O LA VERITÀ DI DIO O L’ASSURDO…
Qualcuno fa fatica ad arrivare alla fede, perché è irritato dai «misteri»: ritiene che sia preferibile dedicare la propria attenzione non a un Dio che non si vede e non si capisce, ma alla realtà mondana che è chiara e accessibile alla nostra ragione. Ma se uno riflette, vede che le cose stanno proprio al contrario.
Il mondo è un enigma; e le nostre capacità razionali, se riescono a studiarlo un po’ nei suoi meccanismi e a dominarlo, non arrivano affatto a capirlo nel suo significato, e non sono in grado di rispondere alle domande che più contano e più sono incisive.
Un grande e angosciato poeta italiano, contemplando nella notte l’infinità tersa dei cieli, così si interrogava: «Che vuol dir questa – solitudine immensa? Ed io che sono?». E, poiché era uno spirito lucido e profondo, non si lasciava incantare né dai fatui bagliori dello scientismo né dal mito conclamato del progresso («le magnifiche sorti e progressive»), ma concludeva con uno straziato «non so», sincero ma chiuso e irredimibile, preludio alla confessione disperata: «Per me la vita è male».
Il mondo è davvero un enigma oscuro; un enigma che la mente non è in grado di penetrare, nonostante gli esaltanti e inquietanti successi della scienza; un enigma che non sa illuminarci né sulla sua e nostra origine, né sulla sua e nostra fine, né sulla ragione plausibile del suo e del nostro esistere.
Dio invece è sì un mistero inaccessibile, ma è anche un mistero illuminante: sa far arrivare la sua luce sul mondo; ci offre, con la venuta tra noi del Figlio suo, il significato ultimo dell’esistenza; ci dice quale sia il nostro destino. Sicché chi vuole continuare a vivere ragionevolmente, non ha altra scelta che oltrepassare la pura ragione e aprirsi alla luce dell’alto.
O la verità di Dio o l’assurdo: questo è nella sua sostanza, il dilemma dell’uomo che vuol ragionare fino in fondo e perciò non si accontenta del «che» e del «come», ma vuol arrivare a sapere il «perché» delle cose e del suo vivere.
ECCO IL MESSAGGIO ESISTENZIALE DELLA EPIFANIA…
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