+ Dal Libro del profeta Michèa - Mi 2,1-5
Guai a coloro che meditano l’iniquitàe tramano il male sui loro giacigli;alla luce dell’alba lo compiono,perché in mano loro è il potere.Sono avidi di campi e li usurpano,di case e se le prendono.Così opprimono l’uomo e la sua casa,il proprietario e la sua eredità.Perciò così dice il Signore:«Ecco, io medito contro questa genìauna sciagura da cui non potranno sottrarre il colloe non andranno più a testa alta,perché sarà un tempo di calamità.In quel temposi intonerà su di voi una canzone,si leverà un lamento e si dirà:“Siamo del tutto rovinati;ad altri egli passa l’eredità del mio popolo,non si avvicinerà più a me,per restituirmi i campi che sta spartendo!”.Perciò non ci sarà nessunoche tiri a sorte per te,quando si farà la distribuzionedurante l’assemblea del Signore».
1. Il tempo che Michèa vive è un TEMPO DI DECADENZA. Israele è diviso: al nord si seguono pratiche pagane, mentre il regno di Giuda è amministrato da gente corrotta e idolatra che SI PERMETTONO DI TUTTO: OGNI SORTA DI INGIUSTIZIE E SOPRUSI.2. Michèa se ne va per le strade del suo paese a METTERE IN GUARDIA GLI OPPRESSORI, a ricordare loro che un DIO C’È ANCORA E CHE LA SUA IRA SARÀ GRANDE. Dalla sciagura che Lui medita nessuno potrà sottrarsi. SARÀ UN TEMPO DI CALAMITÀ GRANDE. Non andranno più a testa alta.3. Michèa porta un messaggio chiaro da Dio: Avete tra le mani un dono prezioso, il regno di Israele, il mio popolo, ma non ne siete degni. VE LO TOGLIERÒ E LO DARÒ IN MANO AD ALTRI CHE SE NE PRENDERANNO CURA. Ai forestieri verrà assegnata la terra. Verrà escluso dall’assegnazione ogni empio e malvagio che ha usato il suo potere per estorcere e opprimere.
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+ Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 12,14-21
In quel tempo, i farisei uscirono e tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti e impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia:
«Ecco il mio servo, che io ho scelto;
il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento.
Porrò il mio spirito sopra di lui
e annuncerà alle nazioni la giustizia.
Non contesterà né griderà
né si udrà nelle piazze la sua voce.
Non spezzerà una canna già incrinata,
non spegnerà una fiamma smorta,
finché non abbia fatto trionfare la giustizia;
nel suo nome spereranno le nazioni».
Mentre i farisei tramano per ucciderlo, Gesù guarisce ‘tutti’ coloro che continuano a seguirlo, e intravvede il compimento del suo destino attraverso le parole del profeta Isaia. Gesù è il servo fedele che fa trionfare la giustizia di Dio con la mitezza e la misericordia e con l’accoglienza di ogni barlume di verità e vita: non spezza la canna incrinata, non spegne la fiamma smorta. Gesù si affida alla ‘giustizia’ di Dio, più grande della violenza degli uomini.
Lo stile di Gesù diventi il nostro stile missionario: anche noi siamo chiamati ad annunciare il Vangelo con mitezza e fermezza, senza gridare, senza sgridare qualcuno, ma con mitezza e fermezza, senza arroganza o imposizione.
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