ANIMA MIA…
È evidente a tutti l'impatto trasformativo degli smartphone e dei social media sulla vita quotidiana delle persone. L'effetto di questi strumenti è tanto positivo quanto negativo, a seconda del modo in cui vengono utilizzati. Riflettendo sulla storia di questi dispositivi, dalla commercializzazione degli smartphone nel 1993 all'ascesa del primo social network, SixDegrees, nel 1997, si nota come abbiano radicalmente cambiato il modello di comunicazione tradizionale.
L'analisi si spinge a considerare l'uso massivo di smartphone e social media come una sorta di "bulimia", con conseguenze negative sulla società. Si fa riferimento alle virtù tradizionali, come autodisciplina, temperanza, moderazione e prudenza, che sembrano andare perdute nella civiltà moderna, dominata da un consumo eccessivo di informazioni e stimoli visivi.
Se poi lo guardiamo alla luce della fede cattolica, si evidenzia come l'uso smodato di smartphone e social media ha contribuito al deterioramento della fede, in particolare tra i giovani. Una docente di psicologia, la professoressa Jean M. Twenge ha denominato la generazione attuale come "iGen" o "generazione iPhone", notando un aumento di problemi di salute mentale tra gli adolescenti.
La dipendenza da smartphone, l'isolamento, la perdita di sonno e l'abbassamento della concentrazione sono considerati come effetti negativi dell'uso prolungato di questi dispositivi. Va aggiunto anche l'aumento dei tassi di depressione e suicidio, specialmente tra i giovani, e non mancano dati statistici in merito.
Alla luce di questi problemi, è essenziale recuperare l'approccio educativo della Chiesa e adottare una gestione saggia del tempo, evitando l'ozio e le influenze negative delle moderne tecnologie. Si richiama anche all'importanza di conservare la purezza e la pace con Dio per trovare la vera felicità.
Scriveva san Giovanni Bosco: «Dalle letture [oggi si potrebbe anche aggiungere: dalle chat] dipende moltissime volte la scelta definitiva (per i giovanetti) che fanno del bene o del male» per sé e gli altri, quindi: «Fuggite l'ozio e gli oziosi, lavorate secondo il vostro stato; quando siete disoccupati siete in gravissimo pericolo di cadere in peccato. L'oziosità̀ insegna ogni sorta di vizi» e «Abborrite le malvagie letture più che la peste». Per conservare la purezza, la Chiesa preconciliare, che lottava contro liberalismo, socialismo e spirito rivoluzionario, esortava a tenere lontano le cattive letture e la cattiva cinematografia, veleno per le anime. Affermava ancora don Bosco: «La felicità non si trova in questo mondo, se non si ha la pace con Dio; se [la gente] è così malcontenta ed arrabbiata, è perché́ non pensa alla salute dell'anima sua». [...]
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