martedì 14 novembre 2023

CHE BEI SENTIMENTI…

CHE BEI SENTIMENTI…

Sono p.Pierino, oggi voglio ritornare “ai motivi della mia gioventù”: il Quarticciolo di Roma. Dopo aver fatto il parroco a Foligno, solo un anno e mezzo, eccomi a Roma in una zona di periferia come parroco.
Quando arrivai il tassista mi disse: “fino qua lo posso portare, ma al Quarticciolo non entro con la Macchina!”. Il quartiere “Quarticciolo” è una periferia di Roma disprezzata e malfamata. È una zona di droga, prostituzione e baracche. Vita precaria e difficile. Vigeva la legge dell’arrangiarsi! Fu per me una sorpresa, ma interessante. Era qui in questo ambiente che il Signore mi chiamava a portare la buona notizia, la salvezza, il perdono, la pace. È stata una sorpresa, ma anche una grazia.
Ho avuto dei collaboratori generosi e operosi. Mi hanno aiutato e compreso. Abbiamo lavorato insieme con amicizia. Ci siam distribuiti i compiti e ognuno era responsabile nel suo campo. La Parrocchia ha trovato una bella unità e fraternità.
Quello che a me sembrava importante era stare con la gente. Sentirsi uno di loro, condividere la fede e vivere i loro problemi, in un contesto di marginalità. Ho incontrato tante persone scoraggiate, deluse, piene di paura, che avevano bisogno di una parola, di una presenza serena e sicura. Madri di drogati, di senza tetto, senza lavoro, senza pane e senza casa. La Chiesa era un luogo di solidarietà, di incontro e di speranza.
Un grosso problema furono “i drogati”! Povere famiglie e poveri giovani. Quanto dolore e sofferenza. Fenomeno dilagante nel quartiere. Scontri con la Polizia che cercava di arginare il problema. Quanti scontri e quante denunce. Ho seguito con premura un gruppo di drogati e li ho portati a fare un incontro con il Papa Giovanni Paolo II° in Parrocchia. Il Papa disse: “State portando la croce, se potete uscite da questa situazione! Sappiate che Dio vi ama e siete suoi figli! Diciamo il Padre nostro e vi benedico”!
Altro grosso problema fu quello abitativo. Incontrai gente che viveva negli scantinati, il fenomeno dell’occupazione di case era all’ordine del giorno! Quante lotte tra famiglie e famiglie. Divisioni e scontri per chi arriva prima. Passaggi di casa in incognito. Un mondo di persone che avevano bisogno di sicurezza e speranza. Incontrarle era per me e per loro il ritrovare un po’ di pace e serenità.
Incontrai anche persone sbandate, che vivevano in strada e qualche volta perdevano la testa! Persone alcolizzate che si lasciavano andare. Una notte portai un ubriaco a casa. Non l’avessi mai fatto. In casa mi voleva picchiare. Sono riuscito a scappare in mezzo a grida e urla!
Molte erano le baracche e le baraccopoli abitate da gente di ogni provenienza. Molti vivevano di espedienti con frequenti scontri a causa di divisioni e inimicizie. Ma erano accoglienti e cordiali quando passavo di baracca in baracca! Avevano di tutto. Ma che vita grama.
In Parrocchia svolgevo il servizio Pastorale: Catechesi, funerali, Messe e incontri vari. Che belle soddisfazioni e che belle collaborazioni. L’idea di fondo era quella di costruire la comunità fondandola sull’annuncio di Cristo morto e Risorto in modo da vivere da fratelli e sorelle.
I problemi e le divergenze a volte creavano divisioni, ma alla fine la fede comune in Cristo ha avuto vittoria. Eravamo consapevoli e certi che il volersi bene e il perdonarsi era la vera strada della vittoria e della costruzione di una comunità. E abbiamo imparato a vivere di amore, di servizio e aiuto vicendevole. Abbiamo fatto esperienza del volerci bene e del sentire il bel sogno, che il Risorto realizza con chi annuncia la salvezza e la vittoria della croce gloriosa.
Ancora oggi ringrazio Dio per le testimonianze di fede ricevute dai miei parrocchiani! Voglio terminare la lettera con un suggerimento ai parroci: “animate una comunità di fratelli e sorelle che vivano l’amore del Signore, e siate testimoni del Risorto in questo mondo di divisione”! Amen

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