PIETRO CANISIO
Pietro Canisio nacque l’8 maggio 1521 a Nimega, allora parte del ducato di Gheldria nel Sacro Romano Impero. Entrò nella Compagnia di Gesù nel 1543 dopo aver fatto gli Esercizi Spirituali sotto la guida di Pietro Favre, incontro che segnò profondamente la sua vita. Nel 1547 e nel 1562 partecipò al Concilio di Trento, chiamato dal vescovo di Augusta, il cardinale Otto Truchsess von Waldburg, e in queste occasioni cominciò a usare la forma latina del suo nome, Canisius.
La sua missione si inserì perfettamente nello spirito della Riforma cattolica promossa dal Concilio tridentino: risvegliare le radici spirituali dei fedeli e ridare vigore all’intera Chiesa in un’epoca in cui la Riforma protestante stava trasformando l’Europa. Dopo brevi periodi a Roma e a Messina, fu inviato in Baviera, dove divenne decano, rettore e vice-cancelliere dell’Università di Ingolstadt. Successivamente fu mandato a Vienna, dove ricoprì il ruolo di amministratore della diocesi e divenne celebre predicatore nel Duomo di Santo Stefano, svolgendo anche intensa attività pastorale tra malati e carcerati.
Nel 1556 Canisio fu nominato primo provinciale della Provincia gesuitica della Germania Superiore. In quest’incarico fondò una rete di comunità e collegi che avrebbero contribuito in modo decisivo alla rinascita del cattolicesimo nei paesi germanici. Fu inoltre coinvolto in trattative politiche e religiose di grande rilievo, rappresentando ufficialmente la Chiesa. Proprio per questo Giovanni Paolo II lo definirà “ambasciatore di Dio” in un momento in cui l’annuncio cattolico rischiava di scomparire nella cultura di lingua tedesca.
Accanto all’azione pastorale e diplomatica, Canisio svolse un’intensa attività editoriale. Fu editore delle opere complete di san Cirillo d’Alessandria, san Leone Magno, delle Lettere di san Girolamo e delle Orazioni di san Nicola della Fluë. Scrisse inoltre testi di devozione, omelie e biografie di santi svizzeri. Ma la sua opera più influente furono i tre Catechismi, redatti tra il 1555 e il 1558, che aiutarono generazioni di fedeli a ritrovare chiarezza dottrinale e serenità spirituale. Destinati a pubblici di età e formazione diverse, presentarono la dottrina cattolica in modo semplice, dialogico, biblico e senza spirito polemico. Solo durante la sua vita si contarono circa 200 edizioni.
Il suo stile apostolico era caratterizzato da mitezza, equilibrio e rispetto: più che confutare errori, preferiva mettere in luce la bellezza e la verità sempre nuove della fede cattolica. Per questo fu apprezzato sia dall’imperatore Ferdinando I sia da papa Gregorio XIII.
Negli ultimi anni fondò a Friburgo, nel 1580, il collegio Sankt Michael, destinato poi a numerosi sviluppi. Morì il 21 dicembre 1597 e fu sepolto nella chiesa universitaria di Friburgo.
PER NOI OGGI
Evangelizziamo più per attrazione o per contrapposizione? Canisio rinnovò la Chiesa non con polemiche, ma con chiarezza, cultura e mitezza. È lo stile che usiamo ancora oggi?
Studiamo davvero per servire la fede? I suoi catechismi formarono un intero popolo. Oggi, nell’epoca della superficialità, c’è ancora qualcuno disposto a fare il lavoro lungo e paziente di educare?
Riusciamo a portare Cristo nei luoghi decisivi della cultura? Università, politica, diplomazia: Canisio era presente là dove si formavano le coscienze. Noi cristiani ci siamo… o restiamo ai margini?
San Pietro Canisio, sacerdote della Compagnia di Gesù e dottore della Chiesa, che, mandato in Germania, si adoperò strenuamente per molti anni nel difendere e rafforzare la fede cattolica con la predicazione e con i suoi scritti, tra i quali il celebre Catechismo. A Friburgo in Svizzera prese infine riposo dalle sue fatiche.
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