LO STILE DI VITA…
«Non metterò più lo sport davanti a tutto nella mia vita. Con mia moglie vogliamo una famiglia: avremmo potuto farla tre anni fa, dopo i Giochi di Tokyo». “Gimbo” Tamberi, 32 anni, che nel salto in alto ha vinto veramente tutto, rilegge la sua vertiginosa esperienza sportiva tra cadute e riscatti. Tamberi riflette su un cambiamento di prospettiva nel mondo dello sport, evidenziando come atleti di diverse discipline stiano iniziando a vedere lo sport non solo come una continua ricerca di vittoria, ma come un percorso di crescita personale e collettiva.
Nonostante le coliche renali che lo hanno colpito alla vigilia della finale olimpica di Parigi, ha scelto di partecipare comunque, non per vincere, ma per onorare il suo impegno e l'etica sportiva. Questo gesto è stato definito "omerico" e ha sottolineato il valore di scendere in campo anche quando le probabilità sono contro.
Benedetta Pilato, giovane nuotatrice, ha dimostrato una serenità simile: pur mancando il podio per un solo centesimo di secondo, ha celebrato il suo quarto posto come il giorno più felice della sua vita, apprezzando il percorso fatto e non solo il risultato. Questa visione è condivisa anche da altri atleti e figure come Federica Pellegrini, Daniele Garozzo e Julio Velasco, che insistono sull'importanza di godersi il viaggio, rispettare sé stessi e gli altri, e non vedere lo sport come una guerra, ma come un'esperienza condivisa.
La riflessione si conclude con l'idea che i giovani atleti di oggi, con il loro approccio più equilibrato, stiano offrendo una nuova lente per leggere lo sport, come metafora della vita e come proposta di pace.
La narrazione di questi atleti e delle loro esperienze ci invita a ripensare anche al nostro significato della vita. Non si tratta più solo di vincere a ogni costo, ma di coltivare un percorso di crescita personale, di resilienza e di condivisione con gli altri. Gianmarco Tamberi, Benedetta Pilato e tanti altri stanno tracciando una nuova strada, dove l'importanza non risiede solo nel risultato finale, ma nel viaggio, nell'impegno e nella capacità di restare fedeli a sé stessi anche di fronte alle sfide più difficili. Questo cambio di prospettiva, rappresenta una proposta di pace e una visione della vita che può arricchire non solo gli atleti, ma tutti noi, offrendoci uno stile di vita più equilibrato e autentico.
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