AMO LA SPERANZA…
«E lì Sam, sbirciando fra i lembi di nuvole che sovrastavano un’alta vetta, vide una stella bianca scintillare all’improvviso. Lo splendore gli penetrò nell’anima, e la speranza nacque di nuovo in lui. Come un limpido e freddo baleno passò nella sua mente il pensiero che l’Ombra non era in fin dei conti che una piccola cosa passeggera: al di là di essa vi erano eterna luce e splendida bellezza».
Leggendo questa celebre frase tratta dal terzo volume del romanzo “Il Signore degli anelli” (“The Lord of the Rings”, 1954-1955), opera dello scrittore britannico J. R. R. Tolkien, viene spontaneo riflettere sull’incredibile importanza che ha il sentimento della speranza all’interno delle vicende vissute dai nostri mezzuomini. In una situazione totalmente avversa ai protagonisti dell’avventura, minacciati da una forza oscura che giorno dopo giorno sembrerebbe acquisire un potere al di sopra di ogni possibilità, l’unica via percorribile si rivela essere quella di affidare la sorte dell’intera Terra di Mezzo ad un piccolo e semplice hobbit.
L’unico anello, strumento di morte e di immenso potere, bramato da Sauron, l’emissario del male, affinché possa ottenere nuovamente le sue piene forze, deve essere necessariamente distrutto per poter garantire la pace e la vittoria contro il nemico. L’anello esercita una terribile influenza nelle menti di coloro che vi entrano in contatto e proprio per questo la missione necessita di qualcuno che dimostri una notevole forza di volontà. Una resistenza di fronte alla tentazione del male che Frodo, effettivamente, dimostra sin dall’inizio ma che verrà messa, inevitabilmente, a dura prova con il progressivo avvicinamento alla meta finale.
Una missione folle, disperata e con pochissima probabilità di riuscita, dipesa dall’unica forza che rimane salda e inscalfibile di fronte alle violente braccia protese dell’oscurità: la speranza.
I protagonisti si ritroveranno a dover contare unicamente su di essa costantemente. In modo particolare dopo la scomparsa di Gandalf, precipitato nell’abisso di Moria durante il duello con il Balrog, e dopo la separazione di Frodo e Sam dalla Compagnia dell’anello: per i due hobbit, infatti, non esisteva altra strada che quella di intraprendere il resto del viaggio seguendo una via differente, lontani dal contatto e la sicurezza dei propri compagni. L’inevitabile disgregazione della Compagnia, non a caso, si rivelerà l’atto di estrema fede e follia necessario per raggiungere l’obiettivo finale dell’avventura. Un salto nel vuoto, una profonda discesa nel dubbio, un atto di immenso coraggio pregno di dolore e sacrificio, unica e sola possibilità di eludere lo sguardo sempre attento e instancabile del nemico. E la loro missione giungerà a termine, con esito positivo, dai due valorosi hobbit.
In conclusione possiamo dire che la speranza è stata una virtù essenziale per Frodo e Sam nel loro arduo compito di distruggere l'Unico Anello. Nonostante il potere oscuro di Sauron sembri insormontabile, la speranza che la loro missione possa portare pace alla Terra di Mezzo li ha spinti a continuare. La visione di una stella da parte di Sam è un simbolo potente di speranza che illumina anche i momenti più bui del loro viaggio.
Ma che cos’è la speranza? La speranza è Gesù. La sua vita, il suo Spirito sono la forza interiore che ti consentirà di donarti, di amare anche nelle circostanze più avverse. La fede in Gesù rinnova la speranza e si manifesta attraverso la carità.
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