martedì 16 settembre 2025

DOVE PIANTERAI LA TUA TENDA?

DOVE PIANTERAI LA TUA TENDA?

L’estate è tempo di escursioni, scout, campeggi. Si piantano tende, si arrotolano sacchi a pelo, si dorme sotto le stelle. Eppure, per chi legge la Bibbia, la tenda non è solo un riparo di tela: è il simbolo di un Dio che non resta lontano, ma si accampa in mezzo al suo popolo.

 Abramo, all’ora più calda del giorno, è seduto all’ingresso della tenda quando riceve tre visitatori misteriosi: la tradizione cristiana li ha visti come immagine della Trinità. Nell’Esodo, la “tenda del convegno” custodisce l’Arca: santuario mobile, segno di un Dio che cammina con l’uomo, non un idolo imprigionato in pietra. La tenda è precaria, instabile: costringe a ricordare che tutto viene da Lui, e che non possiamo metterlo “sotto controllo” fissandolo in un luogo.

 Anche Pietro, sul monte della Trasfigurazione, vorrebbe fermare il tempo costruendo tre tende per Gesù, Mosè ed Elia. Ma ancora non sa che la vera tenda è il corpo stesso del Figlio di Dio. Giovanni lo dice chiaro: «Il Verbo si fece carne e pose la sua tenda in mezzo a noi». È l’Incarnazione: Dio che abbraccia la nostra fragilità, che dorme con noi sotto il telo instabile della condizione umana.

 E ora la domanda: dove vogliamo piantare per sempre la tenda della nostra vita? Perché Cristo, con la Risurrezione, ha piantato la Sua presso il Padre, in Paradiso. E ci aspetta. Il salmo chiede: “Chi abiterà nella tua tenda?”. Risposta: chi cammina con rettitudine, chi pratica la giustizia, chi dice la verità nel cuore.

 Non basta montare la tenda in un bel posto per sentirsi al sicuro. La vera scelta è un’altra: restare in movimento con Dio, lasciarsi guidare “di tappa in tappa” fino al Suo campo eterno.

Allora, la prossima volta che entri in una tenda, chiediti: è qui che voglio restare… o sto camminando verso la tenda definitiva?

 

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