martedì 5 settembre 2023

05.09.2023 - 1Ts 5,1-6.9-11 - Lc 4,31-37 - Io so chi tu sei: il santo di Dio!

 

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési - 1Ts 5,1-6.9-11

Riguardo ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; infatti sapete bene che il giorno del Signore verrà come un ladro di notte. E quando la gente dirà: «C’è pace e sicurezza!», allora d’improvviso la rovina li colpirà, come le doglie una donna incinta; e non potranno sfuggire.
Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, cosicché quel giorno possa sorprendervi come un ladro. Infatti siete tutti figli della luce e figli del giorno; noi non apparteniamo alla notte, né alle tenebre.
Non dormiamo dunque come gli altri, ma vigiliamo e siamo sobri.
Dio infatti non ci ha destinati alla sua ira, ma ad ottenere la salvezza per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. Egli è morto per noi perché, sia che vegliamo sia che dormiamo, viviamo insieme con lui. Perciò confortatevi a vicenda e siate di aiuto gli uni agli altri, come già fate.
1. Paolo afferma che il giorno del Signore sarebbe venuto IN MODO IMPROVVISO, SENZA SEGNI PREMONITORI. Di conseguenza ammoniva i credenti a non lasciarsi prendere troppo dai piaceri e dalle occupazioni della vita. LA VENUTA DI CRISTO SARÀ IMPREVEDIBILE E IMPROVVISA. Si tratta di non lasciarsi sorprendere.
2. VOI SIETE FIGLI DELLA LUCE perché avete aderito al vangelo. I figli delle tenebre hanno rifiutato di credere al Vangelo. PAOLO ESORTA I TESSALONICESI A DISTINGUERSI DAGLI ALTRI, a non lasciarsi andare al torpore e alle ubriachezze, ma ad IMPEGNARSI AD ESSERE SEMPRE VIGILI E LUCIDI DI MENTE.
3. Il fine ultimo dell'opera compiuta dal Figlio a pro degli uomini È IL RENDERLI PARTECIPI DELLA VITA ETERNA CON LUI. Adesso VIVIAMO LA TENSIONE TRA IL “GIÀ” E IL “NON ANCORA”, tra la gestazione e la nascita, tra l’impegno e l’accoglienza di un dono, tra la lettura dei “segni” e la speranza della realizzazione.

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+ Dal vangelo secondo Luca - Lc 4,31-37
In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità.
Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!».
Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male.
Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante. 

 

Questa è la verità; questa è la realtà che ognuno di noi sente quando si avvicina Gesù. Gli spiriti impuri cercano di impedirlo, ci fanno la guerra. Una vita cristiana senza tentazioni non è cristiana: è ideologica, è gnostica, ma non è cristiana. Quando il Padre attira la gente a Gesù, c’è un altro che attira in modo contrario e ti fa la guerra dentro! Pensiamo com’è il nostro cuore: io sento questa lotta nel mio cuore?
Quell'altro che attira è il demonio. Egli si lamenta che Gesù sia venuto a rovinarlo ed è esattamente quello che il Figlio di Dio è venuto a fare su questa terra. La Sua presenza è la vittoria sul male a cominciare da chi lo personifica più concretamente, cioè il Diavolo. La vittoria definitiva sarà sulla croce. Cristo ha vinto il male e noi partecipiamo della sua vittoria. Oggi possiamo non cedere alle tentazioni del demonio e far risplendere la vita in Cristo.

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 L’indemoniato coglie il punto fondamentale, l’identità di Gesù, e lo vede come un nemico, uno che è «venuto a rovinarci». Chi è allora Gesù per me? Rovina o salvezza, «che vuole da noi»?

 

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