martedì 12 dicembre 2023

RECITARE IL ROSARIO È PORRE, COME MARIA, GESÙ NEL PROPRIO CUORE.

RECITARE IL ROSARIO È PORRE, COME MARIA, GESÙ NEL PROPRIO CUORE.

Da secoli donne e uomini, facendo scorrere tra le dita, a uno a uno, i grani della corona del santo Rosario, meditano sui misteri di Cristo, sotto la guida di una donna “speciale”, la Beata Maria Vergine del Rosari. La preghiera del santo Rosario è tanto semplice e pertanto tanto profonda. Molto amata da santi e fedeli di ogni parte del mondo. «Non è forse cosa giusta, pia e santa meditare tutti questi misteri? Quando la mia mente li pensa, vi trova Dio, vi sente colui che in tutto e per tutto è il mio Dio. È dunque vera sapienza fermarsi su di essi in contemplazione» (San Bernardo). 
Il Rosario è la preghiera del sofferente, del malato, dei solitari abitanti, delle affollate metropoli del mondo. Di frequente san Pio da Pietrelcina ricordava che «il Rosario è la mia preghiera prediletta. Preghiera meravigliosa! Meravigliosa nella sua semplicità e nella sua profondità»: la sua arma prediletta, che portava sempre in tasca.
La corona del Rosario è infatti “l’arma vincente” di milioni di fedeli, sparsi in ogni angolo del pianeta. La nonna del giovane beato Carlo Acutis, devota alla Madonna di Pompei, un giorno d’estate portò il nipotino allora di 5 anni al santuario di Pompei e da quel giorno il Rosario per Acutis divenne con la messa la sua preghiera quotidiana. E c’era chi, come san Francesco di Sales, la devozione alla Madre, attraverso il Rosario, si trasformava in un colloquio con la stessa: «Ah, chi potrebbe non amarti carissima Madre?».
Via per la santificazione il santo Rosario lo è stato e continua a essere per uno stuolo infinito di fedeli.
Scrive Giovanni Paolo II nella lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae: «Il contemplare di Maria è innanzitutto un ricordare. Occorre tuttavia intendere questa parola nel senso biblico della memoria (zakar), che attualizza le opere compiute da Dio nella storia della salvezza. La Bibbia è narrazione di eventi salvifici, che hanno il loro culmine in Cristo stesso. Questi eventi non sono soltanto un “ieri”; sono anche l’“oggi” della salvezza. Questa attualizzazione si realizza in particolare nella Liturgia: ciò che Dio ha compiuto secoli or sono non riguarda soltanto i testimoni diretti degli eventi, ma raggiunge con il suo dono di grazia l’uomo di ogni tempo. Ciò vale, in certo modo, anche di ogni altro devoto approccio a quegli eventi: “farne memoria”, in atteggiamento di fede e di amore, significa aprirsi alla grazia che Cristo ci ha ottenuto con i suoi misteri di vita, morte e risurrezione».
Quando si recita il rosario si rivivono i momenti importanti e significativi della storia della salvezza; si ripercorrono le varie tappe della missione di Cristo. Con Maria si orienta il cuore al mistero di Gesù. Si mette Cristo al centro della nostra vita, del nostro tempo, delle nostre città, mediante la contemplazione e la meditazione dei suoi santi misteri di gioia, di luce, di dolore e di gloria. (…). (Benedetto XVI). 
Per Papa Francesco «Il rosario è la preghiera che accompagna sempre la mia vita; è anche la preghiera dei semplici e dei santi …. È la preghiera della mia vita…

Nessun commento:

Posta un commento