sabato 27 dicembre 2025

27.12 SAN GIOVANNI

SAN GIOVANNI EVANGELISTA

 San Giovanni Evangelista è una delle figure più affascinanti e profonde del cristianesimo. “Il discepolo che Gesù amava”, il più giovane degli Apostoli e l’ultimo a morire, è tradizionalmente riconosciuto come il teologo per eccellenza: colui che ha osato “alzarsi in volo” come un’aquila per contemplare l’abisso del Verbo fatto carne. La sua vicinanza a Cristo – sino al gesto intimo del capo poggiato sul Suo petto nell’Ultima Cena – ha nutrito una sensibilità spirituale unica, capace di offrire alla Chiesa testi che hanno plasmato la fede nei secoli.

 A Giovanni viene attribuito il quarto Vangelo, il più meditato e teologico, nel quale il prologo canta la divinità del Verbo e la sua incarnazione come luce per l’umanità. Le sue tre lettere, dirette alle prime comunità cristiane, affrontano con forza il tema della carità e mettono in guardia contro lo spirito dell’anticristo, già presente nel mondo e riconoscibile dal rifiuto del Figlio e del Padre. L’Apocalisse – ultimo libro della Bibbia – rivela la dimensione profetica dell’apostolo: un’opera grandiosa che descrive la lotta tra bene e male e culmina nella vittoria definitiva di Cristo e nell’annuncio della Gerusalemme celeste.

 Giovanni era un uomo dal temperamento ardente, come indica il soprannome aramaico Boanèrghes, “figli del tuono”, condiviso con il fratello Giacomo. Prima di incontrare Gesù, i due erano pescatori insieme a Pietro e Andrea. La loro avventura di fede inizia il giorno in cui il Battista indica Gesù come “l’Agnello di Dio”. Quel primo incontro – ricordato persino nell’ora esatta, “era circa l’ora decima” – segna un prima e un dopo nella vita dell’evangelista.

 Tra i più intimi del Maestro, Giovanni è presente nei momenti più misteriosi della vita di Gesù: la risurrezione della figlia di Giairo, la trasfigurazione, l’agonia del Getsemani. È anche uno dei primi a correre al sepolcro il mattino di Pasqua: pur arrivando prima di Pietro, attende l’autorità dell’apostolo per entrare. E, vedendo i teli posati a terra, “vide e credette”.

 Il suo ruolo emerge con forza ai piedi della Croce, dove riceve da Gesù il dono più prezioso: Maria come Madre, e con lei il compito di accogliere l’umanità nella logica dell’amore filiale. Dopo la Pentecoste, la sua missione si sviluppa soprattutto a Efeso, dove visse a lungo – secondo la tradizione insieme alla Vergine – e dove concluse in tarda età la sua vita terrena. Solo lui, tra i Dodici, non subì il martirio cruento, pur sperimentando persecuzione ed esilio nell’isola di Patmos, luogo della rivelazione apocalittica.

 San Giovanni, patrono di artisti, teologi, scrittori e di tutte le amicizie autentiche, rimane il testimone della luce, dell’amore e della verità. La sua voce richiama la Chiesa a custodire ciò che è essenziale: la fede nel Figlio di Dio venuto nella carne e l’amore fraterno come segno distintivo del discepolo.

 

PER NOI OGGI

 Siamo davvero disposti a “vedere e credere”, o continuiamo a pretendere prove prima di fidarci di Dio?

 Viviamo relazioni che meritino il nome di “buone amicizie”, come quelle che Giovanni ha vissuto con Cristo?

 Accogliamo Maria nella nostra vita come fece il discepolo amato, o la manteniamo ai margini della fede?


Festa di san Giovanni, Apostolo ed Evangelista, che, figlio di Zebedeo, fu insieme al fratello Giacomo e a Pietro testimone della trasfigurazione e della passione del Signore, dal quale ricevette stando ai piedi della croce Maria come madre. Nel Vangelo e in altri scritti si dimostra teologo, che, ritenuto degno di contemplare la gloria del Verbo incarnato, annunciò ciò che vide con i propri occhi.

 

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