sabato 8 febbraio 2025

08.02.2025 - Eb 13,15-17.20-21 - Mc 6,30-34 - Erano come pecore che non hanno pastore.

Dalla lettera agli Ebrei - Eb 13,15-17.20-21

Fratelli, per mezzo di Gesù offriamo a Dio continuamente un sacrificio di lode, cioè il frutto di labbra che confessano il suo nome.
Non dimenticatevi della beneficenza e della comunione dei beni, perché di tali sacrifici il Signore si compiace.
Obbedite ai vostri capi e state loro sottomessi, perché essi vegliano su di voi e devono renderne conto, affinché lo facciano con gioia e non lamentandosi. Ciò non sarebbe di vantaggio per voi.
Il Dio della pace, che ha ricondotto dai morti il Pastore grande delle pecore, in virtù del sangue di un’alleanza eterna, il Signore nostro Gesù, vi renda perfetti in ogni bene, perché possiate compiere la sua volontà, operando in voi ciò che a lui è gradito per mezzo di Gesù Cristo, al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.

1. Il nostro sacrificio è la partecipazione alla vita di Gesù. LA SALVEZZA NON VIENE DAI NOSTRI SACRIFICI, MA DALLA NOSTRA PARTECIPAZIONE AL SUO; l’offerta di noi stessi è il sacrificio esistenziale che è gradito a Dio.

2. Oltre al dono spirituale di noi stessi, della nostra vita, CI È RICHIESTA ANCHE L’ELEMOSINA, LA SOLIDARIETÀ, LA COLLABORAZIONE; è anche l’aiuto concreto al prossimo il sacrificio di cui il Signore si compiace.

3. “Il Dio della pace”, colui che ha creato la pace, è l’autore della riconciliazione, È IL CRISTO RISORTO, è il Pastore grande delle pecore che È VENUTO A CERCARMI, MI HA TROVATO, MI HA PRESO SULLE SUE SPALLE, MI HA PORTATO CON SÉ E CONTINUA A PORTARMI CON SÉ. “Portarmi” significa rendermi perfetto in ogni bene, perché possa compiere la sua volontà operando in me ciò che a Lui è gradito e tutto questo lo opera per mezzo di Gesù Cristo…

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+ Dal Vangelo secondo Marco - Mc 6,30-34
In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare.
Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.
Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.
Vedere, avere compassione, insegnare. Li possiamo chiamare i verbi del Pastore. Lo sguardo di Gesù non è uno sguardo neutro o, peggio, freddo e distaccato, perché Gesù guarda sempre con gli occhi del cuore.
Gesù vede e comprende anche la stanchezza degli apostoli e li porta a un’intimità che riposa. “Venite in disparte con me”. La solitudine della preghiera davanti all’Eucaristia, la partecipazione intensa alla Messa, la meditazione del Vangelo del giorno, lo scambio vero con gli amici, una lettura intelligente e vera… E’ grazia tutto quello che ci porta davanti al suo volto, nella sua Compagnia, e dà significato e vigore a tutte le azioni e al tumulto delle nostre giornate. Impariamo a riposarci nel Signore!

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Riposatevi un po’, dice Gesù. È quello che cerca il nostro cuore inquieto. Gesù lo conosce e ne ha compassione, per i “suoi” e per tutti. Conosciamo altri maestri in grado di darci questo ristoro?

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