI HANNO ACCOLTO IL LORO MESSAGGIO COME SE DIO STESSO PARLASSE PER MEZZO LORO. Ecco perché questa predicazione ha avuto successo e ha fatto nascere la fede nei Tessalonicesi.
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+ Dal vangelo secondo Matteo - Mt 23,27-32
In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume. Così anche voi: all’esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che costruite le tombe dei profeti e adornate i sepolcri dei giusti, e dite: “Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non saremmo stati loro complici nel versare il sangue dei profeti”. Così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli di chi uccise i profeti. Ebbene, voi colmate la misura dei vostri padri».
"Guai a voi, scribi e farisei ipocriti" Ma come? Scribi e farisei erano gente istruita e potente, che rivendicava la fedeltà alla legge e alle tradizioni. Eppure a Gesù gli appaiono corrotti, che li bolla come sepolcri, belli fuori, marci dentro.
In più si giustificano ritenendosi “diversi” dal mondo che è cattivo! Gli altri sono cattivi, hanno fatto il male (“sangue dei profeti”) mentre noi … quel male non l’avremmo mai fatto!
L’ipocrisia degli scribi e dei farisei rappresenta lo stile del diavolo. Non si può convivere con gente ipocrita ma ce ne sono. A Gesù piace smascherare l’ipocrisia. Lui sa che sarà proprio questo atteggiamento ipocrita a portarlo alla morte, perché l’ipocrita non pensa se usa dei mezzi leciti o no, va avanti.
E conclude il testo “Avete colmato la misura dei vostri padri”. Come dire, siete peggio di loro e farete una cosa ancora peggiore: ucciderete anche me!
Lasciamo che Gesù scavi all’interno della nostra persona, e la rovesci da dentro. Smascheri la nostra ipocrisia e ci doni la forza della conversione del cuore che nasce da una attrattiva più grande.
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Come è possibile che ogni volta che ci indigniamo e scandalizziamo per un comportamento, poi basta molto poco per compiere proprio quei gesti che ora stigmatizziamo? Dov’è l’errore?
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