Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési - Fil 3,3-8
Fratelli, i veri circoncisi siamo noi, che celebriamo il culto mossi dallo Spirito di Dio e ci vantiamo in Cristo Gesù senza porre fiducia nella carne, sebbene anche in essa io possa confidare.Se qualcuno ritiene di poter avere fiducia nella carne, io più di lui: circonciso all’età di otto giorni, della stirpe d’Israele, della tribù di Beniamino, Ebreo figlio di Ebrei; quanto alla Legge, fariseo; quanto allo zelo, persecutore della Chiesa; quanto alla giustizia che deriva dall’osservanza della Legge, irreprensibile.Ma queste cose, che per me erano guadagni, io le ho considerate una perdita a motivo di Cristo. Anzi, ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore.
1. I compatrioti di Paolo non riescono a cambiare paradigma, NON VEDONO IN CRISTO IL COMPIMENTO DELLE COSE. LO SPIRITO DI CRISTO VIENE BLOCCATO dalle pratiche, LA FEDE VIENE OSTACOLATA dalla religione, dalle forme di religiosità che questa ha assunto.2. Paolo avrebbe potuto trarre grandi vantaggi per la sua posizione nell'ebraismo. Egli invece ha REPUTATO QUESTI VANTAGGI COME UNA «PERDITA» a confronto della “NOVITÀ” apportata da Cristo. L'UNICO VALORE CHE CONTA VERAMENTE PER PAOLO È CRISTO: tutto ciò che non è Lui è da gettare via.3. Paolo chiama Cristo: "MIO SIGNORE": egli ha con Lui un rapporto intimo e personale, amorevolmente espresso dall'aggettivo possessivo. Egli è ormai PERDUTO IN CRISTO, tutto il resto non conta più nulla!
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+ Dal vangelo secondo Luca - Lc 15, 1-10
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.
Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».
Gesù accoglie i peccatori e insegna il valore del perdono attraverso le parabole della pecora smarrita e della moneta perduta. Entrambe le storie illustrano la gioia di ritrovare ciò che era perduto, enfatizzando l'amore e la misericordia di Dio verso i peccatori. Questo insegnamento contrasta con l'atteggiamento giudicante dei farisei e degli scribi, mostrando che ogni persona, indipendentemente dai suoi errori, è preziosa agli occhi di Dio. La parabola invita tutti a non escludere nessuno, sottolineando l'importanza della conversione e il valore del pentimento, che portano gioia nel cielo. Nella nostra vita perché siamo così pronti a giudicare gli altri, quando Gesù stesso accoglieva i peccatori e gioiva per la loro conversione?
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Grazie Padre Renzo, questo per noi sarà un giorno particolare, speriamo che mia sorella da lassù si aiuti tutti noi 🙏🙏
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