Dal libro del profeta Isaìa - Is 49,1-6
Ascoltatemi, o isole,udite attentamente, nazioni lontane;il Signore dal seno materno mi ha chiamato,fino dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome.Ha reso la mia bocca come spada affilata,mi ha nascosto all’ombra della sua mano,mi ha reso freccia appuntita,mi ha riposto nella sua farètra.Mi ha detto: «Mio servo tu sei, Israele,sul quale manifesterò la mia gloria».Io ho risposto: «Invano ho faticato,per nulla e invano ho consumato le mie forze.Ma, certo, il mio diritto è presso il Signore,la mia ricompensa presso il mio Dio».Ora ha parlato il Signore,che mi ha plasmato suo servo dal seno maternoper ricondurre a lui Giacobbee a lui riunire Israele– poiché ero stato onorato dal Signoree Dio era stato la mia forza –,e ha detto: «È troppo poco che tu sia mio servoper restaurare le tribù di Giacobbee ricondurre i superstiti d’Israele.Io ti renderò luce delle nazioni,perché porti la mia salvezzafino all’estremità della terra».
1. Siamo nel tempo difficile dell’esilio a Babilonia: NONOSTANTE LE APPARENZE, le nazioni e la loro potenza sono un nulla e presto ne avremo la prova, perché, ecco, saremo liberati. IL NUOVO ESODO È PIÙ GRANDE DELL'ANTICO.
2. La missione di Israele non sarà puramente nazionale, e il suo raduno non ha un senso unicamente per le "tribù" disperse "di Giacobbe”: IL SERVO È CHIAMATO A UNA MISSIONE UNIVERSALE.
3. IL “SERVO” È ISRAELE SOFFERENTE AL TEMPO DELL’ESILIO: Dio lo sta per liberare con un esodo – appunto – più ampio del precedente. Essere servo, EVED, significa certo APPARTENERE a qualcuno, dipendere da un signore: IO TI HO CHIAMATO PER NOME: TU SEI MIO ma significa pure AVERE UN SERVIZIO, UN COMPITO, UN PRECISO MINISTERO DA SVOLGERE.
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+ Dal Vangelo secondo Giovanni - Gv 13,21-33.36-38
In quel tempo, [mentre era a mensa con i suoi discepoli,] Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardavano l'un l'altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariòta. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte. Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire». Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m'abbia rinnegato tre volte».
Gesù è profondamente turbato. Turbato perché, di lì a poco avrebbe dovuto patire fino alla morte. Patire anche del tradimento, doveva riconoscere che l’umanità, pur amata, è infedele e lo tradisce. Qui Satana entra in gioco.
Un discepolo “che Gesù amava” partecipa intimamente al turbamento di Gesù.
Ma questo possesso di Satana, o questa “notte” non prevarrà nella storia di Gesù e dei suoi discepoli che lo amano. Infatti, la morte di Gesù rivela “la gloria di Dio”, cioè “il peso” che ha e col quale Dio agisce nel mondo. E’ un “peso/gloria” che si manifesta nell’amore donato, in obbedienza radicale alla volontà di Dio.
E svela per noi quello che egli vive per primo: “Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri”.
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E' la notte del crollo totale degli apostoli. Non capiscono ciò che sta accadendo e danno risposte subito smentite come nel caso di Pietro, l'incoerente. Quanto è umano Pietro, quanto simile a noi?
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