L’AMORE E IL PREGIUDIZIO
La parrocchia di San Gregorio Magno nel quartiere periferico della Magliana a Roma, si impegna da decenni nell'accoglienza e nell'integrazione della comunità rom. Il parroco, don Stefano, ha una lunga esperienza nel lavorare con questa comunità. Il campo Candoni, gestito da lui, ospita circa 800 persone, prevalentemente cittadini rumeni e bosniaci, in condizioni di vita difficili. Don Stefano sottolinea la NECESSITÀ DI ESSERE TOLLERANTI E DI COMPRENDERE LA DUREZZA DELLA VITA IN QUESTI CAMPI.
NEI CAMPI TROVIAMO PERSONE come Gabriela, una donna rom che si arrangia vendendo ferro al mercato, o di Alina, una giovane madre con quattro figli che si lamenta delle difficoltà della vita nella comunità. Nei campi, i volontari, organizzano alcune iniziative positive, come il progetto di inserimento lavorativo attraverso il Fondo Gesù Divino Lavoratore e l'associazione "Gli squilibrati" che offre lavoro a persone emarginate.
LA PARROCCHIA SI IMPEGNA non solo nelle cose materiali ma offre anche un sostegno nel supporto emotivo e sociale, attraverso il centro d'ascolto. Ogni settimana distribuisce pacchi viveri e cerca di coinvolgere la comunità in attività di volontariato. Debora Foglia, responsabile del centro d'ascolto, racconta delle iniziative per responsabilizzare la comunità rom e favorirne l'inserimento nella società. Racconta: «Ho passato serate e serate intorno al fuoco ad ascoltare le loro storie. Io resto sempre affascinata dai loro racconti. Questa attività mi dà gioia, serenità, pace. Quando esco dal campo sono carica. È un dono che il Signore mi fa ogni volta».
Il lunedì è il giorno di apertura del centro d’ascolto per i rom del campo Candoni e di quelli che vivono sotto il viadotto della Magliana. «Dalle 17 alle 19 serviamo il tè e li ascoltiamo. Chiedono consigli, un orientamento sulle questioni scolastiche e sanitarie, cose materiali». L’obiettivo è anche quello di trovargli un’attività lavorativa. «Cerchiamo di coinvolgerli, di responsabilizzarli. Diamo il pacco in cambio di un piccolo aiuto, un lavoretto». Alcuni fanno parte di un’associazione del quartiere, “Gli squilibrati”, fondata da un parrocchiano, Giancarlo Gamba, che DÀ LAVORO A TOSSICODIPENDENTI, MALATI PSICHICI, PERSONE AI MARGINI. Si occupa di decoro urbano: pulizia, potatura siepi, giardinaggio. «È IMPORTANTE ANCHE PER LA COMUNITÀ. Li vedono lavorare, li conoscono e cambiano mentalità».
Debora ha messo su anche una squadretta di calcio con bambini rumeni, bosniaci e italiani, senza nessuna rivalità. «Una volta hanno giocato in trasferta a Ostia. I bambini dei campi non avevano mai visto il mare. Ho visto la meraviglia nei loro occhi. È stata una cosa stupenda, per loro e per noi». POI, PERÒ, QUANDO I GENITORI HANNO SCOPERTO CHE DELLA SQUADRA FACEVANO PARTE ANCHE LORO, HANNO RITIRATO I FIGLI. «Ma noi siamo andati avanti lo stesso, non saranno i pregiudizi a fermarci».
«Sì, è vero, conclude Debora, molti rom compiono attività illecite ma non bisogna smettere di dialogare con loro. Bisogna dare una possibilità a queste persone, ricordarsi che sono esseri umani, spesso con grandi potenzialità e una diversità che è una ricchezza immensa». Solo se offriamo un’opportunità e un sostegno reale le cose possono cambiare…
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