Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési - Col 1,9-14
Fratelli, dal giorno in cui ne fummo informati, non cessiamo di pregare per voi e di chiedere che abbiate piena conoscenza della sua volontà, con ogni sapienza e intelligenza spirituale, perché possiate comportarvi in maniera degna del Signore, per piacergli in tutto, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio.Resi forti di ogni fortezza secondo la potenza della sua gloria, per essere perseveranti e magnanimi in tutto, ringraziate con gioia il Padre che vi ha resi capaci di partecipare alla sorte dei santi nella luce.È lui che ci ha liberati dal potere delle tenebree ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore,per mezzo del quale abbiamo la redenzione,il perdono dei peccati.
1. Si stanno diffondendo a Colossi delle STRANE TEORIE SUGLI SPIRITI CELESTI, immaginati come potenze cosmiche e astrali, intermediari tra l'uomo e Dio. GESÙ SI RIDUCE AD UNO DI QUESTI INTERMEDIARI e non certo il più potente. Epafra ricorre a Paolo perché intervenga a chiarire la fede cristiana.
2. Prima di tutto, è necessaria la preghiera, dice Paolo, e di questa si dice garante di una tale supplica davanti a Dio. Egli chiede che SI SVILUPPINO "CONOSCENZA, SAGGEZZA E INTELLIGENZA" negli amici cristiani a cui scrive. Sono doni di Dio per penetrare nella sua volontà.
3. La conoscenza ci conduce, quasi per mano, a "COMPORTARCI IN MANIERA DEGNA DEL SIGNORE E A PIACERGLI IN TUTTO". Preghiera, conoscenza e condotta morale coerente ci permette di approfondire, ancora di più, la conoscenza del Signore. LA FORZA, CHE IL SIGNORE OFFRE, ha lo scopo di "farci perseveranti e di SAPER OFFRIRE MISERICORDIA (Magnanimità) in tutto".
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Dal vangelo secondo Luca - Lc 5,1-11
In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
Prendere il largo, perché? Gettare la rete dopo che si è faticato inutilmente tutta la notte, cosa giova? E' razionalmente illogico. Ma quella voce che ci ridesta è una grazia: una parola del Vangelo, una circostanza, un invito di amici, un sussulto nel cuore: “Prendi il largo”. Ricomincia la partita, riparte la gioia di vivere, amare, proporre, lavorare. Occorre vigilare ogni giorno la grazia che passa e che chiama.
E grazie al loro si noi, cristiani di oggi, abbiamo la gioia di proclamare e testimoniare la nostra fede perché c’è stato quel primo annuncio, perché ci sono stati quegli uomini umili e coraggiosi che hanno risposto generosamente alla chiamata di Gesù. Sulle rive del lago, in una terra impensabile, è nata la prima comunità dei discepoli di Cristo: i "pescatori di uomini". La consapevolezza di questi inizi susciti in noi il desiderio di portare la Parola, l’amore e la tenerezza di Gesù in ogni contesto, anche il più impervio e resistente. Portare la Parola a tutte le periferie partendo dai luoghi che frequentiamo quotidianamente..
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I primi apostoli sono “invasi dallo stupore”. In effetti lo stupore tende a invadere, se lo si lascia invadere. Forse pesche miracolose avvengono tutti i giorni. Siamo pronti ad essere sorpresi?
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