giovedì 11 dicembre 2025

PIPPO RICCI

PIPPO RICCI

Non solo canestri, ma anche libri, solidarietà e fede: così si racconta Giampaolo “Pippo” Ricci, capitano dell’Olimpia Milano, tre volte campione d’Italia e punto fermo della Nazionale. Ala grande, 2.01 di altezza, originario di Chieti ma cresciuto a Roma con la Stella Azzurra, ha fatto della pazienza e del lavoro quotidiano la chiave della sua carriera. Non un talento precoce, ma un uomo che ha saputo costruirsi passo dopo passo, fino all’esordio in Serie A a 26 anni e in Nazionale a 27, senza mai smettere di credere in se stesso.

 Nel 2023 ha conseguito la laurea in matematica all’Università di Bologna, con una tesi in geometria. Lo studio per lui non è stato un ripiego, ma una fonte di equilibrio: «Dopo ore di allenamento, aprire un libro e immergermi nelle formule mi aiutava a ricaricarmi». La matematica, spiega, ha molto in comune con il basket: numeri, geometrie, traiettorie, rigore. Ma al canestro appartiene qualcosa che i numeri non possono spiegare: l’emozione.

 La sua vita, però, non si limita a sport e studio. Nel 2022 Ricci ha fondato l’associazione “Amani Education” per sostenere l’istruzione dei giovani in Tanzania, insieme alle suore assunzioniste e con il coinvolgimento dell’intera famiglia. Oggi una scuola secondaria da lui sostenuta ospita oltre 90 studenti, insegnanti e religiose. «Se non lo facciamo noi, non lo fa nessuno!», afferma Pippo, raccontando di un impegno che non è beneficenza di facciata, ma eredità viva dei genitori, medici volontari in Africa negli anni ’80.

 Dietro la sua tenacia c’è una storia di riscatto personale: da ragazzo fu vittima di bullismo a causa del peso. Più di 120 chili a 13 anni, soprannominato “cicciottello”, ha saputo cambiare strada con coraggio. «Mi sono guardato allo specchio e mi sono detto: adesso tocca a te». Da lì sono nati un nuovo fisico, una carriera, e un impegno sociale che oggi lo spinge a dare agli altri ciò che lui stesso ha ricevuto: fiducia, opportunità, sostegno.

 Il suo motto è chiaro: “never give up”. Non c’è fallimento definitivo: come in una partita di basket, si può sempre ripartire. «Non servono solo i campioni che segnano 30 punti, ma anche chi difende, chi incoraggia, chi fa il lavoro sporco. Non occorre essere Batman: basta essere Robin».

 Il percorso di Pippo Ricci è una parabola di vita che parla al cuore cristiano. Nel suo “essere Robin” c’è la verità del Vangelo: non servono i riflettori per essere grandi, ma la disponibilità a servire. «Chi vuole essere il primo, si faccia servo di tutti» (Mc 9,35): è ciò che Pippo incarna sul parquet e fuori dal campo. La sua scelta di dedicarsi ai giovani africani attraverso l’istruzione mostra che il talento diventa autentico dono solo quando viene condiviso. È una lezione preziosa per tutti: il successo personale non basta, se non diventa occasione di amore, solidarietà e speranza.

 

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