ROMANIA. I
VESCOVI EROI PERSEGUITATI DAI COMUNISTI SONO BEATI
Il coraggio di portare il Vangelo nella persecuzione.
Quando nel 1945 i comunisti filo-sovietici presero il potere in Romania, il primo ministro Petru Groza cercò di ridimensionare il ruolo e l’influsso della religione nella società. La sua attenzione si focalizzò più sulla Chiesa cattolica che non su quella ortodossa. In particolare, nei confronti della prima si comportò come aveva fatto Stalin con i greco-cattolici in Ucraina. Lanciando, cioè, una campagna di diffamazione contro il Vaticano e contro i cattolici, che venivano considerati come obbedienti a un potere straniero e imperialista, che aveva l’obiettivo di condizionare la situazione politica e sociale in Romania. La risposta dei vescovi e di tutta la Chiesa greco-cattolica fu la preghiera, l’unità di intenti e la fedeltà al Papa, senza nessuna esitazione. Il cammino verso il martirio non si consumò in un solo momento, ma fu progressivo, in conseguenza di un’unica e sistematica strategia di distruzione.
“Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi. Mt 5,11-12”
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