COME VINCERE LA PAURA?…
Un anziano sacerdote dotato ancora di lucidità e presenza di spirito (forse non di sufficiente realismo e prudenza) mi diceva un giorno con disappunto: «Ieri sera un giovane con il volto bendato mi ha affrontato sulla strada per estorcermi denaro; io ho gridato e si è allontanato. Proprio ieri che non avevo infilato la mia solita mazza da golf sulla schiena!». Questa era la sua abitudine come legittima difesa e superamento della paura. La paura ha diverse origini e forme.
La paura del bambino è dovuta all’inesperienza, al buio, all’abbandono. Il superamento delle paure infantili ci fa diventare umani perché umani non si nasce ma si diventa.
La paura dell’acqua o dell’aria dipende dal fatto che aria e acqua non sostengono ma inghiottono o lasciano precipitare. Per questo Pietro nel racconto del Vangelo affonda nonostante l’invito del Signore.
La paura del fraudolento e del mentitore è quella di essere scoperto.
La paura del possidente è quella di perdere le proprie ricchezze.
Il cane aggredisce chi gli sta di fronte con paura: forse perché lui stesso ha paura del procedere incerto di chi lo avvicina.
Branduardi canta nel suo poema francescano che il lupo fa paura ma più ancora l’inferno.
La paura dell’abbandono, della solitudine di fronte al dolore ha angosciato anche il Cristo, sulla croce e nel Getsemani.
La grande paura che attanaglia il mondo sviluppato dell’Occidente è quella di un conflitto nucleare o di un’epidemia pandemica che metta in pericolo l’umanità intera; o che l’alto livello di vita tecnologica raggiunto si trasformi in una trappola mortale con effetto boomerang distruttivo.
«Solo alla morte non c’è rimedio» dice un vecchio adagio poco cristiano. Oggi però è più facile trovare chi dice di aver più paura della malattia e del dolore fisico che della morte.
Il coraggio supera la paura, non la elimina, la affronta. Che cosa ci permetterà finalmente la vittoria sulla paura? Soltanto il timor di Dio cancella ogni paura. Il timor di Dio (= il rispetto di Dio) è la virtù dei credenti, dei veri adoratori, consapevoli e responsabili dei doni ricevuti, di coloro che riconoscono la bellezza stupenda, ma fragile e frangibile.
Come temiamo la caduta a terra di un vaso prezioso, così temiamo di profanare il progetto di Dio sull’uomo e la natura. La fede trasforma la paura in timor di Dio, in rispetto, in scoperta, in glorificazione.
Il timore si accompagna sempre all’amore. Il passaggio dalla paura al timor di Dio è l’itinerario di ogni vita in Cristo. Il fascino del monte Sion scioglie la paura del monte Sinai; la presenza di Dio non tiene più lontani, ma attira.
Riusciremo a trasformare la paura (e anche l’indifferenza) in timore per l’Altissimo Signore dell’universo? Allora saremo pronti per vivere in pace sulla terra e per affrontare la fine del mondo.
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