Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési - Fil 3,17-4,1
Fratelli, fatevi insieme miei imitatori e guardate quelli che si comportano secondo l’esempio che avete in noi.Perché molti – ve l’ho già detto più volte e ora, con le lacrime agli occhi, ve lo ripeto – si comportano da nemici della croce di Cristo. La loro sorte finale sarà la perdizione, il ventre è il loro dio. Si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi e non pensano che alle cose della terra.La nostra cittadinanza infatti è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che egli ha di sottomettere a sé tutte le cose.Perciò, fratelli miei carissimi e tanto desiderati, mia gioia e mia corona, rimanete in questo modo saldi nel Signore, carissimi!
1. Paolo con le lacrime agli occhi, scongiura i fedeli di Filippi a NON SEGUIRE QUANTI, FRA LORO, SI COMPORTANO DA NEMICI DELLA CROCE DI CRISTO, reputandola ormai superata. NOI ASPETTIAMO GESÙ COME SALVATORE, PERCHÉ LA NOSTRA CITTADINANZA È NEI CIELI, non è più la patria terrena. La patria celeste è l’eternità beata, la vita eterna con Lui.
2. SIAMO SICURI CHE GESÙ TRASFIGURERÀ IL NOSTRO MISERO CORPO PER CONFORMARLO AL SUO CORPO GLORIOSO. Trasformare per conformare. Abbiamo bisogno di essere trasformati da Cristo, cioè diventare conformi a Lui, avere la sua stessa forma, il suo stesso stile.
3.Abbiamo BISOGNO DI CAMBIARE MENTALITÀ E ADERIRE ALLO STILE DI GESÙ. ABBIAMO BISOGNO DI FIDARCI DI LUI. La fede nella nostra risurrezione nell'eternità della nostra terra, ci autorizza ad amare il mondo in cui viviamo come Gesù, facendoci imitatori dell'Apostolo.
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+ Dal vangelo secondo Luca - Lc 16, 1-8
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli:
«Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”.
L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”.
Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.
Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce».
All’astuzia mondana noi siamo chiamati a rispondere con l’astuzia cristiana, che è un dono dello Spirito Santo. Si tratta di allontanarsi dallo spirito e dai valori del mondo (atteggiamenti di corruzione, di inganno, di sopraffazione), per vivere secondo il Vangelo in uno stile di vita serio. Serio e impegnativo, improntato all’onestà, alla correttezza, al rispetto degli altri e della loro dignità, al senso del dovere. E così vediamo che l'amministratore decide di condonare i debiti ai poveri contadini (donandogli un grande sollievo), decide di usare i suoi beni per farsi degli amici. non pensa ad accumulare beni per garantirsi il futuro ma si crea amici: Colpo di genio, lodato da Gesù...
Questo fatto ci insegna che la ricchezza "disonesta" va usata bene. I soldi devono essere usati bene! chiedono un utilizzo sapiente, creare amicizia, comunione e soprattutto alleviare le sofferenze di chi vive nell'indigenza..
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L’amministratore sarà pure disonesto, ma conosce se stesso molto bene. L’analisi che fa sul suo conto è senza sconti e da qui parte per farsi trovare pronto. Siamo in grado di questa onestà con noi stessi?
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