C’È CHI DICE “SI”, C’È CHI DICE “NO” …
LE TENTAZIONI…
Nella debolezza delle tentazioni, che tutti prima e poi abbiamo non si deve commettere l’ingenuità di impelagarsi nel dialogo: occorre, invece, avere il coraggio della preghiera e chiedere perdono per rialzarci e andare avanti, con la certezza che la grazia ci aiuta a non nasconderci dal Signore.
«Sia all’inizio della creazione, come all’inizio della ri-creazione, come primo evento c’è la tentazione»: «Adamo ed Eva erano nel paradiso terrestre con tutti i doni che Dio aveva dato, con il compito di fare, di custodire, di portare avanti il creato, e con l’amore. Con queste tre cose erano lì per fare la loro vita e proprio all’inizio viene la tentazione». Allo stesso modo, «la tentazione viene», sempre «all’inizio», quando «Gesù lascia Nazaret, si fa battezzare, va nel deserto a pregare per incominciare il compito che Dio gli aveva dato». Perciò «sia nella creazione sia nella ri-creazione c’è la tentazione».
Il testo biblico ci dice che «“il serpente era il più astuto”: il diavolo si fa vedere in forma di serpente attraente e con la sua astuzia cerca di ingannare: lui è specialista in questo, è il “padre della menzogna”, lo chiama così Gesù». Il diavolo «è un bugiardo, sa come ingannare, sa come truffare la gente». E così «il serpente circuì con la sua astuzia Eva: la fa sentire bene, le fa — per così dire — bere un po’ d’acqua sciropposa». Tanto che Eva «si sente bene, si fida, incomincia il dialogo e, passo dopo passo, la porta dove lui vuole».
Il diavolo prova a fare «lo stesso con Gesù nel deserto. Gli fa tre proposte, ma questo dialogo con Gesù finisce male per il diavolo: “Vattene, Satana!”». Invece «il dialogo con Eva non finisce bene per Eva: vince Satana».
«Quando il diavolo circuisce una persona lo fa con il dialogo, cerca di dialogare». È proprio quello che tenta di fare anche «con Gesù: “Tu hai fame, c’è una pietra, tu sei Dio, fa’ che questa sia pane! Tu sei venuto qui a salvarci tutti, una vita di fatica, di lavoro, ma vieni con me, andiamo al tempio e buttati senza paracadute: farai un bello spettacolo e tutta la gente crederà in te è tutto finito in una mezzoretta!”». Ma «Gesù non lo fa». E così alla fine il diavolo «fa vedere la vera faccia: “Vieni, vieni!”». E «gli fa vedere tutto il mondo e gli propone l’idolatria: “Adorami, io ti darò tutto questo!”».
Poniamo il nostro sguardo su Gesù che viene tentato: Gesù non dialoga con il diavolo, piuttosto «sente il diavolo e dà una risposta, ma che non è sua: prende la risposta dalla parola di Dio». E infatti «le tre risposte di Gesù al diavolo sono prese dalla Bibbia, dall’Antico testamento, dalla parola di Dio, perché col diavolo non si può dialogare».Con Eva, invece, la tentazione del diavolo è andata in un altro modo. Era «ingenua» e all’inizio la situazione le «sembrava buona». Pensava «che si sarebbe trasformata in una dea, è il peccato di idolatria»: per questo «è andata avanti» con il dialogo. Ma è finita male, ci dice la Genesi: «Lei e il marito nudi, senza niente». La questione è che «il diavolo è un mal pagatore, non paga bene: è un truffatore, ti promette tutto e ti lascia nudo». Certo, anche «Gesù è finito nudo, ma sulla croce, per obbedienza al Padre: un’altra strada».
Dunque «il serpente, il diavolo è astuto: non si può dialogare col diavolo». Oltretutto «tutti noi sappiamo cosa sono le tentazioni, tutti sappiamo perché tutti ne abbiamo: tante tentazioni di vanità, di superbia, di cupidigia, di avarizia, tante!». Ma tutte «incominciano» quando ci diciamo: «ma, si può, si può...».Proprio come avviene per Eva che si sente rassicurare dal serpente: «Ma no, non è vero che ti farà male questo frutto, mangialo, è buono, è poca cosa, nessuno se ne accorge, fai, fai!». E così, «a poco a poco, a poco a poco, si cade nel peccato, si cade nella tentazione».
«La Chiesa con la prima domenica di Quaresima ci insegna a non essere ingenui, per non dire sciocchi, ad avere gli occhi aperti e a chiedere aiuto al Signore perché da soli non possiamo». Evitiamo di fare l’esperienza di Adamo ed Eva che dovettero nascondersi dal Signore. Perché «la tentazione ti porta a nasconderti dal Signore e tu te ne vai con la tua colpa, col tuo peccato, con la tua tentazione, lontano dal Signore». A quel punto «ci vuole la grazia di Gesù per tornare e chiedere perdono, come ha fatto il figliol prodigo». Ecco perché «nella tentazione non si dialoga, si prega: “Aiuto, Signore, sono debole, non voglio nascondermi da te”».
Il Signore ci dia la grazia e ci accompagni in questo cammino e, se siamo ingannati per la nostra debolezza, nella tentazione ci dia il coraggio di alzarci e di andare avanti: per questo è venuto Gesù, per questo!.
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