martedì 8 aprile 2025

NON ABBIATE PAURA!

NON ABBIATE PAURA!

Nel ventesimo anniversario della scomparsa di san Giovanni Paolo II e nel trentesimo della sua enciclica "Evangelium vitae", il vescovo emerito Massimo Camisasca ha reso omaggio alla figura del pontefice in un intervento pronunciato il 15 febbraio 2025 a Varese. Due anniversari che si intrecciano nel messaggio di Cristo: "Sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza".

 Giovanni Paolo II, fin dall’inizio del suo pontificato, ha riaffermato la centralità della fede come esperienza vitale e come risposta alle attese dell’uomo contemporaneo. Il suo grido "Non abbiate paura!", pronunciato all’inaugurazione del pontificato, ha segnato un passaggio decisivo: la fede non era al tramonto, ma poteva attraversare la modernità con coraggio e speranza.

 La sua figura si imponeva non solo per il ruolo, ma per la sua umanità autentica: poeta, sportivo, filosofo e mistico. Un uomo che portava gli altri perché si sapeva portato da Dio. Il suo pontificato, caratterizzato da un senso messianico ereditato dalla tradizione della Chiesa polacca, si è svolto su scala mondiale, testimoniato dai suoi viaggi e dal desiderio di dialogo tra le religioni, senza mai rinunciare all’unicità del messaggio cristiano.

 Giovanni Paolo II ha combattuto la secolarizzazione riaffermando la valenza sociale della fede e ridando vigore alle comunità cristiane. Ha riconosciuto il valore della vita umana come dono divino, ribadendo che ogni vita, dal concepimento alla morte naturale, è preziosa agli occhi di Dio. Questo concetto è stato il cuore della "Evangelium vitae", dove ha denunciato il pericolo della giustificazione del male come espressione della libertà individuale e ha previsto le conseguenze dell’alienazione dell’uomo nella società globalizzata.

 Il papa polacco ha compreso che la libertà non può essere separata dalla verità: una società fondata su un individualismo assoluto genera divisione e prevaricazione. La negazione del legame tra Dio e l’uomo porta alla frammentazione sociale e alla manipolazione della dignità umana. Nel suo magistero ha ribadito che solo riconoscendo la nostra natura di creature possiamo partecipare alla vita stessa di Dio e realizzare pienamente la nostra esistenza.

 Anche nella malattia, Giovanni Paolo II ha offerto una testimonianza di fede vissuta fino in fondo, mostrando che la sofferenza non è una sconfitta, ma può essere trasformata in offerta e partecipazione al mistero di Cristo. Il suo pontificato è stato segnato dall’annuncio incessante della speranza cristiana: un’umanità rinnovata nell’amore di Dio.

 L’eredità di Giovanni Paolo II resta viva: il suo messaggio di difesa della vita, della libertà radicata nella verità e della dignità umana continua a interrogare e a ispirare le coscienze. Il "Vangelo della vita" non è solo una denuncia, ma un appello alla riscoperta della bellezza e della sacralità dell’esistenza umana nel progetto divino.

 Giovanni Paolo II, la sua vita e il suo insegnamento ci invitano a guardare oltre le difficoltà del presente, con la certezza che la fede autentica genera speranza, unità e amore per la vita.

 

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