domenica 2 novembre 2025

02.11 COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI

 

COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI.

 Il 2 novembre la Chiesa commemora tutti i fedeli defunti, cioè coloro che sono morti in grazia di Dio ma non ancora pienamente purificati. È una giornata di profonda comunione spirituale che segue la solennità di Tutti i Santi, e che ci ricorda il legame invisibile ma reale tra i battezzati sulla terra, le anime del Purgatorio e i santi del Paradiso, tutti uniti nel Corpo Mistico di Cristo.

 La Chiesa invita in questo giorno a offrire Messe, preghiere, elemosine e opere di penitenza per i defunti, affinché possano purificarsi e giungere alla visione beatifica di Dio. Tale pratica ha radici bibliche, come testimonia l’episodio di Giuda Maccabeo che fece offrire un sacrificio per i soldati caduti, «perché fossero assolti dal peccato» (2 Mac 12,38-45). È segno della fede nello stato intermedio di purificazione che la tradizione cristiana chiama Purgatorio.

 Il peccato, infatti, comporta una duplice conseguenza: la colpa, rimessa nella Confessione, e la pena temporale, che richiede espiazione e purificazione. Le anime del Purgatorio, ormai certe della salvezza, soffrono solo la nostalgia di Dio e desiderano ardentemente unirsi a Lui. Le opere di carità e di preghiera dei vivi possono abbreviare le loro pene, perché nella comunione dei santi il bene di uno giova a tutti.

 In particolare, dall’1 all’8 novembre, la Chiesa concede l’indulgenza plenaria per un’anima del Purgatorio a chi visita un cimitero, prega per i defunti e soddisfa le tre condizioni: Confessione, Comunione e preghiera secondo le intenzioni del Papa.

 La commemorazione collettiva dei defunti ha origini antichissime, già testimoniata da sant’Agostino. Tuttavia, fu sant’Odilone di Cluny nel 998 a istituire la celebrazione del 2 novembre come giorno specifico di suffragio, tradizione che poi si estese a tutta la Chiesa.

 La Commemorazione dei fedeli defunti è quindi un giorno di speranza e di carità, in cui il cristiano contempla il mistero della morte illuminato dalla risurrezione di Cristo e rinnova l’amore verso i propri cari, affidandoli alla misericordia infinita di Dio.

 

Per noi oggi:

 Ricordare i morti ci provoca a vivere da risorti. In un mondo che rimuove la morte o la traveste da festa, la Chiesa ci invita a guardarla in faccia, non per paura ma per speranza: se la vita finisce solo in Dio, allora ogni giorno è un passo verso l’eternità, non un conto alla rovescia verso il nulla.

 Pregare per i defunti è un atto rivoluzionario di amore gratuito. È amare chi non può più restituirci nulla, in un tempo in cui ogni relazione è calcolata sul dare e avere. Pregare per loro significa credere che la comunione vince la morte, che il bene continua oltre la tomba e che nessuno è mai davvero perduto nel cuore di Dio.

 Il Purgatorio ci ricorda che il Paradiso non è “a buon mercato”. La santità costa purificazione: se oggi tutto ci invita a evitare la fatica, la fede ci dice che nulla di impuro può entrare nella gloria. Il cammino verso Dio passa dal fuoco dell’amore che brucia l’egoismo — ed è un fuoco che dobbiamo iniziare ad accendere già qui, nelle nostre scelte quotidiane.


Commemorazione di tutti i fedeli defunti, nella quale la santa Madre Chiesa, già sollecita nel celebrare con le dovute lodi tutti i suoi figli che si allietano in cielo, si dà cura di intercedere presso Dio per le anime di tutti coloro che ci hanno preceduti nel segno della fede e si sono addormentati nella speranza della resurrezione e per tutti coloro di cui, dall’inizio del mondo, solo Dio ha conosciuto la fede, perché purificati da ogni macchia di peccato, entrati nella comunione della vita celeste, godano della visione della beatitudine eterna.



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