QUARESIMA? “SI” E TI DICO IL PERCHÉ…
La Chiesa ci ricorda che col mercoledì delle ceneri inizia un “tempo favorevole” per la nostra vita spirituale. Un tempo in cui, attraverso il digiuno, la preghiera e le opere di carità, ci possiamo preparare a celebrare «completamente rinnovati la Pasqua di Cristo».
È un tempo di grazia! Ma è ancora possibile, con la Tv satellitare e digitale, con il computer, con internet, con i miliardi di Sms, parlare e riproporre ancora la Quaresima?
Con forza polemica Voltaire gridava ai preti: «A chi predicate la Quaresima? Ai ricchi? Ma non la fanno mai! Ai poveri? Ma la fanno tutto l’anno!». Molti non amano sentir parlare di Quaresima. È una parola che evoca tristezza. «Hai una faccia da Quaresima», si dice da qualche parte! L’Istat fornisce una fotografia sconfortante dell’Italia: dieci milioni di famiglie vivono in condizioni di “disagio economico”; quattordici milioni di persone! Tantissime!
Ha ancora senso parlare a queste di digiuno, di penitenza, di mortificazione? Ma in questo “tempo favorevole” noi siamo invitati ad orientare la nostra vita verso la Pasqua. Tempo di conversione, di preghiera, di carità operosa, appunto verso chi ha meno. Un itinerario di quaranta giorni che non mortifica, ma spinge a scegliere il “di più”. A scegliere lo stile di vita più austero. A rinunciare alle troppe parole, al rumore, all’uso compulsivo del computer, all’invio di messaggini superflui!
La Quaresima torna per risvegliare le nostre coscienze. Per richiederci un intenso impegno spirituale, per radunare tutte le nostre energie, in vista di un profondo cambiamento del nostro modo di pensare, di parlare, di vivere.
Come dicevano i Padri della Chiesa: chi riesce in questa operazione è più grande di chi fa miracoli e risuscita un morto.
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